Veltroni: "Scuola ottocentesca, basta con i temi in classe"

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Treasterischi
00domenica 2 marzo 2008 13:27
www2.tecnicadellascuola.it/index.php?id=22032&action=view

Ora, so che in campagna elettorale si lanciano provocazioni di ogni genere e frasi ad effetto, quindi prendo la dichiarazione con le molle...

Ma di tutte le idiozie che ho sentito pronunciare ai politici in periodi elettorali questa è una delle più grandi... Oo()

Insomma, come si fa a dire che, se un ragazzo è bravo a scrivere racconti, il tema risulti per lui una costrizione??!!

Il tema serve ad allenare la capacità dei ragazzi ad imaprare a scrivere un testo in lingua italiana in ogni modo: argomentativo, espositivo ecc...

Cosa vuol dire "Possibile che non esistano altre forme con cui il ragazzo possa esprimersi, come un racconto, una foto o un filmato?"

Cioè, se io anzichè il tema di attualità in versione argomentativa porto una mia fanfiction o il mio filmino di Youtube posso manifestare meglio la mia creatività e avere una formazione scolastica migliore?

O una Fan Art colorata con Photoshop?

O un brano musicale?

E se non ho creatività?

Spero proprio che sia solo una sparata per fare notizia, altrimenti per la scuola italiana la vedo male... [SM=g7532]

hinao85
00domenica 2 marzo 2008 14:29
Anche secondo me la scuola è ottocentesca, ma non di certo per la presenza dei temi in classe (che comunque almeno alle superiori non ho avuto il piacere di fare se non il primo anno e, udite udite, a distanza di quattro anni durante l'esame di Stato ^^'). Comunque la dichiarazione in sè (per quel piccolo estratto letto dal link che hai postato tu) non è del tutto non condivisibile. A scuola si fanno spesso tante cose inutili e dire che ci dovrebbero essere anche altre forme per sviluppare la creatività non equivale a dire di voler abolire i temi. Come hai detto tu avere creatività non è obbligatorio. Il povero Cristo bravo in matematica, che fa fatica a trovare lo spunto per il suo temino, deve mettersi a cercare una vena artistica che non ha? Il tema in sè serve più che per i contenuti, secondo me, per sviluppare un buon italiano. Così che una volta alla ricerca di un lavoro la persona sappia scrivere un CV senza troppi problemi, almeno! Io alle medie, durante le ore pomeridiane, facevo un laboratorio di favole. Era organizzato così: si leggevano diverse favole di diversi periodi, le si scomponevano e si studiavano gli elementi principali e poi si utilizzavano questi ultimi come input per creare una favola nostra. Ma questa non è la sola iniziativa stimolante proposta dai nostri insegnanti delle medie: facevamo anche teatro, costruendo per tutto l'anno le nostre scenografie (sembrava di essere ad art attack XD!) e i nostri costumi, prima di andare in scena. Infatti sono convinta che l'istruzione primaria (elementari e medie) in Italia sia tra le migliori. Si va scadendo durante le superiori e l'università...
lalla03
00domenica 2 marzo 2008 14:48
Dalla scuola ottocentesca, se non altro usciva gente capace di leggere, scrivere e far di conto, contrariamente a quel che succede oggidì, con i politici (di destra e di sinistra) che, a forza di trovate demagogiche acchiappavoti hanno finito col degradare la scuola a parcheggio per ragazzini con genitori troppo occupati,dove i prof fanno i babysitter anzichè i docenti, l'insegnamento è rigorosamente purgato da tutto ciò che può essere difficile e/o noioso, i corsi di recupero vengono organizzati e gestiti coi piedi ma confidando nel miracolo alla Padre Pio che trasformi il somaro in un genio, i bulli e bulletti imperversano ma guai a rivolgergli un rimprovero sennò ti ritrovi a fronteggiare mamme infuriate...Se la scuola italiana è diventata una fabbrica di asini dobbiamo ringraziare soprattutto loro!
Jack8321
00domenica 2 marzo 2008 18:54
Re:
lalla03, 02/03/2008 14.48:

Dalla scuola ottocentesca, se non altro usciva gente capace di leggere, scrivere e far di conto, contrariamente a quel che succede oggidì, con i politici (di destra e di sinistra) che, a forza di trovate demagogiche acchiappavoti hanno finito col degradare la scuola a parcheggio per ragazzini con genitori troppo occupati,dove i prof fanno i babysitter anzichè i docenti, l'insegnamento è rigorosamente purgato da tutto ciò che può essere difficile e/o noioso, i corsi di recupero vengono organizzati e gestiti coi piedi ma confidando nel miracolo alla Padre Pio che trasformi il somaro in un genio, i bulli e bulletti imperversano ma guai a rivolgergli un rimprovero sennò ti ritrovi a fronteggiare mamme infuriate...Se la scuola italiana è diventata una fabbrica di asini dobbiamo ringraziare soprattutto loro!




Concordo
Akachi
00domenica 2 marzo 2008 20:29
Già... personalmente,dico che quando c'è un tema in classe (che tra l'altro l'ultimo è stato ieri =.=) non faccio certo i salti di gioia o cose simili... riconosco,però,che comunque sia servono. Senza quelli non si impara ad esporre per iscritto anche ciò che non ci piace... già ormai non si fa molto (in classe mia,ma spero SOLO in classe mia,la prof di italiano accetta anche le "k" come abbreviazioni... sinceramente,mi vengono i brividi =.=)

