Studenti in protesta contro la legislazione del lavoro voluta da de Villepin Francia, la polizia fa irruzione alla Sorbona Sgomberati i 400 universitari, rimasti nelle aule anche di notte. Hanno resistito allo strenuo e ci sono dei feriti, tra cui 11 agenti
PARIGI - Si è conclusa all'alba l'occupazione dell'università della Sorbona, a Parigi, dove centinaia di studenti erano asserragliati da tre notti per protestare contro il Cpe, la legge sul contratto di primo impiego voluta dal governo conservatore del premier Dominique de Villepin per combattere la disoccupazione giovanile, ma che agevola i licenziamenti senza giusta causa. Gli scontri con le forze anti sommossa erano tornati a divampare in serata e intorno alle 4 del mattino un gruppo di agenti con manganelli e gas lacrimogeni ha fatto irruzione nell'ateneo, stroncando i tentativi dei giovani di opporsi: nel giro di dieci minuti il complesso è stato completamente evacuato. Gli studenti avevano cercato di fermare la carica formando una catena umana al grido di «Resistenza pacifica», ma non sono riusciti a evitare la resa, anche se sono scoppiati nuovi disordini che hanno provocato diversi feriti: tra questi almeno undici polizitti, un dimostrante e un fotografo che stava seguendo gli sviluppi della vicenda. Dall'inizio dell'occupazione sono 31 le persone rimaste ferite. Sgomberi analoghi hanno avuto luogo nella notte anche in numerose altre delle 85 università di Francia presidiate nei giorni scorsi dai manifestanti.
SCONTRI NELLA NOTTE - Nella notte c'erano già stati scontri tra polizia e manifestanti in place de la Sorbonne e nelle zone circostanti. Alcuni gruppi di giovani protestavano contro la nuova legge sul lavoro, ne sono scaturiti tafferugli con lanci di lacrimogeni da parte della polizia e di vari oggetti da parte dei manifestanti. Anche gli studenti asserragliati nella Sorbona hanno partecipato gettando contro i poliziotti un po' di tutto, dagli estintori alle sedie ai libri. All'interno gli studenti si erano preparati a un eventuale assalto accumulando oggetti pesanti davanti ai portoni di ingresso. Gli incidenti, cominciati verso mezzanotte sulla piazza antistante l'università, sono proseguiti in boulevard Saint Michel, dove sono state smantellate piccole barricate.
DAL MAGGIO '68 - La Sorbona sembra tornata ad essere il simbolo della protesta giovanile francese, anche se questo movimento non vuole seguire le orme del maggio del '68. Situazioni troppo diverse e poi, dicono alcuni studenti, la vera differenza è che allora quando si usciva dall'università si trovava un lavoro. Il '68 resta comunque un riferimento quasi obbligato. Lo ha ricordato il rettore Maurice Quenet quando ha detto che è da allora che l'ateneo non veniva occupato di notte. Le aule restano comunque chiuse. Gli studenti hanno deciso di proseguire l'occupazione anche durante la notte. Dopo la decisione di aderire allo sciopero di protesta contro la legislazione del lavoro voluta da Dominique de Villepin, gli edifici che ospitano le Università di Parigi I, IV e V sono bloccati e le aule sono anche occupate da un gruppo di studenti che vi hanno trascorso la notte. Il rettore ha deciso di chiudere gli accessi per evitare incidenti. Alcune centinaia di studenti si sono accampati da giovedì sera davanti all'edificio principale della Sorbona e sono controllati da uno schieramento di agenti della gendarmeria. Qualche momento di tensione si è avuto durante la notte e alcune vetrine sono state rotte da gruppetti isolati di studenti.
LA LEGGE CONTESTATA - La legge contestata contiene il discusso contratto di primo impiego (Cpe). Il contratto prevede la possibilità di licenziamento senza giustificazione per i neo assunti con meno di 26 anni entro un periodo di prova fissato a due anni. L'agitazione, che ha visto nei giorni scorsi sfilare uniti operai e studenti in molte città francesi con un maxi raduno a Parigi, prosegue all'indomani del via libera al provvedimento da parte del Senato.
Che dire, mia figlia(che vive lavora e studia proprio a Parigi)nei giorni scorsi mi aveva annunciato che erano in corso degli scioperi(degli studenti ma anche di alcuni docenti) e delle manifestazioni per protestare contro questa nuova legge(la via francese alla flessibilità)che il Corriere indica come voluta da De Villepin ma che è piuttosto percepita come Sarkoziana,dal nuovo "mostro" della gauche-non solo studentesca-transalpina.
E purtroppo per giorni non ha potuto,insieme a tanti altri ragazzi che hanno voglia di studiare,accedere alle lezioni per via dei picchetti,ora leggo che sono arrivati anche alle occupazioni notturne.
Invocavo,prendendomi immediatamente del fascista da mia moglie(hox,vuoi che te la presenti?
),un Bavà Beccarìs perchè lo scimmiottamento del '68 ed impedire il diritto allo studio(tra l'altro in un periodo,questo,in cui c'è una intensa sessione primaverile degli esami)lo trovo inaccettabile.
La legge in questione è definibile come emergenza:può piacere o no,ma rientra nella classica impostazione liberale di un legittimo(vale la pena ricordarlo)governo di centrodestra(tra l'altro credo che l'Ulivo potrebbe pure sostenerla dacchè non mi pare culturalmente diversa dall'impostazione del pacchetto-Treu,ma ovviamente ad un mese dal voto non sentiremo niente di simile...)che può essere contrastato con ogni pacifico mezzo,ma non dovrebeb mai arrivare ad impedire,da parte di una minoranza pur corposa,a ledere i diritti degli studenti.
Se c'è chi ha tempo da perdere,vada a tirare uova a Matignon ma non si permetta di violentare il prossimo:io ho sempre scioperato,a prescindere direi,sia da studente che da docente ma senza mai contestare scelte differenti se non verbalmente.
Ricordo bene gli scioperi alla Montecatini-Montedison qui a Ferrara nei '70(coi socialisti del chimico,più "infiltrati" eh eh, specializzati nella caccia al crumiro a suon di sputi e sberle!)e non ne sento certo la mancanza.
perdere le lezioni significa inficiare gli esami(tra l'altro posticipati e quindi agglomerati tutti in poco tempo)e chi ha fatto o fa l'Università sa bene i disagi.
Certo a cavalcare le inconsapevoli(in gran parte)masse studentesche sono i soliti noti,gli scansafatiche ed i salottieri già sistemati col vezzo del fazzoletto rosso al taschino per cui invocare la République a ristabilire l'ordine non è uno squallido auspicio reazionario ma la coscienza di squalificare chi in nome dell'egalitè violenta la libertè.
Gli avversari di questa legge(che non piace nemmeno a me,sia chiaro)hanno nel voto democratico,non nella violenza imposizione del proprio dissenso,lo strumento per ribaltarla.
E allora,da socialista,da libertario,da "amico" della Scuola,dico viva lo sciopero e abbasso i picchetti.
Modificato da Slobodan 11/03/2006 11.15