Israele e Hamas

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Bl@CkBoY
00mercoledì 27 febbraio 2008 18:47



Israele, sondaggio: il 64% vuole dialogo con Hamas


La maggioranza dei cittadini israeliani è favorevole ai negoziati di pace tra lo Stato ebraico ed Hamas, il movimento radicale palestinese che controlla la Striscia di Gaza. È quanto emerge da un sondaggio Dialog, pubblicato sul quotidiano Haaretz. Il 64% degli israeliani interpellati, infatti, ritiene che Israele dovrebbe negoziare con Hamas per bloccare il lancio di razzi Qassam contro il sud dello Stato ebraico ed ottenere il rilascio di Gilad Shalit, tenuto in ostaggio dal movimento islamico dall'estate del 2006. Meno che un terzo degli interpellati, il 28%, continua invece adopporsi a ogni negoziato di pace con i palestinesi.

Appena tre giorni fa anche il sindaco di Sderot, la cittadina sottoposta al costante tiro di razzi Qassam dal territorio israeliano, Eli Moyal, si era detto disponibile ad aprire un canale di dialogo con Hamas pur di evitare il lancio dei razzi. Mohammed Nazzal, membro dell'ufficio politico di Hamas, all'indomani della dichiarazione del sindaco, ha risposto rilasciando una dichiarazione all'agenzia italiana Ap: «Hamas è pronta a calmarsi e a cessare il lancio di razzi su Sderot se Israele fermerà la sua aggressione» contro il popolo palestinese. Lo stesso giorno tre Qassam hanno centrato delle zone residenziali della città: uno ha colpito un ricovero sotterrano, il secondo una casa e il terzo è atterrato vicino ad una scuola, ferendo un bambino israeliano di dieci anni. All'inizio di questo mese un altro bambino di otto anni ha perso una gamba a causa di un razzo.

Mercoledì un raid aereo israeliano a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza ha fatto sette vittime, secondo quanto riferito dall'emittente Al Jazira. I cinque morti sarebbero attivisti della Brigate Ezzedine al Qassam, il braccio armato di Hamas a Gaza e a quanto pare viaggiavano su un minibus che si stava dirigendo verso un vicino avamposto della Forza marina. Altri due «giovani miliaziani» palestinesi sono stati uccisi da un'unità speciale dell'esercito israeliano penetrato a Nablus in Cisgiordania. A quanto sembra gli agenti speciali erano in borghese. Lo scontro a fuoco, nel quale sono morti due miliziani delle Brigate dei martiri di al-Aqs, braccio armato di Fatah, ha provocato un'ondata di indignazione e la denuncia da parte delle Brigate Martiri di Al Aqsa della tregua con Israele. I due morti sono stati identificati come Wael ed Ibrahim Messeini.

Hamas nel frattempo risponde piccata alle accuse formulate dal presidente dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas secondo il quale Hamas avrebbe permesso ad agenti di Al Qaeda d'infiltrarsi nella Striscia di Gaza. «Ritengo che membri di Al Qaeda abbiano raggiunto i territori palestinesi e Gaza in particolare. Penso che la presenza di al Qaeda sia stata resa possibile dall'aiuto di Hamas, specialmente a Gaza», ha detto in un'intevista pubblicata dal quotidiano arabo al Hayat. Valutazioni del genere erano state espresse nel Parlamento israeliano dal capo dell'intelligence, generale Amos Yadlin. Ma la nota di Hamas si rivolge in particolar modo contro il presidente dell'Anp Abu Mazen e contro il suo consigliere Tayeb Abdel Rahim che avevano denunciato l'ingresso a Gaza di elementi del gruppo qaedista Fatah al-Islam. Secondo il ministero degli interni di Hamas a Gaza una indagine ha appurato che quegli elementi sono in realtà «ex agenti dei servizi palestinesi». Il loro incarico, secondo Hamas, era di accreditare la sensazione che la striscia di Gaza sia divenuta «un pericolo per la regione», anche allo scopo di giustificare future operazioni militari israeliane.

Israele sembra alle prese con alcuni cambiamenti sulla scena politica internazionale a proposito del Medioriente. Mentre il negoziato con l'Anp di Abu Mazen a detta dello stesso premier Olmert si è è di fatto arenato, è in corso in questi giorni una frizione diplomatica tra Israele e il piccolo stato centroamericano del Costarica, dopo che il presidente Oscar Arias, premio Nobel per la pace,ha deciso di riconoscere ufficialmente lo Stato palestinese e di trasferire la sua ambasciata da Gerusalemme a Tel Aviv.

