Afterhours, ovvero l'esaltazione di massa

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Gideon Stargrave
00venerdì 3 novembre 2006 21:00
"E' passato un mese netto dal concerto degli Afterhours a Bologna, eppure se ci ripenso mi vengono ancora i brividi." La frase è fatta, quello che intendo dire lo è meno - credo. Il punto è che i suddetti brividi (vi assicuro, materialmente sperimentati) non derivavano dalla musica: gli Afterhours sanno suonare, sanno reggere la scena, sanno scrivere canzoni in grado di diventare degli inni per il loro pubblico... e vabbe', questo si sapeva, senza nemmeno mettere in mezzo i gusti personali. Piuttosto, qual è questo pubblico di cui si parla? Prima del concerto, non mi sarei nemmeno posto il problema; ora, cazzo, sì.
I concerti di per sè sono rituali collettivi, e trasformano in realtà, per un paio d'ore, il sentimento di una comunità: a Woodstock la gente si sfasciava di canne, si abbracciava, si baciava, sentiva di amarsi; i Sex Pistols al contrario venivano coperti di sputi, insulti e siringhe, e tutto finiva regolarmente in rissa; ancora oggi, durante le esibizioni di Roger Waters, la gente si mette a piangere prima ancora di accorgersene, quando parte Wish You Were Here. E' sempre questo il motivo per cui ai concerti degli Arctic Monkeys (esempio a caso) non succede niente: pop rock orecchiabile, ma non c'è una cultura condivisa dietro tutto questo; è anche il prezzo della "coperta larga", immagino.
E allora, qual è il sentimento comune degli Afterhours-fan più duri e puri? In cosa si riconoscono? A chi credono? E soprattutto, come esternano e testimoniano questa loro intimamente condivisa visione della realtà?
A Bologna, giuro, mi è sembrato di essere in mezzo a una folla di invasati. Neanche una spogliarellista in un manicomio criminale sarebbe stata in grado di suscitare un tale livello di animalesco abbrutimento, di completo autoannullamento in un'entità massiva e indistinguibile che sembrava contorcersi e strillare come un maiale prima di essere macellato. Ho visto l'Odio e la Rabbia, negli occhi della gente che cantava a squarciagola protendendo le braccia verso il palco, pronta a sacrificarsi ai piedi del cantante, Manuel Agnelli, in un misto di tifo da stadio e orgia satanica. Ero sotto il palco, ma per il casino che c'era non si sentiva la musica.
Sono situazioni che mi sarei aspettato di trovare ad un concerto dei Mayhem di una quindicina d'anni fa, non di fronte ad un gruppo con un certo grado di pretesa intellettuale (ai limiti del pretenzioso, talvolta) quali sono gli Afterhours, con tutto l'acume, la poesia e l'ironia che sono in grado di esprimere con le loro canzoni.
Ma a questo punto qual è il travisamento di fondo, se c'è? E qual è la causa di un così vistoso gap fra il messaggio emesso e quello ricevuto?
La mia teoria è che i fan degli Afterhours si dividono in due categorie: chi ama le loro canzoni in quanto consapevole di essere esattamente il genere di persona che queste mettono in ridicolo, e chi, inconsapevole di esserlo, finisce per sviluppare una radicale idiosincrasia nei confronti di un nemico che non riesce a vedere perchè annidato nella zona d'ombra dietro i suoi occhi. Gli Afterhours con i loro testi forniscono una quantità di citazioni che molti di noi potrebbero ritenere perfettamente autobiografiche: espliciti senza essere didascalici, quando davvero dicono qualcosa non possono che cozzare contro la sensibilità personale. C'è chi china la testa e sogghigna di se stesso di fronte a tanta verità ("a te che ascolti il mio disco, forse sorridendo, giuro che la stessa rabbia sto vivendo", cantava Rino Gaetano), e chi in un impeto di senso civile aguzza la vista verso l'orizzonte, alla smaniosa ricerca delle famose (e nondimeno irritanti) pagliuzze negli occhi degli altri.

Lungi da me avere l'intenzione di esprimere giudizi, tutto questo vuole solo essere resoconto di un'esperienza personale, magari spunto di discussione; e non solo rispetto agli Afterhours e ai loro fan(atici), ma anche più in generale, in direzione di una migliore comprensione di ciò che ci accade quando avvertiamo istintiva e inconscia attrazione o repulsione nei confronti di un cantante, un gruppo, il verso di una canzone o un'idea. Vi siete mai chiesti cosa davvero scatta nel vostro subconscio, quando non riuscite ad ascoltare altro che Smells Like Teen Spirit per un mese? Quali sono le corde che vibrano, quando ascoltate i Carmina Burana? E perchè non riuscite a contenere il pianto, quando Ivan Graziani vi sussurra in falsetto nele cuffie? Avete mai pensato che può esserci qualcosa di più profondo del semplice "de gustibus", dietro le divergenze musicali che avete con i vostri amici?
Frederick.
00sabato 4 novembre 2006 01:47
Il "De gustibus" è la base del mondo. Ma la musica che si ha ascolta è discriminante, peggio dei libri che si leggono: in pratica, dice tutto su una persona.

P.S. Sugli Afterhours meglio non pronunciarsi, và..

