Re:
zobmie, 10/01/2009 9.36:
La polemica, se non altro, ha fatto saltare fuori Cireno...
Ad ogni modo, ragazzi, la questione palestinese è intricatissima e spinosissima.E, checchè se ne dica, discutibilissima.
Tant'è che mezzo mondo "tifa" per una parte e mezzo dall'altra.
Invece di tifare bisognerebbe tornare all'ABC del buon senso (che nessuna delle 2 parti in lotta dimostra di avere).
Anzi, sicuramente questi atteggiamenti uno scopo ce l'hanno ma non sono per l'assunto che il fine giustifica i mezzi.
E qui i mezzi sono micidiali.
In un altro post avevo cinicamente dichiarato che la sessantennale faccenda mi aveva rotto i coglioni.
Una parte vuol rimanere, l'altra la vuol scacciare o distruggere.
Le impuntature sono drastiche e non fanno prevedere una fine.
Fosse una causa civile, qualunque avvocato coscienzoso consiglierebbe di trovare un accordo.
Invece qui, anche grazie alla metà del mondo che tifa per lei e la supporta, ogni parte si fa punto d'onore di essere rigida il più possibile: fanculo alla ragionevolezza, avanti con le bombe.
Bene, bravi, continuate così!
Ormai lo spetacolo è talmente consueto che ci ho fatto il callo.
Io la vedo piu' semplice.
Da una parte ci sono i palestinesi. Si sono visti rubare a poco a poco le terre con la violenza (VERO), quanno hanno tentato di protestare sono stati massacrati (VERO), e nell'opinione pubblica mondiale, una buona parte per lo meno, da aggrediti sono diventati aggressori (VERO). Gli piace fare del vittimismo e cercare di commuovere la comunita' internazionale, altrettanto vero, ma non e' certo niente che gli si possa imputare piu' che alla controparte, che anzi del vittimismo ha fatto un'arma ideologica tutta per se', con la storia dell'antisemitismo.
Dall'altra ci sono gli israeliani, che non si sa bene che cosa siano. Russi, americani, polacchi, yemeniti, iraniani, marocchini, italiani: in comune hanno solo la mamma ebrea.
Ebrei, poi, che cosa significa? Gli ultraortodossi, cioe' quegli ebrei che stanno all'ebraismo come i vescovi al cristianesimo, accusano il sionismo di antisemitismo e vorrebbero lo smantellamento dello stato d'Israele; tanta gente comune non pratica neppure la religione, eppure e' fanatica sostenitrice della politica dura di Israele.
E tutti insieme vivono in uno staterello tenuto insieme dal nemico comune, il Resto del Mondo, in cui gli arabi cattivi fanno comunella con gli antisemiti neonazisti o comunisti per volere un secondo decisivo olocausto.
Non sono i palestinesi che hanno bisogno di morti per fare del vittimismo, o almeno non solo: molto piu' importante e' che sono gli israeliani, lo stato di Israele, ad avere un bisogno disperato di un nemico comune e di guerra per stare unito, per non andare in frantumi per tutte le fratture interne.
Non si puo', non e' ragionevole contare sul buon senso di nessuno dei due. Una soluzione semplicistica, e quindi non semplice, e':
- una forza armata internazionale (UK, Francia, Russia, Cina, tutti tranne gli americani, che sono la troietta degli israeliani) smantella gli insediamenti cisgiordani e caccia l'esercito israeliano dai territori occupati;
- la stessa forza poi va prendersi cura dei miliziani di Hamas e Hizbollah che tirano razzi (che' poi, basterebbe un discorsetto bello chiaro e conciso: un altro razzo => cisgiordania+gaza=maxiparcheggio, OK Abdullah? Said? Mahmoud? OK...)
Se qualcuno avesse veramente interesse a far cessare la mattanza e a chiudere la partita in maniera equa, cosi' si farebbe.
C'e' da sperare che l'atteggiamento ultra-arrogante di gente come la Livni finisca con l'esasperare qualcuno. Potrebbe succedere, come che no. Aspettare e vedere, altro da fare non c'e'.