Re: Re: Re: una storia breve ...
Scritto da: eptadone 11/07/2006 3.11
Quale esaltazione collettiva non sarebbe illusoria,
dunque:
per una nazione
- gioire per la fine della guerra.
- per il risultato del plebescito monarchia/repubblica
- per l'uscita dalla NATO
- per la conquista dello Stato Vaticano
- per una sanità funzionante e gratuita
- per la gratuità dello studio Universitario
- varie ed eventuali...
per un gruppo di persone:
- gioire per la vittoria di una partita in cui si è giocato
- per una vittoria sportiva in cui si preso parte attiva
- per la riuscita di qualcosa che si è costruito faticosamente
fattivamente insieme impiegando energie proprie
- per un netto miglioramento della qualità di vita (es:
se la Montedison smettesse di fumare....)
- cose consimili...
Cioè· capisco che tu attraversi la città con la mano sul clacson solo se , al limite, sei il massaggiatore della squadra.
Ma no...
Guarda, gli esempi che hai fatto tu sono tutti motivi ragionevolissimi per gioire, ma derivanti dalle tue opinioni e dalle tue "idee" a cui, peraltro, io posso anche essere personalmente vicino.
Ma sono più applicabili ad un SINGOLO, perchè, per la maggior parte sono poco simbolici.
Mi spiego meglio:
Riguardo alla nazione:
-Non puoi dire che una "nazione" dovrebbe gioire per "la gratuità dello studio universitario" (o altre cose assimilabili), è difficile che questo connetta immediatamente all'appartenenza nazionale. Cioè, per carità, puoi sperare che avvenga, ma a mio avviso la parola "nazione" indica un raggruppamento scorretto per il tipo di "vittoria" che evochi. Spero di essermi spiegato.
-Altrettanto vale per il referendum monarchia-repubblica. Quello è un buon motivo per festeggiare, un ottimo motivo, ma anche qui dubito che il raggruppamento "nazione" sia quello giusto da evocare. Si potrebbe dire che il "popolo democratico" dovrebbe gioire etc. etc.
Che poi il nazionalismo assorba la festa della repubblica, questa è cosa vera, ma è un portato ideologico successivo al referendum.
-Sulla fine della guerra possiamo essere d'accordo, infatti la vittoria dei mondiali
è il simulacro di una vittoria bellica, dal punto di vista psicologico spicciolo, non a caso si dipinge di nazionalismo e di mitologie belliche sistematiche (Gladiatori, Eroi, Combattenti, etc.). In questo caso al posto di gioire per la vittoria dell'esercito si gioisce per quella dei "campioni" intesi in senso, appunto, bellico, cioè di un gruppo sparuto chiamato a rappresentare in un conflitto "simbolico" l'intero esercito, e per estensione l'intera nazione. Si tratta di un principio di proiezione abbastanza semplice, che su di te ha poco presa perchè un po' te ne sbatti del nazionalismo (giustamente) ed un po' te ne sbatti del calcio (ehehehe...
). Comunque, per nota, l'idea di nazione e quella di guerra sono legate a doppio filo, tanto che qualsiasi esercizio di nazionalismo patriottardo evoca costantemente simbologie belliche, più o meno consce e più o meno perigliose.
riguardo al "gruppo di persone":
-Anche qui mi permetto una notazione di metodo. Sono certo che tu non gioisca solo per
te stessa. In realtà gioisci anche per altre persone; ad esempio sei felice alla laurea di un'amica, o ad uno spettacolo di amici particolarmente riuscito, o perchè una coppia di amici ha avuto un figlio, etc. Il meccanismo è abbastanza semplice, giusto?
-In realtà quindi noi non gioiamo solo "per noi stessi" ma piuttosto gioiamo per cose che riteniamo "importanti" e "correlate a noi" sia dal punto di vista razionale
che da quello emozionale. Di solito è necessaria la presenza di un legame affettivo e di una correlazione almeno sul piano simbolico, che possa validare una certa sensazione di vicinanza o di identificazione. Questo meccanismo ci permette di spiegare perchè ci emozioniamo per il protagonista di un film, pur non essendo noi "nel film".
-Il processo di "vicinanza emozionale" e di "identificazione" è un processo che viene ovviamente potenziato dai media, che sono in grado di farci quasi "conoscere" ed entrare in correlazione con i soggetti che vi appaiono (questo è, a grandi linee il motivo per cui i reality, che puntano solo su questo meccanismo, mietono grandi successi). Quindi non è assurdo dire che lo stesso meccanismo che ci porta a gioire per i nostri amici può portare a gioire per la squadra di calcio, inteso che si crei un "ponte emotivo" o un "meccanismo di identificazione" tra l'osservatore e i protagonisti della vittoria.
-Quale è il meccanismo? Ve ne sono svariati. Alcuni semplicissimi: un tifoso del Milan si identifica nelle vittorie del Milan, senza troppi fronzoli, come vedi, lo faccia per simpatia, per "fede" o per qualcos'altro è ininfluente, a contare è il meccanismo di identificazione, che ovviamente per alcuni è particolarmente intenso, per altri, più equilibrati ed "autosufficienti" lo è in modo inferiore. Tuttavia il vero principe dei meccanismi di identificazione collettiva è, ovviamente l'ideologia del nazionalismo, della nazione, della patria, o come diamine si preferisca chiamarla. Il perchè questa "ideologia" in senso marxiano funzioni bene è scritto nella storia.
Credo di aver messo già sufficiente carne al fuoco, tuttavia voglio ancora scrivere un'ultima provocazione:
Elenchi molti motivi per cui sostieni che una esaltazione collettiva sarebbe non illusoria.
Ma in realtà manca una definizione condivisa di felicità non illusoria. La felicità sarebbe non illusoria solo se non si esaurisse, ma fosse anticamera di altra felicità (cioè di una reiterazione sistematica di felicità). Ma nessuno dei tuoi esempi pare soddisfare questa richiesta, quindi, per quanto tu abbia elencato ottimi motivi per essere esaltati, alla fine la felicità prodotta anche da quei risultati resterebbe, per definizione, effimera.
H.S...