Bloggers sotto stress fino all'ultimo clic Di post si muore? L'allarme del New York Times

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martee1964
00lunedì 7 aprile 2008 12:43
NEW YORK (6 aprile) - C'era una volta Freddy. Giugno 2003. I blog iniziavano a conquistare la rete anche in Italia. Si scriveva per condividere le proprie opinioni, per sfogare la voglia pazza di schiacciare i tasti sulla tastiera e avere un pubblico da conquistare. Post personali, cronache interiori. Ancora non si parlava di soldi. Anzi, i blogger pionieri, combattevano i banner che iniziavano a comparire nei menù dei blog. "Libero blog, in libera rete" era lo slogan per tutti. Eppure lo stress da post iniziava a minacciare la salute dei bloggers. Tanto che a giugno iniziò a girare un appello per uno sciopero in memoria di una fantomatico "Freddy". "Sciopero dei blog. Contro la blog-dipendenza e l'alienazione dal mondo reale. Fuori dalla blogsfera per 24 ore. Martedì 10 giugno, io resisto e non bloggo perché non sono Freddy" si leggeva su Blogmatic.net, oggi under construction. Nell'appello si raccontava la storia di Freddy: "Freddy era del Kansas e aveva imparato ad usare il pc grazie ad uno dei tipici corsi d'informatizzazione considerati tanto trendy nei circoli per anziani". La passione lo sovrastò fino a descrivere ogni minuto della sua vita finché non morì d'infarto. Sul blog resta la scritta R.i.p. Burla o realtà, ciclicamente i blogger affrontano il tema dello "stress da post". Stress che ovviamente aumenta quando i blog diventano lavoro e costringono a maratone senza sosta davanti al computer fino al catartico "post", quando la notizia va online.

Morte annunciata per i blogger?. Michael Arrington, fondatore e direttore di TechCrunch, tra i blog più popolari in materia di start-up tecnologiche, è ingrassato 15 chili e soffre di insonnia. Quello che inizialmente era un semplice diario, si è presto trasformato in un macchina genera soldi, grazie all'entrate pubblicitarie. Più si scrive, più si clicca e più si guadagna, ma la corsa allo scoop e la battaglia contri i "buchi" dell'informazione generano stress finoall'atto finale di una vita trascorsa 24 ore al giorno davanti al pc. Morte annunciata per i blogger?. Se lo chiede il New York Times che riporta il decesso di due diaristi. Russell Shaw, due settimane fa a Fort Lauderdale in Florida è morto di infarto a 60 anni. Nel suo, in ultimo messaggio si legge che "il blog rimarrà attivo in memoria del nostro, fratello, compagno e amico". Stessa sorte per Marc Orhant, un blogger suo amico, a cuasa di un esteso blocco alle coronarie. E' sopravvissuto all'infarto invece Om Malik, 41 anni.

La testimonianza dei bloggers. «Non sono ancora morto ma presto finirò in ospedale con l'esaurimento nervoso», ha spiegato al giornale Michael Arrington. «Sono arrivato a un punto di rottura, non c'è una volta, neanche quando dormi, che non ti viene l'ansia di avere preso un buco».

Matt Buchanan, 22 anni, freelance per il blog sui gadget Gizmodo racconta di vivere in un appartamento a Brooklyn che è anche il suo ufficio. Matt racconta di dormire 5 ore a notte e che spesso non ha tempo per mangiare. Il suo segreto sono gli integratori vitaminici e tanto caffé. E nonostante la fatica racconta di non poter rinunciare alle migliaia di lettori che leggono i suoi pezzi e a volte si addormenta davanti al pc. E il suo editore, Brian Lam è così preoccupato che, se non riceve telefonate da Matt pensa: «Questa volta Matt è morto».

I guadagni. Nel vortice dello scoop a tutti i costi finiscono molti blogger. I siti più popolari riescono a guadagnare dai 30mila ai 70 mila dollari al mese. I freelance 1000 dollari. Nel caso di Gawker Media, i bloggers guiadagnano bonus se gli articoli che scrivono sono visti 100,000 volte al mese.

I consigli. Tagliare le catene dalla scrivania e scrivere su taccuini di carta. sono i consigli per combattere lo stress del blogger dell'australiano Darren Rowse su Problogger.net che scrive su più di 20 blog.
gioiaedolore
00martedì 8 aprile 2008 12:45
come in tutte le cose,il troppo stroppia...
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