Quando bisogna mollare?

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nica89
00mercoledì 29 febbraio 2012 09:53
Tutta la questione ruota attorno a quello che mi è capitato l'altro giorno durante la verbalizzazione di un esame, ma penso si possa tranquillamente estendere ad altri campi.
In sintesi alla fine della parte orale dell'esame il professore mi mette quel tanto agoniato 20 (considerando che è un esame al massacro, e blocca una sfilza di altri esami è bene toglierselo di torno il prima possibile), consigliandomi però di risostenere l'esame perchè aveva visto che su alcuni argomenti (testuali parole) "sapevo muovermi abbastanza bene" e avrei potuto ottenere un voto più alto. Alla mia risposta di voler ugualmente accettare il voto, anche perchè la mia paura era quella di non riuscire ad arrivare nuovamente all'orale a causa di errori di distrazione nella parte scritta del compito, e del fatto che non ero più al primo anno e quindi effettivamente il suo esame mi bloccava altri esami importanti (quasi un terzo degli esami totali) lui mi domanda perchè non avessi cambiato percorso di studi (un modo carino di dirmi che forse sarebbe stato meglio lasciar perdere). Domanda legittima, ma piuttosto discordante da quello che aveva appena finito di dirmi prima, anche perchè nel frattempo ero riuscita a superare anche esami che ufficialmente richiedevano le conoscenze del suo corso, il che mi ha portato effettivamente a non ritirarmi.
Ora quando, invece, è giusto non intestardirsi su una cosa? Quando è, forse, meglio fare un passo indietro e magari lasciare che un'aspirazione rimanga al più un hobby? Se da una parte non è giusto tarpare le ali ad una persona, quando si può suggerire di mettere fine ad un'illusione?
rolly too
00mercoledì 29 febbraio 2012 10:35
Secondo me non lo si può suggerire a una persona. Io posso dire mille volte a uno che non è portato per qualcosa, che le sue aspirazioni sono tutte illusioni, ma se non se ne convince lui è solo fiato sprecato.
Che poi, per quanto mi riguarda avere delle aspirazioni non vuol dire solo mirare a eccellere in qualcosa, ma riuscire a fare quel qualcosa che ci siamo prefissati di fare.
Quindi per me sì, è giusto intestardirsi su qualcosa. Se si vuole fare un passo indietro si può fare, anzi, si deve, ma non perché qualcuno ci ha parlato così bene che alla fine ci ha convinti, ma perché ci siamo resi conto da soli che forse non fa per noi, e che l'impegno che mettiamo nel tentare di raggiungere il nostro obiettivo è più che altro un'agonia. A me è successo, e ho lasciato perdere.
Ma se qualcuno mi dice che farei meglio a lasciar perdere e io non sono convinta... Mai.
Reiko_Artemis
00mercoledì 29 febbraio 2012 15:16
Penso che dobbiamo dare ascolto solo a noi stessi. Se una cosa la continuiamo a fare nonostante le difficoltà e le seccature dobbiamo domandarci il perché. Se il motivo è che nonostante tutto ci piace farlo, o è importante per il nostro futuro, oppure che ormai siamo vicini a finire. Non sembra ma è una buona motivazione anche questa: perché buttare all'aria anni di lavoro? Facciamo un piccolo sforzo e andiamo avanti. Diversamente, l'idea di continuare così per sempre o per un lungo periodo di tempo può scoraggiarci e indurci a lasciare perdere. Così come rendersi conto che l'unico motivo per cui si fa qualcosa è per non deludere gli altri o cose del genere.
Ho tenuto duro per alcune cose e mollato altre, nella vita. Quando mi sono iscritta al classico sapevo che avrei cancellato cinque anni della mia vita, e non me ne sono mai pentita del tutto. Ho sbuffato, smadonnato, ho odiato gli altri che si divertivano ma allo stesso tempo sapevo che quello che facevo aveva un senso, era il mio lascia passare: lavorare sodo per cinque anni per poi avere il resto in discesa. Ne è valsa la pena! Apprendo tutto molto facilmente e con velocità, do esami con ottimi esiti e studiando molto meno degli altri. All'idea che avrei potuto adagiarmi sugli allori durante il liceo rabbrividisco, perché di sicuro adesso dovrei sbattermi molto di più e avrei risultati peggiori, e io pago per stare all'università, lontano da casa, pago per stare qui e neanche poco. Non posso permettermi di perdere tempo, di inventarmi ADESSO un metodo di studio.
Cosa ho mollato? Spagnolo. Ero all'inizio e avrei dovuto farlo per altri due anni, avrebbe potuto intralciarmi nell'apprendimento del giapponese e non riuscivo ad andare d'accordo col metodo della prof. Certo, il lato negativo e che ora devo scegliere un'altra lingua, ma tutto sommato sento di aver fatto bene; se avessi continuato i malus avrebbero superato i bonus (anzi, probabilmente neanche avrei passato gli esami dati finora).
Thilwen
00giovedì 1 marzo 2012 11:37
Io sono laureata in Lettere e mi mancano quattro materie per completare la magistrale. Sono stata relativamente veloce con gli studi, ho una media molto alta, ma tutto questo, se dovessi dare ascolto agli altri, non avrebbe alcun valore. Perché, a detta di tutti, laurearsi in Lettere è inutile, non dà lavoro, ancor meno adesso con la strada dell'insegnamento praticamente bloccata. Soprattutto in questi ultimi mesi, con il dibattito sulla disoccupazione giovanile più acceso che mai, noi umanisti veniamo inondati da una marea di messaggi scoraggianti: l'intera società ci dice: "mollate", cercatevi un'altra strada. Molti miei colleghi, bravissimi ed estremamente portati per questi studi, si ritrovano a dover lottare ogni giorno contro il malumore dei genitori, che preferirebbero che mollassero davvero per provare altre facoltà che aprano prospettive più rosee.
Ovviamente, per quanto questi discorsi mi mettano ansia, soprattutto quando si fanno all'interno della stessa famiglia, non mi lascio abbattere e proseguo per la mia strada. Fondamentalmente proprio perché è la mia strada. Se mi fossi iscritta in chimica, probabilmente sarei ancora al primo anno di triennale con solo la "lingua inglese" registrata sul libretto.
Non bisogna mai mollare quando si crede in qualcosa, quando un qualcosa viene percepito come proprio, anche se il mondo sembra andare in tutt'altra direzione: fare della letteratura un hobby e diventare, che ne so, radiologa, per me non avrebbe avuto senso. A prescindere da ciò che dicono gli altri, se abbiamo delle valide motivazioni che ci spingono ad andare avanti, non dobbiamo arrenderci.
lalla03
00giovedì 1 marzo 2012 13:26
Anch'io sono laureata in Lettere (con il vecchio regime) e già ai tempi in cui ho dovuto scegliere la facoltà a cui iscrivermi dopo le superiori, gli studi umanistici erano considerati inutili perchè poco "spendibili" nel mondo del lavoro, al contrario di quelli tecnico scientifici. Il fatto è che a me piace scrivere, mi appassiona la storia in tutti i suoi risvolti, disegno e dipingo (pur provenendo dal vecchio Liceo Pedagogico, l'Istituto Magistrale, e non dall'Artistico, mi era balenata anche l'idea d'iscrivermi all'Accademia di Belle Arti, poi accantonata per questioni logistiche). In compenso, scienza e tecnologia mi annoiano, di matematica non ho mai capito un'acca e non ho abbastanza sangue freddo per esercitare un'attività nell'ambito socio sanitario. Posso reputarmi fortunata, essendo da diversi anni di ruolo nella scuola che al giorno d'oggi offre sbocchi precari e pure col contagocce. Nonostante tutto, è una scelta che rifarei. Sono e resto dell'opinione che l'indirizzo di studi, sia superiore che universitario, vada scelto seguendo soprattutto le proprie attitudini, anche perchè dubito che un ingegnere-somaro o un medico incompetente trovino lavoro, ammesso che riescano a terminare gli studi.
Sisi.Parawhore
00sabato 28 aprile 2012 15:44
hai idea di quando ti dicono: "non vai bene" oppure "non sei adatta" e tu continui? cosa ti spinge a farlo? mollare sarebbe piu facile ed anche piu conveniente sia economicamente che fiscamente e mentalmente. beh, io spesso mi sento cosi.
faccio il liceo linguistico ed è davvero dura, molte volte ho voluto mollare: troppo studio, troppe responsabilità, io sono una molto pigra per cui perchè faticare quando avrei potuto studiare al turistico le stesse lingue ma facendo meno fatica? ma non sarebbe stato da me. avevo sognato quella scuola da quando avevo 8 anni, capisci cosa intendo? poter studiare li era il MIO sogno. [SM=g27998]
ricorda, tua vita, tue scelte. non mollare perche poi rimpiangeresti ciò che hai, o meglio, che NON hai fatto.
Carpe Diem [SM=g27988] [SM=g27998] [SM=g27998]
coriolina
00domenica 6 maggio 2012 20:30