Se uno sente che deve sfogare la propia vena artistica e non coi temi,che vada all'artistico.
Perseo e Andromeda
00domenica 2 marzo 2008 21:02
Dal mio punto di vista le due cose non si escludono^^
Non credo lui abbia inteso dire di abolire i temi ma di sviluppare ed assecondare anche la creatività e sinceramente non mi sembra così sbagliato^^
Loony_
00domenica 2 marzo 2008 22:27
Concordo con chi ha detto che una cosa non escluda l'altra.
Da come ho inteso io ciò che è riportato nel link, non mi sembra di aver percepito un tono tanto drastico da dire "stop ai temi in classe", piuttosto un "diamo maggior sfogo alla creatività".
Ho qualche peplessità anche io, ma non sull'idea, piuttosto su che probabile uso ne verrebbe fatto. Immagino la scena: "oh, figata, domani porto a scuola il video che ho fatto l'altra sera col telefonino, quando prendevamo a calci quel tipo...". Ecco. Questa, però, è idiozia, non creatività.
L'idea in sé, invece, la trovo splendida: perché in una scuola indirizzata sempre più alla matematica, alle scienze, all'economia (perlomeno, in Svizzera sta accadendo questo) non inserire un'ora di scrittura creativa, un'ora di fotografia, un'ora di musica? In che modo potrebbe danneggiare la scuola? Io credo in nessun modo, piuttosto potrebbe migliorarla: cose del genere farebbero apparire la scuola in tutt'altro modo e forse la gente ci andrebbe più volentieri, se avesse la possibilità di imparare cose che esulano dalle materie classiche. E no, la ginnastica non basta.
E perché non andare all'artistico? Beh, perché chi lo dice che un genietto della matematica non potrebbe apprezzare la pittura? Come per gli appassionati di letteratura latina (io) è utile imparare integrali e derivate (io non la vedo l'utilità, ma il mio prof sostiene che la vedrò in futuro... speriamo), non vedo perché per uno appassionato di fisica non possa essere utile avvicinarsi ad una qualsiasi forma creativa.
E per quanto riguarda i temi, checché se ne dica di creatività ce n'è poca: entra in gioco l'italiano corretto, questo sì, ma non ha nulla a che fare con un racconto. A me piace scrivere e proprio per questo ho smesso di fare temi, piuttosto scelgo l'analisi di un testo o una poesia, in quanto diversi professori che ho avuto stangavano ogni forma di creatività che inserivo nei miei testi; non appena si usciva dal semplice introduzione-argomentazione-conclusione e si sperimentava magari un certo stile non andava più bene.
Capisco che le perplessità nascano, oggi, dal fatto che una persona che esce dal liceo - dal liceo, nemmeno dalle medie - non sia in grado di scrivere un qualsiasi testo in italiano corretto, ma per questo motivo non credo sia giusto condannare così un'idea che a mio parere, in via teorica è molto, molto bella. Piuttosto bisogna capire per quale motivo alle elementari non insegnino più a scrivere.
Manubibi
00lunedì 3 marzo 2008 18:52
Re:
lalla03, 02/03/2008 14.48:

Dalla scuola ottocentesca, se non altro usciva gente capace di leggere, scrivere e far di conto, contrariamente a quel che succede oggidì, con i politici (di destra e di sinistra) che, a forza di trovate demagogiche acchiappavoti hanno finito col degradare la scuola a parcheggio per ragazzini con genitori troppo occupati,dove i prof fanno i babysitter anzichè i docenti, l'insegnamento è rigorosamente purgato da tutto ciò che può essere difficile e/o noioso, i corsi di recupero vengono organizzati e gestiti coi piedi ma confidando nel miracolo alla Padre Pio che trasformi il somaro in un genio, i bulli e bulletti imperversano ma guai a rivolgergli un rimprovero sennò ti ritrovi a fronteggiare mamme infuriate...Se la scuola italiana è diventata una fabbrica di asini dobbiamo ringraziare soprattutto loro!




ODDIO COME TI QUOTOOO!!!

cioè vogliono levare l'unica cosa che può alzare la media in italiano? l'unica cosa che ogni tanto è anche piacevole da fare? l'unica cosa con cui ci si può sfogare, in caso di saggio breve??
non ci posso credere, aboliscano piuttosto le interrogazioni X@

Akitsuki Yuki
00lunedì 3 marzo 2008 22:19
Il tema in classe non è propriamente "racconta cosa hai fatto domenica", può essere un tema d'attualità, un breve saggio, un tema di letteratura ecc., e prevede il possedere un'accettabile base culturale e la capacità di studiare andando all'essenziale delle cose ed orientandosi, non è semplice espressione, è un esercizio, e va fatto. Fa bene al cervello e ti fa imparare un sacco di cose.
Poi, se vogliamo introdurre novità magari sono anche d'accordo, ma togliere questo sarebbe una cavolata.
Macross
00martedì 4 marzo 2008 12:06
Re:
lalla03, 02/03/2008 14.48:

Dalla scuola ottocentesca, se non altro usciva gente capace di leggere, scrivere e far di conto, contrariamente a quel che succede oggidì, con i politici (di destra e di sinistra) che, a forza di trovate demagogiche acchiappavoti hanno finito col degradare la scuola a parcheggio per ragazzini con genitori troppo occupati,dove i prof fanno i babysitter anzichè i docenti, l'insegnamento è rigorosamente purgato da tutto ciò che può essere difficile e/o noioso, i corsi di recupero vengono organizzati e gestiti coi piedi ma confidando nel miracolo alla Padre Pio che trasformi il somaro in un genio, i bulli e bulletti imperversano ma guai a rivolgergli un rimprovero sennò ti ritrovi a fronteggiare mamme infuriate...Se la scuola italiana è diventata una fabbrica di asini dobbiamo ringraziare soprattutto loro!


Ti voglio bene. Sono commosso. [SM=g7532]

mysticmoon
00martedì 4 marzo 2008 12:55

Dalla scuola ottocentesca, se non altro usciva gente capace di leggere, scrivere e far di conto, contrariamente a quel che succede oggidì, con i politici (di destra e di sinistra) che, a forza di trovate demagogiche acchiappavoti hanno finito col degradare la scuola a parcheggio per ragazzini con genitori troppo occupati,dove i prof fanno i babysitter anzichè i docenti, l'insegnamento è rigorosamente purgato da tutto ciò che può essere difficile e/o noioso, i corsi di recupero vengono organizzati e gestiti coi piedi ma confidando nel miracolo alla Padre Pio che trasformi il somaro in un genio, i bulli e bulletti imperversano ma guai a rivolgergli un rimprovero sennò ti ritrovi a fronteggiare mamme infuriate...Se la scuola italiana è diventata una fabbrica di asini dobbiamo ringraziare soprattutto loro!



Straquoto!
Questa classe politica è orrenda e ce ne rendiamo conto tutti.
Non è più questione di destra e sinistra... la faccenda resta uno schifo e la scuola resta uno schifo.
Io adoro la scuola (e se non fosse così come potrei voler fare l'insegnante) ma sta andando a rotoli e non è con un piano simile che la si può salvare.
Esprimere la propria creatività? Benissimo.
Si organizzino LABORATORI SERI per aiutare lo studente a esprimersi. Si aumentino i finanziamenti, si trovi lavoro a qualche povero cristo e si faccia scegliere ai ragazzi quali laboratori frequentare ma con serietà e con voto finale, non quelle cavolatelle che facevano quando ero io alle superiori. Un paio d'ore settimanali dedicate a questo laboratorio SERIO e NON DURANTE LE LEZIONI ALTRUI( non solo perché lo studente la prenderebbe come una vacanza ma anche perché spesso e volentieri i professori non fanno uscire i ragazzi) sarebbero l'idea per liberare la vena creativa.
Al posto dei laboratori anche dei corsi di eccellenza per il poverino che adora la matematica, per il ragazzo che vuole approfondire la storia o che semplicemente vuole parlare ad un livello superiore di filosofia.
E soprattutto (ragazzi, siete liberi di odiarmi) BOCCIATE! Non ne posso più di vedere ragazzetti ignoranti che non sanno mettere tre lettere una dietro l'altra arrivare all'ultimo anno delle superiori e ridacchiare della loro ignoranza quando non sanno fare la più semplice delle espressioni o che scrivono castronerie mondiali come "l'hanno skorso anno fatto skifo xké nn anno vinto manko 1 partita" (ok, forse ho esagerato ma non tanto). I corsi di recupero? Tre-quattro in estate e con esame finale SERIO, per poi tornare a settembre e fare una prova di conferma per controllare che il debito sia stato superato. Basta ignoranti, per la miseria!
E visto che ci siamo, invece del test antidroga, facciamo fare ai nostri politici un tema per controllare quale sia il loro livello di italiano.
lalla03
00martedì 4 marzo 2008 14:01
A Mysticmoon, da una prof di Lettere sempre più incazzata e delusa: GRAZIE!
ReaderNotViewer
00martedì 4 marzo 2008 15:18

