FORESTA LUCE CREPUSCOLO
RIASSUNTO: Alla fonte sacra un'eterogeneo gruppo s'incontra. Ghadia che ha deciso di farla finità chiamerà il potere dell'ars e della terra per un crepaccio atto a ingoiarla e morire dentro di esso allo spegnersi dell'incanto. Ma inusitatamente, in cerca del loro destino, si getteranno quivi anche Antair, che chiede la mano di un'esule elfa Iirima e Fabrox il cavaliere che li segue in caduta libera verso un dove che agli occhi non vi è.
[GDR START]
Ecco! Si spegne l'astro di luce e socchiudono gli occhi la luna e le ammiccanti sue compagne, intarsiate là dove si perde lo sguardo. Fronde fitte e lucente fonte, sacra a una Dea silente come fosse la notte più nera. Triade celata, non più solo velata, che spegne i suoi sussurri e brado il mondo lascia apparentemente a sé stesso; lo sguardo di un bimbo fra il puro e l'immoto. Ognuno si muove verso la radura pubblica, dove un tempo ogni cosa era sotto il tocco e protezione, ora pochi piccoli esseri vigilano e quei che erano a vegliare sono sulla punta d'una mano neppure. Ha occhi d'argento la Luna e attorno alla fonte sacra vi è un circolo di ghiaccio sottile, asperso come nube celeste che riflette la volta della sera, nero appare contro un cespuglio di lamponi come un guanto scuro sulla bocca rossa di una donna [POSIZIONI A VOI, TURNI: IIRIMA-ANTAIR- FABROX- GRITEAS-TEOBROMIE- GHADIA-TONAL]
IIRIMA VORTH { Foresta Luce, Folto} E’ un passo il tuo lungo secoli.. secoli umani eppur sei giovane. Tante troppe lune hanno visto quegli occhi del ghiaccio. Occhi in cui perdersi è un abisso duro, fermo e freddo come il sangue della stirpe cui appartieni. Tate, troppe lune è vero ma mai nessuna baciata dalla Dea ( o forse no) in quel modo. La cosa ti mette a disagio, ti sale l’onta consueta della malinconia. Presagi funesti? Forse. O forse soltanto ordinaria “amministrazione per qualcuno”. Per te no. Per te quello Iirima è un segno, è il segno! Il tuo nome ha un significato ben conscio a se stesso e a te. Ben voluto , troppo voluto dai tuoi antichi genitori. Ma non è forse la battaglia più silenziosa quella più letale di tutte? Non è forse ritirarsi che a volte dona la vittoria più generosa? (//malus malinconia) gli occhi scrutano attorno, le orecchie scorgono il rumore del silenzio. (//sensi sviluppati). E tu non volgi più passi verso l’ignoto. Ti fermi al centro di quel respiro che la foresta ti concede. Mediti.
ANTAIR }. > Radura . { Ogni passo si muove in una sorte di cieca oscurità che ti avvolge quasi completamente. I bordi del mantello rapiscono fogliame secco lasciato morire dal Sole. La notte è silenziosa tremendamente complice per non parlare degli alberi che sembrano aprirsi ancora una volta al passaggio tuo. Una figlia della Madre. L' ultima tra le fiaccole ardenti. Custode segreta di un Equilibrio che non ha colore. Piedi scalzi. Vistosi tatuaggi disegnati con liquidi tintoree dei fiori (//conoscenze naturali 1) su buona parte del viso. Rune. Simboli Antichi. Triplice spirale di una Dea che permette e distrugge. Che nasce e vive e muore e ripete in Eterno il senso dell'esistenza. Sotto quel manto scuro ti veste una semplice tunica chiara di un lino leggero. Alla vita si stringe una sorta di stoffa in raso verde, molto scuro... ed è esattamente lì che hai legato il sacchetto con le tue rune. Tintinnano le pietre all'interno, si permettono di fare rumore. Padroni del Tempo nuovo che arriva. Incedi avanti mentre la corona di ghiaccio risplende argentata ed attira, senza dubbio, la tua Reul. L' istinto animale. Anche un corvo nero imperiale segue dalla volta scura quell' avanzata. La Natura ti riconosce. Sa chi sei. Ti fermi assaporando l'aria come se nella dimensione dell' isola altre correnti si starebbero smuovendo. Tra altri veli.
