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ISKRA!
00mercoledì 26 aprile 2006 01:08
Nepal, i maoisti rifiutano le lusinghe del re
di red.



I ribelli maoisti hanno respinto la proposta avanzata dal re Gyanendra di ripristinare l'assemblea parlamentare, perché si tratta di un complotto ordito dal monarca per conservare i suoi poteri, e ha invitato i sette partiti dell'opposizione a fare altrettanto. La posizione dei maoisti è stata resa nota poche ore dopo che l'opposizione aveva annunciato la fine delle proteste, accogliendo con favore il discorso del re.

Nel comunicato, siglato dal leader dei ribelli Prachanda e dal suo vice Baburam Bhattarai e inviato via e-mail alla stampa, i maoisti nepalesi hanno chiesto alla popolazione di continuare la protesta pacifica. Il sovrano non è venuto incontro alle richieste popolari per una nuova Costituzione. I ribelli hanno deciso quindi di effettuare un blocco della capitale. In giornata è previsto un corteo festoso con la partecipazione di oltre 2 milioni di partecipanti.

Da parte sua, l'alleanza dei sette partiti dell'opposizione ha invece dichiarato conclusa la protesta contro la monarchia e ha annunciato che il futuro governo dichiarerà il cessate il fuoco con i ribelli maoisti: «Lavoreremo insieme ai maoisti», ha detto un membro di primo piano del Congresso nepalese e portavoce dell'alleanza, Krishna Sitaula, al termine dei colloqui svoltosi tra i leader di partito. L'opposizione ha poi indicato Girija Prasad Koirala, leader del Congresso nepalese, principale partito del paese, come futuro premier del nuovo governo. L’ottuagenario ex premier Koirala, per tre volte primo ministro del Nepal nel passato, è stato anche definito il “comandante” dell'attuale movimento per la democrazia.

L'opposizione ha quindi confermato la grande manifestazione in programma e ha invitato i manifestanti alla calma. In mattinata, la vita sembra tornata alla normalità nelle strade di Kathmandu: funzionano i telefoni cellulari, i negozi hanno rialzato le saracinesche e i volontari stanno ripulendo le strade dalle barricate dei giorni scorsi. Il bilancio di oltre due settimane di proteste è di 14 morti e centinaia di feriti.
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