La EXXON è il Sesto produttore al Mondo di Gas Serra!!!

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virruzz
00giovedì 1 febbraio 2007 17:05

ll'origine del «negazionismo» in tema di riscaldamento globale
ExxonMobil è da molti anni tra le prime compagnie mondiali. E' forte in politica e ha un peso in pace e in guerra. La si sapeva contraria a «Kyoto», ma non così tanto
G. Ra.
Tutti quelli che si occupano di inquinamento sanno che esiste una classifica tra gli stati, in ordine alle emissioni di gas serra, e che essa è capeggiata dagli Stati uniti. Molti poi sanno che al secondo posto c'è la Cina, in rimonta, al terzo la Russia e che seguono il Giappone e l'India. Ma chi è al sesto posto, prima della Germania? Quale potenza mai sulla terra emette anidride carbonica in misura superiore a tutta la Germania, senza essere l'India e gli altri formidabili paesi inquinatori? La risposta è: ExxonMobil. L'uso finale dei prodotti ExxonMobil: benzina olio combustibile, gasolio, kerosene e via cantando, contribuisce fortemente alla produzione globale del principale gas serra, l'anidride carbonica. E' del tutto ovvio che non si può sommare la produzione di gas serra di Exxon con quella degli Usa, o della Germania o dell'India, perché sarebbe contare due volte. Ma è utile sapere le dimensioni, gli interessi in gioco.
La classifica non l'abbiamo inventata noi, ma compare in uno studio dell'«Union of Concerned Scientist», gli scienziati impegnati dell'Ucs, circa duecentomila negli Usa. Lo studio riguarda appunto ExxonMobil, la prima compagnia energetica del pianeta e spiega in che direzione vadano i suoi interessi. Gli scienziati l' accusano di disinformazione in un testo dal lungo titolo «Fumo, specchi e aria calda: come ExxonMobil usa le tattiche delle grandi marche di sigarette per creare incertezza sul cambiamento del clima». Il 10 gennaio scorso ne ha parlato sul manifesto Marina Forti nel suo Terra Terra «ExxonMobil finanzia il dubbio».
ExxonMobil è stata guidata dal suo presidente Lee R. Raymond in una battaglia contro ogni certezza sull'origine umana del riscaldamento terrestre. Raymond ha dato le dimissioni all'inizio del 2006 e qualche mese dopo si è saputo che la sua liquidazione era di 400 milioni di dollari. Saranno rimasti male gli scienziati, ben diversi da quelli impegnati e comunicatori e politici che hanno appoggiato le scelte volute fortemente da Raymond e imposte al governo, nel negare, rallentare, seminare dubbi in merito al riscaldamento globale, considerato nei piani alti della ExxonMobil come un argomento negativo e contrario agli interessi della società e quindi antiamericano.
Nell'ultimo rapporto sul ruolo sociale dell'impresa a sua firma (2004) si legge «Il nostro impegno di responsabilità si concretizza nel mantenere i più alti standard etici». E tra gli standard etici primeggia l'arresto di ogni ricerca concreta sulle energie rinnovabili e pulite diversa da quella su motori automobilistici più efficienti. L'accusa contro ExxonMobil è di aver finanziato con 16 milioni di dollari, tra il 1998 e il 2005, una rete di organizzazioni capaci di costruire l'incertezza in tema di riscaldamento ambientale.
La volontà di disinformare è ricostruita con molta attendibilità nella ricerca firmata dagli scienziati impegnati. Vi si mostrano i nomi e i percorsi, gli incroci accademici ed editoriali, il ripetersi dei convegni, le caratteristiche dei finanziamenti, i legami con il governo, in particolare quello ristretto, del petroliere della Casa bianca.
Ma l'elemento più interessante è quello che lega la disinformazione attuata da ExxonMobil con quella precedente degli industriali del tabacco. Insomma, ExxonMobil sulla via del tabacco. La vicenda del dubbio seminato dall'industria del tabacco è ben documentatata. Le richieste dei tribunali di quasi tutti gli stati americani hanno imposto alle società dei tabacchi di mettere a disposizione degli avvocati dell'accusa gli archivi dei segreti interni. Così si è potuta conoscere la strategia che dopo aver insistito, metodicamente, per 50 anni, sulla non esistenza di una evidenza scientifica che legasse il fumo al cancro, è andata avanti a lungo sostenendo l'impossibilità di dimostrare gli effetti dannosi del fumo passivo. Molto simili comportamenti e motivazioni di ExxonMobil. Gli autori della ricerca vi ritrovano infatti gli stessi cinque punti essenziali che hanno caratterizzato la strategia tabacchiera. E li indicano, nel riassunto che precede il testo della ricerca stessa. Fabbricazione dell'incertezza, elevando dubbi anche sulle questioni evidenti. Riciclaggio dell'informazione, facendo uso di organizzazioni apparentemente indipendenti per confondere il pubblico. Promozione di portavoci che offrano una falsa rappresentazione di imparzialità scientifica, cercando di persuadere il pubblico e i media che il dibattito tra gli scienziati sull'origine umana del riscaldamento terrestre è in corso. Blocco della politica d'intervento sull'effetto serra, puntando sulla necessità di approfondire le conoscenze. Infine, uso di ogni mezzo per premere su Bush e arrestare le politiche sul riscaldamento globale.