FABROX [ Foresta - presso la Radura] Nuovamente nei panni che senti tuoi, da Supremo ad Esploratore, ti avvicini ai margini della foresta nel preludio di quella notte strana. Privo di elmo, avanzi avvolto dal verde mantello scuro, le armi sono infoderate, due pugnali alla cintola e la tua storica spada a due mani, Gerekal, che ricorda quella che fu Avalon, con la sua vera sacralita', forse persa per sempre... Stranamente in quel religioso silenzio la Dea sembra piu' assente del solito, sembra averti tristemente ripudiato come figlio, o forse ti sta solo mettendo di fronte ad una dura prova... Senti tutta l'avversita' per cio' che la tua adorata divinità e' divenuta, tre figure cosi' diverse e contrastanti... cosi' lontane dalle tue convinzioni... Tu credi nella Dea, unica, madre, buona e giusta, nell'Amore che in ogni momento ti infondeva nel cuore, che rendeva la tua fede incrollabile, il tuo attaccamento ad Avalon cosi' indissolubile. Ed eccoti, uomo, solitario, nel cuore e nello spirito, in un'isola che mai come prima ti dichiara estraneo e nemico. Percepisce l'odio, il rancore di gente un tempo alleata, che ha fatto di tutto per screditare e smontare pezzo per pezzo la congrega dei Cavalieri di Avalon. Nemici falsi e bugiardi, meschini amici ed alleati pronti a pugnalare alle spalle, il peggio che potesse capitare, nell'isola delle mele. Basta, la foresta di luce ti accoglie, loco in cui ti recavi per ritrovare te stesso, la tua bonta' d'animo, la tua irrinunciabile giovialita' ed allegria, voglia di stare con gli altri, amici e sconosciuti, soldati e cittadini, sacerdotesse ed artisti, guardiani e draconici. Vorresti trovare una porta magica che ti riportasse indietro nel tempo, rivedere le Ladies che hai ospitato nel cuore, amandole ed abbracciandole, l'immagine di Exaura, l'immagine di Eloy, tuo figlio che sta gia' dormendo nella Magione. Cosi' certo di rivederlo tra pochi attimi, il viso di tuo figlio si dissolve nei pensieri, il respiro rallenta e ti ritrovi a camminare nella foresta, alberi che si diradano prima della radura. I passi felpati ti permettono di avvicinarti in silenzio, sbirciare tra le fronde se vi sia qualcuno nelle vicinanze.
[AZIONI ACCETTATE! ]
TURNI: IIRIMA-ANTAIR -FABROX - a seguire gli altri turni liberi]
IIRIMA VORTH {folto foresta} Accolta tra le fronde della foresta, taci. Arel dei mille sospiri, elfa con un unico ghiaccio: un cuore. La durezza e la compostezza della tua stirpe accompagnano il tuo silenzio , la tua meditazione. Accogli il respiro del mondo che sembra averti sputata lontana da ciò che la Dea vuole. Eppure sei li. Sia questa una prova e una battaglia? Una guerra fredda in cui l’unico nemico viene battuto dalla tua stessa faccia? E’ cosi , ti convinci sia questo il gesto impuro di cui devi macchiarti. Attendi un segno per dar via al Waltzer in cui soccombere te stessa per vivere in armonia e vincere con i tuoi ideali. L’assenza di armi ora non ne proclama tale veridicità. Non avere spade tra le mani non significa invero tale dato di fatto. Sei tu, sei sempre tu e hai vagato smunta e spenta per troppo. Non è questa l’isola che auspicavi trovare, non è qui la Dea che avresti voluto? Sei ferma , con i sensi all’erta, poiché un segno non è tale se incolto. Taci , lasci parlare il mondo , lasci che la Dea nella sua foresta ti ascolti e ti parli nel cuore. (//sensi sviluppati+malus malinconia+fermezza di aule).