Nel frattempo il Jerusalem Post in edicola, giornale conservatore israeliano a larga diffusione, ricorda le opinioni del candidato alla Casa Bianca Barak Obama su Israele. Nel corso di una riunione a porte chiuse con esponenti della comunità ebraica di Cleveland, il candidato democratico ha, tra l'altro, avvertito la comunità ebraica di non fare confusione fra le critiche da lui rivolte in passato al partito israeliano del Likud, quando era al governo, e la sua opinione sullo Stato ebraico. Obama aveva spiegato che, a suo parere, le critiche alle posizioni di quella formazione di destra non devono essere affatto considerate come una posizione genericamente anti-israeliana; ed ha pure respinto l'idea che colui che chieda di imporre la pace debba essere ritenuto un nemico di Israele. Dopo le polemiche per l'appoggio alla sua candidatura del leader radicale islamico, l'afro-americano Louis Farrakahn, Obama ha ribadito di essere un «amico fidato» di Israele «come sanno i miei numerosi supporter della comunità ebraica americana». E ha ribadito di considerare «sacrosanto» il diritto di Israele alla sua sicurezza. Ma secondo le analisi dei media americani e quelli israeliani non pare che i voti della comunità ebraica saranno molto rilevanti nelle primarie democratiche, anche perché gran parte delle preferenze sarebbero già state espresse per il repubblicano John Mc Cain.

Conte Von Stauffemberg
00mercoledì 27 febbraio 2008 19:50
Re:
Bl@CkBoY, 27/02/2008 18.47:




Israele, sondaggio: il 64% vuole dialogo con Hamas


La maggioranza dei cittadini israeliani è favorevole ai negoziati di pace tra lo Stato ebraico ed Hamas, il movimento radicale palestinese che controlla la Striscia di Gaza. È quanto emerge da un sondaggio Dialog, pubblicato sul quotidiano Haaretz. Il 64% degli israeliani interpellati, infatti, ritiene che Israele dovrebbe negoziare con Hamas per bloccare il lancio di razzi Qassam contro il sud dello Stato ebraico ed ottenere il rilascio di Gilad Shalit, tenuto in ostaggio dal movimento islamico dall'estate del 2006. Meno che un terzo degli interpellati, il 28%, continua invece adopporsi a ogni negoziato di pace con i palestinesi.

Appena tre giorni fa anche il sindaco di Sderot, la cittadina sottoposta al costante tiro di razzi Qassam dal territorio israeliano, Eli Moyal, si era detto disponibile ad aprire un canale di dialogo con Hamas pur di evitare il lancio dei razzi. Mohammed Nazzal, membro dell'ufficio politico di Hamas, all'indomani della dichiarazione del sindaco, ha risposto rilasciando una dichiarazione all'agenzia italiana Ap: «Hamas è pronta a calmarsi e a cessare il lancio di razzi su Sderot se Israele fermerà la sua aggressione» contro il popolo palestinese. Lo stesso giorno tre Qassam hanno centrato delle zone residenziali della città: uno ha colpito un ricovero sotterrano, il secondo una casa e il terzo è atterrato vicino ad una scuola, ferendo un bambino israeliano di dieci anni. All'inizio di questo mese un altro bambino di otto anni ha perso una gamba a causa di un razzo.

Mercoledì un raid aereo israeliano a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza ha fatto sette vittime, secondo quanto riferito dall'emittente Al Jazira. I cinque morti sarebbero attivisti della Brigate Ezzedine al Qassam, il braccio armato di Hamas a Gaza e a quanto pare viaggiavano su un minibus che si stava dirigendo verso un vicino avamposto della Forza marina. Altri due «giovani miliaziani» palestinesi sono stati uccisi da un'unità speciale dell'esercito israeliano penetrato a Nablus in Cisgiordania. A quanto sembra gli agenti speciali erano in borghese. Lo scontro a fuoco, nel quale sono morti due miliziani delle Brigate dei martiri di al-Aqs, braccio armato di Fatah, ha provocato un'ondata di indignazione e la denuncia da parte delle Brigate Martiri di Al Aqsa della tregua con Israele. I due morti sono stati identificati come Wael ed Ibrahim Messeini.

Hamas nel frattempo risponde piccata alle accuse formulate dal presidente dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas secondo il quale Hamas avrebbe permesso ad agenti di Al Qaeda d'infiltrarsi nella Striscia di Gaza. «Ritengo che membri di Al Qaeda abbiano raggiunto i territori palestinesi e Gaza in particolare. Penso che la presenza di al Qaeda sia stata resa possibile dall'aiuto di Hamas, specialmente a Gaza», ha detto in un'intevista pubblicata dal quotidiano arabo al Hayat. Valutazioni del genere erano state espresse nel Parlamento israeliano dal capo dell'intelligence, generale Amos Yadlin. Ma la nota di Hamas si rivolge in particolar modo contro il presidente dell'Anp Abu Mazen e contro il suo consigliere Tayeb Abdel Rahim che avevano denunciato l'ingresso a Gaza di elementi del gruppo qaedista Fatah al-Islam. Secondo il ministero degli interni di Hamas a Gaza una indagine ha appurato che quegli elementi sono in realtà «ex agenti dei servizi palestinesi». Il loro incarico, secondo Hamas, era di accreditare la sensazione che la striscia di Gaza sia divenuta «un pericolo per la regione», anche allo scopo di giustificare future operazioni militari israeliane.

