Bisogna aggiornare la carta geografica...

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Slobodan
00lunedì 22 maggio 2006 16:45
Il premier esulta per la vittoria al referendum indipendentista
"Siamo al 55,5%". E scattano i festeggiamenti in piazza




Montenegro, Djukanovic annuncia
"Siamo indipendenti dalla Serbia"

La commissione elettorale di Podgorica conferma i risultati



PODGORICA - Il Montenegro ha scelto l'indipendenza dalla Serbia. La vittoria del sì al referendum sull'autodeterminazione svoltosi ieri nella piccola Repubblica ex jugoslava del Montenegro, annunciata ieri sera dal premier, è stata confermata stamattina dalla commissione elettorale di Pdogorica presieduta dal rappresentante dell'Ue Frantisek Lipka.
Secondo i dati ufficiali preliminari resi noti stamattina, i voti favorevoli al divorzio sono stati pari al 55,4% (qualche decimale in più rispetto alla maggioranza qualificata concordata con i mediatori europei per il via libera alla secessione), mentre i no si sono fermati al 44,6%.

"Stanotte, con la decisione della maggioranza dei cittadini del Montenegro, l'indipendenza del Paese è stata ristabilita", ha detto alla folla festante che lo acclamava il primo ministro montenegrino Milo Djukanovic, ricordando l'indipendenza di cui il Paese aveva goduto per l'ultima volta nel 1918 e celebrando il coronamento di una battaglia durata dieci anni.

Djukanovic è stato applaudito a lungo dai suoi sostenitori, molti dei quali sventolavano la bandiera nazionale - con l' aquila bicefala color oro in campo rosso - e scandivano slogan quali 'Milo, Milo', 'Abbiamo uno Stato' e 'Viva il Montenegro'. "Voglio ringraziare tutti quelli che hanno creduto al ripristino dell'indipendenza", ha aggiunto. "Ringrazio l'Unione europea, che ha contribuito all' organizzazione di questo processo (...) e spero che continuerà ad aiutarci nel nostro cammino per integrarci in Europa", ha proseguito.

"Il Montenegro è un nuovo Stato indipendente, un nuovo membro dell'Onu che pretende, nel più breve tempo possibile, di diventare un membro a pieno titolo della comunità dei popoli europei", ha sottolineato il primo ministro.

I fautori del mantenimento dell'unione con la Serbia non hanno finora riconosciuto la vittoria dei loro avversari. "Il risultato non è definitivo finché la Commissione per il referendum non l'annuncerà e tutti l'avranno accettato", ha detto il leader dell'opposizione unionista, Predrag Bulatovic.

Gli elettori montenegrini hanno così detto la parola finale sul destino dell'unione tra la più piccola Repubblica ex jugoslava e la Serbia, sua incombente sorella maggiore ortodossa: ultimo retaggio di quella che fu la Federazione di Tito. Un esito in linea con le attese, del resto, emerso al termine di una giornata elettorale contrassegnata da un' affluenza record, da una sostanziale regolarità del voto (stando ai primi giudizi degli osservatori europei) almeno nelle procedure e da un clima lontano da eccessi: nulla a che fare, insomma, con lo sfondo di odio e di echi di guerra che negli anni '90 accompagnò la secessione da Belgrado di tutte le altre Repubbliche ex jugoslave.

I numeri certi indicano che il referendum - voluto a spada tratta dal premier Djukanovic con l'intenzione dichiarata di liberare il Montenegro dall'abbraccio di un partner 15 volte più grande come la Serbia e la promessa di avvicinarlo più speditamente all'Ue - ha coinvolto la quasi totalità dei 485.000 montenegrini iscritti nelle liste. L'affluenza alle urne è stata dell'86,3 per cento.

(22 maggio 2006)
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