www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Gennaio-2007/ar...
virruzz
00giovedì 1 febbraio 2007 17:09
Questo un po' si ricollega ad un mio post precedente in cui ricordavo che l'associazione degli insegnanti di scienze americana aveva rifiutato 30000 copie gratuite del film di Al Gore motivandolo col fatto che non volesse fare political endorsment e perchè poteva essere n contrasto con i loro sponsor, appunto, la exxon

Puoi leggere l'articolo di denuncia della produttrice del film

http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2006/11/24/AR2006112400789_pf.html
stella rossa
00sabato 3 febbraio 2007 18:59
la cosa ridicola è che ieri leggevo sul televideo che per risparmiare l'1% di emissioni la francia ha tolto la corrente elettrica per un minuto... [SM=x584441]
virruzz
00domenica 4 febbraio 2007 17:48
Re:

Scritto da: stella rossa 03/02/2007 18.59
la cosa ridicola è che ieri leggevo sul televideo che per risparmiare l'1% di emissioni la francia ha tolto la corrente elettrica per un minuto... [SM=x584441]



Stella, era una cosa simbolica, anche il ministero dell'ambiente italiano ha aderito.

Noto comunque che in italia, come in questo forum, i temi ambientali e del riscaldamento globale interessano poco o nulla.

Meglio il calcio , il partito democratico e Ruje che spamma il forum...

V.
.kiwi.
00domenica 4 febbraio 2007 17:53
Re: Re:

Scritto da: virruzz 04/02/2007 17.48


Stella, era una cosa simbolica, anche il ministero dell'ambiente italiano ha aderito.

Noto comunque che in italia, come in questo forum, i temi ambientali e del riscaldamento globale interessano poco o nulla.

Meglio il calcio , il partito democratico e Ruje che spamma il forum...

V.



hai ragione Virruz.
ti dirò che sono abbastanza sfiduciata, nel senso che non credo che verrano presi particolari provvedimenti o restrizioni per arginare il problema.
quando sento parlare di queste cose, o leggo articoli sul tema, mi viene sempre l'ansia perchè so di non poter fare praticamente nulla, se non le piccole cose come la raccolta differenziata ed evitare sprechi e consumi inutili.
purtroppo noi non abbiamo molto potere in merito, spetterebbe ai nostri rappresentanti agire. [SM=x584437]
.kiwi.
00domenica 4 febbraio 2007 17:56


"Diecimila dollari per dissentire dal rapporto"L'industria petrolifera ha tentato la corruzione

La presentazione del rapporto Ipcc
LONDRA - Diecimila dollari per ogni studioso disposto a dissentire dalle certezze raggiunte sull'incidenza delle attività umane nell'aumento della temperatura del Pianeta. La contabilità dei cambiamenti climatici si arricchisce di un nuovo, inquietante, costo: il prezzo della tentata corruzione degli scienziati dell'Ipcc, l'organismo delle Nazioni Unite che studia le dinamiche del riscaldamento globale. A offrire la cifra, secondo quanto rivelato oggi dal quotidiano britannico The Guardian, è stata nei mesi scorsi l'American Enterprise Institute, un think tank che opera grazie ai finanziamenti del colosso petrolifero ExxonMobil e con stretti collegamenti alla Casa Bianca.