E visto che ci siamo, invece del test antidroga, facciamo fare ai nostri politici un tema per controllare quale sia il loro livello di italiano



Facciamoglieli fare tutti e due!

Contesto fortemente che la scuola italiana sia messa così male come si sente dire. Secondo me non si fa un favore a nessuno - se non ai nemici dell'istruzione pubblica - a generalizzare in questo modo. Ho due figli, una alle medie inferiori e uno alle superiori (liceo classico) e non mi sembra che nessuno dei due sia così disastrato, cosa di cui devo ringraziare le loro maestre prima e le loro insegnanti di italiano poi. Entrambi conoscono l'ortografia e il maggiore scrive in modo scorrevole, corretto e piacevole da leggere (e ci mancherebbe altro, trattandosi di uno studente del classico!).
Non dubito affatto che ci siano situazioni diverse, scuole diverse e risultati differenti, ma credo che si dovrebbe cominciare anche a premiare chi lavora nella scuola con scrupolo e dedizione, invece di limitarsi al gioco al massacro. Comincio persino a chiedermi COME vengano fatte queste statistiche - anche perché da una parte la nostra scuola è la peggiore bla bla, poi i nostri ricercatori vanno via come il pane sul mercato internazionale... Qui c'è qualcosa che non mi spiego.
Riguardo all'insegnamento della matematica e delle materie scientifiche sono meno ottimista, ma forse dipende dal fatto che a quanto pare io ho messo al mondo due zucche dure da questo punto di vista, in cui i concetti scientifici proprio non riescono a entrare.

Naco chan
00martedì 4 marzo 2008 15:24
Ma stiamo scherzando??
I temi sono il modo migliore per imparare a scrivere, a creare un testo con concetti ben definiti, a saper creare un testo e non un semplice schemino!
Io so scrivere perché, di temi, ne ho scritti una marea; mia sorella non ne ha scritto quasi mai uno e si vee, che ha difficoltà quando deve mettere per iscritto qualcosa, non solo a livello di organizzazione mentale, ma proprio grammaticale. E la lingua la conosce, eh.
Vogliamo rendere la scuola più orrenda di quel che è?
Poi non stiamo a criticare gli autori che non sanno scrivere o che non conoscono l'italiano.
Questa notizia mi disgusta letteralmente!
nisi corvonero
00martedì 4 marzo 2008 15:47
Voglio illudermi, spero Veltroni parlasse dei temi proposti da quei professori di italiano tipo la mia del biennio - che ricordo tuttora con disprezzo - che si lamentava dei nostri scritti perché a dir suo parlavano sempre della droga.
Già, peccato che le tracce fossero sempre le stesse e noi si ricadeva sempre nella stessa minestra riscaldata.

Per la cronaca, è quella prof. che mi ha fatto detestare il ritratto di Dorian Gray (detto questo, detto tutto!)
hinao85
00martedì 4 marzo 2008 19:44
Re:
ReaderNotViewer, 04/03/2008 15.18:


E visto che ci siamo, invece del test antidroga, facciamo fare ai nostri politici un tema per controllare quale sia il loro livello di italiano



Facciamoglieli fare tutti e due!

Contesto fortemente che la scuola italiana sia messa così male come si sente dire. Secondo me non si fa un favore a nessuno - se non ai nemici dell'istruzione pubblica - a generalizzare in questo modo. Ho due figli, una alle medie inferiori e uno alle superiori (liceo classico) e non mi sembra che nessuno dei due sia così disastrato, cosa di cui devo ringraziare le loro maestre prima e le loro insegnanti di italiano poi. Entrambi conoscono l'ortografia e il maggiore scrive in modo scorrevole, corretto e piacevole da leggere (e ci mancherebbe altro, trattandosi di uno studente del classico!).
Non dubito affatto che ci siano situazioni diverse, scuole diverse e risultati differenti, ma credo che si dovrebbe cominciare anche a premiare chi lavora nella scuola con scrupolo e dedizione, invece di limitarsi al gioco al massacro. Comincio persino a chiedermi COME vengano fatte queste statistiche - anche perché da una parte la nostra scuola è la peggiore bla bla, poi i nostri ricercatori vanno via come il pane sul mercato internazionale... Qui c'è qualcosa che non mi spiego.
Riguardo all'insegnamento della matematica e delle materie scientifiche sono meno ottimista, ma forse dipende dal fatto che a quanto pare io ho messo al mondo due zucche dure da questo punto di vista, in cui i concetti scientifici proprio non riescono a entrare.





Ma forse sono i tuoi figli che sono portati per una materia piuttosto che per un'altra. Non per forza perchè sono bravi questo è merito della scuola. Non voglio dire che le mie superiori siano state uno scatafascio... ma beh, lo sono state ^^'. Certo, ho frequentato un professionale, ora non so se il professore del liceo venga assunto tra una rosa di selezionatissimi prof, mentre quelli del professionale vengano presi da una discarica a metà prezzo XD! Voglio dire, è luogo comune che il liceo sia più impegnativo, quindi sicuramente qualche fondo di verità ci sarà. Però i professori rimangono gli stessi. Personalmente ho fatto temi, come già detto, solo durante il primo anno di superiori. Eppure non mi sono mai trovata in difficoltà con la scrittura in sè. Mentre ho sempre odiato la matematica fin dalle elementari: pur avendo sempre avuto ottimi voti, non l'ho mai veramente capita.
ReaderNotViewer
00mercoledì 5 marzo 2008 12:15
Beh, Hina, è indubbio che i miei figli NON siano portati alla matematica... La più giovane non è nemmeno particolarmente amante della scrittura (e della lettura, purtroppo) però scrive ugualmente senza errori di ortografia, cosa di cui attribuisco il merito alle sue insegnanti.

