Strategie e veggenze [Ok]§

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DEOARIS
00giovedì 9 settembre 2010 19:05
RIASSUNTO:
La Suprema Maga, Amaranta Berek'Dey, dopo scambio epistolare, viene ricevuta nella Corte delle terre del Druk Yul, sotto ospitalità del sovrano. I due cercano di trovare un modo per fugare, dal loro nascondiglio, la Banda del Sorriso e Amaranta rivela che ha poteri di Veggenza in grado di capire in che luogo si trovino i criminali.

COMMENTO:
Una role a più riprese per cause off da parte mia..chiedo venia! [SM=g2208137]

MISSIVA DI JARETH

{Una missiva vien recapitata personalmente dalle mani del Re draconico alla Suprema Maga}

Y'ani Druak Amaranta,
vi attendo con ansia a Corte per discutere in merito a quanto trattato nell'ultima missiva che vi ho personalmente inviato.
Siate il più rapida possibile e gradirei molto che vi fermiate a palazzo sino a quando la faccenda non sarà terminata.
Trasferite pure i vostri allievi qui nella mia Reggia portandoli con Voi se avete fretta di impartire lezioni ma preferirei non vi allontanaste da dove risiedo.
Con affetto,

Jareth Targaryen
Signore dei Draghi
Gran Re delle terre del Druk Yul
Supremo Sacerdote del Pendragon


MISSIVA DI AMARANTA

[Celere risposta verrà recapitata a Palazzo, sigillo e scrittura saranno certo ben identificati dal Reggente]

Y'Ani Druak mio Re,

attendevo un vostro ulteriore invito per raggiungere la vostra dimora ed oggi stesso sarò a raggiungere le terre draconiche ed incontrarvi. Per quanto riguarda la mia permanenza ho da proporre altre soluzioni che spero mi lascerete esporre una volta sopraggiunta.

Amaranta Berek'Dey


°°° 1° PARTE °°°


JARETH {Sala del Trono}: Il vento ulula come un lupo sulle montagne del Druk Yul, sospingendo nuvole grigie, che s’inseguono come animali primitivi attraverso colline e foreste. Gravide di pioggia, esse occupano l’intero campo visivo, svanendo sino all’orizzonte, finchè la voce del vento non si abbassa fino a diventare un debole gemito e poi svanire, lasciando il posto alla brezza autunnale. Una fila di cornacchie passa in volo nel cielo, che uno strato di vapori velava di drappi biancastri. Accarezzato da quella brezza il sovrano delle terre dei draghi meditava verso l’aperta loggia della sala del trono, passeggiando meditabondo, come lo è spesso di questi tempi. Non degna di alcuno sguardo il meraviglioso arredamento e le ricchezze che lo circondano, benché ogni salone sembra lungo e largo come l’interno cavo di una collina. Un lungo sospiro gli gonfia il petto mentre le mani unite in una stretta presa s’irrigidiscono appena tra loro al rilascio del fiato; gli occhi severi squarciano lo spazio vagando incerti su ‘cosa’ trovare e che neppure la mente ne è consapevole. Frenetica inquietudine nel ricevere a Corte colei che è predestinata ad un destino troppo più grande e come ricorda un vecchio detto: ‘C’è chi nasce Grande, mentre ad altri la Grandezza viene imposta’. Ricorda ancora quel magro e spigoloso visino di quando Mesea, l’allora Suprema Maga, gli presentò la fanciulla che un giorno avrebbe preso il suo posto all’Accademia dei Maghi; all’epoca pareva spaurita e priva di ogni conforto, posta davanti a una montagna che doveva scalare a mani nude. Le erano stati proposti molti sacrifici e su ognuno di essi ella ha sempre ottenuto vittorie, mai si è tirata indietro e tutt’ora, che le è stata presentata la sfida più grande, la rivelazione di una grande verità, ancora non cede e combatte per riuscire a trovare un punto di arrivo in cui potrà vivere di rendita dei suoi sforzi..ma quel momento non è ancora arrivato perché la vita le ha posto innanzi una nuova difficoltà: suo fratello è dato per disperso. Forse caduto in un’imboscata, forse sopravvissuto e fuggito o forse semplicemente si è allontanato per tornare a breve o forse mai più. Starà all’esperienza che l’ha forgiata, al suo raziocinio, al suo valore e, non per ultimo, al suo cuore stabilire una scelta ben ponderata. Il Re e la Maga, spiriti completamente diversi ma molto affini, e ad entrambi la grandezza è stata imposta, tuttavia devono fare del loro meglio per uscire dalle diverse situazioni, anche dalle più critiche, senza perdere troppo. Perso in questi pensieri non nota gli armigeri che già si approntano per ricevere la Suprema Maga a Corte.

AMARANTA: [Vicoli/Palazzo] Goccia solitaria tra nubi che promettono lacrime abbondanti. Un Sole assente che sparge un lume rattristato dalla giornata bigia e fresca, una stagione ormai al tramonto della sua esistenza. Cammina con enfasi, la giovane draconica, mantenendo un passo militare risaputo e ben esercitato. Le ali sono ripiegate al suo seguito, bluastre recano il simbolo di una vittoria sulla Morte a forma di morso. Già, aveva affrontato la Nera eppure, tutto questo, pare essere molto peggio. Helevorn. Pensiero ricorrente, assillante, a cui non si è forse un poco abituata, ma mai del tutto rassegnata. Ha dato spazio ai suoi pensieri, ai suoi progetti, ma non ha mai azzardato a metterli in atto in solitudine per paura di quello che avrebbe potuto trovare alla fine della corsa. Un viso pallido, segnato di simboli che troneggiano come incognite sulla sua pelle, occhi di viola, delicati ma sapienti, puntati laddove la strada dovrebbe condurre al fronte del Palazzo. Una treccia azzurrina si lega alla nuca, per terminare severa lungo le spalle. Una giacca turchese di damascato, dal taglio evidentemente maschile, ricopre una camicetta bianca e dei pantaloni di lino dello stesso colore. Non teme di essere giudicata per la sua poca femminilità, piuttosto pensa a fare bene ciò per cui è stata messa al mondo. Le labbra formano una linea netta e rigida mentre la mano destra regge salda il Bastone della Vita e della Morte, responsabilità cedutale da quei Cristalli che l'hanno scelta. Ecco, finalmente, che il rumore dei suoi passi si perde nell'immensità di quell'edificio che svetta sulla cittadina, smorzando la nobiltà delle abitazioni circostanti. Avanza veloce per arrivare all'ingresso, laddove armigeri silenti sorvegliano come statue l'accesso alla dimora di Re Jareth. "Amaranta Berek'Dey, Maga Suprema e Zama di Corte.." si presenterà ancora prima di fermarsi alla soglia delle porte dell'atrio, nei toni freddi e consuetudinari della sua bizzarra presenza.

JARETH {Sala del Trono}: Lei è l’acqua e lui è la luce, che splendido binomio per due figuri così dissimili, è come immaginare un fresco e rapido torrente ferito, nel suo profondo, dai raggi di un caldo sole che ne illumina l’anima recondita. Lei è mossa dalla passione per tutto ciò che compie e svolge, è sicura e non cambia il suo percorso se si trova ostacolata e..ma che strani pensieri! Ei la pensa come una sua pari..non gli balugina nemmeno il lampo dell’idea che lei è draconica e lui un drago..che si sia forse innamorato? Le porte si spalancano ed un armigere viene ad informare il Re, camminando a passo lesto, dell’arrivo della Suprema Maga “Vostra Maestà, è appena giunta a corte la vostra ospite” infine tace. Di scatto, il sovrano, volta il viso verso la guardia, si schiarisce appena la voce, come infastidito da quella voce che è riuscita a infiltrarsi nei suoi pensieri più segreti, ed infine dà l’ordine perentorio “Fatela entrare” enuncia mentre si ricompone portando in avanti le mani tenute sinora serrate dietro la schiena e portandosi, con lenti passi, innanzi al trono. Cosa può accomunare il re e la maga in questo momento? Una rete di pensieri angoscianti, tetra e pesante, le rivelazioni dettate in quella missiva erano troppo gravi e troppo importanti per poterle assorbire subito e avrebbero necessitato di un’accurata discussione su quanto accaduto. Sul viso del sovrano di possono scorgere chiaramente delle rughe dettate dal tempo trascorso nel meditare sui fatti accaduti..luci e ombre che danzano come veli turbinosi e agitati, sembrano succedersi come forme evanescenti su quello sguardo spigoloso provato dagli anni passati. Con insolita durezza esclama all’improvviso alle guardie, come nuovamente infastidito dal suo stesso comportamento “Muovetevi..”come incitandoli a riceverla.

