Amico mio quanto tempo...

*Entrando in mano stringe un ciondolo con l'effige di Kalaiphenes e dei vestiti di colore rosso, una spada lunga pende sul suo fianco*

Ah Delle Torri, avevi sempre modo di stupirmi in un modo o nel l'altro

*Una lacrima comincia a scendere*

Sono tornato a casa tua e ho deciso di riportare diverse tue cose alla tua cara dea. So che avresti voluto farlo.

*Sorride*


Kalaiphenes prendilo in gloria, è stato tua rappresentazione e ti ha sempre dato tutto ciò che possedeva.

Ikoptos guida la mia spada e la mia mente come hai fatto nei tanti momenti passati fianco a fianco con il mio amico Francesco.

*Lascia le cose sull'altare a Kalaiphenes*


*Si avvicina poi all'altare di Ikoptos*

Ikoptos questo è per te.

*Un tonfo sordo e un sacco viene lasciato davanti all'altare, aprendosi si intravede l'armatura sempre indossata da Oberon*

Non ho piu' bisogno di essere ciò che non sono.

*Urla diretto alla statua e detto questo da le spalle alla statua e va via*

*Era già in cattedrale da un po', assorto nelle sue preghiere e avvolto dalla calma e dal silenzio che gli era sempre piaciuto. Della Cattedrale, la calma e il silenzio erano tra le cose che più gli piacevano. Trasalì improvvisamente quando sentì un uomo urlare.

Signore, io non vi conosco, ma non vi sembra irrispettoso urlare in cattedrale? Si ricordi che questo è un luogo sacro.

*Annuisce, e comincia a spazzare in cattedrale.*

*Il paladino che stava pregando verso l'altare di Kalàiphenes, si ferma e osserva l'uomo dritto negli occhi*

*Mentre l'uomo sta per andarsene, si alza, lo ferma e sempre a bassa voce esclama*

Qui siamo in cattedrale, un posto pacifico, solo la quiete e la tranquillità vige in questo posto.

Cortesemente buon uomo se ha bisogno di urlare, di sfogarsi, ci sono tanti altri posti, ad esempio la taverna.

La cattedrale è libera a tutti, ma ci sono delle regole da rispettare.
Noi incantatori possiamo ritenere le sue gesta come delle offese.

Spero che non accadrà più.

*Detto ciò si rimette di nuovo a pregare davanti la statua della sua Dea*

*Risvegliato dalla sua meditazione dal tono, le urla e dal contenuto di quest'ultime, con sguardo corrucciato e visibilmente disturbato dalla scena, segue con lo sguardo il tipo che pare riconoscere, per esclamare con voce abbastanza udibile:*

Il Tempio degli Dei non è il mercato.
Se di Fede non avete più bisogno, almeno del Rispetto non dimenticatene mai il Valore.

*Così dicendo torna alla sua preghiera*

*raccoglie le cose abbandonate dall'uomo e le sistema in un armadietto vicino, poi comincia a spolverare le varie statue, continuando ad annuire.*