Non so bene come funzioni con l'attribuzione degli insegnanti nelle diverse scuole, mi hanno solo detto (non so se sia vero) che per insegnare italiano in un classico servono punteggi (?) particolarmente alti. Personalmente, ritengo che gli insegnanti migliori dovrebbero essere mandati nelle scuole "più difficili" - ovvero che ottenere buoni risultati tra allievi impreparati e/o indisciplinati dovrebbe venire premiato con avanzamenti di carriera e incentivi economici. Fantascienza, perché se c'è una cosa che la nostra scuola premia ancor meno del merito degli studenti è proprio il merito degli insegnanti!
§ promethea §
00mercoledì 5 marzo 2008 17:50
Ma per curiosità...
Se un ragazzo è creativo e vuole scrivere un racconto, realizzare un filmato o altro... chi glielo impedisce, di grazia?
Io mi offenderei, dato il presupposto che, al di fuori della scuola, sarei un'ameba senza interessi...
hinao85
00mercoledì 5 marzo 2008 17:52
Ma soprattutto non mi pare ci siano corsi di aggiornamento o vere abilitazioni all'insegnamento (così avevo sentito dire). Per cui uno può essere preparatissimo sulla propria materia ma non essere capace di insegnarla (e capita spessissimo °_°!). Forse i punteggi che ti hanno detto sono delle graduatorie pubbliche o.O? Però non so come si "accumulino", alle volte basta essere disoccupati da più di tempo di altri per avere più punti...mah °_°! Nel caso mio e dei miei compagni, comunque, sono poco propensa a dare grossissimi meriti agli insegnanti, ma non per colpa loro (in alcuni casi) ma perchè non c'è mai stata continuità: insomma, è una delle classi più afflitte dal precariato ed io cambiavo prof. ogni anno. In questi casi è difficile seguire un programma decentemente.
mysticmoon
00venerdì 7 marzo 2008 23:58

Contesto fortemente che la scuola italiana sia messa così male come si sente dire. Secondo me non si fa un favore a nessuno - se non ai nemici dell'istruzione pubblica - a generalizzare in questo modo. Ho due figli, una alle medie inferiori e uno alle superiori (liceo classico) e non mi sembra che nessuno dei due sia così disastrato, cosa di cui devo ringraziare le loro maestre prima e le loro insegnanti di italiano poi. Entrambi conoscono l'ortografia e il maggiore scrive in modo scorrevole, corretto e piacevole da leggere (e ci mancherebbe altro, trattandosi di uno studente del classico!).
Non dubito affatto che ci siano situazioni diverse, scuole diverse e risultati differenti, ma credo che si dovrebbe cominciare anche a premiare chi lavora nella scuola con scrupolo e dedizione, invece di limitarsi al gioco al massacro. Comincio persino a chiedermi COME vengano fatte queste statistiche - anche perché da una parte la nostra scuola è la peggiore bla bla, poi i nostri ricercatori vanno via come il pane sul mercato internazionale... Qui c'è qualcosa che non mi spiego.
Riguardo all'insegnamento della matematica e delle materie scientifiche sono meno ottimista, ma forse dipende dal fatto che a quanto pare io ho messo al mondo due zucche dure da questo punto di vista, in cui i concetti scientifici proprio non riescono a entrare.




Ma soprattutto non mi pare ci siano corsi di aggiornamento o vere abilitazioni all'insegnamento (così avevo sentito dire). Per cui uno può essere preparatissimo sulla propria materia ma non essere capace di insegnarla (e capita spessissimo °_°!). Forse i punteggi che ti hanno detto sono delle graduatorie pubbliche o.O? Però non so come si "accumulino", alle volte basta essere disoccupati da più di tempo di altri per avere più punti...mah °_°! Nel caso mio e dei miei compagni, comunque, sono poco propensa a dare grossissimi meriti agli insegnanti, ma non per colpa loro (in alcuni casi) ma perchè non c'è mai stata continuità: insomma, è una delle classi più afflitte dal precariato ed io cambiavo prof. ogni anno. In questi casi è difficile seguire un programma decentemente.



No no, i corsi di abilitazione all'insegnamento ci sono... leggi più avanti e capirai però quali sono i problemi a riguardo.
Comunque...
Se ci fosse una faccina con una risata isterica la userei...
Il motivo? Io giovedì mi laureo alla triennale.
Ho iniziato i corsi per la specialistica già da qualche mese.
Tra questi corsi c'è anche un corso avanzato di storia della lingua latina, fatto più per necessità di accumulare materie che per lo scopo di molte mie conoscenze, ossia avere i crediti necessari per essere ammessi alla SISS (che poi sia sempre lì lì per chiudere è un'altra faccenda).
Ecco, io con quel corso avrei i crediti necessari per poter frequentare (naturalmente dopo aver superato un test d'ammissione) la classe della SISS che mi permetterebbe di insegnare latino non al classico.
Ed io latino non l'ho mai studiato seriamente.
Conosco le basi del latino, so tradurre in modo decente i testi più intelleggibili ma da qui a dire che conosco il latino ne passa di acqua sotto i ponti!
Natutalmente tra i miei interessi non c'è questa materia quindi state tranquille future madri e futuri padri, la sottoscritta non insegnerà mai latino ai vostri figli. Ma i crediti della scuola per l'insegnamento ce l'ho.
Di graduatorie noi ci capiamo poco o nulla e tra quel poco che sappiamo spicca il concetto "con la SISS hai il doppio di punteggio per la graduatoria rispetto a quello con la sola specialistica", affiancato dal concetto "se fallisci la prova d'ingresso per la SISS butti nel cesso almeno 1000-1500 euro". Secondo voi quanti laureati di 25 anni circa vogliono andarsi a rinchiudere altri due anni in un'altra scuola (e due anni se non lavori e va tutto liscio, ci tengo a precisare) pagando per tutti gli esami? Io sinceramente alla SISS c'ho rinunciato (anche perché, ripeto, ogni anno di attività è incerto). Da parte mia preferisco fare gavetta una decina d'anni.
Ora, dopo questo discorso piuttosto prolisso, vorrei dire che sono d'accordo con Reader a riguardo delle diverse scuole.
Io ho visto il dislivello culturale quando frequentavo le medie: nel mio paese ci sono tre scuole elementari, ognuna con programmi differenti e ognuna con livelli di preparazione diversa nei diversi campi. Un solo esempio: da noi la grammatica era una cosa serissima; nell'altra si preferivano attività più "moderne" come i progetti esterni tipo la visita al giornale; noi facevamo gli esperimenti sulla crescita delle piante negli armadi, loro lo facevano nel giardino; noi facevamo pochissimo inglese, loro lo conoscevano molto meglio.
La preparazione dipende molto dagli insegnanti, dal loro approccio alla materia e dal carattere ma di una cosa sono sicura: se i maestri/professori hanno polso fermo gli studenti portano rispetto; se ti fai mettere i piedi in testa è finita.
In visita qualche mese fa alla mia scuola superiore ho visto la differenza tra una professoressa dal polso fermo e una che non l'aveva (non ce l'aveva neanche con noi ma, bisogna dirlo, noi a diciotto anni ci limitavamo a farci i cavoli nostri facendo un poco di brusio). Mentre nella classe con la professoressa severa, una di quelle competenti che non fa volare una mosca, i ragazzi al massimo bisbigliavano dall'altra i ragazzi strillavano come ossessi mentre (aggiungere a scelta i termini "mangiavano","cantavano ascoltando il lettore MP3/I.Pod","facevano salotto", "si truccavano" e giocavano a carte"... tanto c'erano tutti). E entrambe le classi erano composte di ragazzi di 17-18 anni, non da ragazzini appena arrivati dalle scuole medie.
Se i tuoi figli sono tranquilli tanto meglio. Fossero tutti come tu li descrivi! Io ho parenti che sono studenti molto diligenti e tranquillissimi ma non tutti sono così.
Magari la scuola non va proprio a rotoli... ma credimi, ci manca poco. Io vivo in una zona tranquilla ma di cassonetti incendiati senza motivo da studenti ne ho visti un paio, così come lavagne gettate dalle finestre, classi riempite di sale (una sciocca tradizione per celebrare i cento giorni all'esame)(e quando dico riempite intendo che avevamo circa una quintalata e mezza di sale grosso da gettare e che la mattina dopo io ero tra quelle che l'ha eliminato fino all'ultimo granello senza protestare!)e scuole prese a colpi di uova e ortaggi non di prima scelta.
Io spero sinceramente che nella mia generazione e nelle generazioni a venire ci saranno professori tosti che sapranno aiutare gli studenti trovando quel giusto equilibrio del mio professore di Fisica che era amico di scorribande fuori dall'aula e professore serio, severo e professionale all'interno.