AMARANTA: [Ingresso/Sala del Trono] Attende qualche istante prima che le porte si aprano, ma quel tempo non tocca la bramosia di essere ricevuta, seppure il motivo della sua presenza sia davvero scottante. In un certo senso, il suo esercizio alla meditazione, non è utile solo al suo stretto utilizzo arcano. Una volta aperte le porte, sfilerà nell'atrio senza degnare d'uno sguardo ciò che la circonda, precedendo a grandi passi le guardie che, probabilmente, dovrebbero in qualche modo accompagnarla. La postura è diritta, abitudinale, il viso e gli occhi mai abbassati al terreno. Per quanto la sua natura sia stata temprata dal tempo e dalle forti esperienze, non cessa affatto di essere quella che è, una orgogliosa discendente di sangue di Drago. Ancora una volta lascerà che le porte della Sala del Trono si aprano senza il suo intervento, gettandola all'interno della lussuosa Sala del Trono del Re di sangue puro. Per quanto quel luogo sia pieno di distrazioni, al momento non vi è altro che le interessi se non quella conosciuta figura, una delle poche vicine durante il suo arduo cammino, ma ora l'unica con cui dovrà confrontarsi sperando che la fratellanza con uno dei protagonisti di questo scempio non le faccia perdere le staffe come mai prima d'ora. S'era ripromessa di ragionare a mente lucida per tutto questo tempo ed ora non aspetta che mettere in pratica quanto detto. "Y'Ani Druak, Re Jareth" esordirà a parole atone, fredde come abissi, perdendosi in quei pochi convenevoli dovuti alla forma di rispetto più grande che prova nei confronti del suo Sovrano. Si fermerà appena oltre la soglia, disegnando una lieve riverenza con il solo capo, prima di lasciare che il suo viso torni ad ergersi ed attendere altrettante parole dal suo ospitante.

JARETH {Sala del Trono}: Le porte vengono aperte e già dall’atrio ei scorge quella piccola figura che a lui si avvicina con passo cadenzato, ancor la vede in ombra ma è questione di attimi prima che ella varchi la soglia della sala del trono. Da molto tempo ei non la vede ma ben la ricorda: la donna dal viso circondato dal blu ceruleo dei suoi capelli ondeggianti, colei che appare fredda come se fosse la Guardiana dell’Inverno, un suo sguardo può lasciare, in chi lo incontra, brividi gelidi nei nervi e nelle ossa..Eccola giungere innanzi al sovrano e proferire con riverenza quelle parole. Novello sospiro prima di risponderle “Y’ani Druak Amaranta, ben tornata a Corte” la saluta per poi scendere al suo fianco e fare un cenno ad un domestico che pronto accorre, accompagnato e aiutato da un giovane draconico, con due sedie che velocemente sistema per poi tornare da dove è venuto ossia lungo il perimetro della sala lontano dall’udire le seguenti parole del sovrano. “Siediti pure Amaranta abbiamo molto di cui parlare” con la mano destra proverebbe ad avvicinarsi alla di lei spalla sinistra solo per sfiorarla in un cenno di incitamento ad accomodarsi, mentre il braccio sinistro andrebbe ad aprire indicando le sedie. “La Banda del Sorriso, conta all’incirca duecento unità di razza mista, ha assaltato la masseria per depredarla uccidendo chiunque si trovasse al suo interno: sono morte alcune guardie, alcuni servitori, hanno rapito il Primo Mercante nonché Regnante del Clan Elfico Obscuritas, Clio O'Nell Makerbeth, e la tengono prigioniera.” Racconta attendendo che ella s’accomodi, se lo vorrà, e solo allora andrà anch’egli a sedersi o in caso contrario resterà in piedi accanto ad ella. “Sono a conoscenza del fatto che ciò che più vi preme è di sapere di vostro fratello e quindi vengono subito al punto: non era tra i cadaveri decimati alla masseria” la rassicura e continua “tuttavia, non è nemmeno citato nella lettera di cattura che la banda ha affisso alla porta della masseria dopo averla razziata, quindi ho modo di pensare che non l’abbiano catturato” la fissa intensamente per qualche attimo prima di consegnarle la missiva della banda del sorriso, in modo che ella possa leggerla coi suoi occhi, e giungere ad una Possibile conclusione “può darsi sia riuscito a fuggire, può darsi che si era allontanato prima dell’invasione..tante sono le ipotesi” conclude attendendo un di lei riscontro.

AMARANTA: [Sala del Trono] Ei sopraggiunge con la galanteria di sempre, che, in qualche modo, dovrebbe essere aggiunta qualora mancasse. Non peccano di lentezza gli inservienti che velocemente recano sedute per accomodare i due interlocutori affinchè il dialogo avvenga in maniera più comoda. Uno sguardo silenzioso, la Suprema, getta a quelle figure che, lontane, quasi arredano le pareti di quella enorme Sala, ingombrando d'orecchi, per quanto discreti, quel luogo che sarà empio di chiacchiere ufficiali. Dal canto suo, alla sua torre, ha sempre preferito la sola compagnia delle timide fiaccole arroccate alle mura della Sala del Capocongrega, ma nessun commento varcherà quelle labbra diligenti consapevoli di essere ospiti, in quelle terre. Riporterà dunque lo sguardo violetto al Re, riesumando il ricordo di quella figura quasi paterna che ancora non ha capito se abbia per lei il ruolo di Bastone o di Maestro. Forse entrambi. Lascia che la mano di lui per qualche istante la sfiori, prima ch'ella scivoli a prendere posto sulla seduta più vicina. Il busto dritto, le ginocchia parallele, segni indelebili di quella prudenza anche in zona franca, nell'appagante sensazione di sapersi scattanti, preparati ad ogni eventualità. Porta la mano portante a reggere il bastone sul suo fianco, poggiandolo a terra con delicatezza, lasciando che la sovrasti nettamente in altezza. Ripercorre, attraverso le parole del Sovrano, quegli accaduti letti tramite missiva, di cui una copia ora le viene avvicinata, affinchè ella possa afferrarla con la mano libera. La prenderà ad un capo, affinchè il corpo possa distendersi soggiogato dalla forza di gravità, lasciando che le parole in nero inchiostro possano saltare all'occhio della draconica. L'iridi scivolano con lentezza a studiare quasi distrattamente quelle frasi già lette, prima di riprestare il viso al Re che or si volta a quel che sa essere l'argomento che più la interessa. Ascolta, poggiandosi il documento in grembo, stringendolo appena tra le dita affusolate. Deglutisce espirando dunque con delicatezza, preparandosi a testa alta ad affrontare a parole vere le ipotesi crude, in ogni caso, sulle sorti di suo fratello, di colui che ha amato ed ama tutt'ora più di ogni altro. "Ho letto le nuove lasciate dalla Banda sull'Araldo delle Terre Nordiche, seguendo l'evolversi della situazione che pare in stallo. Ora dimandano un riscatto per lady Clio, ma come voi dite, non si parla affatto di Helevorn. Nonostante questo preferisco non azzardare ipotesi inutilmente.." rivela tralasciando la durezza che quelle parole le comportano nel petto, smorzando i toni di sempre. Ma prima che una qualunque emozione possa tradirla, procede. "Ritengo di avere i giusti mezzi per scartare cotante idee e renderle risposte effettive, ma sino ad ora non ho agito in alcun modo, preferendo attendere di capire come voi abbiate pensato di procedere. In che modo posso aiutarvi?" domanda, lasciando scorrere quelle parole come fossero state pensate da tempo, reprimendo il vero motivo per cui mai è riuscita a compiere quel passo da sola, lasciando che i giorni passassero a discapito delle vittime di tutta quella faccenda. E se ne rimprovera tacitamente. Ma ora, per quanto l'Equilibrio componga le sue fondamenta, al momento non sono le vesti di Maga Suprema ad accompagnarla, bensì quelle di Zama di Corte, carica con cui ha promesso di difendere il suo popolo, tra le tante altre funzioni accettate. Non tralascia un istante il viso del Re, di cui conosce segreti indicibili, alcuni dei quali hanno cambiato radicalmente anche la sua vita, il suo modo di asservire a quella comunità. E, per quante ne abbiano passate, fianco a fianco, lascia insinuare nella sua mente il dubbio sconfortante della prima sconfitta.