ANTAIR }. presso Radura .{ La libertà è un prezzo. Anche la scelta. Hai abbandonato una conoscenza per aprire le braccia ad un'altra più Antica, assai primordiale. Non c'è alcun rimpianto in questo, una profonda consapevolezza. Una fede nata e rinnovata, come la casa sull'albero, gli ori abbandonati. Ora hai uno sguardo carico di beltà e di sapore delle foglie, vestita di terra e di lumi. Nel silenzio della notte che è scesa ti sembra ti udire alcuni passi, o rumori di foglie, ma forse è il Vento, l'aria, la corrente di un zefiro che scende dal Tor e riscalda una Eterna primavera, minacciata dall'inverno, dal buio. Ora realtà. Continui ad avazare, sei più vicina alla fonte adesso. Il corvo si è appollaiato su di un basso ramo di quercia, si pulisce le piume di velluto. Craw, Craw, Craw. Un avviso, per quel suono gracchiato ti volteresti indietro, ruotando la testa ed il corpo successivamente per controllare che avventori e mostri possano esser nascosti oltre il folto, che taglierai se ve ne fosse bisogno. La tua è una presenza calda. Armonica. In totale rispetto con ciò che ti circonda.
FABROX [foresta - presso la radura] Fermo ad ascoltare i rumori circostanti, odi ad una ventina di metri da te il verso di un corvo, ti volgi verso di esso, pensando che forse qualcosa o qualcuno possa aver agitato l'animale. Sai bene che gli uccelli possono essere ottime sentinelle. Quell'immobilità tra le piante ti invita comunque ad un piacevole contatto con il bosco, lo senti nella pelle e nei pensieri, ti senti libero e rilassato dai problemi tuoi e dei compagni, dai problemi degli avalonesi, della corona e della triade... in quel silenzio ti sembra di udire il rumor di frasche, come se vi fossero altre persone in movimento. Tali rumori non sono nelle immediate vicinanze, per cui rimani ancora in attesa che l'altrui presenza si riveli allo sguardo [skill nascondersi nell'ombra, skill adattamento ambientale]. Rimani immobile, ginocchia piegate e testa a livello dell'erba in modo da ridurre la possibilita' di essere individuato e cercar di intravedere se qualcuno e' in avvicinamento. Le verdi iridi si spostano nelle varie direzioni circostanti, privilegiando la fonte dei rumori (ritenuti selvatici).
GHADIA (Fonte) Fonte sacra? Non per lei. Che fu maschera e diamante, che fu ed è Ilharess, che fu Detentore e ora Istruttore, che fu Mai ciò che meritava. Ma in lei non muore una consapevolezza, che strappa i suoi pensieri al Nulla. Diranno molte cose sul suo conto o nessuna. Che fuggì, che si innamorò di elfi, che si sdraiò in mezzo all'erba e richiamò il suo ruggente sospiro. Ma la verità è che non lascerà nessuna verità. Perchè per la figlia di Lolth tutto quel che deve lasciare è una figlia su queste terre corrotte, alle quali non concede più un briciolo di regale gloria e piacere. Porta con sè il maschio, forse più d'uno, per una stirpe da rigenerare. Porta con sè la razza intera che è sotto il suo nome. Ky'eshial sono morti quando il loro reame è crollato, ma Lolth e le Gocce la chiamano ad assolvere a un nuovo compito. E' ovvio che percepisca chi la precede. Ma si avvicina talmente silente da non volersi lasciar sentire (//furtività 3) senza udire, nè senza curarsene. Solo cerca la concentrazione con fluenti e noti passi già percorsi. (F. ment lv.4) Su una strada stavolta che sarà ultima per sè. Per chi con lei un giorno voglia. Per chi ora vorrà. Non vi saranno messaggi e porta con sè i suoi averi, denari, poteri. Porta nell'equilibrio infranto anche la sua vita a infrangersi nell'Ars, a lanciarsi nell'oltre ancora. (Cast 1/3- Martello di Odino lv.4 - Crepaccio)