Non so bene come funzioni con l'attribuzione degli insegnanti nelle diverse scuole, mi hanno solo detto (non so se sia vero) che per insegnare italiano in un classico servono punteggi (?) particolarmente alti. Personalmente, ritengo che gli insegnanti migliori dovrebbero essere mandati nelle scuole "più difficili" - ovvero che ottenere buoni risultati tra allievi impreparati e/o indisciplinati dovrebbe venire premiato con avanzamenti di carriera e incentivi economici. Fantascienza, perché se c'è una cosa che la nostra scuola premia ancor meno del merito degli studenti è proprio il merito degli insegnanti!



Vuoi ridere?
Gira voce che un professore universitario che segue UN corso di 40 (base quattro= 8CFU)-45 ore (base tre= 9CFU), a cui vanno aggiunti tre date di esame e un paio d'ore di ricevimento settimanale per almeno un semestre prenda circa 6000 euro mensili.
Un professore di scuola media inferiore o superiore (Lalla, correggimi se sbaglio perché non ricordo bene quante siano le ore) per fare circa venti ore settimanali di lezione (quindi si escludono le riunioni e le ore a disposizione) ne prende meno di un terzo.
Io premierei più il professore di scuola inferiore, visto che da quanto so ai professori universitari viene dato un incentivo economico per ogni studente che seguono per la laurea.
hinao85
00sabato 8 marzo 2008 01:13
Eheh, sapevo io che il mio prof. di sociologia quando a lezione si vantava di essere un poveraccio che prendeva "solo" 2mila euro al mese non la contava giusta ù.ù!
lalla03
00sabato 8 marzo 2008 14:53
Come dice Mysticmoon, lo stipendio di un prof con una ventina d'anni di carriera è di 1500 euro mensili circa. Quando ho iniziato a insegnare, si entrava in ruolo tramite concorso, poi hanno inventato i corsi abilitanti, le famose Siss. Sui giorali e in tv si dice spesso che i prof italiani non sono preparati. Non è vero. D'accordo, nel mucchio è possibile trovare qualche lavativo e anche qualche incompetente, ma non sono molti. Il problema (oltre ai corsi di aggiornamento fumosi, farraginosi e molto spesso inutili, oltre ai libri e al materiale multimediale che dobbiamo comprare spendendo di tasca nostra) è che l'insegnante è stato caricato di responsabilità che non dovrebbero competergli. Oggi, per esempio, ho dovuto sostituire, in una classe che non è la mia, un'insegnante di musica. Visto che di musica non capisco un accidente, che d'imporre un'ulteriore lezione d'italiano dopo tre ore con la loro prof non era il caso, più che la babysitter non potevo fare. E i turni di assistenza alla mensa, quelli dove li mettiamo? E le "attività integrative" di cui dobbiamo occuparci al pomeriggio, che di solito non c'entrano una mazza con le nostre materie d'insegnamento ma dovrebbero rendere bella e appetibile la scuola agli occhi dei ragazzini?
mysticmoon
00sabato 8 marzo 2008 15:29

Oggi, per esempio, ho dovuto sostituire, in una classe che non è la mia, un'insegnante di musica. Visto che di musica non capisco un accidente, che d'imporre un'ulteriore lezione d'italiano dopo tre ore con la loro prof non era il caso, più che la babysitter non potevo fare.



Questo è nulla.
In una scuola della mia città lavoravano nella medesima scuola due laureati: uno (un mio conoscente) laureato in informatica, l'altro perito chimico.
Ebbene per almeno un anno scolastico il laureato in informatica è finito in laboratorio a insegnare fisica e chimica ai ragazzini del biennio mentre il perito chimico era il professore di informatica.
Se non è un controsenso questo...
Lalla, tu devi essere un angelo di professoressa. Ho visto ben pochi professori avere una premura simile per gli studenti.
Naco chan
00sabato 8 marzo 2008 15:58
Re:
lalla03, 08/03/2008 14.53:

Come dice Mysticmoon, lo stipendio di un prof con una ventina d'anni di carriera è di 1500 euro mensili circa. Quando ho iniziato a insegnare, si entrava in ruolo tramite concorso, poi hanno inventato i corsi abilitanti, le famose Siss. Sui giorali e in tv si dice spesso che i prof italiani non sono preparati. Non è vero. D'accordo, nel mucchio è possibile trovare qualche lavativo e anche qualche incompetente, ma non sono molti. Il problema (oltre ai corsi di aggiornamento fumosi, farraginosi e molto spesso inutili, oltre ai libri e al materiale multimediale che dobbiamo comprare spendendo di tasca nostra) è che l'insegnante è stato caricato di responsabilità che non dovrebbero competergli. Oggi, per esempio, ho dovuto sostituire, in una classe che non è la mia, un'insegnante di musica. Visto che di musica non capisco un accidente, che d'imporre un'ulteriore lezione d'italiano dopo tre ore con la loro prof non era il caso, più che la babysitter non potevo fare. E i turni di assistenza alla mensa, quelli dove li mettiamo? E le "attività integrative" di cui dobbiamo occuparci al pomeriggio, che di solito non c'entrano una mazza con le nostre materie d'insegnamento ma dovrebbero rendere bella e appetibile la scuola agli occhi dei ragazzini?