JARETH {Sala del Trono}: Da molto tempo tiene lo sguardo fisso su quello della maga come a intrappolare la sua immagine nei suoi occhi per ricordarne in tempo di assenza ogni singolo dettaglio. Con grazia s’accomoda sulla sedia tenendo una gamba leggermente più avanti rispetto all’altra ma senza dare la sensazione di posa scomposta, anzi. In quel momento il cielo è gremito di formazioni nuvolose grigiastre-purpuree che paion confermare i tempi nefasti che corrono. Il volto ruota, di ritorno, verso lo sguardo di Amaranta e la voce atona e fredda si riempie di autorità “Ti chiedo di fare quello per cui sei stata addestrata..” momento di pausa prima di esalare la sua più grande preoccupazione “proteggi il popolo..gli indifesi” china il capo osservando, senza vederle, le ginocchia d’ella per poi rialzarlo e continuare, mentre s’addolcisce lo sguardo in un tenero detto “e un giorno, quando sarò indifeso, verrai a proteggere me” conclude con un filo d’ironia. La voce, nel dire le ultime parole, si è fatta calda e profonda, rassicurante. Si leva in piedi e compie qualche passo lontano da ella per distrarsi dal di lei involontario giogo “Invierò i Draghi a cercare tuo fratello, al momento posso fare solo questo..cercarlo, finchè non lo troviamo” esordisce a mò di scusa, spiacente di non poter fare di più per aiutarla. Piegherebbe il regno per lei se potesse, andrebbe lui stesso a cercare Helevorn..andrebbe lui stesso a risolvere la situazione..Se potesse. La sua mente, fortunatamente, non è preda dell’istinto come per gli altri draghi e per questo deve giocare di velocità e d’astuzia. Nuovamente si volta verso Amaranta “Cosa farai per aiutarci?” si riferisce alla magia d’ella e attende che ella possa ricambiare quel soffio di speranza che ei ha già provato a fornirle dicendole che suo fratello è stato dato per disperso. Cosa darebbe per spazzare via tutto quel male da lei..e il fatto che strugge il suo cuore..è che ella non se ne avvede. Non arriva a comprendere quanto può contare per lui. Averla a Corte è per il sovrano fonte di gioia immensa, ma ei non la costringerà a fare nulla, non più di quanto ella desideri fare. Inconsapevolmente ha assunto un’espressione stupita, dovuta proprio ai suoi pensieri..che gli prende? Il tempo con lei è come un balsamo per il suo cuore che finora..non ha mai amato! Incredibile per un drago della luce ma purtroppo è vero, le ha persino confidato la sua identità! Mai ha sperimentato l’amore e ora questa draconica, seppur involontariamente, distrugge le difese erette attorno alla mente del drago..quanto è potente la sua ingenuità, la sua debolezza di chi non possiede sangue puro..attira, dolce come miele che gocciola da un alveare. Nulla deve dare a vedere..


AMARANTA: [Sala del Trono] Ancora una volta presta ascolto al Sovrano, che non fa altro che alimentare le intenzioni già in principio nate in lei. Non avrebbe mai accettato quell'incarico se non avesse voluto mettersi in prima linea, se avesse ritenuto la sua vita più importante di ogni altra. Espira e stringe lievemente l'iridi nel momento in cui il Reggente verge quelle richieste sulla sua stessa persona. Non avrebbe mai permesso che potesse essere messa a discapito la vita di un così importante esponente, di uno dei pochi soggetti che sono riusciti a non ritirarsi al gelo che la circonda, dell'unico Drago d'Oro. E a testimoniare quel servizio costante e voluto, lei stessa aveva voluto provvedere attraverso quel ciondolo da lei stessa incantato e donato al Re, tramite cui avrebbe potuto proteggerlo anche da lontano. La domanda finale la sorprende, poichè in realtà era giunta per rendersi pedina di piani già teorizzati e riveduti, non per ideare un progetto personale. Guarda in silenzio, per qualche istante, la figura solida e costantemente preparata e temprata del Re Drago, pensando tra sè. "Seppure mi abbiate voi stesso dimandato di richiamare al servizio di questa causa i miei Allievi, in realtà questo servizio deve essere portato a termine da chi solo, di sua volontà, intende farlo. Non è mio compito quello di voltare i Maghi ad agire per cause personali, per quanto queste riguardino gli otto Regni. Gli elementari si votano all'utilità degli Elementi e solo ad essi devono rispondere, rendendosi neutrali tra loro tra le mura del Villaggio, ma potendo liberamente scegliere di come comportarsi in veste soggettiva ed intima per quanto riguarda la loro posizione sociale all'interno della loro razza. Inoltre, l'unica Elementale di cui dispongo, non ha i mezzi sufficienti per badare ad una tale gravità e non intendo mettere in pericolo la sua stessa vita inutilmente.." afferma, ripensando alla volontà ferrea e coraggiosa della fragile Alyssa che ad ogni modo ha voluto frenare attraverso l'unica arma di cui dispone, verso di lei, ossia l'autorità. Se solo perdesse quella giovane anima, di certo non se lo perdonerebbe. E' troppo presto per lei che al momento poco saprebbe badare a se stessa, in caso di guai. "Ad ogni modo, io sono pronta a fornire qualunque tipo di aiuto vogliate ricevere, anche se questo volesse dire ritrovarsi faccia a faccia con la Banda." afferma, ferrea, lasciando trasparire l'idea che quelle non siano solo parole buttate al vento, ma promesse firmate d'orgoglio. "Penso però che si rivelerebbe inutile azione quella di agire allo sbaraglio, senza preciso scopo. Per questo motivo, credo che sareste maggiormente interessato ad avere una più chiara immagine di ciò che accade, prima di pensare ad eventuali mosse. Io posso..vedere..laddove gli occhi non arrivano.." proferisce, sperando che quella piccola spiegazione sia almeno in parte chiara, al Sovrano. E' sempre difficile parlare di teoria arcana a chi possiede poche nozioni in merito a quello che viene nominato 'terzo occhio'. In questo caso, però, vista la natura celata del Re, è possibile che quelle parole non siano solo vuote impressioni.

JARETH {Sala del Trono}: Ascolta il dire d’ella e pensa a come una sola maga sia rimasta a difesa del villaggio e annuisce proferendo “Molto bene Amaranta..usa quegli occhi” la osserva sgranando in parte gli occhi “Avrai ogni aiuto possibile da parte dei Draghi e dei Cavalieri del Drago, quindi fammi solo sapere cosa ti occorre” si avvicina alla sedia ove ella è accomodata e solo allora si porterebbe dietro l’alto schienale e tenterebbe di poggiarle le mani sulle spalle proferendo “e naturalmente avrà aiuto anche da parte mia”esordisce con voce bassa. Se ella lo permette solo poco dopo staccherebbe le mani e si allontanerebbe di nuovo mormorando “Se i tuoi poteri possono trovare tuo fratello o scovare la banda o scoprire chi è la spia che ci ha traditi, che sappiamo essere di razza elfica, utilizzali, te ne prego” la supplica. Un’invasione a tappeto con tutti i draghi sarebbe nociva per la popolazione e per gli altri regni se fosse necessario perché ridurrebbero in cenere tutto ciò che si trovasse sul loro percorso. Sicuramente distruggerebbero la banda ma farebbero del male al resto del Regno..deve essere l’ultima risorsa. Come primo passo alzerà la taglia per ogni membro della banda del sorriso, proverà l’ultimo tentativo di accordo pacifico, in caso contrario porrà a ferro e fuoco ogni luogo in cui si sospetta che si annidi la banda. “Sono molto stanco Amaranta, possiamo ritirarci e domani parleremo ancora. Le tue stanze sono già pronte” sospira prima di sorriderle.

