Strage di bambini in Sri Lanka
È di almeno 58 morti il bilancio complessivo di due nuovi, distinti attacchi delle forze governative dello Sri Lanka contro obiettivi civili nel nord dell'isola, area controllata dai guerriglieri separatisti delle Tigri di Liberazione Tamil Eelam. Lo hanno denunciato gli stessi ribelli attraverso il loro sito su Internet, all'indirizzo Tamilnet.com. Colpita dall'artiglieria la chiesa di San Filippo e Maria ad Allaipiddy, sull'isolotto di Kayts, situato a ridosso della costa della penisola settentrionale di Jafna. Vi avevano cercato scampo un folto gruppo di abitanti:non meno di quindici sono però morti e altri venti hanno riportato gravi lesioni; 37 gli ulteriori feriti registrati nella zona. Il bombardamento, risalente a ieri mattina, sarebbe partito dalla base militare di Palaly. Ancora peggiori le conseguenze di un raid compiuto oggi stesso dall'Aviazione su Vallipunam, località situata nel distretto nord-orientale di Mullaitivu, uno dei più martoriati dell'area: i velivoli hanno centrato con bombe e missili addirittura un orfanatrofio,l'istituto "Cherncholai", dove avevano trovato accoglienza decine di bimbe in tenerà età; come minimo 43 piccole sono rimaste uccise, altre sessanta sono sette ferite.
Il portavoce dell´esercito maggiore Upali Rajapakse ha smentito che le forze governative abbiano sparato contro la chiesa, sostenendo invece che i guerriglieri hanno sparato ai soldati mentre questi cercavano di entrare nell'edificio alla ricerca dei ribelli che vi si erano nascosti facendosi scudo coi civili.
Lunedì a Colombo, la capitale del paese, un attentato a una limousine del governo ha provocato sette morti, tra cui quattro agenti, e numerosi feriti anche tra i passanti.
È stata in ognio caso ieri, la giornata peggiore in termini di vittime da quattro anni: negli scontri tra insorti e truppe regolari si erano registrati in tutto 177 morti e 310 feriti.
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