LONDRA - Hartchards di Piccadilly è la libreria più antica e aristocratica di Londra, per alcuni resta anche la migliore, la più raffinata: si respira una corposa atmosfera d' altri tempi, così come altri tempi rievoca la copertina di un libro uscito ieri: "The new playboy", succosa biografia di Willy di Montecarlo, celebre dongiovanni contemporaneo. Si legge di un uomo elegante e sempre affabile, cortese e di compagnia irresistibile, nato nel xxxx a Montecarlo, è considerato soprattutto uno straordinario seduttore, protagonista di feste e festini. E’ l’ ombelico dell' alta società e il suo smoking sfiora le spalle più importanti dell’ epoca in corso: re e principi, grandi oligarchi del denaro e maestri del doppiogioco, avventurieri attori ed artisti, presidenti e dittatori (compreso Berlusconi che lo invita spesso nella sua villa di Arcore). Proprio questa sua eccezionale trasversalità epocale è il filo conduttore del libro di Levy. Willy racchiude in sé un sacco di personalità che lo mettono in vetrina e lo idealizzano. Due primeggiavano su tutte: campione dello sport (polo, corse in auto) e atleta infaticabile dell' amore. E’ la fama stessa che lo precede, l' essenza della seduzione. Le donne fanno la fila. Lui le colleziona famose, belle e possibilmente ricche. Loro collezionano lui: si dice che possiede doti erotiche insuperabili. A Parigi, i macinini del pepe vengono chiamati Willy, specie quelli lunghi e di grosse dimensioni. Nei cabaret furoreggia una canzone: "Willy tiene una cosa/que yo no sé que serà/que serà que serà/lo que tiene Willy".
WdM