[ATTENDERE RESPONSO] Brillante la fonte sacra, la sola cosa lucente in quella tenebra che scende imperiosa. Non vi sarà altro che uno specchio in essa, ma ognuno vedrà il proprio volto, se stesso a confronto di se stesso. La jalil che ha perso la sua maschera di una volta, troppo concentrata sullo scopo, scorgerà invece i tratti di una fervente decisione, gelidamente presa con calcolo e misura. Così principia quello che per molti è magia e che per lei è solo il naturale corso della propria essenza [GDR PLAY, TURNI: FABROX-IIRIMA-GHADIA-ANTAIR]
FABROX [Radura] Scorge una fanciulla, nelle vicinanze del corvo che aveva popo prima attirato l'attenzione con il suo verso. Le sembianze gli paiono familiari, per cui sceglie di avvicinarsi. Il suo incedere e' molto silenzioso nonostante le piante ed il fogliame, il suo verde mantello accarezza la superficie erbosa durante il cammino. Si muove con circospezione, controllando i dintorni con le verdi iridi, il capo e' scoperto. Un rumore di cicale si aggiunge allo scenario contribuendo a ritmare il suo passo. Anche gli uccelli selvatici continuano ad alternare versi e note, nell'orchestra naturale che fa la colonna sonora. La sua intenzione e' di fermarsi a soli 3 metri da Antair, attenendo che ella lo noti, poi la salutera' con un semplice "Sid Vobis, Milady".
IIRIMA VORTH {folto foresta} E sono passi quelli che forse odi, il rumore di un corvo il suono di voci che la natura ti sussurra di altre anime li nei dintorni. Hai meditato abbastanza. Ciò che è fatto è fatto , ciò che è detto è detto.. sospiri, sussurri di un tempo che fù e che non sarà più..hai udito troppe voci che ti rimandano una sola unica risoluzione. Termine. Ed è cosi che ti avvicini verso quelle anime se solo riuscissi a scorgerle, diresti{ sid vobis signori e signore..è solo mia impressione o anche per voi anime erranti la foresta sussurra strane voci stanotte?} ed è il loro volto che cerchi stanotte, poiché hai ben chiaro il da farsi ma forse, per una innata euforia di “ consapevolezza” ti chiedi se solo è tua questa sensazione o in altri menti si è insinuata come un serpente tentatore..? (//sensi sviluppati+malus malinconia+fermezza di aule).
GHADIA (Fitto pressi fonte) Vorrebbe non di una voce nè di un sussurro degnarsi di udire o lasciarsi prendere, Nè da odori nuovi, pervasa per la sua ultima volta dallo smanioso, suadente, strisciante potere dell'Ars. Energia sulla materia che muta, che si innesta su un piano vibrante, l'arazzo delle energie quali ella fila, su dita dalle vitree unghie, come pedipalpi di ragno. Danzano in aria quasi a pizzicare le corde della realtà che ha imparato a controllare perchè possa restare nei limiti. Tuttavia questa volta lascerebbe fluisca,acciocchè persa non vada la diga che trattiene dal disastro. Onde poi assicurarsi si avventi su di lei in tutto il proprio maestoso montante disastro. L'ultima speme di caricare le masserizie da lei possedute di tutto in attesa d'una partenza, un viaggio, oltre il lago, al di là delle cordigliere. Fin più in fondo delle tele di Lolth. Volendo alle sue doti e al destino ecco, Sale, cresce, come un cancro s'avvilupperebbe sulla sua mente fondo lo spessore della marea di energia. Trema la terra. Risuona dell'eco del suo Volere. Volontà è potere, Poter volere è poter creare e distruggere. Il mondo tra le dita non è solo metafora ma quel che sottilmente dunque avviene. Le viscere della terra si scuotono dal letargico torpore. Odi notte, quella voluttà di morire che viene in te seminata... [Cast 2/3- Martello di Odino lv.4 - Crepaccio-F.ment lv.4-vol. ferrea lv.4]