AMARANTA: [Sala del Trono] Il suo sguardo violetto incrocia il cammino lento e composto del Reggente, che pian piano si avvicina approvando la sua idea. Ad ogni modo non è ancora il momento. Egli si dice stanco e ciò implica il momentaneo congedo. Assente lievemente con il capo, avvertendo la stretta del Sovrano che si allenta, sulle sue spalle. "Non mi occorre nulla, soltanto la mia concentrazione e tutto il resto verrà da sè. Se intendete aspettare domani non ci sono problemi. Alloggerò qui questa notte, ma non posso stare lontana per troppo tempo dal Villaggio, ha bisogno di me, soprattutto di questi tempi." spiega, ora alzandosi agilmente, flessuosa, rinnovando la stretta al Bastone attraverso fluenti movimenti delle dita che si riposizionano in una morsa stretta e decisa attorno all'oggetto. Si volterà eretta verso la figura del Reggente, nuovamente esibendosi in un breve inchino del tutto simile al precedente. "E' il momento di raggiungere le mie stanze, mi preme avvisare la mia Allieva della mia permanenza a Palazzo. Y'Ani Druak, Re Jareth.." lo informa, salutandolo come conviene nel gergo di razza. Attenderà solo qualche istante, giusto il tempo di concedere al Sovrano eventuali ulteriori aggiunge e, in assenza di queste, si volterà di spalle, procedendo a ritroso lungo la strada poco prima compiuta, per uscire dalla Sala regale, abbandonando al suo seguito soltanto la timida eco dei suoi passi.

°°° 2 PARTE °°°



JARETH {Corridoio}: L’umore generale è molto mutato rispetto al giorno in cui è arrivata a Corte la Suprema Maga, è un po’ come se la stessa popolazione tirasse un sospiro di sollievo, consci del fatto che una potente maga li avrebbe aiutati se non condotti alla vittoria certa contro il nemico. Tanto è l’umore che gli stessi soldati che prima a poco prima si lanciavano freddi sguardi, ora si abbracciano come fratelli, giurando di guardarsi reciprocamente le spalle in battaglia la prossima volta che si fossero incontrati. Il sovrano passeggia lungo il corridoio dirigendosi laddove sono situate le stanze della Suprema Maga, tuttavia nonostante questo fantomatico senso di benessere generale,in questo giorno, il re si sente irrequieto: il cuore gli batte a un ritmo insolito e prova una sensazione di nausea ma, il suo stato d’animo, viene prontamente dissimulato con sorrisi e usuale freddezza, occupandosi, come al suo solito, dell’amministrazione di Corte. Giunge presto verso le camere di lady Amaranta e indugia per qualche attimo là fuori prima di levare il braccio destro e di bussare velocemente e delicatamente per tre volte e restando tacito in attesa di sentire giungere la di lei voce dall’interno che lo accoglie per farlo accomodare nei suoi alloggi. Nonostante questa maschera che mostra solo freddezza e devozione al suo regale compito ei può sentire la rabbia che gli si gonfia nel petto, come un nido di vespe preso a calci: se avesse preso la banda del sorriso non avrebbe avuto alcuna pietà.

AMARANTA: [Stanze] Dita di sole scavalcano il davanzale, riversandosi al terreno e colorandolo per mezzo di una tonalità dorata e tiepida. A dir la verità la temperatura non è molto alta ma la draconica non è per nulla infastidita da quell'aria autunnale che carezza i suoi capelli sciolti ed ormai lunghi ben oltre le spalle, come la mano d'un amante. La finestra è aperta verso l'interno ed i tendoni ai suoi lati ondeggiano di quando in quando, all'arrivo dei soffi saltuari. La Maga Suprema guarda l'esterno, le mani sono appoggiate al davanzale, ricamate dei neri simboli che tanto contrastano con il pallore della pelle chiara. Il viso è disteso ma serio, come al solito il ritratto di un'indifferenza quieta che nasconde pensieri macchinosi e continui. Le labbra rosee sono strette in una linea pacifica, prive al momento di una qualunque parola. Indossa una veste cerulea, prestatale dalle ancelle di Palazzo per la sua breve permanenza, che contrasta evidentemente con l'abitudine e la preferenza agli abiti maschili. Una volta tanto, il Bastone è lontano da lei, poggiato a fianco del letto, a portata di mano. Un rumore però verrà a richiamarla dalla quiete presente, facendole voltare il viso verso la porta chiusa. "Avanti.." dirà soltanto, alzando la voce quel tanto che basta per farsi udire al di là dell'uscio. Probabilmente un armigero è giunto a chiamarla per accompagnarla al cospetto di Re Jareth.

JARETH {Alloggi Amaranta}: La voce della maga viene udita dal regnante che abbassa la maniglia ed entra aprendola lentamente quasi come a chiedere nuovamente conferma per poter entrare. Il suo volto è freddo e impassibile e alla vista di lei si sentiva come se il sangue gli defluisse dal viso, lasciandolo come una statua di marmo; soltanto i suoi occhi, così stranamente bicromi, ardono di vita. “Voi dite” inizia con parole formali “che i vostri occhi possono vedere laddove non è possibile esserci”ripete le parole fornite da ella l’incontro precedente mostrando così di aver prestato un’accurata attenzione “..come?” domanda quasi ordinando una spiegazione. I Draghi hanno grandi poteri ma lo incuriosisce il come un semplice draconico possa annoverare tra le sue file di conoscenza un così grande potere..che sia veggenza? Possibile e forse ricorda anche un episodio che solo ora torna alla mente come un fiotto di resina che fuoriesce dalla corteccia di un robusto albero..ricorda una sfera, sospesa a mezz’aria rappresentargli l’ambiente subacqueo delle ninfe.. pensiero che viene interrotto così come scoppia una bolla di sapone nell’aria. Apre la bocca per specificare ancora qualcosa ma si scoprì incapace di continuare nel porre altre domande ed il suo gelido sguardo torna a posarsi sulla maga in attesa di risposta.

AMARANTA: [Stanze] L'iridi scavano laddove una figura ora lentamente si appresta ad entrare. Contrariamente alle sue aspettative, è lo stesso Sovrano a varcare la soglia e a parlare con esordio davvero particolare. Si volterà dunque interamente verso di lui, lasciando che solo la mano sinistra si appoggi ancora al davanzale. Il gioco dell'aria silenziosa prosegue, spostandole il fiume di capelli sul petto e rigando lievemente anche il viso diafano. Non si scompone alla mancanza di convenevoli, d'altronde da sempre apprezza la capacità di venire al dunque senza troppi giri di parole, perennemente dimostrata dal Drago. "E' capacità appresa dai Maghi quella di condurre la mente e l'occhio interiore laddove il corpo non può arrivare. Possiamo avere delle visioni nei posti più svariati, a meno che essi non siano protetti da incanto od altro che freni la nostra mente, potendone carpire le voci, l'immagine e talvolta i pensieri, a seconda della capacità propria del Mago.." spiega, cercando di dettagliare il più possibile quella piccola lezione impartita, attraverso la voce fredda e distante di sempre. Osserva da lontano il Re, fissandone l'iridi bicrome come a cercare di capire se abbia compreso o meno le sue parole, al fine di precisarle maggiormente laddove ve ne fosse la necessità.

