uraniogate

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unofratanti
00giovedì 27 ottobre 2005 12:36

storia segreta delle informative secondo cui Saddam Hussein stava comprando uranio in Niger per costruire bombe atomiche, informative che sarebbero state alla base dello scatenarsi della guerra in Iraq.

Storie costruite ad arte in italia e poi passate agli USA. Nicolo' Pollari capo del SISMI afferma che “a confezionare il falso furono "il vice-capo del Centro Sismi di viale Pasteur a Roma e un ex collaboratore del Servizio, pedinato dai nostri agenti segreti".

"il direttore della Cia ha ammesso dinanzi al Senato degli Stati Uniti di «aver appreso dell'esistenza del documento sul Niger dai servizi italiani alla fine del 2001»" e che "il 15 ottobre 2001 (come conferma il Senato degli Stati Uniti) il Sismi invia alla CIA un primo «report» in cui sono raccolte tutte le notizie contenute nel falso dossier".

il 4 marzo 2003 il governo francese avverti' Washington che il dossier era falso, mentre non vi furono comunicazioni simili all'alleato d'oltreoceano da parte del governo italiano.

“Repubblica ritiene che il colloquio segreto avvenuto il 9 settembre del 2002 fra il direttore del Sismi, Nicolò Pollari e il numero due del Consiglio per la Sicurezza nazionale USA, Stephen Hadley, colloquio poi confermato alla stampa dal portavoce del National Security Council, Frederick Jones, possa dimostrare che il governo italiano ha promosso, in sintonia con una parte dell'Amministrazione degli Stati Uniti, un'attività parallela di intelligence per «costruire» ragioni che giustificassero l'intervento militare in Iraq.”

Palazzo Chigi invece - in un comunicato insolitamente lungo che nelle frasi ricche di digressioni e vuote di contenuti sembra di per se' manifestare disagio - protesta che si tratta di notizie infondate, ribadendo "in maniera categorica la totale estraneità del Governo, e del SISMI più in particolare, rispetto a qualsiasi ipotesi di coinvolgimento diretto o indiretto nel confezionamento e nella veicolazione del 'falso dossier sull’uranio nigeriano' ".
Puntuale nella logica mediatica adottata in questi casi giunge invece l'allarme su possibili conseguenze negative che le rivelazioni di Repubblica potrebbero arrecare a "sicurezza ed incolumità, senza trascurare la dignità, di Funzionari del SISMI esposti, con improvvida disinvoltura, a rischi gravissimi, tanto in prima persona, quando per coloro che con gli stessi hanno intrattenuto ed intrattengono relazioni", nonche' agli "interessi primari" dell'Italia ed all'"immagine del Paese nel mondo".
Il governo tenta di coinvolgere nella vicenda anche il parlamento e forse il Capo dello Stato, parlando di "credibilità delle Istituzioni che hanno vigilato e che vigilano sulla correttezza politica e sulla legittimità dei comportamenti dell’Esecutivo" e parla di "stabilità delle relazioni internazionali".
Ma, commenta la Repubblica, fra le molte parole e la velata minaccia governativa di star "responsabilmente valutando ogni prospettiva per la tutela di beni giuridicamente protetti", non vi e' da parte di Palazzo Chigi l'esposizione di un fatto comprovabile o il riferimento ad un documento pubblicamente consultabile che dimostri l'inattendibilita' dell'inchiesta giornalistica tanto criticata.



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