Quoto.
Il problema è degli insegnanti solo in parte.
Perché gli studenti sono sempre santi.
Perché i genitori non si rendono conto che se l'insegnante ti dice che tuo figlio è una capra, forse lo è davvero. E se tu provi a dirgli a, ti becchi una denuncia.
Perché ci governano persone che non sanno nulla degli ambiti di cui si occupano e fanno leggi di cui non sanno un'accidente.
Perché adesso non si impara più niente, non ci sono più temi, non ci sono più esami e si arriva all'università e un professore si trova un ignorante davanti. E non sempre per colpa dei prof (anche, ma non sempre).
Ecco il problema dove sta.

E precisiamo: che gli stipendi degli insegnanti italiani (a parte i medici che fanno pure i prof, e dei prof che vendono i propri libri, che non c'entrano) siano i più bassi d'Europa è verissimo.


Oddgirl
00giovedì 14 gennaio 2010 23:40
Ma è il tema la cosa di cui ci dobbiamo preoccupare veramente o sono altre?
A me sembra una stupidaggine senza paragone.Davvero.
Sembra solo un modo per distrarre noi dai problemi reali della scuola, a mio parere.
Blue_Smoke_
00venerdì 22 gennaio 2010 19:08
Ah, questa non la sapevo. Bello. Interessante, un altro che non insegna, non ha niente a che fare con la scuola che ha da dire la sua.
Mi limito a commentare questo:

"Possibile che non esistano altre forme con cui il ragazzo possa esprimersi, come un racconto, una foto o un filmato?"


Che dire? Si commenta da sé. Comunque:
- Purtroppo nella vita nessuno ti chiede, mediamente, di "esprimerti". Quando lavori - e anche se fai un lavoro bello divertente appassionante - ti viene richiesto di scrivere qualcosa a tema: una relazione, un saggio, un progetto. Non ti "esprimi" artisticamente, semplicemente devi saper esporre una cosa in modo logico e brillante. Se non cominci a capire come si fa a scuola (e poi in teoria alla uni), quando? Mica possiamo essere tutti scrittori (raccomandanti) come il signor Veltroni;
- qualcuno dovrebbe dire a Veltroni che insegnare a leggere e produrre un racconto è già in programma da ANNI nelle nostre scuole, ^^' in particolare nel biennio superiore; poi manca il tempo, poi i ragazzi sono mediamente incapaci e odiano scrivere un racconto quasi più del tema (perché il ragazzo medio non è creativo una mazza, la creatività è una tortura per molti, che preferiscono impare a memoria la paginetta per pigrizia intellettuale), poi appunto a me sembra molto più utile insegnare a scrivere una relazione che un racconto;
- la scrittura creativa per me deve far parte dei programmi anche per insegnare a leggere meglio i libri degli altri e per liberare parti di sé, però vorrei capire, da una parte si lamentano che la scuola non prepara al mondo del lavoro, dall'altra dicono che deve trasformare tutti in artisti. Sono confusa...;
- se uno è portato per scrivere, se ha bisogno davvero di scrivere, non sarà certo la scuola a insegnargli come si fa; a scuola la scrittura creativa è utile a "liberare energie" e a capire come funziona la narrazione, punto, di certo non prepara futuri geni della letteratura.


Perché gli studenti sono sempre santi.
Perché i genitori non si rendono conto che se l'insegnante ti dice che tuo figlio è una capra, forse lo è davvero. E se tu provi a dirgli a, ti becchi una denuncia.
Perché ci governano persone che non sanno nulla degli ambiti di cui si occupano e fanno leggi di cui non sanno un'accidente.
Perché adesso non si impara più niente, non ci sono più temi, non ci sono più esami e si arriva all'università e un professore si trova un ignorante davanti. E non sempre per colpa dei prof (anche, ma non sempre).


Quoto. Io metterei dietro una cattedra (non di un liceo classico) per un anno questi intellettuali e politici che hanno sempre qualcosa da dire sulla scuola. Non una settimana, quando sembra tutto rose fiori e i ragazzi degli angioletti, ma un anno, dicendo loro: ecco, ora dovete educare e istruire questi qua. Dovete farlo VOI, eh!
Vorrei vedere se non diventano isterici.

In una scuola della mia città lavoravano nella medesima scuola due laureati: uno (un mio conoscente) laureato in informatica, l'altro perito chimico.
Ebbene per almeno un anno scolastico il laureato in informatica è finito in laboratorio a insegnare fisica e chimica ai ragazzini del biennio mentre il perito chimico era il professore di informatica.
Se non è un controsenso questo...


Che tristezza!
Ma questo è abbastanza tipico di tanti lavori (statali soprattutto) e in particolare del nostro paese: non importa che cosa sai fare davvero, perché non sei una risorsa; che lo faccia tu o un altro è uguale.
EDIT: mi sono accorta ora che la discussione risale a DUE ANNI FA e che ho citato post antichissimi. XDD Chiedo scusa. Non lo faccio più!
KimmyTamer
00venerdì 22 gennaio 2010 22:08
ahah

Blue, mi hai anticipata - o meglio, volevo rispondere ma vista la data ho desistito...
però se lo hai fatto tu.. ^^ adesso posso lanciarmi anche io a dire la mia.


Intanto arriviamo ad ammettere che quanto ha detto il mister veltroni è alquanto obsoleto. O meglio, non è obsoleto, ma è stato detto in un momento in cui era figo dirlo.
E al solito, chiamano in causa una cosa giusta e poi ne riescono a trovare motivazioni/cause fondamentalmente sbagliate...


Che la scuola sia ottocentesca è vero. Insomma, siamo fermi da anni.
Io ho un cugino mio coetaneo inglese, che mi ricordo al "liceo" aveva la possibilità di scegliere fra materie molto più libere e meno incasellate delle nostre solite. Tanto che frequentava un corso di fotografia e voleva diventare fotografo per andare a lavorare nel cinema.
Ora, se un mio compagno di classe mi avesse fatto un discorso del genere gli sarei scoppiata a ridere in faccia, perchè non esiste preparazione per cose simili, in Italia, a meno di fare corsi al di fuori del contesto didattico (NB non scolastico,dato che in alcune scuole ci sono gruppi di fotografia... anche se non è che si possa imparare granchè da quei corsi) o di andare a frequentare una scuola incredibilmente specializzata come un istituto 'arte, che a quel punto ti preclude qualsiasi altra possibilità (e spesso, da quel che ne so io, non è una delle scuole migliori sul mercato cittadino. bhe, almeno dalle mie parti l'istituto d'arte è una discarica...).