ANTAIR }. Pressi Radura .{ E la lucente corona di ghiaccio diventa Specchio. Un riflesso gemello, una luce nascosta, qualsiasi cosa che possa, questa notte, aver il coraggio di giudicare, bilanciare i meriti e le colpe. E prima ancora che le voci degli altri possano aprire un varco reale nella tua mente, lo Specchio ti mostra il Tempo che è stato e che non sarà mai più. Mostra la vita, unica, cruda così potente e concreta, come il seme del fiore buttato in terra scura, dimentico delle umane vanità, esso genererà dell'altro. Il viso torna frontale verso quella lucente speranza, come se proprio su questo momento devi poggiare uno sguardo attento. Vedi te stessa com'eri una volta senza spilla da Arcana, nemmeno da Stella di Eire, scorgi la fanciulla che gli eventi più recenti e passati, hanno obliato. Sorridi, sorridi a te stessa, una te che ti invita a guardare ancora. Sei disorientata ma rimani concentrata e le tue pupille si dilatano senza forza. Accanto a te v'è un tomo, in quella te riflessa e quell'altra mano che chiude la pesante copertina di cuoio. Una storia che è passata. Poi ancora cadono gocce di sangue che si tramutano, nella superficie dello specchio, in candidi petali di elleboro. Comprendi che lo specchio, quella te così eterea e velata, ti starebbe mostrando la via del percorso su questa isola. E lei sorride sempre, quell'Antair nello specchio sorride immacolata, senza colpe che hai avvertito e portato per molto tempo. Come la Tristezza. Ad un certo punto l'immagine gemella sparisce e ti mostra un bivio. Due Vie. Una riporta indietro verso la cittadella, verso la baia... l'altra è fatta di rovi e spine, di edera intrecciata sul selciato. Per un attimo batti le ciglia e rimani immobile, mentre le voci dietro di te si fanno presenti. Dopo di che ti volti, torni alla realtà della radura e ti chiedi in un istante se anche Fabrox che conosci come il Cavaliere della Magione possa vedere l'altra te allo specchio della corona lucente. "Lo specchio mostra due vie, io devo percorrerne una ancora questa notte, Venite con me... " dalle labbra sgorga una voce distante, tua ma sommate di certezze delle fine. Poi la creatura immortale, ella sconvolge il piano e annuisci per darle conferma che questa notte è una notte di Prova per voi tutti, per innalzarvi o dimenticarvi. Poi rimani in attesa, ma ti volgi ancora ocn il viso verso lo specchio, davanti a te si apre solo la via dei rovi. Della morte, della fine del cerchio. Ma il cerchio non ha fine. Il cerchio si muove.
[ATTENDERE] Le distanze si accorciano quando affinità diverse si incontrano nella radura alla sera, quando l'ombra cala sul mondo. Pallore di stelle e di luna lasciano sul sentiero la visuale che serve a riconoscere i tratti dei volti a vicenda. Silente è solo l'elfa oscura che la terra chiama e la terra fa tremare. Un terremoto intenso che tutti sentiranno, che li farà vacillare ma non cadere carponi. Restare in piedi è ancora fattibile ma la scossa si preannuncia possente. Sa la Druida qual è la scelta sua propria e anche il Cavaliere la invita a scortarla e un altro nell'acqua riflesso ella vede, come un volto nella fonte. In un momento solo la terra inizia a spaccarsi in crepe sottili come il ghiaccio fresco. Neppure allora cadranno in terra, ma sotto la fonte si apre una voragine. Sotto l'acqua sacra che non precipita da nessuna parte si schiude l'averno, un feretro o forse solo un varco senza più ritorno. Ma nessuno sente una pulsione d'obbligo e nessuno potrebbe annegarvi. Bisognerebbe proprio voler nuotare fino ad arrivare in fondo perchè il battito di un cuore si fermi. La stessa cosa che in acqua chiede la drow lentamente con la sua Ars. La terra stessa sembra accompagnarsi a quella pretesa. Ma non vi sono energie sacre che vincolino a una scelta. La via della foresta è ancora lunga...perchè soffermarsi qui a lungo? Perchè non andare avanti o perchè non andare altrove? [GDR PLAY, TURNI: GHADIA- FABROX -IIRIMA-ANTAIR]