JARETH {Alloggi Amaranta}: Reca un passo all’interno chiudendo la porta alle sue spalle, rimanendo in perfetto silenzio, sforzandosi di accettare la realtà dei fatti. Mentre la osserva vede affiorare in lei qualcos’altro: una nobile risolutezza, che emerge dal profondo del suo essere e che indurisce i tratti del suo bel viso giovanile e la linea delle labbra, ed è solo in quel momento che il reggente sa , senz’ombra di dubbio che Amaranta Berek’Dey avrebbe affrontato anche la più critica situazione senza batter ciglio: dopotutto è figlia dei Draghi. “Quindi..anche se il mago fisicamente non v’è mai stato in un determinato luogo, costui è comunque in grado di vederlo?” chiede conferma. Tuttavia una cosa rimane certa: percepisce il disagio del suo popolo, di chi gli resta accanto, forse quello dell’intero Regno, come un brivido sulla propria pelle, benché nessuno conosce l’entità della minaccia che incombe sul Druk Yul, le voci relative a un’invasione di barbari si fanno sempre più frequenti ma non è questa la reale minaccia per alcuni. “Vorrei ancora chiedervi: cosa vi serve per realizzare i vostri piani?” come già aveva detto le avrebbe messo al suo servizio tutto ciò che le sarebbe servito per i suoi piani e ancora “Avete un piano?” le domanda deciso. Ei ha già predisposto cosa avrebbe subito fatto di sua persona e non avrebbe più tardato, quella sera stessa avrebbe richiamato i Draghi per farli andare a caccia.

AMARANTA: [Stanze] Altre domande, probabilmente dovute alla necessità di aggrapparsi a qualcosa di concreto dopo tanti insuccessi. Assente. "E' possibile, ma è molto complicato. E' necessario sapere cosa cercare, dunque risulterà semplice se il luogo è già stato visitato, ma non altrettanto in caso contrario. Sarebbe molto più semplice, indirizzare la mente verso una persona che in quel luogo si trovi, affinchè si possa vedere ciò che le sta intorno.." spiega, senza muovere nulla che non siano le proprie labbra. Respira quieta, esercitando costantemente quella calma che non può che essere fondamenta per la sua lucidità. Le conseguenti domande del Re la costringono a prendersi qualche istante di tempo prima di parlare "Come vi ho già detto potrei setacciare gli otto Regni in cerca di qualche indizio, ma credo sarebbe semplicemente una perdita di tempo nonchè uno spreco di energie. L'unica cosa ragionevole sarebbe di cercare di avere più chiara la loro posizione affinchè le nostre azioni possano avere una meta ed uno scopo più preciso. Tutto il resto lo rimanderei alla fase successiva.." afferma, mettendo in chiaro quelle che sono le sue intenzioni, le sue proposte. Non immaginava di avere cotanto spazio per poter progettare, ideare, ma or che ci pensa, dopo un periodo di prove inutili e cieche, tale compito non poteva che ricadere su di lei, sulle forze ultraterrene.

JARETH {Alloggi Amaranta}: Annuisce al dire della Suprema, segue le sue parole con grande interesse, serio in viso “Potremmo partire dal Bosco fuori le mura della città di Karhold, perché è lì che si suppone si trovi parte della banda” spiega avvicinandosi ad Amaranta. Ma ancora nota che ella non risponde alla sua domanda “Ma ditemi perfavore avete bisogno di qualcosa o qualcuno per svolgere i vostri incanti? Avete bisogno di esser condotta o scortata da qualche parte?”domanda ancora insistendo per farle meglio capire la sua premurosità nel metterle al corrente tutto ciò di cui necessita. Ammira quella fragile creatura e del suo modo di rivestirsi di tanta autorità e forse ella stessa ne è consapevole. Si schiarisce la voce mentre si appresta, in lenti passi, a giungere innanzi a lei di modo che ella percepisca il profumo di sandalo del regnante “Stasera richiamerò i Draghi” esordisce con una voce che par l’incarnazione dell’inverno stesso “e con loro aprirò al ricerca e la caccia” la rassicura “troveremo vostro fratello..a voi non ha detto nulla prima di allontanarsi?” le domanda incitandola a parlare nel caso ella sappia di una qualche notizia. La osserva: i suoi lineamenti sono perfetti ed ella splende, tra i draconici, come gemma tagliata tra pietre grezze e rifulge della stessa luce degli zaffiri.

AMARANTA: [Stanze] Lo vede avvicinarsi e prendersi premura di ogni piccolo dettaglio di quella nuova prova. "No, non ho bisogno di nulla. La mia posizione non conta e la mente può arrivare d'ovunque entro i limiti detti precedentemente.." afferma, prima di tornare ad ascoltare le parole del Regnante. Lo guarda ora dal basso, per via della diversità di statura che, ad ogni modo non la mette a disagio, mai quanto quelle vesti che indossa, che tanto distano dalla sua consuetudinaria immagine. Tutta quella femminilità, che poi sarebbe la norma di ogni donna, a suo parere la fa apparire come creatura fragile, poco pronta alle eventualità che potrebbero presentarsi. Inoltre, svestita del suo Bastone, ora non può che sembrare un Angelo bislacco con ali grandi, senza piume e disegni sparsi per l'intero corpo, visibili laddove la veste non arriva. Abbassa per un solo istante la testa, lasciando che le ciglia azzurrine coronino parte degli occhi violetti. Helevorn, preoccupazione ricorrente. Non ha idea di dove sia, di perchè si sia allontanato. In altro momento avrebbe pensato ad un'altra fuga in buona compagnia come già accadde tempo addietro, ma di questi tempi non le pare l'idea più probabile. Quello che le resta è soltanto il ricordo di un affetto perduto, forse irreparabilmente. Il profumo del presente la riporta però alla realtà, dandole un senso di calore, di vicinanza e familiarità, di cui forse, ora, ha bisogno. Rialza occhi e viso, allontanando ogni minima espressione che possa aggravare quel silenzio durato sin troppo. "No, nulla.." risponde soltanto, attendendo che le parole del Re riempiano il silenzio che lei stessa ora concede.

JARETH {Alloggi Amaranta}: Seppur accanto ad ella ei guarda fuori dalla finestra indugiando con lo sguardo sulle creste delle montagne in cui cincischia perenne quel manto bianco di solida e ghiacciata neve; inarca le sopracciglia e le rivolge al viso della maga proferendo “Come desiderate” conclude il dire osservandola senza alcuna invadenza. Qualche refolo di vento d’un sibillino fresco entra di tanto in tanto ad allargare a ventaglio le vesti ed i capelli della draconica come grandi petali cerulei. La vede abbassare lo sguardo, le palpebre simili a morbide ali di falena, per poi rialzarlo e mirare il suo viso che sembra scolpito nell’alabastro o nella cera. Ciò che di più trova ammaliante, a parte i di lei colori, sono proprio i suoi lineamenti e non solo del viso ma del resto del corpo: la sua pelle è latte accarezzato dalla luna, le braccia sono sottili e ben tornite, i seni alti..quel viso così attraente dai lineamenti fini, delicati e con sopracciglia ben arcuate. E’ splendida. Seppur poco somigliante esteticamente ad un drago, anche in forma antropomorfa, vedeva molto in lei la parte umana, fragile e delicata seppure avvenente. E’ un meraviglioso confine tra due realtà. Può ella battersi per un amore incestuoso fino alla fine dei suoi giorni? Un tempo così si usava tra i draghi, per mantenere la linea di sangue pura nella stirpe regale e qualcosa è rimasto ed è stato tramandato ai draconici. Ma può l’amore passionale che ella prova per il fratello volgersi a qualcun altro mutandosi in desiderio e sentimento? “Amaranta..io..” le sussurra dandole nuovamente del ‘tu’; il busto voltato verso di lei di tre quarti, ruotato quasi del tutto, la mano destra sale come a volerle afferrare il mento, trema bruscamente per qualche attimo per poi arrestarsi a mezz’aria all’incirca vicino al di lei petto. Il viso del sovrano è duro, come se incarnasse l’inverno stesso. Ama quella creatura e la odia perché inconsapevolmente lo ferisce, ama il di lei modo di fare sempre perfetto e privo di pecche, ama il fatto che quella creatura lo turbi in codesto modo e odia il fatto di non potere osare..adora il gioco che il fato sta realizzando col suo cuore ma odia il non poterla avere e farla sua, anche subito, adesso, forse in maniera brutale. Ma può colui che è portavoce della Bontà e della Giustizia violare un tempio ancora consacrato alla purezza? Mai. “..niente” mormora infine arrendendosi, lasciandosi cadere la mano lungo il fianco e piegandosi a lei, perché sia ben chiaro che se un drago vuole qualcosa non indugia e prende immediatamente ciò che vuole. Cova qualcosa di profondo, un legame che va al di là della vita stessa, ella non sa che Laedo sta esercitando come una forza di abnegazione verso se stesso perché si sottomette alla volontà d’ella e del tempo stesso. L’avrebbe attratta a sé e .. la passione e l’istinto di un drago sono cento volte più pressanti di una qualsiasi emozione umana e se già esse sono incontenibili per gli stessi proprietari figuriamoci per un drago d’oro che dell’amore fa il suo vessillo.