Il tema è una delle cose che più è ambigua, secondo me, perchè non esiste una vera definizione del tema.
Nella mia carriera scolastica 'tema' ha voluto dire "scrittura libera", "commento a un testo", "analisi del testo", "saggio breve" o pseudo "articolo di giornale".
Forse dovremmo capire cos'è un tema, prima! Perchè io ho sempre avuto seri dubbi al riguardo...


E' ovvio che venga richiesto di sapersi esprimere con la scrittura. La cosa comica è che la maggior parte dell'attività didattica è incentrata proprio su quello: ciò nonostante, di analfabeti continua ad essere pieno il mondo.
Dipende ovviamente da professore a professore, ma l'abilità di esprimersi, da un certo punto in poi, non è più richiesta solo da "italiano" ma anche dalle altre materie, che in compiti scritti pretendono risposte succinte, ben articolate ed esaustive.

Quello che mi ha sempre colpita è che siamo l'unica nazione (che io conosca) dove nei temi o nelle 'provette' viene dato un limite MASSIMO alla lunghezza della risposta (ad esempio il saggio breve, o la terza prova dei licei di tipo A o B che chiede rispettivamente massimo 10 o 5 righe di risposta.)
In altri paese, di solito dicono MINIMO 500 parole (o qualcosa di simile).

Insomma, dov'è la differenza?
Probabilmente siamo rivolti troppo all'efficentismo. La qual cosa è preoccupante, sotto certi punti di vista, perchè mira a formare persone capaci di scrivere in maniera articolata e chiara - ma alle quali non viene insegnato a gestire I CONTENUTI.
Nei temi viene richiesto raramente di commentare, più spesso di espandere un concetto preesistente fornito come spunto.
In filosofia e storia viene richiesto di riassumere teorie e idee, avvenimenti storici e fattori del tipo azione-reazione.
Nei temi di storia ci si limita a raccontare in maniera scritta un pezzo del programma: in pratica, è un'interrogazione su carta.

Ma quand'è che arriva il momento di tirare fuori le proprie opinioni?
Dalla didattica questa cosa non è richiesta.
Io ho avuto professori grandiosi che permettevano il confronto e il dialogo, ma era un extra. Di base, si mira a dare agli studenti tantissime nozioni e fare in modo che siano in grado di utilizzarle - ma in maniera puramente fine a se' stessa. Tanto che, ad esempio, materie come la storia e la filosofia riescono a sembrare completamente inutili.
L'unico caso in cui si cerca di insegnare a 'costruire' qualcosa a partire di queste nozioni - ma qualcosa di proprio, è quando si ha a che fare con il saggio breve. Il che significa lavorarci sopra negli ultimi tre anni di superiori (se si ha fortuna) o meno.
Ah, già, peccato che generalmente il programma di letteratura sia talmente lungo e sconfinato che nessuno ti insegna veramente a costruire un saggio breve.
ti dicono 'è così'. e tu devi scrivere il saggio breve.
Moh!



Il problema della creatività è sotto certi punti di vista molto forte.
Ovviamente Veltroni non ha saputo centrare il punto. Almeno secondo me.

Qui non si ha da sfornare piccoli picasso o baudelaire. Qui si ha da insegnare alla gente ad esprimere se' stessa.
Ogni persona si esprimerà tramite uno o alcuni canali che preferisce, ma Si Esprime.
Esprimersi non significa liberare la creatività che è in noi creando qualcosa di bello, significa essere capaci di focalizzare e trasmettere i propri pensieri e le proprie idee.
Taluni soggetti illuminati sono stati capaci di farlo tramite arte e letteratura, ma è ovvio che non si può pretendere qualcosa di simile da noi tutti. Sarebbe follia, e distruggerebbe il concetto stesso di genio.



Dal mio punto di vista, a conti fatti, il tema è forse una delle ultime risorse che abbiamo in questo sistema scolastico per esprimerci.
In un interrogazione non puoi farlo. In un compito scritto nemmeno.
Il tema rimane un po' libero, e quindi chi ne ha il coraggio e la capacità può scappare dalla traccia didattica ed esprimersi senza rischiare troppo di essere ripreso.
Certo, conosco molti prof che se non scrivi quello che vogliono loro ti cacciano un 4 dicendo 'fuori tema'.



Insomma, signor veltroni.
La scuola va completamente cambiata, ma non per sviluppare la creatività. Certo, anche quella è un elemento importante, ma c'è chi ce l'ha e chi non ce l'ha. E non si possono costringere tutti ad averla.
Bisogna dare la possibilità di creare, quello sì.
Ma soprattutto bisogna smettere di creare persone che sul lavoro saranno ottimi impiegati capaci di scrivere rapporti impeccabili (cosa che, se ci guardiamo attorno, notiamo poi che NON E' VERA - ergo, il sistema Non Funziona), ma persone capaci di esprimere e discutere le proprie idee.


Il problema, signor veltroni, è che la maggior parte di voi Non Vuole una società pensante. Per quello ci state tirando su come tante piccole ed efficienti formiche operaie.
Fossimo almeno efficienti, però...






Scusate se forse sono andata ot, ma la scuola è sempre stato un argomento che mi ha toccata e sul quale ho sempre ragionato molto. Anche adesso che sono all'università non smetto di pensare a come dovrebbe essere l'istruzione inferiore ^^






Kagura92
00lunedì 1 febbraio 2010 18:52
Re:
KimmyTamer, 22/01/2010 22.08:

ahah

Ma soprattutto bisogna smettere di creare persone che sul lavoro saranno ottimi impiegati capaci di scrivere rapporti impeccabili (cosa che, se ci guardiamo attorno, notiamo poi che NON E' VERA - ergo, il sistema Non Funziona), ma persone capaci di esprimere e discutere le proprie idee.