P.P.S. Ah perchè c'eri pure tu a Bologna?


etnobimba
00lunedì 6 novembre 2006 14:24
arc...mi era sfuggita la discussione.
La cose che mi sento dire più spesso quando dico che ascolto gli Afterhours sono: ma che palle, mettono la depressione, la musica ti assordisce...
e io non rispondo..
a volte mi sembra quasi di doverli ascolatre in segreto, come mi ha detto un giorno qualcuno, "non posso smascherarmi dicendo di ascoltare gli Afterhours"
Ma poi ho pensato, perchè?
Perchè questo gruppo se riesce a prenderti ti invasa? HAi ragione Daniè, io davanti ad un concerto degli Afterhours morirei di...di...non so nemeno io di cosa, forse la rabbia che mi cacciano fuori loro, non me l'ha mai cacciata nessuno. Invasata, si. Lo faccio quando li ascolto da sola a casa, posso immaginare ad un concerto.
Chi siamo? Che ci frega chi siamo...Io penso solo al fatto che la depressione che traspare da alcune loro canzoni, non ci crederete, ma mi fa stare bene.
etnobimba
00lunedì 18 dicembre 2006 11:18
e finalmente ce l'ho fatta ad andare ad un loro concerto e come si suol dire: ci sono rimasta sotto.
Manuel ha iniziato ringraziando tutti per l'entusiasmo con cui si è seguito il tour e per "premiare" i fans ha detto: "oggi suoneremo canzoni che da tanto tempo non facciamo"..
E mi sono sentita poco bene quando hanno attaccato: vedova bianca, ci sono molti modi, sui giovani d'oggi ci scatarro su, non si esce vivi dagli anni 80, ecc...e non tanto perchè avevo le costole schiacciate contro la transenna, ma proprio perchè mi sono sentita viva e allo stesso tempo uccisa dentro, avevo voglia di piangere ma in realtà ridevo...è stato strano...ma molto bello.

...per non parlare del fatto che mi sono innamorata [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] ...

ernest983
00lunedì 18 dicembre 2006 16:00
zinni ha scritto un gran post.
e fred ha sentenziato divinamente: "in pratica, dice tutto su una persona".

perchè quando stiamo giù sentiamo musica deprimente? o sentiamo musica deprimente e ci mettiamo, conseguentemente, giù? boh.

a me succede ultimamente con phantastica dei verdena, l'ascolto un paio di volte al giorno, anche più. e urlo, con voce stridula e graffiata, le loro parole. non so perchè, mi sento nascere dentro qualcosa quando ho la fissazione per qualcosa. è come essere innamorati, come quando cammini sotto la pioggia così, perchè la vuoi sentire su di te, come quando ti ubriachi perchè non hai altri stimoli, non lo so, giuro.
zinni mi hai messo un tarlo dentro la testa.


BaobabFree
00mercoledì 27 dicembre 2006 19:45
Gli Afterhours fanno schifo!
L'odio x loro è maturato dopo averli visti minimo 3 volte,aver ascoltato tanti loro cd,aver imparato a suonare loro canzoni...
rabbia e tristezza,non me li canticchiate nemmeno vi prego,non citate loro versi in mia presenza.
L'odio..
mi girano le palle solo a parlarne!
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!!!

Gideon Stargrave
00venerdì 29 dicembre 2006 15:36

Scritto da: ernest983 18/12/2006 16.00
zinni ha scritto un gran post.
e fred ha sentenziato divinamente: "in pratica, dice tutto su una persona".

perchè quando stiamo giù sentiamo musica deprimente? o sentiamo musica deprimente e ci mettiamo, conseguentemente, giù? boh.

a me succede ultimamente con phantastica dei verdena, l'ascolto un paio di volte al giorno, anche più. e urlo, con voce stridula e graffiata, le loro parole. non so perchè, mi sento nascere dentro qualcosa quando ho la fissazione per qualcosa. è come essere innamorati, come quando cammini sotto la pioggia così, perchè la vuoi sentire su di te, come quando ti ubriachi perchè non hai altri stimoli, non lo so, giuro.
zinni mi hai messo un tarlo dentro la testa.



Io mi vergogno a dirlo, ma è una settimana che continuo ad ascoltare con piacere musica classica. Io. [SM=x246372]
Tra un po' passo al jazz, poi ai canti gregoriani, e poi mi sparo. [SM=x246385] [SM=x246387]
La Lolla
00martedì 2 gennaio 2007 19:15
Io sono la persona che più si fossilizza musicalmente sulla faccia della terra.
Vado SEMPRE a periodi.
Credo abbia ragione Vito. E secondo me oltre alla musica che si ascolta è emblematico il modo in cui la si ascolta.
Io mi fisso talmente tanto su singole canzoni, su singole frasi, su singoli modi di cantare, su singoli personaggi, che poi mi viene la nausea delle suddette singole canzoni, singole frasi e singoli cazzi vari.
Tranne per le Hole, s'intende. Ma secondo me perchè su quelle canzoni non finirò mai di specularci e infilarmici e trovare significati e tarlume, tanto sanno essere oscure.

Minchiate a parte, gli Afterhours si sono lentamente infilati nella mia lista di 4 stelle di WMP.
Perchè mi ci posso fossilizzare comodamente.
Prima o poi andrò a qualche live, si spera.
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