AMARANTA: [Stanze] Lo osserva ancora, permanendo immobile, dinnanzi all'unico appoggio rimastole. In tutta la sua vita si era sempre distanziata dai capricci materiali, dagli affetti che, col tempo, avrebbe perso. Forse, in realtà, nemmeno mai le sono stati dati, men che meno quello grande ed unico di Helevorn. Per questo motivo, probabilmente, fatica a comprendere i legami che le si presentano agli occhi, a volte scambiandoli per tutt'altro. Non le è stato insegnato l'amore e per giunta ha sfiorato e provato sulla sua pelle quello sbagliato, quello proibito e condannato dall'ipocrisia della gente. Eppure, per quanto possa sentirsi in torto ed in colpa, per quell'amore incontaminato verso il fratello, ha sempre cercato di trattenersi, di limitarsi al buon senso. Ora, che davanti si trova sentimenti sinceri e forse in qualche modo 'giusti', non è capace di vederli, di capirli. Corruga la fronte delineata dalle sopracciglia azzurrine, attendendo il proseguo delle parole del Reggente, osservando quella mano diretta a lei ma che mai ci arriverà, al suo viso. Un indugio, una crepa che sembra quasi anormale sul viso del Sovrano, sempre composto e perfetto in ogni momento. Coglie quel piccolo cambiamento, seppur ne possa soltanto fraintendere la fronte. Tutta quella rassegnazione da cosa nasce? Non vorrebbe tradire la sua diligenza, non vorrebbe contrariare il suo Re, ma quel silenzio pesa più delle parole che potrebbero starvi dietro. Se Jareth sapesse qualcosa su Helevorn e non volesse dirglielo, per paura di ferirla? No, deve sapere. Deve. "Che cosa? Parlate, ve ne prego.." dimanda a mezza voce, quasi nella paura che, opprimendo la volontà del Sovrano, quelle parole celate possano sfuggirle. Il tono, per quanto freddo, lascia apparire la supplica, il desio di conoscere quello che potrebbe farle male, oppure renderla gioiosa. Senza quasi accorgersene, preme con maggior forza le dita pallide sulla superficie del davanzale, in un gesto distratto e lontano da lei, estraniata al momento da tutto ciò che la circonda.

JARETH {Alloggi Amaranta}: Cosa potrebbe mai ella dire? Forse nemmeno può capire ciò che agita come un mare in tempesta il cuore di quella millenaria creatura o come l’ultima foglia d’autunno legata al ramo in mezzo ad una tromba d’aria..è questione di tempo prima che si strugga completamente. Sulle montagne i colori della vegetazione al tramonto si sono scuriti andando a mutare in un grigio-azzurro qui e là spruzzato di nebbia perlacea. A occidente il tramonto dona alle nubi le tonalità dell’oro e strisce orizzontali arancioni le adornano nei contorni mentre gli ultimi raggi riempiono gli spazi intermedi di pennellate rosa. Un arco di sole emerge da una nube fuggiasca, abbagliante come l’orlo di uno scudo metallico appena forgiato ma gli occhi del re sono rivolti verso quelli di Amaranta e non s’avvede dell’abbagliante luce. E questa vicinanza, di uno innanzi all’altro, è qualcosa di intimo oppure no? Avrebbe potuto aprire appena il braccio per poterle toccare la mano..Un piacere così indefinibile e tormentoso. In sua compagnia il tempo stesso sembra cambiare forma: questi momenti fuggono su rapide ali e non c’è niente che possa fermarli o trattenerli appena. “Nulla Amaranta..nulla” forse momentaneamente rassegnato a lasciarla ancora nel suo mondo, forse distorto e appannato eppure tuttavia è l’unica realtà che lei conosce, la più sicura e confortante. Le labbra si muovono come a pronunciare qualcosa ma elargiscono solo parole mute, senza voce..forse una preghiera, una richiesta, una supplica oppure ha semplicemente inveito silenziosamente.
Chi avrebbe mai potuto amare una bestia? Stanco in viso perché le emozioni come per ogni creatura logorano se portate all’esasperazione “Ti ho detto tutto quello che so..” ‘mia cara’ avrebbe voluto pronunciare ancora, ma tace e le conferma che sono arrivati alla fine della loro discussione. A meno che lei non insista..

AMARANTA: [Stanze] Lo osserva ancora, fissandolo quasi con impazienza. Tutto questo non ha senso, ma si sente al momento costretta a tacere. E' evidente che ci sia qualcosa tra i pensieri del Re, qualcosa che non vuole esserle mostrato e con violenza trattiene le capacità arcane da strappargli quelle parole silenziosamente, a modo suo. Non è sua intenzione violare la mente di chi tanto ha fatto per lei e che nella sua persona ha posto tanta fiducia, meritandosi un dovuto ed immenso rispetto. Quel fare taciturno e stanco però, non può fare a meno che aumentare i suoi dubbi, i suoi timori, le sue angosce. E come potrebbe, in quello stato, mantenere la lucidità che tanto si era detta di indossare? E come accade per un semplice uomo, una parola omessa può far ricadere nell'incubo peggiore, nell'irrazionalità e, dunque, nello sbaglio. "Perdonate la mia indiscrezione, Re Jareth, sarò insolente, ma reputo di conoscervi a sufficienza per pensare che vi sia qualcosa che non volete dirmi.." esordisce dunque, esasperata da tante pressioni, dopo mesi e mesi di sensi di colpa per la scomparsa di Helevorn. Avrebbe dovuto proteggerlo e se solo potesse tornare indietro, metterebbe alla prova i suoi stessi limiti pur di cambiare quel futuro disonesto. "Ho saputo far fronte a molti guai, potete dirmi ciò che accade, saprò accettare qualunque cosa..Ve ne prego.." ripete ancora le sue suppliche, volendo togliersi quegli scomodi ed insulsi panni di fragile creatura che non fanno altro che frenare ed inibire il suo ruolo. Vuole mostrarsi degna e capace di assorbire tutto quanto le venga messo davanti agli occhi, a costo di ingoiare eventuali urla e lacrime brucianti che potrebbero sopraggiungere con una brutta notizia. Vuole mostrarsi all'altezza, lasciargli capire che ancora una volta, di questi tempi, può darle fiducia, condividere qualunque tipo di informazioni. Lascia scorrere su di sè la temperatura esterna, che smuove crine e vesti ma non la sua espressione di convinta decisione.