Israele sembra alle prese con alcuni cambiamenti sulla scena politica internazionale a proposito del Medioriente. Mentre il negoziato con l'Anp di Abu Mazen a detta dello stesso premier Olmert si è è di fatto arenato, è in corso in questi giorni una frizione diplomatica tra Israele e il piccolo stato centroamericano del Costarica, dopo che il presidente Oscar Arias, premio Nobel per la pace,ha deciso di riconoscere ufficialmente lo Stato palestinese e di trasferire la sua ambasciata da Gerusalemme a Tel Aviv.

Nel frattempo il Jerusalem Post in edicola, giornale conservatore israeliano a larga diffusione, ricorda le opinioni del candidato alla Casa Bianca Barak Obama su Israele. Nel corso di una riunione a porte chiuse con esponenti della comunità ebraica di Cleveland, il candidato democratico ha, tra l'altro, avvertito la comunità ebraica di non fare confusione fra le critiche da lui rivolte in passato al partito israeliano del Likud, quando era al governo, e la sua opinione sullo Stato ebraico. Obama aveva spiegato che, a suo parere, le critiche alle posizioni di quella formazione di destra non devono essere affatto considerate come una posizione genericamente anti-israeliana; ed ha pure respinto l'idea che colui che chieda di imporre la pace debba essere ritenuto un nemico di Israele. Dopo le polemiche per l'appoggio alla sua candidatura del leader radicale islamico, l'afro-americano Louis Farrakahn, Obama ha ribadito di essere un «amico fidato» di Israele «come sanno i miei numerosi supporter della comunità ebraica americana». E ha ribadito di considerare «sacrosanto» il diritto di Israele alla sua sicurezza. Ma secondo le analisi dei media americani e quelli israeliani non pare che i voti della comunità ebraica saranno molto rilevanti nelle primarie democratiche, anche perché gran parte delle preferenze sarebbero già state espresse per il repubblicano John Mc Cain.



Hamas nel frattempo risponde piccata alle accuse formulate dal presidente dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas secondo il quale Hamas avrebbe permesso ad agenti di Al Qaeda d'infiltrarsi nella Striscia di Gaza. «Ritengo che membri di Al Qaeda abbiano raggiunto i territori palestinesi e Gaza in particolare. Penso che la presenza di al Qaeda sia stata resa possibile dall'aiuto di Hamas,
non capisco dove sia lo scandalo,hamas combatte per la liberazione della Palestina,per l'applicazione integrale delle risoluzioni ONU riguardo alla restituzione dei territori occupati,
hamas ricorre ad Al Quaeda?Israele se non sbaglio non ha rispettato nessuna delle risoluzioni ONU,occupa illegalmente dei territori,umilia gli occupanti,costruisce muri sulle terre altrui,insediamenti,quale è la differenza tra Al Quaeda e lo stato ebraico?
PS come ho sempre sostenuto, il movimento hamas fa quello che hanno fatto giustamente i partigiani Italiani,Francesi,Olandesi,combatte contro una occupazione,è un diritto combattere con le armi una occupazione,anche se questa è opera degli eletti da Dio sulla terra



Alaude
00mercoledì 27 febbraio 2008 23:38
La differenza tra Israele e al Qaeda è che questa combatte una guerra di liberazione in MO.
orlando furyoso
00giovedì 28 febbraio 2008 14:32
Re:
Alaude, 2/27/2008 11:38 PM:

La differenza tra Israele e al Qaeda è che questa combatte una guerra di liberazione in MO.



unisciti agli allah akhbar e fatti esplodere.Un paio di ottantenni vergini te le riusciranno a trovare.


Alaude
00giovedì 28 febbraio 2008 17:00
Re: Re:
orlando furyoso, 28/2/2008 14:32:



unisciti agli allah akhbar e fatti esplodere.Un paio di ottantenni vergini te le riusciranno a trovare.




Vedo che non sei daccordo con me.
Non sono certo io che mi faró esplodere fra gli israeliani, ma certamente non mancherá in breve e purtroppo, chi lo faccia.
Non è a questo che porterá l'attuale politica italiana per il MO, che spinge i palestinesi al suicidio collettivo?
Io sono estraneo al funesto processo in corso in Asia Minore, ma non lo sono milioni e milioni di arabi e milioni e milioni di musulmani, che sommergeranno Israele come una marea incontenibile.
A proposito che significa "allah akhbar"?


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