In repubblica Ceca ci Copiano!!!

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ISKRA!
00domenica 4 giugno 2006 02:31
REP. CECA: PARITA' IN PARLAMENTO DOPO ELEZIONI (PROIEZIONI)

Il perfetto equilibrio di forze parlamentari e' il risultato delle elezioni politiche concluse oggi nella Repubblica Ceca: secondo le estrapolazioni dell'agenzia di informazione nazionale CTK, ciascuna delle due parti contrapposte avrebbe ottenuto cento seggi in parlamento.
Alla luce dello spoglio di oltre il 99 per cento dei voti, l'attuale opposizione dei Democratici Civici risulta avere ottenuto il 35,4 per cento dei voti deposti nelle urne fra il 2 ed il 3 giugno, contro il 32,3 per cento dei voti ottenuti dai Social-Democratici, attualmente al governo.
Secondo queti risultati, le prime estrapolazioni attribuiscono ai Democratici Civici ed ai loro alleati, Democristiani e Verdi, 101 dei 200 seggi nel nuovo parlamento. L'assetto definitivo delle forze parlamentari nella nuova legislatura e' atteso per stanotte.
(AGI)
Slobodan
00domenica 4 giugno 2006 13:51
Praga boccia la sinistra

Bloccata l’avanzata dei comunisti (12%)

DAL NOSTRO INVIATO
PRAGA - Dopo otto anni di digiuno la destra torna ad imporsi nelle elezioni per il rinnovo della Camera dei deputati. Il partito Civico Democratico (Ods) di Mirek Topolanek che ha promesso una nuova Mani Pulite e un’imposta unica del 15 per cento sui redditi ottiene il 35 per cento dei voti e 82 deputati su 200. I socialdemocratici del premier uscente Jiri Paroubek conquistano il 32 per cento e quattro seggi in più rispetto al 2002, ma pagano le accuse di corruzione piovute sul governo, culminate con la denuncia del capo della squadra anticrimine, secondo cui la leadership del partito avrebbe tentato di bloccare le indagini della polizia su casi di omicidio e corruzione in cui sono coinvolti alcuni dirigenti socialdemocratici.
Compiono un sensibile passo indietro i comunisti che raccolgono il 12,8 per cento e 25 parlamentari, sedici in meno delle precedenti elezioni e già pensano a un radicale ricambio ai vertici. Superano la soglia del 5 per cento i democristiani con undici seggi e, per la prima volta, i Verdi con otto.
Accantonata l’ipotesi di una grande coalizione (Topolanek e Paroubek in campagna elettorale hanno escluso qualsiasi possibilità di collaborazione), il nuovo governo potrebbe nascere dall’alleanza fra conservatori, democristiani e Verdi. Un esecutivo piuttosto fragile, a detta della maggior parte degli analisti, non tanto per la maggioranza risicata, quanto per l’imprevedibilità dei Verdi, un partito tutto da decifrare sul piano politico. Salutata positivamente dai mercati finanziari, l’affermazione della destra non può non suscitare apprensioni a Bruxelles. I conservatori cechi, infatti, come quelli polacchi, sono decisamente contrari alla Costituzione europea e non vedono di buon occhio né un’integrazione a passi rapidi né una marcia di avvicinamento sostenuta all’euro.
L’affluenza alle urne ha superato il 64 per cento, cinque punti in più del 2002, segno di un interesse e di una mobilitazione suscitati soprattutto dagli appelli a «bloccare l’avanzata comunista», lanciati da parecchi giornali ed ex dissidenti che hanno ricordato la mancanza di libertà e la durissima repressione del regime dittatoriale. Un’arma usata con veemenza da Topolanek per esorcizzare lo spettro di un patto delle sinistre che potranno comunque contare su 99 seggi contro i 101 dell’eventuale governo tripartito.
All’anticomunismo il leader dell’Ods ha aggiunto una campagna martellante contro la corruzione, giungendo ad accusare Paroubek - approdato alla guida del governo l’anno scorso dopo le dimissioni del suo predecessore Stanislav Gross coinvolto in uno scandalo per l’acquisto di una villa lussuosa - di collusione con il crimine organizzato. Ingegnere meccanico, sposato con 3 figli, una carriera politica senza squilli, Topolanek si è presentato alla ribalta nazionale quattro anni fa quando venne nominato presidente dell’Ods al posto di Vaclav Klaus, eletto alla presidenza della Repubblica.
ISKRA!
00domenica 4 giugno 2006 14:19
Re:

Scritto da: Slobodan 04/06/2006 13.51
lo spettro di un patto delle sinistre che potranno comunque contare su 99 seggi contro i 101 dell’eventuale governo tripartito.



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Pensa se fosse Darth Zilvio (che dite come nuovo appellativo?) nella situazione 99 contro 101...

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Dici che NON protesterebbe?

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ISKRA!
00domenica 4 giugno 2006 14:25
ecco quello che scrive il giornale:

Repubblica Ceca, vincono i conservatori

Giallo all'italiana nelle elezioni ceche. La potenziale coalizione di centrodestra, secondo fonti ufficiose, avrebbe prevalso di un soffio con 101 seggi su 200. Altre agenzie di informazione danno invece un perfetto pareggio: 100 a 100. Non solo, socialdemocratici e comunisti rifiutano di riconoscere la sconfitta.. E non, si badi bene, per dubbi sulla correttezza dei conteggi.


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Slobodan
00domenica 9 luglio 2006 16:00
anche in messico!!!
L'infinita notte elettorale
Il 2 luglio, al termine di una campagna elettorale avvelenata, il Messico vota per presidente e parlamento. Il candidato di centrosinistra Lopez Obrador è stato perennemente in testa su quello della destra Felipe Calderon in tutti i sondaggi. Alle sei del pomeriggio chiudono i seggi e si comincia a contare con un programma di proiezioni chiamato Prep, garantito da cinque scienziati statistici. Alle otto di sera il presidente dell'Istituto federale elettorale (Ife) Ugalde annuncia che il Prep non è in grado di dare un vincitore. Alle undici Ugalde concede però alle tv di cominciare a mandare in onda gli exit poll: miracolo, Calderon è in grande vantaggio. Per tutta la notte il vantaggio si assottiglia fino quasi a sparire, al mattino del 3 luglio è dell'1,5%. Lopez Obrador denuncia irregolarità e chiede spiegazioni su tre milioni di voti scomparsi. Ugalde si spiega con un nebuloso «c'erano anomalie», il 4 luglio i voti scomparsi riappaiono ma Calderon è ancora davanti per lo 0,6%. Mercoledì 5 luglio, registri e urne piene di schede partono da tutti i 130mila seggi del Messico e arrivano nei 300 distretti elettorali dove saranno contati. L'Ife comincia a addizionare i risultati seggio per seggio: altro miracolo ma al contrario, per tutto il giorno e tutta la notte è in vantaggio Lopez Obrador, che però annuncia ugualmente di voler impugnare il voto in tribunale. E' «la notte in cui il Messico non andò a letto». Alle cinque del mattino di giovedì 6 luglio, col 98% dei seggi scrutinati, il sorpasso: Calderon è di nuovo in testa, e alla fine vi rimane per lo 0,5%. Mentre il «vincitore» offre un posto nel governo allo «sconfitto», Lopez Obrador annuncia che farà ricorso al Tribunale federale elettorale (Trife) e se servirà alla Corte suprema, e convoca i sostenitori in piazza per sabato 8 luglio. La Confindustria e la chiesa protestano. Il tribunale, se accetterà i ricorsi, ha tempo fino al 6 settembre per emettere una sentenza. E' il Trife che nomina formalmente il presidente.
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