Per compiere questo tentativo di accomodare le valutazioni scientifiche alla necessità di andare avanti con i profitti del "business as usual", l'istituto ha mandato nei mesi scorsi una lettera a diversi scienziati sparsi per il mondo offrendo un assegno da diecimila dollari più una serie di altri benefit in cambio di affermazioni in grado di minare la credibilità delle conclusioni dell'Ipcc. A far recapitare le missive è stato Kenneth Green, un collaboratore esterno dell'Aei, che ha ammesso di averle spedite anche a economisti e analisti politici di fama, chiedendogli di partecipare a un rapporto "indipendente" da contrapporre a quello dell'Onu.

La lettera apparentemente si ammantava di motivazioni scientifiche, lamentando il fatto che l'Ipcc "è impermeabile a qualsiasi voce critica" e "prono a conclusioni sommarie non supportate da sufficiente materiale analitico", chiedendo quindi ai destinatari di sottolineare i limiti degli attuali modelli di previsione climatica.

La rivelazione del Guardian è stata commentata con amara ironia da Greenpeace. "L'Aei è molto più di un semplice think tank, funziona come una Cosa Nostra intellettuale dell'amministrazione Bush, sono i surrogati della Casa Bianca nell'agonia della loro campagna per negare i cambiamenti climatici. Sono stati sconfitti sul piano scientifico e sul piano morale riguardo alla necessità di agire. Tutto quello che gli è rimasto è una valigia piena di contanti".

(2 febbraio 2007)
virruzz
00lunedì 5 febbraio 2007 13:49
Re: Re: Re:

Scritto da: .kiwi. 04/02/2007 17.53


hai ragione Virruz.
ti dirò che sono abbastanza sfiduciata, nel senso che non credo che verrano presi particolari provvedimenti o restrizioni per arginare il problema.
quando sento parlare di queste cose, o leggo articoli sul tema, mi viene sempre l'ansia perchè so di non poter fare praticamente nulla, se non le piccole cose come la raccolta differenziata ed evitare sprechi e consumi inutili.
purtroppo noi non abbiamo molto potere in merito, spetterebbe ai nostri rappresentanti agire. [SM=x584437]



Invece non è così. Tutti possiamo fare qualcosa, è chiaro che l'impatto non lo senti alla lunga c'è.

Prima che riciclare, riusare, non sprecare inutilmente risorse energetiche, non usare l'auto per andare dietro l'angolo a comprare le sigarette, andare in bici, quando vai a fare la spesa riusa le tue buste, prediligi prodotti locali a quelli importati etc etc.

Sembrano piccole cose, ma una delle più grandi sfide sta nel cambiare le abitudini, e ti assicuro che non è facile.
Poi c'è da influenzare l'agenda politica, quindi basta volerlo e le cose cominciano a cambiare.

V.
.kiwi.
00lunedì 5 febbraio 2007 14:15
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: virruzz 05/02/2007 13.49


Invece non è così. Tutti possiamo fare qualcosa, è chiaro che l'impatto non lo senti alla lunga c'è.

Prima che riciclare, riusare, non sprecare inutilmente risorse energetiche, non usare l'auto per andare dietro l'angolo a comprare le sigarette, andare in bici, quando vai a fare la spesa riusa le tue buste, prediligi prodotti locali a quelli importati etc etc.

Sembrano piccole cose, ma una delle più grandi sfide sta nel cambiare le abitudini, e ti assicuro che non è facile.
Poi c'è da influenzare l'agenda politica, quindi basta volerlo e le cose cominciano a cambiare.

V.



ci credi che faccio tutto quello che hai elencato?
e non da poco tempo, ormai sono anni.
però mi sembra inutile, spero che tu abbia ragione.
[SM=x584433]
virruzz
00martedì 6 febbraio 2007 12:12
Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: .kiwi. 05/02/2007 14.15


ci credi che faccio tutto quello che hai elencato?
e non da poco tempo, ormai sono anni.
però mi sembra inutile, spero che tu abbia ragione.
[SM=x584433]



Intanto cominciamo a parlarne. Se hai figli, o se vuoi averne, questa è una priorità per il loro futuro.

