Robert Johnson nacque l’8 Maggio del 1911 a Hazlehurst, nel Mississippi, da una relazione avuta tra Julia Mayor Dodds e Noah Johnson, quando era ancora sposata con Charles Dodds, un proprietario terriero e produttore di mobili ma che poi l’abbandonò per un’altra donna.
La mamma Julia lasciò Hazlehurst portando via con sé Robert. Dopo due anni lo mandò a Memphis per stare col suo ex marito che nel frattempo aveva cambaito nome con Charles Spencer.
A causa di scarse notizie riportate sulla sua breve vita, abbiamo scarne notizie. Tra gli anni 1924 e 1927 Robert studia con grande impegno ed un suo compagno di scuola, Willie Coffee, racconta quanto fosse bravo a suonare l’armonica e la chitarra che Robert imparò a suonare anche grazie al fratello.
Dopo la scuola Robert scelse di usare il cognome del padre naturale, firmando difatti con Johnson. Nel 1929 Sposa Virginia Travis ma che morì più tardi per dare alla luce loro figlio.
Di Johnson ci sono sulla sua vita più leggende che vere e proprie notizie, difatti si dice che la morte di sua moglie fu causata da un presunto “patto” fatto col diavolo, il quale gli concesse la sua incredibile arte di musicista in cambio della sua anima. E la morte della moglie fu concepita come una punizione divina per aver suonato canzoni profane. Sconvolto dal dolore, affogò la sua sofferenza nell’alcol e in una vita dissoluta.
Nel 1931 Robert si trasferì a Copiah County con la sua nuova moglie Calletta Craft. Ma dopo un breve periodo apparentemente luminoso, finì anche questa unione. Robert sembrava molto più interessato alla musica che alla vita matrimoniale.
Quindi la leggenda continua a diffondersi e Johnson, prima goffo ragazzo che tentava di strimpellare una chitarra, diventa il più grande di tutti i tempi, secondo molti. Il giovane bluesman secondo il patto fatto col diavolo, diventò un egregio chitarrista adottando la tecnica del "fingerpicking" ancora oggi considerata una delle espressioni più significative del delta blues.
Narra la leggenda che una notte, Johnson, a mezzanotte incontrò un uomo vestito di nero, che impersonava il diavolo e tra loro ci fu uno “scambio”: l’anima di Robert con l’abilità “Mostruosa” di sapere suonare la chitarra come soltanto lui sapeva fare.
In realtà, tornando con i piedi per terra, un incontro ci fu, ma l’uomo nero non era altro che Ike Zinneman,un eccellente bluesman che divenne suo maestro e gli insegnò tecniche preziose per esprimere al meglio il blues che si portava dentro da sempre.
Si racconta anche che Robert abbia avuto anche un’altra capacità stupefacente e cioè di saper riprodurre ogni nota di canzoni ascoltate anche distrattamente ...
La morte avvenuta per questo strepitoso musicista aleggia anch’essa tra mille aneddoti e racconti fantastici. Si dice che fosse morto pugnalato, in ginocchio, abbaiando come un cane,ma senza dubbio la voce più accreditata è quella dell’avvelenamento.
Robert Johnson morì il 16 agosto 1938, (e qui è da brividi! Lo stesso giorno di Elvis!) a soli 27 anni, a Greenwood, nel stato del Mississippi, dopo una lunga agonia di due giorni.
Sembra sia stato avvelenato per gelosia, dal gestore del locale un locale a 15 miglia da Greenwood nel quale, Robert e i due suoi amici musicisti Sonny Boy Williamson II e David Honeyboy suonavano ogni sabato sera.
Difatti Johnson aveva una storia con sua moglie e così per vendetta fu avvelenato.
Anche la tomba di Johnson è circoscritta da varie leggende. Tanto è vero che la vera tomba di Robert non è ancora stata scoperta ufficialmente. Nei dintorni di Greenwood ci sono tre pietre tombali con il nome di Robert Johnson inciso sopra.
Bisogna dire che Johnson, è stato un grande musicista e cantante blues, nonostante sia morto prematuramente a soli 27 anni.
Robert,nella sua breve ma intensa carriera, riuscì anche lui ad apportare la sua piccola rivoluzione nel campo della musica.
Oltre alla sua innata abilità nel suonare la chitarra, il suo grande talento è stato anche quello di scrivere belle canzoni. Robert è stato un artista con una spiccata e vivace inventiva; riusciva a comporre e suonare ovunque, senza lasciarsi condizionare, anche qualora si fosse trovato per strada, uno dei suoi luoghi principali dove spesso si fermava per suonare virtuosamente la sua chitarra.
Talvolta veniva ingaggiato nei locali, soprattutto il sabato sera. Il suo vero successo commerciale avvenne dopo alcuni decenni dalla sua prematura morte, nel 1961, quando le sue registrazioni furono edite su LP. Johnson è apprezzatissimo soprattutto oggi da molti musicisti rock, come Clapton, ad esempio, che lo considera il più grande cantante blues di tutti i tempi. Dalle sue parole:
” Per me Robert Johnson è il più importante musicista blues mai vissuto. Non ho mai trovato nulla di più profondamente intenso. La sua musica rimane il pianto più straziante che penso si possa riscontrare nella voce umana. “ Eric Clapton.
Molte sono state le riconoscenze ovviamente postume. Johnson è ritenuto un maestro del blues, entrando a far parte della “Rock and Roll Hall Of Fame” e in più occupa il quinto posto nella classifica della rivista “Rolling Stone” come migliore chitarrista del mondo.
Robert Johnson in pratica riuscì a lasciare soltanto
29 tracce; per 13 di esse è stato possibile scoprire anche le rispettive
"alternate takes", all'epoca scartate in quanto giudicate meno belle delle versioni poi pubblicate su 78 giri, per un totale di
42 registrazioni. Le sessioni di registrazione che tenne Johnson furono
cinque: le prime tre effettuate nel novembre del 1936 a San Antonio nel Texas, che vanno da (1-16) , le ultime due (17-29) effettuate a Dallas, nel giugno del 1937.