Si, però...
Cosa vorrebbe dire nella storia della Juve ritirare la maglia n°6 di Scirea, uno degli ultimi veri uomini-campioni della Zebra? Ovvero, che differenza passa tra il ritiro di un numero da una società come la Juve o il Milan (Perché Baresi e non Rivera con il suo perenne 10 -ma è comunista o il seguace di Cesare Ragazzi lo considera tale!- o il trio di numeri 8/9/10 del magico Gre-No-Li, ma sono svedesi e sempre quello con la bandana non conosce la geografia...)? La Juve non avrebbe dovuto ritirare la maglia di Zoff (pensate a un portire che giocasse con il n°1+1/2) o il 9 di Boniperti, o il 10 di Platinì, tutti campioni ma Scirea era l'esempio umano? E allora, la sfigatissima Inter, del portasfiga Moratti? Mazzola, Meazza, Picchi, non sarebbero degni di tale onore? Pensate al Torino...dovrebbe giocare senza i numeri dall'1 al 16, in onore del Grande, tragico Torino perito a Superga, la più grande squadra di calcio mai apparsa in Italia.
La differenza è questa: in ciò che veramente il giocatore ha rappresentato, non per una società, ma per i tifosi, per la città. Napoli non potrà più vedere un giocoliere, un campione sul campo come Maradona, che da solo ha saputo mostrare al mondo che anche le maglie celesti potevano correre in Paradiso! Giusto ritirare il n°10, nessuno potrà mai esserne degno, non è possibile, perché solo Maradona, a Napoli è stato così, con quel 10 sulle spalle. E
Gigi Riva per il Cagliri? Se il mondo ha saputo che esisteva una certa Isola al centro del Mediterraneo lo deve, molto a questo grugnitoso, scorbutico, simpaticissimo casinaro lombardo, piovuto a Cagliair accompagnato dagli Angeli. Riva, che era sardo più dei sardi, ancora oggi rappresenta Cagliari nel mondo. Ha dato più lui alla causa dei minatori sardi con un suo intervento nella metà dei '70 che mesi di trattative sindacali. Giusto allora ritirare il n°11 di Riva. Nessuno dovrà più indossarlo quel numero 11 rossoblù. Lo stesso grande Enzo Francescoli
-el flaco, il più forte calciatore che il Cagliari abbia mai avuto ( sicuramente più completo di Riva)- ammise che aveva rinunciato a portare quella maglia per rispetto di Rombodituono. Nel mondo dello sport statunitense è vero che le maglie si ritirano ma, attenzione, con ben minore frequenza di quanto si pensi, e, sempre, secondo una logica ben precisa. I 76ers di Philadelphia, che hanno vinto l'ultimo titolo NBA nei primi anni '80, squadra notoriamente ultrasfigata, per merito del grandissimo
Doctor J-Julius Erving, ritirarono la sua maglia n°6 il giorno della sua ultima partita ufficiale. Nessuno era stato come lui a Philadelphia, nessuno possedeva delle mani così grandi (aveva le dita con una falange in più) che gli permettevano magie da Ph. Doctor (ovvero il Dottore con Master in NBA di Philadelphia): quel lontano titolo resta ancora un punto ferma per la storia del basket NBA, perché tutti gli States si trovarono a tifare per le maglie rossoblù (toh!)stellate di Philadelphia. Anche Boston non ha più vinto nulla da quando Larry Bird si è portato il suo numnero a casa. Ben pochi altri, come Magic Johnson e Kareem-Abdul Jabbar a Los Angeles e Jordan a Chicago hanno avuto quell'onore.
Quindi, chiudo: sicuramente anch'io ritengo la moda delle maglie all'americana un insulto alla cultura sportiva italiana, come le 48 telecamere nei campi, SKY, ecc. Anch'io ascolto Tutto il calcio minuto per minuto...ma quando la memoria deve essere onorata, allora vada per il ritiro della maglia. E anche secondo me, Scirea
, forse, se lo merita.
Bibba