GHADIA (Fitto- pressi fonte) Non è più celata. Nessuno potrebbe esserlo dopo ciò che manifesta e una sorta di opalescenza violacea permea il suo corpo come se il sangue di Lolth si unisse ai poteri Ancestrali per arricchire la sua grandezza magistrale di potere con una sorta di personale interpretazione. Oh sì che lo è. Dato che vuole aprire stavolta una voragine per sè e sopra di sè chiuderla. Così chiede alla terra non di spostarsi ma di spalancarsi sotto ai propri piedi. A circa 5 metri diagonali dalle spalle dei presenti che probabilmente avranno udito il forte smottamento. Un crepaccio largo e lungo quanto basta: 3 metri in ampiezza per 8 di lunghezza. per 10 in profondità, ma dalla forma di una bocca alitante il calore delle fiamme, come se spirasse l'odore delle viscere della terra- La drow lo conosce. Conosce quel respiro. Tutto quel che occorrerà a lei sarà cercare di mantenere alta la concentrazione (f.mentale lv.4 e vol.ferrea 3) e senza una parola o altri sguardi, senz'altro in vista di chi ora la scorgerà sparire sottoterra, cercare di aprire le braccia e le mani nella consapevolezza che ora cadrà. Non durerà a lungo. Non ancora. Poichè pochi istanti dopo se alla Geomante il suo elemento avrà obbedito, chiederà ad essa di ingoiarla per sempre. Non nell'ars, ma oltre la stessa, verso la dimora dei suoi antenati, in un altro luogo che non sia più quello. Così muore l'ultima drow della casata ky'eshial. Degna-da usanze- e in pieno volere,per sua scelta, di non venire ricordata mai più [Incanto martello di odino/crepaccio lv.4 3/3 lancio e attuazione]
FABROX [radura] Negli istanti successivi, gli eventi si succedono rapidi, la conversazione con Antair viene interrotta sul nascere, da scosse sismiche potenti ed istintivamente l'uomo flette le ginocchia e distanzia maggiormente i piedi per migliorare l'equilibrio, si volta vedendo e riconoscendo la maga drow, vede la voragine aprirsi. Poi attonito assiste all'ingresso di Ghadia nella voragine, le vesti di lei che svolazzano verso l'abisso, non ode rumore di ossa spezzate, ne' urla. Forse la Dea sta dando loro l'occasione di uscire da quel maledetto torpore, da quell'assoluta inedia, dalla mancanza di valori, di credo, di fiducia in qualunque essere ed in qualunque cosa. Quella via di uscita richiede coraggio e sangue freddo, richiede il sovrumano distacco dall'amore per la vita, un vero e proprio salto nel vuoto, incubo di molte notti insonni. Lui, che sempre aveva usato la logica, a volte il cuore, spesso la fede, nelle sue scelte piu' importanti, si ritrova a fare una scelta ben poco logica e molto istintiva. E si lascia anche prendere dalla fretta di scegliere, come se temesse di cambiare idea e di ripensarci. Lady Ghadia, non avrebbe mai immaginato di morire insieme a lei, ne' subito dopo di lei, si erano conosciuti non molto tempo fa, avevano anche viaggiato insieme da Barrington ad Avalon, aveva superato la diffidenza iniziale che nutriva a pelle nei suoi confronti. "E sia..." § - sussurra la mente al proprio spirito - "Ti seguiro', Ghadia, dovunque tu stia andando, anche dovessimo finire nell'Ade Oscuro... Muovermi nell'ombra, come sempre, con coraggio e vincendo le mie paure" - § Cosi' egli a passo deciso si accosta alla voragine e spicca un salto finale, come se dovesse tuffarsi nelle fredde acque del lago. Un ultimo sguardo alla sua amata Avalon, per poi chiudere gli occhi ed assaporare la sensazione da brivido generata dal vuoto. Il suo verde mantello ondeggia immobile nell'aere e dopo un attimo cala giu' anch'esso con il classico rumore di una bandiera al vento. E' la fine di Sir Fabrox Regaldis, da sempre Cavaliere di Avalon, un altro pezzo di storia che svanisce cosi', dirigendosi verso l'ignoto, in caduta libera, proprio come la sua Avalon.
