Ragazzi, è inutile volerci coprire gli occhi con le mani come fanno i bimbi: l'immigrazione (e l'emigrazione) sono un fenomeno pauroso OGGI, figuriamoci tra un'altra generazione. Anche calcisticamente parlando.
Ora, se vogliamo fare i pignoli, dovremmo rifiutarci di accettare anche
Perrotta in Nazionale. In fondo, è nato in Gran Bretagna, e lì ci ha passato l'infanzia.
Sono discorsi campati in aria questi, bisognerebbe trovare un criterio accettabile, che certo
non si può basare sull'arroganza dei giocatori di colore (ma per favore, se sono "arroganti" lo sono per carattere, esattamente come tanti, tantissimi calciatori italiani; il fatto di avere la cittadinanza italiana non conta nulla sotto questo aspetto).
Per giocare in nazionale allora cosa serve?
Essere nati in Italia, da entrambi i genitori italiani, essere cresciuti socialmente e calcisticamente in Italia, risiedere in Italia, e magari aver giurato fedeltà alla bandiera?
Secondo me non possiamo appellarci a tutti questi requisti. Discutiamone pure.
Ma non facciamo di tutta l'erba un fascio.
ps: riflettete un momentino anche su questa cosa. Se noi fossimo tutti ghanesi, e vivessimo tutti in Ghana, e questo forum fosse per assurdo
www.forzatreviso.GH, e fossimo qui a parlare di questo ragazzino di nome MARIO che sta in Italia e fa prodezze,
accetteremmo di buon grado la sua convocazione con la maglia del nostro Paese, ossia il Ghana? O non diremmo forse "Che stia dov'è, in fondo il Ghana non sa neanche dov'è"?
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