V
stella rossa
00martedì 6 febbraio 2007 12:54
non ci sono le giuste politiche di incentivi alla raccolta differenziata e al consumo energetico.
per quanto riguarda il primo punto riciclare costa. il fastidio di selezionare l'immondizia e accumularla in casa non è ricompensato da incentivi economici, come ad esempio uno sconto significativo sulla bolletta della spazzatura o provvedimenti simili. in più se in cartolibreria acquisto un quadernino di carta riciclata mi costa il doppio di un quaderno normale. dal punto di vista dell'economia neoclassica è irrazionale riciclare, da un punto di vista meno abbietto è quanto meno eroico.
analogamente una lampadina a basso consumo costa dieci volte più rispetto una lampadina normale, senza parlare di quanto costa l'installazione di un pannello solare. al risparmio energetico non corrisponde un risparmio economico della singola famiglia.
si vede subito che lo stato deroga al privato l'investimento, imputandogli i costi della lotta all'inquinamento, mentre invece deve essere lo stato ad assumersi in prima persona la responsabilità degli investimenti nelle energie pulite e nel riciclaggio dei rifiuti.

.kiwi.
00martedì 6 febbraio 2007 17:09
tristemente vero.
la domanda è: NOI, semplici cittadini, con i nostri mezzi limitati, abbiamo il potere di cambiare le cose?
secondo me, no e vorrei tanto sbagliarmi.
ISKRA!
00martedì 6 febbraio 2007 22:45
Re:

Scritto da: stella rossa 06/02/2007 12.54
dal punto di vista dell'economia neoclassica è irrazionale riciclare, da un punto di vista meno abbietto è quanto meno eroico.



Basta una legislazione coraggiosa che imponga delle precise quote di riciclo e nel caso di mancato rispetto imponga multe molto elevate alle amministrazioni, da riutilizzare per diminuire la pressione sulle amministrazioni che raggiungono livelli di riciclo elevati.

L'esistenza o meno di una politica di riciclo dei rifiuti è una scelta anche politica.

Il porta a porta è un casino, ve lo assicuro, ma ha un significato politico ed ambientale importante.
stella rossa
00mercoledì 7 febbraio 2007 10:09
Re: Re:

Scritto da: ISKRA! 06/02/2007 22.45


Basta una legislazione coraggiosa che imponga delle precise quote di riciclo e nel caso di mancato rispetto imponga multe molto elevate alle amministrazioni, da riutilizzare per diminuire la pressione sulle amministrazioni che raggiungono livelli di riciclo elevati.

L'esistenza o meno di una politica di riciclo dei rifiuti è una scelta anche politica.

Il porta a porta è un casino, ve lo assicuro, ma ha un significato politico ed ambientale importante.




non sono d'accordo.
se tale politica non è accompagnata da una riduzione delle tasse è economicamente iniqua. senza considerare che in determinati luoghi in cui non si riescono a smaltire i normalissimi rifiuti solidi urbani, tipo napoli - ma anche la sicilia - non puoi costringere il cittadino a differenziare la spazzatura che si accumulerà sui marciapiedi o in discariche abusive!


il porta a porta avrà un significato politico, ma la ferma decisione da parte dello stato di avviare politiche ambientali generali si smaltimento e risparmio è imprescindibile.


virruzz
00mercoledì 7 febbraio 2007 12:22
Re:

Scritto da: stella rossa 06/02/2007 12.54
non ci sono le giuste politiche di incentivi alla raccolta differenziata e al consumo energetico.
per quanto riguarda il primo punto riciclare costa. il fastidio di selezionare l'immondizia e accumularla in casa non è ricompensato da incentivi economici, come ad esempio uno sconto significativo sulla bolletta della spazzatura o provvedimenti simili. in più se in cartolibreria acquisto un quadernino di carta riciclata mi costa il doppio di un quaderno normale. dal punto di vista dell'economia neoclassica è irrazionale riciclare, da un punto di vista meno abbietto è quanto meno eroico.
analogamente una lampadina a basso consumo costa dieci volte più rispetto una lampadina normale, senza parlare di quanto costa l'installazione di un pannello solare. al risparmio energetico non corrisponde un risparmio economico della singola famiglia.
si vede subito che lo stato deroga al privato l'investimento, imputandogli i costi della lotta all'inquinamento, mentre invece deve essere lo stato ad assumersi in prima persona la responsabilità degli investimenti nelle energie pulite e nel riciclaggio dei rifiuti.




Ilcosto del riciclo e del riuso?
In che senso? Cosa ti costa buttare la carta nel cestino della carta, la plastica in quello della plastica etc?
La voglia magari.
Non parlerei solo di incentivare economicamente, ma di renderlo obbligatorio.