IIRIMA VORTH {folto foresta} E la donna pronunzia il verdetto, anch’ella come te vede due vie. Una fatta di rovi , che tu hai tradotto come il sussurro del vento portatore di morte o qualsivoglia “fine”, un’altra via che conduce alla cittadella, ai tuoi occhi la traduzione altri non è se non la ristagnante puzza fatta di corruzione. Ha già scelto. Scegli di seguire il tuo destino, e cosi ti incammini verso quei rovi con la donna e l’uomo. Non indugi, ti infili nei rovi lasci che le spine trafiggano il tuo corpo, lasci alla natura ciò che ha creato e forgiato: te stessa. Lasci che il pavimento si fradici del tuo sangue sacro e immortale. Lasci il timore della fine e del dolore che l’accompagna, e cosi il tuo corpo si squarcia. Sanguini. Vuoi che la fine giunga e vuoi che lo faccia ora. I tuoi averi, te stessa..tutto è con te. La terra trema e quei tremori sembrano in qualche modo accompagnare i tuoi lamenti, accompagnare un’altra anima altrove li dove il dolore diventa sussurro di idee e valori. Concretezza . terremoto e trema il tuo corpo al contrario della tua anima. Anche ciò che il to mondo stesso rinnega e disprezza sembra aver compreso l’assurdità del proseguo, e la verità del sacrificio. No, non puoi più tardare..non un altro passo occorre per rimandare la dipartita. Non dopo che anche il Cavaliere ha dato conferma del tuo stesso pensiero.. ma lo farai a modo tuo, non puoi abbandonare la dignità di ciò che sei e gettarti nel vortice di un drow! Chiunque essa sia! { milady} chiedi l’attenzione della donna. Tiri fuori l’athame {sia la natura, e siate voi compagni sconosciuti testimoni della dipartita di una delle ultime della mia stirpe} e cosi con l’athame recidi in modo netto e profondo i tuoi polsi, i tuoi polsi gocciolano di sangue sacro. Cade a terra , copioso. Regale, e pulsante ..ancora vivo, come se ti stesse strappando la vita dal corpo. Un sangue avido. { un breve viaggio compagni mie, ma intenso..} Lentamente i sensi ti lasciano, l’athame cade a terra e forse resti sospesa dalle spine, o forse cadi anche tu , non lo sai, non lo vedi, non ti importa. Cadi e ti abbandoni, certa che sia la scelta migliore. (//sensi sviluppati+malus malinconia+fermezza di aule+vista).
ANTAIR }. Pressi radura .{ I messaggi. Le parole. Le azioni. Siete questa notte, siete le notti che non verranno e quelle che tarderanno per sempre. Un filo si disegna sulle tue labbra, una voce, poi mille nel terremoto che genera pargoli alla terra di Avalon. I figli eravate voi, non vi sono altri che abbiano intessuto ogni linfa con il cuore di questa landa. L'hai protetta e forse essa stessa non ha mai chiesto di altro. Sei stata onesta. Giusta ed operosa. Ma non basta a questa notte, ancora no, perchè oltre alla figura del Cavaliere, v'è Ghadia e un incanto potente la racchiude e spacca la crosta del mondo ed ogni cosa crolla, come la caducità di corpi sfiniti dalle colpe degli altri, dalle maledizioni degli altri, dagli imbrogli degli altri e dal non aver saputo distinguere cosa Avalon chiedesse. Un esercito lucente contro il Boia. Altri sono diventati giustizieri e non puoi più perdonare. Ora vai, Antair, stella, veggente, strega. Bambina, faniculla. Madre ed Amante. Combattente fino alla fine. Tutto è rapido, consequenziale. Fabrox salta e l'elfa decide di porre fine alla sua vita immortale. I tuoi stessi attimi sono veloci. La terra trema e non hai il tempo di pensare a chi non rivedrai più perchè non v'è più nessuno che devi seguire. Ed infine ella ricade a terra tu corri e argini alcuni fossati creatasi, cerchi di essere veloce quanto basti affinchè quel tremore dell'isola possa concederti un momento solo. Ragioni a mente fredda e quando sarai giunta nei pressi dell'immortale volgi il capo in cerca di aiuto, ma alla fine di ogni cosa prenderai anche lei. Non vedi più Ghadia e nemmeno Fabrox. Afferri solo la mano dell'elfa che non sai chi sia, ma hai la sensazione netta che ella debba saltare con te. Così, a meno di trenta centimetri dal crepaccio, piegheresti sulle ginocchia, con la mandritta prendi il braccio prossimo di lei e la trascini nel vuoto. La stoffa del tuo abito, i tuoi capelli si sollevano in senso orizzontale, è un volo senza ali. Ma alla fine del mondo non si scoprirà la fine.