Ecco, io su questo non mi trovo molto d'accordo. O meglio, sono d'accordo che a scuola ti si debba anche insegnare ad avere una propria coscienza e delle proprie idee, ma è anche vero che una volta usciti da scuola e giunti nel fatidico mondo del lavoro non si può consegnare una relazione sullo stato dei macchinari dell'azienda parlando della guerra civile in Congo.
Si deve imparare a scrivere rapporti impeccabili. Sarebbe anche meglio se si incentivasse anche l'iniziativa magari, ma non per questo non si deve imparare a scrivere in modo logico e coerente, ad esporre una tesi o un'argomento e tutto il resto.
KimmyTamer
00martedì 2 febbraio 2010 17:28
Re: Re:
Kagura92, 01/02/2010 18.52:




Ecco, io su questo non mi trovo molto d'accordo. O meglio, sono d'accordo che a scuola ti si debba anche insegnare ad avere una propria coscienza e delle proprie idee, ma è anche vero che una volta usciti da scuola e giunti nel fatidico mondo del lavoro non si può consegnare una relazione sullo stato dei macchinari dell'azienda parlando della guerra civile in Congo.
Si deve imparare a scrivere rapporti impeccabili. Sarebbe anche meglio se si incentivasse anche l'iniziativa magari, ma non per questo non si deve imparare a scrivere in modo logico e coerente, ad esporre una tesi o un'argomento e tutto il resto.




Non dico che non debba saperlo fare, per l'amor del cielo - dico che non dev'essere quello lo scopo fondamentale dell'istruzione. Nelle scuole straniere in cui sono stata in visita e delle quali un po' come funzionano l'ho capito, l'idea del tema, del rapporto, della terza prova non sono forti e radicate come da noi. Funziona in maniera completamente differente - ad esempio, per un compito storico in Svezia non viene chiesto di sapere tutto a memoria entro il giorno del compito, ma di discutere, tramite un elaborato da stilarsi con calma e a casa, dei temi che ruotano attorno ad un certo periodo storico preso in esame.
Non mi sembra che dalla svezia venga fuori una manica di analfabeti afasici incapaci di essere efficienti. Decisamente no.

Secondo me viene confuso il mezzo con il fine.

Il mezzo è il rapporto, il fine è esprimersi. Se devi esprimere un risultato sperimentale ottenuto in laboratorio - e magari anche quello che ne deduci, devi certamente sapere gestire la parola scritta. Ma anche il linguaggio tecnico.
La scuola insegna il linguaggio tecnico?
Ma valà, direbbe ghedini. (che tristezza citarlo). Le relazioni di laboratorio sono "siamo andati a fare questo, abbiamo usato quest'altro"... poi uno arriva in università e viene letteralmente UCCISO da professori che pretendono rigore assoluto.
PERO' devi saper scrivere il temino, scuola. Quello sì.

Mettiamola così: probabilmente è forte la contraddizione nelle mie parole.
Il problema si divide in tre piani:
quello che dovrebbero insegnare - quello che CREDONO di insegnare - quello che EFFETTIVAMENTE insegnano.

IMHO,
Dovrebbero insegnarti a gestire dati oggettivi e soggettivi, per creare un elaborato capace di trasmettere il tuo pensiero, le tue conoscenze e/o i tuoi ricordi ad altre persone (a seconda della situazione, ovviamente. E' ovvio che non discuterò lo stato di un macchinario parlando della guerra del congo. Ma dimmi, lo discuterò forse confrontando l'Ulisse omerico con quello dantesco? o forse con un'analisi approfondita dell'Infinito? Mavalà.)
Effettivamente vorrebbero insegnarti ad analizzare in maniera oggettiva e priva di interesse, nonchè di idee proprie, fatti, eventi, letture, racconti, articoli, concetti filosofici... è il problema della scuola italiana, a mio avviso: troppo umanistica. Avete mai fatto un tema di scienze? Dove per 'scienze' non intendessero 'analizzare i riscontri sociali dell'internet'?
Alla fine, in pratica, quello che ti insegnano a svolgere è il 'temino'. Dove discuti con forte mediocrità temi troppo complessi per essere affrontati in 4 pagine (ma non troppo complessi per la tua mente) con degno approfondimento.


Prendendo sempre il tuo esempio, io credo che ci siano tre tipi di persone:
quelli che hanno un'idea sulla guerra in Congo ma non la sanno esprimere in maniera articolata, e contemporaneamente tendono all'essere pessimi scrittori
quelli che non hanno alcuna idea sulla guerra in congo, e non gliene frega niente, perchè tanto devono solo scrivere l'ennesmo rapporto - tutti uguali, tutti fatti con lo stampo.. che noia.
Quelli che sanno fare ambedue le cose. E quindi quando devono stendere il rapporto lo stendono, ma quando devono discutere della guerra in congo, forti delle proprie abilità dialettiche, sono capacissimi di affrontare l'argomento.

Io sono fermamente convinta che per raggiungere l'ultima condizione, a mio avviso la migliore, sia sufficiente unire "l'utile al dilettevole". Perchè se formi una persona capace di srotolare le proprie idee su carta in maniera chiara e comprensibile, allora può farlo veramente con tutto. Basta avere un minimo di direttive su 'come si fa'.
E' quella che io definisco la differenza fra i matematici e i ragionieri. I secondi sanno fare i conti come gli hanno insegnato fare, risolvere i problemi che dovranno sapere svolgere, e quelli soltanto; i primi non saranno particolarmente pratici, ma se proprio devono, sono capaci di reinventarsi (o inventarsi ex novo) un metodo per risolvere qualsiasi tipo di problema.




Ora devo dire che leggo una certa presunzione nelle mie parole, e me ne scuso... ma la questione mi è talmente cara che, davvero, non riesco a non scaldarmi al riguardo...

ladynena
00mercoledì 10 febbraio 2010 00:12
La scuola deve cambiare.
Non va bene la scuola ottocentesca come non va bene quella di dieci anni fa (che già allora...)
La società cambia, gli utenti cambiano e di conseguenza l'istruzione si deve adattare.


I valori sono diversi e quelli che permangono sono vissuti in modo diverso.
La crisi economica, politica e sociale ha razziato i pochi noccioli duri su cui il paese poteva contare.

Ciò non vuol dire che si debba cambiare a tutti i costi anche quel poco che ha fatto del bene, e la scrittura (ossia il tema), assurge a questo scopo da secoli.
Il fatto che sia un metodo datato non lo rende meno giusto o meno fruttifero.
Scrivere è difficile (sarebbe bene ricordarselo) e l'unico momento in cui qualcuno ci insegna qualcosa (se pur poco) è quello del tema.

E poi... il metodo secondo cui dal piccolo si arriva al grande si ha per molte materie.
Prendiamo la matematica: prima le operazioni semplici, poi i binomi, i trinomi, i sistemi, le disequazioni, le rette, il piano cartesiano, le derivate ed arriviamo a risolvere e disegnare sul grafico le equazioni. Capperi, wow!

Per il tema non è lo stesso?
Prima impari le lettere, poi la grammatica, l'ortografia e la sintassi, i periodi e poi... scrivi un tema. Capperi, wow!

E' questione di metodo di insegnamento, si tratta di stabilire se sia un metodo vincente o meno.


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