Riguardo ai rifiuti, alcune cose che potrebbero aiutare:

- reitrodurre subitoil vuoto a rendere per il vetro
- cassonetti nei condomini e non più nelle strade (credo che esistano solo in italia) con separazione tra bio, carta e tutto il resto mentre plastica lattine e vetro andrebbero rese.
- fermare tutti gli inceneritori che sono la morte per qualsiasi tentativo di limitare la produzione di rifiuti, perchè per essere economicamente convenienti hanno bisogno di tanti rifiuti.

Le lampadine a risparmio emergetico costano 10 volte di più ma durano 10 volte di più e consumano un sacco di meno. Per esempio nel 1995 ho cambiato le lampade nella mia stanza da letto (quando abitavocoi miei e non le ho mai cambiate).
In questo senso si potrebbe semplicemente tassare del 300% la vendita di lampadine non ecologiche in modo da eliminarle dal mercato.

Si potrebbe intervenire negli standard di costruzione e ristrutturazione di nuovi edifici e di edifici pubblici per evitare la dispersione di calore e abbattere le bollette di gas e elettricità di circa il 50%.

Il problema è l'ignoranza, non se ne parla e non si conoscono soluzioni possibili a problemi spesso elementari che hanno bisogno solo di volontà politica e di un minimo di igegno.

La volontà deve nascere soprattutto a livello locale affinchè l'utilizzo di politiche serie coinvolga la popolazione e eviti le emergenze rifiuti tipiche delle regioni del sud.

V.

ISKRA!
00mercoledì 7 febbraio 2007 12:55
Riciclare

Scritto da: stella rossa 07/02/2007 10.09
non sono d'accordo.
se tale politica non è accompagnata da una riduzione delle tasse è economicamente iniqua. senza considerare che in determinati luoghi in cui non si riescono a smaltire i normalissimi rifiuti solidi urbani, tipo napoli - ma anche la sicilia - non puoi costringere il cittadino a differenziare la spazzatura che si accumulerà sui marciapiedi o in discariche abusive!


il porta a porta avrà un significato politico, ma la ferma decisione da parte dello stato di avviare politiche ambientali generali si smaltimento e risparmio è imprescindibile.



Gli impianti di riciclaggio riducono moltissimo la quota di rifiuto secco residuo, che è quella che materialmente va incenerita o rifilata in discarica.
Alla fine si produce meno rifiuto, proprio perchè se ne promuove il riutilizzo ed il riciclo e si valorizza l'aspetto merceologico di alcune componenti del rifiuto stesso.

Naturalmente è vero che attualmente non esiste un vantaggio economico a valle, per il consumatore, d'altronde per molti anni anche gli inceneritori si sono potuti avvalere di sussidi ambientali; anche se esiste, concedimelo, un vantaggio ambientale collettivo per la comunità, anche quello è un aspetto da considerare, soprattutto se si possiede un minimo di lungimiranza.

Che poi a molti cittadini non freghi niente perchè ne fanno una questione solo di comodità, è vero, ma è anche molto triste.

P.S: Che poi devo ancora trovare un paese d'Italia disposto a prendersi una discarica o un inceneritore senza far problemi.

H.S... [SM=x584499]
ISKRA!
00mercoledì 7 febbraio 2007 13:10
Re: Re:

Scritto da: virruzz 07/02/2007 12.22
- reitrodurre subitoil vuoto a rendere per il vetro
- cassonetti nei condomini e non più nelle strade (credo che esistano solo in italia) con separazione tra bio, carta e tutto il resto mentre plastica lattine e vetro andrebbero rese.
- fermare tutti gli inceneritori che sono la morte per qualsiasi tentativo di limitare la produzione di rifiuti, perchè per essere economicamente convenienti hanno bisogno di tanti rifiuti.



Nella mia provincia abbiamo il porta a porta per umido carta vetro lattine e plastica, e poi anche per la quota di secco non riciclabile.

Non è proprio una grande comodità, ma si ricicla complessivamente più del doppio di prima, quando c'erano i cassonetti stradali.

