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No, non litigavamo mai

Sì, ero proprio io a tremare di coraggio,
con un fucile del governo alla schiena. Scusa
se non ti ho salutato come meritavi,
tu che sei mio parente.
Non erano mie le lacrime. Io ho un serbatoio interno.
Saranno poi versate dai miei figli, dalle mie figlie
se non imparo a trasformarle in pietre.
Sì, ero io quella in piedi alla porta sul retro, nel vicolo,
con una bracciata di grano per i vicini.
Il diluvio di sangue non l'avevo previsto.
Non pensavo che loro, dimenticata l'amicizia,
sarebbero tornati ad ammazzare me e i bambini.
Sì, ero io quella che volteggiava sulla pista da ballo.
Che chiasso abbiamo fatto e che felicità.
Ho amato tutto il mondo in quella musica sciocca.
Non ho capito la danza terribile in mezzo al ritmo secco dei proiettili.
Sì. L'ho sentito l'odore di grasso bruciato dei cadaveri.
E come una scema ho sperato che le nostre parole
si sollevassero a inceppare l'artiglieria
in mano ai dittatori.
Dovevamo andare avanti. Cantavamo il nostro dolore
per depurare l'aria dagli spiriti nemici.
Sì, certo che le ho viste quelle terribili nuvole nere
mentre cucinavo. E i messaggi che i moribondi
scandivano nel tramonto cinereo.
Tutti quanti dicevano: ‘madre’.
Non c'era niente di questo nei notiziari.
C'erano sempre le stesse cose.
La disoccupazione che saliva. Un'altra regina
incoronata coi fiori.
Poi c'erano i risultati sportivi.
Sì, la distanza era grande tra il tuo paese e il mio.

Però i nostri bambini giocavano insieme nel viottolo
tra le nostre case.
No. Non litigavamo mai.

Joy Harjo (tribù Creek)

Joy Harjo, poetessa indiana-americana contemporanea, della tribù dei Creeknata, nata a Tulsa, Oklahoma, nel 1951. Attualmente insegna presso l'Università della California a Los Angeles e abita a Honolulu, Hawaii.