[ATTENDERE RESPONSO] Come il guscio di un uovo che cela il suo rosso embrione si spalanca il suolo agitandosi nefasto nello spasmo di pochi istanti, ma sufficienti perchè un'ondata di anime disperse da quella profonda più del crepaccio depressione che affonda l'isola possa trasmutare intenti di dubbio in tentativi di sciogliere ogni nodo come Alessandro Magno. Un taglio netto a slacciare il filo delle Parche. O meglio, così sarebbe, se L'elfa lascerà che la donna prenda la sua mano. [GDR PLAY SOLO IIRIMA!]
IIRIMA VORTH {folto foresta} E cosi come se non bastassero i rovi, come se non bastesse il peso del sussurro del vento e lo squarcio che la foresta ti ha aperto, come se non bastasse l’athame che ha squarciato entrambi i tuoi polsi.. lontano eppur vicino ti arriva il sussurro della druida.. un rintocco che sembra un bacio, l’ultimo bacio. Una carezza che si infrange dolce in uno degli ultimi tuoi immortali respiri. Ti afferra le mani, è una voce che accompagna unisona la natura , te , lei e per stramba coincidenza un elfo oscuro. Come se bene e male si fossero congiunti nello stesso torbido eppur “puro” abbraccio. Si . lasci che la druida afferri la tua mano, lasci che ti trascini giù e , con te tutti i tuoi averi, e tutti gli anni che verranno. Cadi nel crepaccio mano nella mano con coloro che forse saranno compagni di ben altre avventure in ben altri mondi..altre storie che non sono date sapere. Quali fili per voi tesseranno le Parche come abili amanti, dove vi lasceranno danzare probabilmente di li a poco lo scoprirete. Cosi sia. E in quel tuffo stringi la mani alla donna sconosciuta ti lasci cadere esalando cosi uno dei tuoi ultimi sospiri. La guardi, le sorrisi in pace. Spiri. Non sentendo , forse mai, il tonfo della dipartita. . (//sensi sviluppati+malus malinconia+fermezza di aule+vista).
[ATTENDERE ESITO ]
Unione insolita nell'addio estremo.
Com'è puro il potere ancestrale che fluttua in un luogo tanto sacro da macchiare col sangue dell'elfa la terra e poche gocce poi nulla sull'orlo di un suolo profondamente smottato che torna ad agitarsi, come costellato di vermi FINO a richiudersi completamente liscio sopra di loro, come prima, come nulla fosse. Dalla morte alla vita e viceversa. Così periranno scegliendo il profondo nulla misterioso a una terra profondamente mutata. Con tutti i loro averi e denari e possedimenti, persino loro creature, svaniranno per magia in un enigma per le due terre. Si scagliano lontani, verso le luci in fondo ai tunnel che sono nella loro mente, Cavaliere e Druida, Elfa e Drow. Luci e Ombre, Natura e Onore, Magia Ancestrale e Naturale asperse in stille di ognuno di costoro, abbandonano quelle terre Sacre. La Dea, come sempre, Osserva. Nulla si muove senza che ella veda e taccia. [QUEST END!]