"Nuzzo non sono qui per rompere le scatole"
Nuzzo spiega la situazione
Di ANDREA COBBE
Nel gruppo che si sta allenando agli ordini di Silvano Prandi c’è anche un giocatore "invisibile", fisicamente in palestra con i compagni, regolarmente tesserato per la Trentino Volley, con un contratto valido per un’altra stagione, ma che di fatto non esiste. Nel senso che la società lo ha messo fuori rosa e attende solo l’occasione per cederlo. Lui è Gianluca Nuzzo, l’opposto che fino a 5 anni fa rivaleggiava per qualità e quantità con i pari ruolo italiani e stranieri della massima serie e che oggi si trova in una situazione poco invidiabile, perchè, dopo che l’Itas ha preso lo slovacco Chocholak, lui è stato invitato a cercarsi un’altra squadra.
“Già - dice Gianluca - ma una formazione che sia di mio gradimento. Questa è stata l’unica condizione che ho posto al presidente fin dall’inizio dell’estate e siccome non mi sono ancora arrivate offerte convincenti per ora rimango in attesa. Con la Trentino Volley c’è un rapporto franco, io non mi sono messo di traverso quando Silvano mi ha comunicato le scelte prese della società, ma se sono ancora qui è perchè Forlì e Corigliano non mi sembravano scelte felici”.
Questo significa che hai deciso di non scendere in A2?
”No, significa solo che il mio obiettivo è quello di vedere rispettate le condizioni garantite dal contratto in essere con la Trentino Volley. Ed è un contratto da A1 in ogni sua parte”
Eppure Corigliano aveva annunciato ufficialmente il tuo acquisto. Sembrava una scelta felice, un pugliese che torna a casa in cerca di riscatto.
”La società è stata davvero incauta a comunicare che l’operazione era andata a buon fine. Io avevo detto fin dall’inizio al presidente che anche se avesse trovato l’accordo con Trento l’ultima parola sarebbe spettata a me. Corigliano è una neopromossa, deve ancora farsi le ossa a questi livelli. Se devo scendere in A2 mi piacerebbe farlo per un club ambizioso”.
Ti è arrivata qualche offerta dall’estero?
”Un procuratore giapponese si è fatto avanti e mi ha chiesto se fossi stato disponibile a ripetere l’avventura in una squadra di quel paese. Io ho dato subito la mia disponibilità, ma poi non se ne è fatto nulla perchè ogni club aveva già scelto il proprio unico straniero”.
Di Pinto, che è sempre stato un tuo estimatore, non ti ha chiesto di tornare a Taranto? Tre stagioni fa l’esperienza andà benissimo. Ti calasti benissimo nei panni di schiacciatore e a Trento ti venne anche assegnato il premio di mvp.
”E’ vero, quella è stata la migliore stagione che ho giocato dopo l’infortunio. Però dopo quel campionato la società fallì e noi perdemmo quasi tutte le mensilità che ci doveva.. Oggi hanno una buona squadra, ma non hanno le risorse per investire anche sulla panchina”.
Torniamo serenamente alla stagione passata. Trento sembrava il posto giusto per tornare a giocare opposto senza grosse pressioni. Invece cosa è successo?
”Beh, tralasciando l’infortunio alla spalla che mi ha tenuto fermo per un mese e mezzo, è successo che ho giocato pochissimo. Rimanere sempre in panchina è penalizzante, perchè se non hai l’abitudine a giocare con i compagni, se non hai certi automatismi, in campo poi ti senti spaesato. Nei playoff, inoltre, mi sono trovato in un sestetto reinventato per metà, praticamente mai collaudato. Sarebbe stato difficile fare di più. La differenza fra noi e Perugia era tutta lì, loro erano una squadra noi no”
E ora che succede?
”Io mi sto allenando con i ragazzi. Ci metto grande impegno perchè so che serve a me e a loro. Mi rendo conto che la Trentino Volley sta facendo un sacrificio economico, perchè di fatto ha a carico un giocatore in più, ma quando riaprirà il mercato (dopo la 3° giornata) conto di trovare una nuova sistemazione. Nella mia situazione non mi resta che navigare a vista”.
P.s: E' una situazione difficile che speriamo venga risolta e mi auguro che Luca trovi una sistemazione ad hoc!