Non è un caso che Obama abbia vinto le elezioni usa.
Si può fare un paragone con lo sport: la box era dei bianchi, e quando i bianchi hanno deciso che questo sport era “inumano”, che non pagava più, che non attraeva le masse irlandesi residenti in America, lo hanno passato ai negri. Dico negri perché questo è il termine corretto antropologicamente parlando.
Stessa cosa è accaduta con il tennis, con il golf (in parte lo dimostra Tiger Woods), con l’atletica – soprattutto – e con ciò che ha una connotazione sacrificale e trionfale. Vale a dire, ascesa sociale in àmbito classe sociale bastonata.
Oggi, ha vinto un negro perché le casse sono state svuotate e i bianchi hanno rubato tutto ciò che c’era da rubare. Non c’è più nulla: “Sono fatti tuoi” “Arrangiati” “Voglio vedere come te la cavi, negro” dicono i bianchi, sapendo che speculano sulla disfatta di wall street. Disfatta forse solo “governativa” (chissà…)
Il patriarcato resta comunque così forte e decisivo, che comunque si è preferito un negro ad una donna. Ma Obama, che ha capito che ha a che fare con la lobby femminista americana , sceglie la Clinton al posto della Rice. Cavoli per la Clinton che avrà l’arduo dovere di ficcanasare in giro per il mondo. No, non è una donna “pulita”. E’ tra le 100 migliori avvocate degli usa. Ma è anche una paracula. Diciamolo.
No, non è una gran cosa che il negro sia stato eletto. E’ sintomo di una sciagura che – se dovesse fallire – riporterà i bianchi “ a salvare al terra”- Se dovesse andare bene, allora significherebbe che il mondo è davvero cambiato. Quest’ultima ipotesi è possibile. Io me lo auguro. Lo auguro a tutti voi con grande affetto e conscia della depressione che aleggia sovente sulle mia testa e forse - scusatemi - sulle vostre.
buona serata