JARETH {Alloggi Amaranta}: Si muove di qualche passo voltandole la schiena “Dammi del Tu, Amaranta..mi conosci abbastanza bene” le spiega mentre trattiene un sospiro e volta appena il capo verso di lei “Sapresti reggere un qualcosa che non hai mai affrontato e che ti pervade come un fiume incandescente in piena?”domanda voltandosi lentamente sino a trovarsi faccia a faccia con lei “Tu non sai come vorrei allontanare tutto il male da te Amaranta, tu non sai che ti ho così a cuore che per te metterei il mondo ai tuoi piedi..”le confessa avvicinandosi ancora di un passo trovandosi proprio davanti a lei respirando rumorosamente probabilmente senza esserne consapevole “Io..” la voce si incrina per poi zittirsi di colpo. Per un poco rimasero immobili poi il re abbassa lo sguardo sulla mano di lei e solo allora tenterebbe di sfiorarne il dorso con un dito e, solo se lei l’avrebbe permesso, quella di lui si sarebbe intrufolata nel palmo di lei per tenerla in una tenera presa. Se ciò avvenisse jareth si sarebbe dimenticato di ogni cosa nell’universo fuorchè quella piccola zona di leggera pressione e calore formatasi tra loro. Per il sovrano il punto in cui il palmo della sua mano preme contro quello di lei è il centro di una bruciante dolcezza, come se i suoi sensi fossero acutizzati e lui potesse avvertire con straordinaria precisione ogni fremito della muscolatura delle dita di lei. Il suo corpo è in fiamme e non osa spostarsi di un millimetro per timore che quel delizioso contatto s’interrompa. I suoi pensieri, a giudizio di altri draghi, sono un vorticante caos di sciocchezze; senza dubbio anche lei è consapevole di quel contatto fisico tanto desiderato da lui, ma cosa sarebbe successo se non lo fosse stato, se si fosse scostata lasciandolo improvvisamente solo? E, se ne è consapevole, cosa può significare un eventuale distacco? Il sole avrebbe potuto salire o scendere o mettersi a ballare in mezzo al cielo, ormai per il regnante non avrebbe fatto alcuna differenza. I suoi bicromi sarebbero stati fissi in quelli di lei, se ella lo avesse permesso, così vicini che ella avrebbe potuto sentire sul suo collo il respiro di lui. Era chiaro leggere nel volto del drago un innamoramento piuttosto evidente..

AMARANTA: [Stanze] Lascia che quella mano, poggiata sul davanzale, le scivoli al fianco, quasi per riappropriarsene nel tempo in cui il Regnante le volta le spalle e prende a parlare. Il principio del suo discorso quasi scivola su di lei, quasi intimorita dal prendere tanta confidenza con un Re e per di più con l'unico e raro Drago d'Oro. Le conseguenti affermazioni lasciano che i dubbi di lei si concretizzino, dandole ragione sui turbamenti che avvolgono in un nugolo il Re. Non risponde, ad ogni modo, a quelle preoccupazioni che vertono su di lei, ora. Lo guarda, la fronte ancora corrotta da linee espressive che disegnano dispiacere e ringraziamento al tempo stesso, verso colui che, nonostante il suo ruolo, si è sempre prodigato tanto per lei che, ad ogni modo, resta una draconica, una mezzosangue. Lascia che la mano di lui si intrufoli tra le sue dita fredde che ora ricambiano la stretta con gratitudine, con appoggio. In realtà, erroneamente, la Suprema scambia quei piccoli gesti, quelle attenzioni, per quella che ha sempre confuso e adottato come una presente figura paterna, un maestro da cui trarre insegnamento, un affetto senza alcuna malizia. Solitamente non è incline a gesti che pur minimamente descrivano sentimenti anche poco intensi, ma quella sua risposta, intende più che altro incoraggiare il Sovrano a continuare a parlarle, a svelarle, finalmente, ciò che sta dietro a tanta inquietudine. Immagina quanto peso, quella sola figura, rechi sulle sue spalle ed intende fargli capire, per quanto ne sia capace, che sarebbe sempre stata pronta ad aiutarlo, come ha sempre fatto. Non vi è sorriso da parte sua, soltanto ulteriore attesa, che a mano a mano si fa sentire maggiormente, lasciandola scalpitare silenziosamente. Respira con calma, regolando ogni fiato, ogni movimento del petto che risulta quasi assente. Non vuole permettere ad altro di interrompere quella frase lasciata a mezz'aria, che può contenere tutto e niente, lasciandola lì, a fremere su spine irte ed invisibili.

JARETH {Alloggi Amaranta}Se avesse dovuto descrivere la sua Amaranta il sovrano avrebbe detto che camminava leggera come la brezza e il suo sorriso, raro come un eclissi di luna, ha la bellezza di un fiore che sboccia nei mesi estivi; aveva un modo di fare freddo eppure seducente che avrebbe convinto un verro affamato a darle una mela. Il suo viso è più amabile della luce del sole e i suoi occhi sono di un azzurro così intenso che quando abbassa lo sguardo sembra che sulle sue palpebre si fosse posato il bacio di una bocca di ghiaccio, così freddo da marchiarle con la patina bluastra delle labbra. Leggiadra come una creatura ultraterrena e la più incantevole fanciulla del Regno Draconico e, a suo pensiero, la più bella tra tutte le femmine presenti negli Otto Regni. “Io..Ti Amo Amaranta” si lascia sfuggire come se si fosse tolto dalle spalle il peso di una montagna , come se un masso gli fosse crollato sulla mente, schiacciando ogni suo pensiero. Tutto perdeva significato e l’unica cosa su cui contava in quell’istante sarebbe stata la sua risposta. L’amore di un Drago non è una frivolezza, perché è capace di amare per millenni e di morire per il proprio compagno o compagna. Il sole si nascose dietro le montagne a occidente. L’ultima esplosione scarlatta dilagò nel cielo e poi gocciolò sull’orizzonte, lenta come una colata di lava. Finalmente è giunto al bivio: da una parte il timore per la risposta d’ella e la gioia di quel giorno tanto atteso per cui finalmente e per la prima volta in vita sua dichiara i suoi sentimenti.

AMARANTA: [Stanze] Gli attimi di attesa le sbattono addosso come raffiche di vento che la Maga conta con ansia, fissando il presente come se da quello dipendesse la sua vita. Stringe ancora la mano del Sovrano, ancora in appoggio, poichè in altro momento quel gesto le giungerebbe soltanto come impudenza da parte sua. Ascolta dunque quelle parole che hanno enfasi liberatoria, quasi stanca, parole che, di certo, la lasciano quasi tramortita. Si attendeva gravi notizie sulle condizioni di Helevorn ed invece si trova davanti a sentimenti di cui non si era mai avveduta, non in quel senso. Per una volta, quel gelo che perennemente la protegge dall'indiscrezione di altri, tramutandola in una macchina glaciale, ora si scioglie per mezzo della sorpresa, che, come vento caldo, le lascia la gola arsa. Deglutisce, mentre gli occhi fissano, spalancati, il viso del Re Drago, tanto vicino ma anche tanto distante, da lei. Il cuore perde la sua regolarità, andando a regalarle qualche battito in più che spezza l'esercizio del suo respiro e imporpora un poco il suo viso. Le labbra lasciano uno spiraglio, da cui esce un soffio a stento trattenuto. E' come se il tempo si fosse fermato, come se si trovasse in un mondo distante dal vero. Le dita allentano un poco la stretta, come volesse scappare via da lì, correre a nascondersi per quell'errore grande sempre commesso ossia scambiare quell'affetto per l'amore di un padre. Ripensa ad ogni attimo passato, ad ogni dono e ad ogni attenzione. Tutto ora appare più chiaro, come se le avessero tolto una benda che ovattava i suoi sensi, la sua vista. Un Drago che ama una mezzosangue. Dovrebbe esserne onorata e, forse, nel profondo lo è, ma tutta la sua grandezza la rende piccola e colpevole, quasi come se avesse sbagliato qualche cosa, come se a lei non dovesse essere concesso tutto questo. Cosa si deve dire in questi casi, come bisogna comportarsi quando un padre si tramuta in possibile amante? Rimane immobile, considerandosi una sciocca, impreparata, per una volta, perchè tutte le prove, tutti gli esercizi fatti con tanta fatica sino ad ora, non servono minimamente a capire il modo migliore per affrontare anche questo. Si sente tremendamente confusa, in modo simile ai tempi in cui aveva capito che suo fratello, in realtà, per lei non era soltanto quello. Ma al momento nemmeno lei sa quello che prova, quello che mente e cuore cercano di accaparrarsi in una lite che quasi la prevale. "Io.." direbbe, emulando le parole precedenti del Re, che però non sanno continuare, non sanno come procedere. Vorrebbe dire tante cose, vorrebbe chiedere scusa per quella sua mancanza di prontezza, vorrebbe aver capito prima cosa stesse succedendo a Jareth. Al momento però, proprio non ci riesce..

