Il tè delle 5 lo servirà Cameron?

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Slobodan
00mercoledì 7 dicembre 2005 21:46


I Tories scelgono Cameron

Il leader conservatore si presenta: «I laburisti? Vecchi»

Ottimista, carismatico, 39 anni: dovrà rivitalizzare il partito della Thatcher


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA - L’opposizione di Sua Maestà ha un nuovo leader: si chiama David Cameron, ha solo 39 anni, ed è stato eletto ieri a capo dei conservatori. La notizia era scontata, ma cambia egualmente il panorama politico: questo ragazzo ottimista, disinvolto, carismatico, che vuole trasformare il partito Tory finora «così rancoroso», che ama «la Gran Bretagna che c’è, non quella che c’era», immediatamente proietta lo scontro politico alle prossime elezioni: poiché l’avversario non sarà Tony Blair, che ha annunciato il ritiro prima del voto, bensì il delfino Gordon Brown, il cancelliere dello Scacchiere che oggi ha 54 anni, Cameron si presenterà come il futuro: «I laburisti sono uomini di ieri con idee di ieri», ha infatti già detto nel primo discorso. Oggi stesso, per provarlo, affronterà Tony Blair nel suo primo question time ai Comuni.
Cameron ha stravinto sul rivale, David Davis, con il 68% dei duecentomila voti espressi dalla base dei Tories. Non è tanto l’ampiezza che conta (pure lo sbiadito Ian Duncan Smith ebbe una percentuale simile, ma la sprecò), quanto la scelta degli iscritti, in gran parte pensionati che abitano in contee rurali, di affidarsi a un uomo che di conservatore ha solo il pedigree . Figlio d’un agente di Borsa della City, educato a Eton e poi a Oxford, perfino lontanissimo parente della regina Elisabetta, Cameron tuttavia incarna un sentimento oggi dominante: gli obiettivi di Blair sono ancora condivisi, sono i metodi che non piacciono più.
I conservatori, benché riscuotano ancora più del 30 per cento dei consensi, devono infatti uscire da una crisi profonda: il numero degli iscritti, in quella che fu una macchina senza pari, è sceso al lumicino, 280 mila. E le associazioni, cioè le sezioni di partito, sono solo 450, metà delle quali in letargo: meno di cento membri, un bilancio misero, dibattito politico assente. All’opposizione da otto anni, considerati ininfluenti, i Tories hanno visto crollare le donazioni (in Gran Bretagna non c’è finanziamento pubblico dei partiti), sicché una delle prime decisioni di Cameron dovrà essere una sottoscrizione, che sarà il test della sua popolarità.
Ogni messaggio di Cameron punta a creare consensi: arrivando anche ieri ai Comuni in bicicletta, perché tutti devono fare qualcosa per vincere la battaglia dell’ambiente («Ma intanto mi seguiva un elicottero della Bbc »), fa appello ai ceti giovanili. Nel dire che nel partito ci sono troppi uomini bianchi, apre a donne e minoranze etniche. Nell’annunciare che appoggerà Blair se ne condividerà le scelte, promette la fine di un’opposizione pregiudiziale, faziosa. Nell’esporre due principi, «fidarsi della gente, condividere le responsabilità», suona più blairiano di Blair. Ma nel dire che nella guerra al terrorismo internazionale «farà ciò che è giusto per la Gran Bretagna» ricorda a tutti l’Iraq.
Cameron sembra una generazione avanti: rifiutandosi di dire se abbia mai preso droghe pesanti, perché tutti hanno diritto a un proprio passato, lancia una sfida ai bacchettoni. Anche il suo privato conta: ha una figlia gravemente disabile, che non nasconde ma non ostenta, eppure affronta la vita con ottimismo. La foto ufficiale all’ultimo congresso del partito lo ritrae mentre dà un colpetto affettuoso alla pancia della moglie Samantha, in attesa del terzo erede. Se riuscirà a trasformare ciò in una politica coerente, capace d’inquietare i laburisti, avrà fatto rinascere i Tories come la fenice. E avrà confermato un adagio della politica britannica che pareva dimenticato: «Se non sei laburista a vent’anni, non hai cuore. E se non sei conservatore a quaranta, non hai testa».

Alessio Altichieri
(Corriere della Sera)
ISKRA!
00giovedì 8 dicembre 2005 03:16
Articolo giornalisticamente gradevole.

Delizioso vedere come Blair abbia trasformato la politica inglese in un indistinguibile giuoco delle parti, in cui i Tories sono sulle stesse posizioni del Labour.

[SM=x584438]

Vabbè, le elezioni non sono poi vicinissime ed il giovane leader ha tempo per macinare più farina possibile con cui competere. Senza l'ombra di Blair che, comunque vada, è nella storia del Regno di Elisabetta, come il cancelliere di sinistra che ha fatto politiche economiche di destra ed appoggiato guerre di invasione...

Adesso, pare strano dirlo, ma non posso che chiedermi se il partito veramente da ristrutturare sia quello conservatore o quello labourista...

Alla prossima... [SM=x584454] [SM=x584436]
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