Sugli inceneritori ti dò assolutamente ragione

stella rossa
00mercoledì 7 febbraio 2007 13:57

Ilcosto del riciclo e del riuso?
In che senso? Cosa ti costa buttare la carta nel cestino della carta, la plastica in quello della plastica etc?
La voglia magari.




nel senso che il processo tecnico di riciclaggio è ancora molto costoso, quindi i prodotti riciclati hanno un costo maggiore rispetto agli altri.
questo semplicemente perchè non si è investito in questo campo [SM=x584433]

un'ultima cosa.
il problema dell'emengenze rifiuti al sud fugge alla volontà e alla sensibilità democratica dei cittadini, dato che l'attività di smaltimento rifiuti, così come la gestione delle risorse idriche, è stata affidata dalle autorità locali alla gestione mafiosa.


virruzz
00giovedì 8 febbraio 2007 15:05
Re:

Scritto da: stella rossa 07/02/2007 13.57

Ilcosto del riciclo e del riuso?
In che senso? Cosa ti costa buttare la carta nel cestino della carta, la plastica in quello della plastica etc?
La voglia magari.




nel senso che il processo tecnico di riciclaggio è ancora molto costoso, quindi i prodotti riciclati hanno un costo maggiore rispetto agli altri.
questo semplicemente perchè non si è investito in questo campo [SM=x584433]

un'ultima cosa.
il problema dell'emengenze rifiuti al sud fugge alla volontà e alla sensibilità democratica dei cittadini, dato che l'attività di smaltimento rifiuti, così come la gestione delle risorse idriche, è stata affidata dalle autorità locali alla gestione mafiosa.




Il punto è che si deve puntare a produrre meno rifiuti, non a riciclare i materiali. Nella scala di priorità nelle politiche di smaltimento di rifiuto il riciclo è al terzo posto.
Prima evitiamo di creare rifiuti (meno imballaggi etc)
Poi riusiamo ciò che si può (bottiglie ad esempio)
Poi si ricicla

Il tuo discorso sul sud suona un po'vittimistico. Siamo vittime della mafia e delle autorità locali. Beh, anche da noi meridionali deve partire la cultura della legalità, che non c'è neanche nei più onesti.

Quando ci sono proteste contro discariche e inceneritori sarebbe conveniente provare a fare un contratto con le cittadinanze, se in due anni non diminuite del 30% i vostri rifiuti e non quadrupricate la raccolta differenziata, vi facciamo la discarica o l'inceneritore. A quel punto, sono i cittadini a scegliere il loro destino.

V.
stella rossa
00giovedì 8 febbraio 2007 17:12
non si tratta di vittimismo. che il potere in sicilia e altre regioni sfugga al controllo democratico è un dato di fatto.
l'unico modo pacifico per combattere questo status quo è che il singolo si mantenga rigorosamente nella legalità e che abbia l'iniziativa per azioni civili come quella del riciclaggio.
certo è che se il potere centrale dello stato desiderasse avvicinarsi ai cittadini meridionali, lancerebbe politiche di incentivi e campagne di informazione per sensibilizzare i singoli cittadini.
proprio ieri sentivo al tgr che a sciacca e dintorni le autorità si stanno muovendo in questo senso, riuscendo a raggiungere un aumento della differenziazione del 25%. dalle mie parti invece gli incentivi sono stati tolti, si paga la tassa per la spazzatura più elevata d'italia e non esistono campane per la raccolta di vetro, plastica, etc. a queste condizioni non è la cittadinanza incivile a non differenziare i rifiuti, ma l'amministrazione comunale.

infine, per quel che riguarda la riduzione della produzione di rifiuti in una società consumista come la nostra mi pare una chiemera.
ISKRA!
00giovedì 8 febbraio 2007 17:20
piccole cose

Scritto da: stella rossa 08/02/2007 17.12
infine, per quel che riguarda la riduzione della produzione di rifiuti in una società consumista come la nostra mi pare una chiemera.



Non è proprio così.
In germania si fa una notevole riduzione dell'imballaggio, una scelta migliore dei materiali di confezionamento, una propaganda finalizzata alla creazione di meno rifiuto.

Eppure la germania resta capitalista.
Alcune cose si possono fare... [SM=x584433]
stella rossa
00giovedì 22 febbraio 2007 00:07
Re: piccole cose

Scritto da: ISKRA! 08/02/2007 17.20


Non è proprio così.
In germania si fa una notevole riduzione dell'imballaggio, una scelta migliore dei materiali di confezionamento, una propaganda finalizzata alla creazione di meno rifiuto.

Eppure la germania resta capitalista.
Alcune cose si possono fare... [SM=x584433]




ma non si stava parlando della produzione di rifiuti domestici? [SM=x584442]

dicevo solo che la produzione di molta monnezza ha nel dna la cultura dell'"usa e getta" [SM=x584437]
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