JARETH {Alloggi Amaranta} Non osava fissarla nelle iridi e si concentrò esclusivamente sulla ciglia d’ella, che parevano ricami di seta nera sulla pelle di crema..come se il fissarla direttamente nelle pupille per più di un istante avrebbe sciolto il suo cuore come strutto sul fuoco facendo rievocare in lui angoscia e orrore per una probabile perdita. “Non devi dirmi nulla, non ne parleremo più se ciò può crearti disagio” spiega con calma il sovrano draconico “In fondo è sempre bene esprimere i propri sentimenti finchè si è in tempo che tenerli celati e finire con l’ammalarsi” saggiamente recita come se fosse un vecchio detto stampato nella sua mente da millenni. Sorride forzatamente mentre rilascia la mano di Amaranta e si scosta di un paio di passi senza mai voltarle le spalle attendendo una sua qualsiasi reazione a quanto detto e fatto. Le labbra si serrano in una grezza morsa prima di ritornare rilassate per enunciare “A breve terrò un colloquio con i Draghi, che già ho convocato, qui a Corte” iniziò a spiegare con lo stesso tono di quando approntavano le loro prime difficili lezioni “appena qualcuno di loro accetterà di aiutarci te lo farò conoscere” una grande promessa ancora segno di assoluta fiducia in lei. Forse fremerà perché vedrà i draghi che ella stessa venera: i Blu, o forse i suoi nemici, i Neri. Non è dato saperlo al momento attuale. Dalla finestra l’eco di un ruggito si staglia nell’etere e farà, forse, rabbrividire coloro che di tal voce han paura; lo stesso grido di battaglia che udranno i nemici prima di essere uccisi dal fato.

AMARANTA: [Stanze] Per la prima volta da quando vi fu il primo incontro per mano di Mesea, vede gli occhi del Re essere incerti, abbassarsi di fronte a lei, perdere la loro saggia determinazione di fronte ad un sentimento improbabile e difficile. Dal suo canto ancora lo osserva, or riportando il viso a distendersi e ad assumere una smorfia di dispiacere. Teme quella confusione come può temere poco altro, si riserva il bruciore del dispiacere di aver ferito forse irreparabilmente il cuore di una delle poche persone realmente interessate alla sua presenza e verso cui ricambia con tutta se stessa. Sente la mano del Regnante scivolare dalle sue dita come acqua fredda, prima che il discorso abbia un risvolto del tutto differente. In altro momento, probabilmente, quelle parole l'avrebbero resa empia di gioia : un incontro con i Draghi, la Nobile razza, non è da tutti i giorni. C'è però qualcosa che inibisce quell'euforia, qualcosa che aleggia nella stanza rendendo più tetra l'atmosfera. Chiude a pugno morbido la mano abbandonata al suo fianco, mentre, per un solo istante, getta lo sguardo fuori dalla finestra, per riporlo nuovamente al viso di lui. "Mi dispiace, non era mia intenzione ferirvi. Non sapete quanto mi costi non rispondervi e.." incomincia, espellendo parole sottili, quasi mormorate seppur decise, nate da un respiro preso a lungo, rubato all'aria oppressa da quella situazione. Si ferma un istante, chiudendo le labbra, chiedendosi se è giusto parlare a quel modo, domandandosi se, per una volta, sarebbe stato adatto dare più importanza ai sentimenti che alle questioni diplomatiche. "Io sono terribilmente confusa, temo di aver del tutto frainteso le vostre intenzioni.." spiega a tentare di discolparsi, sapendo bene che nemmeno lei si sarebbe perdonata. In realtà, ora, ha solo bisogno di tempo per assimilare quelle nuove che l'hanno colpita, non sapendo dire se sia stato piacevole o meno. "Ad ogni modo, sarò presente, quando avrete bisogno della mia presenza. Ho soltanto necessità di tornare al più presto al mio Villaggio, gli Elementi hanno bisogno della mia protezione, soprattutto di questi tempi.." riprende, dopo qualche istante, attraverso quella frase che suona ambigua nei suoi veri bisogni.

JARETH {Alloggi Amaranta} La sera cala sul capo del sovrano e del suo popolo come un drappo funebre mentre Amaranta elargisce la sua richiesta di tornare nelle terre del Nord. Annuisce mentre accenna un sorriso sincero, forse deve pensarci, e si muove di qualche passo verso la porta voltandole, questa volta, la schiena mentre percorre il suo breve tragitto. Nei pressi dell’uscio la mano destra porta alla maniglia abbassandola, socchiude appena la porta per poi voltarsi appena, quasi di profilo, col capo fissando il mobilio “Ciò che ti ho confessato non deve cambiare il nostro attuale rapporto. Se ciò che ti offro ti è sgradito seppelliscilo nel cuore anche se..” sapeva che forse le sue parole stracciavano quel prezioso arazzo, che è il loro rapporto, intessuto con tanta pazienza, giorno dopo giorno; eppure sperava invece che potessero cucire con fili dorati il più grande capolavoro mai esistito prima..”..Ti Amo,ti ho sempre Amata e..Sempre ti amerò”. Silenzio assordante. Non sono parole che intessono una promessa di un essere umano che verrà infranta o camuffata o dimenticata con il tempo; perché le parole dette da un drago hanno valenza ‘eterna’ e durano per un tempo che per i draconici può essere addirittura infinito. Parole che vengono tatuate nel cuore e nella mente del drago stesso. Come un debito. Come un tesoro. La porta si spalanca ed il regnante tenterebbe di uscire riaccompagnando la porta dietro alla sua figura senza aspettare che ella parli. Gli occhi andrebbero alla finestra affacciata sul corridoio: le stelle brillavano a oriente mentre dalla parte opposta un manto di nuvole avanzò nel cielo a coprirne le pallide luci. La purezza e la confusione.

AMARANTA: [Stanze] Ascolta e vede, ancora una volta senza capire. Tale trasformazione le appare davanti agli occhi, levando il manto buio eppure rendendola cieca ancora una volta. Non sa se la sua risposta ha in qualche modo alleviato il peso di una mancata affermazione, ma in cuor suo ci spera. Corruga ancora una volta la fronte, lasciando che un sospiro attraversi le labbra, mentre il Re le volta le spalle, senza più guardarla. Fa male. Fa male come quella che suona come una promessa a cui non sa se sarà all'altezza di badare attraverso il giusto riguardo. L'Equilibrio, una volta tanto, sembra essere così difficile da sfiorare, da raggiungere. Non parlerà più, incapace di dire altro che trattenga o lasci sprofondare le speranze del Sovrano, nonchè le sue ora annebbiate. Lo lascerà uscire dalle sue stanze, in punta di piedi, così come era entrato. Rimarrà sola, come sempre, chiusa in quella camera in cui ora non entrano più raggi di sole, bensì ombre che si diradano come tappeti sul pavimento, offuscando la sua immagine e rendendo cupo il colore delle sue vesti. A breve avrà modo di tornare al Villaggio, per lasciar fare al tempo quel che nemmeno la Magia può, dal suo canto.



Kryzhan
00martedì 14 settembre 2010 15:17
Up

Purtroppo non ho il tempo materiale per approvare, sto cercando di aggiornare tutti i punteggi delle role già approvate. La riporto tra i topic recenti per evitare che finisca nel dimenticatoio.
(Bastet)
00martedì 21 settembre 2010 15:10
GDR APPROVATO
Jareth: 15 pe
Amaranta: 15 pe

Annotazioni: la role in cui amaranta cercherà di usare i poteri di veggenza dovrà essere con master
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