Chiisa se IDDU lo sapeva

è incredibile di come stiano ancora parlando del testamento biologico, di luana... insistono a parlare del niente, a Firenze vogliono dare la cittadinanza onoraria al padre di Luana, un argomento + marginale non potevano trovarlo, già che ci sono potrebbero discutere sull'ipotesi di legge che vieta di andare in tv con l'abito viola (che porta sfiga) .

Sul testamento biologico c'è da dire che, a prima vista sembra giusto, in realtà riflettendoci un pò su mi sono reso conto che è ovviamente una stupidaggine dal punto di vista del diritto xchè si basa su un "vizio" del consenso cioè, dovresti dare il tuo consenso quando ancora non sei nello stato di poter giudicare della tua vita, quando ti immagini come saresti guardandoti, in un ipotetico futuro, dall'esterno,
ma il consenso per essere valido deve essere espresso quando sei nello stato stesso di poter giudicare, Luca Coscioni ad esempio era lucido, ma Luana no, che poi anni prima abbia espresso, non una volontà, perchè non si può parlare di volontà, ma una supposizione è perfettamente indiffirente, nell'indecisione, anche approvando l'eutanasia per i coscienti, queste persone occorre continuare ad alimentarle.
Quindi per me il testamento biologico è il niente, oltre ad essere incostituzionale xchè appunto si basa su un vizio del consenso.

Ciò che invece trovo preoccupante è la sentenza emessa dalla magistratura, e non certo per quello che dice nel merito (non condivido nenache nel merito, ma non è questo il punto) ,
ma perchè decidendo della vita o della morte di un paziente, decide sulla liceità dell'eutanasia. è chiaro che qualunque decisione prenda, non spetta alla magistratura sconfinare nel campo politico che DEVE avere la priorità.
In questo senso la magistratura si pone ad un livello più alto dello stesso parlamento, in pratica ha deciso la magistratura esautorando di fatto il sistema parlamentare.
E' quindi ovvio che la sentenza sul caso di Luana è fortemente eversiva dell'ordine democratico. Servirebbe una legge per impedire ai magistrati di occuparsi di cose che non competono loro.