Quando è, forse, meglio fare un passo indietro e magari lasciare che un'aspirazione rimanga al più un hobby? Se da una parte non è giusto tarpare le ali ad una persona, quando si può suggerire di mettere fine ad un'illusione?



La sincerità verso sè stessi credo sia la cosa più importante ed allo stesso tempo difficile da imparare.

E' una regola che ho imparato soltanto da poco, (e meno male!), ma tante volte mi ha tirato fuori dagli impicci.

Dunque, con moltissima onestà devi chiederti semplicemente:
"E' veramente questo quello che voglio fare? Sono disposta a sopportare questo percorso irto di difficoltà, incertezze, delusioni ecc. per realizzare il mio obiettivo?"
Se la risposta è positiva, allora si procede, assumendosi tutte le responsabilità del caso, se la risposta invece è negativa, allora ...
Occorre avere molto coraggio per ammettere a sè stessi che forse abbiamo sbagliato qualcosa, o non siamo abbastanza motivati per continuare ...
Secondo me è un gesto di grande maturità.

La maggior parte delle volte facciamo le cose per compiacere qualcunaltro: genitori, insegnanti, amici, fidanzato, e il nostro parere personale rimane sempre l'ultimo della lista ad essere consultato.

A volte può essere molto doloroso, ma alla fine, è proprio liberatorio!

monrealpiaad
00sabato 30 giugno 2012 02:02
Non posso permettermi di perdere tempo, di inventarmi ADESSO un metodo di studio.
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