B.B. King è considerato l’icona intramontabile nonché re incontestabile del Blues, tuttora vivente.
Riley B. King nacque a Indianola(Itta Bena), il 16 Settembre 1925. Anche lui, come Ray Charles ed altri cantautori dell’epoca di origine afro-americana, ebbe un’infanzia piuttosto burrascosa.
Nel 1930, quando Riley aveva soltanto 3 anni, il padre abbandonò la famiglia e la mamma si risposò più tardi. Nonostante la situazione sembrava cambiare, le relazioni familiari venute a ricrearsi non erano né stabili né tantomeno buone e così Riley fu dato in affidamento alla nonna materna, Elnora Farr a Kilmichael nel Mississippi.
Come a volte poi capita nei vari corsi e ricorsi storici, c’è stato un piccolo aneddoto nella vita di B.B. King a riportarci con la mente al nostro Elvis...difatti, Riley crebbe, come Elvis, cantando Gospels nella chiesa di Kilmichael e all’età di 12 anni ebbe la sua prima chitarra per 15,00 dollari.
Oramai giovanotto, lavorò per qualche tempo come contadino e poi nel 1946, con il cugino Bukka White andò a Memphis, ma dopo un breve periodo, ritornò nel Mississippi dove esercitandosi, perfezionò il suo modo di suonare la chitarra. Nel 1948, lo troviamo a West Memphis, Arkansas e lì ebbe la possibilità di esibirsi in un programma radiofonico locale (KWEM) di Sonny Boy Willianson, più tardi si presentò la sua piccola/grande opportunità: è cioè trasmettere dal vivo la sua musica in una stazione radiofonica di Memphis (WDIA) come disc-Jokey. Riley si inventò anche un nome d’arte: “The Pepticon Boy” che successivamente cambiò in “The Blues Boy from Beale Street” (il ragazzo del Blues Street) e poi ancora in “The Beale Street Blues Boy” abbreviandolo in “Blues Boy” e per finire nella sola sigla “B.B.” consacrandolo per sempre come re del Blues.
Dal 1949, la RPM Records di Los Angeles fu l’etichetta discografica con cui King cominciò a registrare canzoni ed è da segnalare in quel periodo uno scoop davvero sensazionale: Sam Phillips, il leggendario scopritore di grandi talenti, tra cui il più importante, il nostro miticissimo Elvis, produsse molte delle prime canzoni di King.
Gli anni ’50 furono per B.B. King un susseguirsi di grandi successi ed il campo di maggiore rilievo per King, fu senza dubbio, quello del R&B.
Tra i suoi maggiori successi ricordiamo:
“ You Know I Love You”, “Woke Up This Morning”, “Please Love Me”, “When My Heart Beats Like A Hammer”, “Whole Lotta’ Love”, “You Upset Me Baby”, “Every Day I Have The Blues”, “Sneakin’ Around”, “Ten Long Years”, “Bad Luck”, “Sweet Little Angel”, “On My Word Of Honor”, “Please Accept My Love”.Uscendo poi dall’ambito del blues, King con
“ The Thrill Is Gone”, grande cavallo di battaglia di Ray Hawkins, ebbe un successo strepitoso anche nella sfera del pop. Passò poi nel 1962 dalla RPM Records alla ABC-Paramount Records. E’ invece del 1964
“Live At The Regal”,il mitico concerto registrato al Regal Theater di Chicago a conclamare King una leggenda del Blues!
Celebre poi quanto lui è la sua inseparabile “lucille”, una chitarra Gibson ES-355 Custom; difatti King è considerato il terzo chitarrista più bravo del mondo.
King chiamò la sua chitarra Lucille, per un fatto successo nel 1949, quando stava suonando in un locale dell’Arkanas. Faceva molto freddo e si usava per questo riscaldare l’ambiente con un barille di kerosene. Ad un certo punto due uomini litigano per una donna che si chiamava Lucille e durante la rissa versano accidentalmente il barile con il liquido di benzina...mandando a fuoco la sala...scappano tutti fuori ma a quel punto, King si accorse di aver dimenticato dentro la sua chitarra e non perde nemmeno un istante per andare a salvarla.
Più tardi il re del blues dichiarerà di aver chiamato quella e tutte le chitarre avute dopo “lucille” per ricordarsi quell’episodio quasi fatale e quanto non bisogna perdere troppo la testa per le donne.
Successivamente, dopo i gloriosi 50’s e tutto sommato i 60’s e 70’s, negli anni ’80, King registra poco ma la sua popolarità resta intatta, grazie anche a sue numerose presenze in shows e telefilm americani. Nel 1985, un singolo fenomenale da ricordare è
“When Loves Comes To Town”, inciso insieme agli U2. Mentre è del 2000
“Riding With The King” suonato con l’altra leggenda Eric Clapton.
Che B.B. King sia noto soprattutto come eccellente musicista e quindi chitarrista è confermato dalle numerosissime performances avute con altrettanti ottimi musicisti incontrati nella sua strepitosa carriera...come Eric Clapton, Buddy Guy, Muddy Waters, Phil Collins, Stenie Ray, James Brown, Jerry Lee Lewis, Little Richard, Ray Charles,Zucchero, U2, Elton John, Van Morrison, Mark Knopfler (il miticissimo leader dei Dire Straits), Willie Nelson...questi sono solo una parte dei tanti artisti che hanno avuto la fortuna di averci a che fare...(manca soltanto la nostra leggenda James Burton all'appello!)
Nel 1990, in occasione del Festival Pistoia Blues B.B. King fu ospite d’onore, e suonò con Jeff Healyed ed Edoardo Bennato.
Si può concludere affermando a piena voce, quanto King, vincendo ben 14 Grammy Awards in tutta la sua incredibile carriera, ha ispirato artisti di molte generazioni e si può dire quanto la sua immagine sia rimasta forte e salda nel tempo...nel 2004 poi il re del blues è stato insignito di una laurea ad honorem...
Ultima nota che voglio segnalare che è davvero degna del suo alto valore artistico ed umano, King ha regalato l’intera sua collezione blues alla
“Ole Miss Center For Southern Studies”, quindi già a disposizione come universale patrimonio artistico.