Achille Campanile

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cari@tide
00giovedì 6 dicembre 2007 08:37
Se dovessi attribuire una paternità alla demenzialità nel nostro paese, non avrei dubbi,almeno in campo letterario, Achille campanile.
Un genio? un matto? non saprei anche se personalmente propendo per la prima ipotesi.
autore di battute fulminanti quali:

In Treno. Nello stesso scompartimento due persone:
Persona A: Piacere Alberto Bianchi
Persona B: Io No


IL FIORELLINO: Che bella cosa essere nato vicino a te. Così tu mi ripari dalla pioggia. Ma dimmi: sei un vero ombrello o fungi da ombrello?

IL FUNGO: Fungo.


Il generale ( alla prima cannonata nemica ): Beh, ma se cominciamo con le cannonate, è finita.
cari@tide
00giovedì 6 dicembre 2007 08:39
Biografia (dal sito ufficiale)
Achille Campanile nasce a Roma il 28 Settembre 1899. Nonostante alcune biografie, anche significative ed importanti, gli assegnino come anno di nascita il 1900, la data del 1899 è certa come provano diversi documenti ufficiali. E non è escluso che fosse sua la civetteria di togliersi o aggiungersi un anno.

Cominciò a scrivere giovanissimo. Gli inizi col giornalismo alla Tribuna e all'Idea Nazionale e poi al Travaso, in pieno fascismo. Ma anche il teatro con le prime Tragedie in due battute, in cui prevale il gusto per i giochi di parole ed un clima surreale. Lodi appassionate e critiche feroci accompagnarono le prime rappresentazioni di L'amore fa fare questo e altro nel 1930. Infine i romanzi come mezzo di raccontare superiore a tutti gli altri, da Ma che cosa è quest'amore a Chiarastella, da La moglie ingenua e il marito malato fino a L'eroe, oltre a numerose raccolte di racconti. Molti prima di essere pubblicati apparvero sulle colonne dei più importanti quotidiani come La Stampa, la Gazzetta del Popolo, Milano Sera.
Vinse due volte il Premio Viareggio, nel 1933 con Cantilena all'angolo della strada e quaranta anni più tardi con Manuale di conversazione. Campanile era un lavoratore instancabile, a volte fino a notte tarda. Scriveva a penna, sviluppando gli appunti che prendeva su carte di ogni dimensione, persino sui biglietti del tram, e di cui erano zeppe le tasche dei suoi vestiti.

Visse tra Roma e Milano fino a trasferire, negli ultimi anni, la sua residenza a Lariano nei pressi di Velletri, per accontentare la moglie Pinuccia e il figlio Gaetano. Qui abbandona il monocolo e gli abiti eleganti, si fa crescere una barba lunga e fluente ed assume l'aspetto di un vecchio patriarca. Continua a scrivere tanto da riempire gli scaffali del suo studio di racconti, romanzi ed opere inediti. La sua conquista del territorio degli autentici valori letterari, che oggi gli sono ampiamente riconosciuti, è stata lenta; anche perché egli è stato un uomo appartato, "fuori della mischia", non preoccupato di entrare nella cronaca letteraria spicciola.
E' morto a Lariano il 4 gennaio 1977, lasciandoci come testamento, oltre alle sue numerose opere, il segno dell'immortalità del riso.


ugo.p
00giovedì 6 dicembre 2007 08:54
Un anedoto spassosissimo. mentre lavorava per un giornale, mi pare fosse il Corriere della Sera, rischio` di essere licenziato a causa di un suo articolo....da Campanile.
L'articolo trattava di una vedova che ogni giorno andava a portare i fiori sulla tomba del defunto marito e durante una di queste visite era deceduta a causa d'un attacco cardiaco.
Fin qui niente di eccezionale se non fosse che Campanile aveva intitolato il pezzo: "Tanto va la gatta al lardo..." [SM=x875370]
Bruno Cortona
00giovedì 6 dicembre 2007 22:44
altre battute micidiali
«Certo che per fare grandi scoperte oltre che essere grandi geni bisogna anche essere un po' ritardati. Come può venire in mente a qualcuno che una mela possa cadere in su?»


«Qui giace L. M., pilota aviatore che, precipitando a terra, saliva al cielo»

«Il segreto per andare d'accordo con le donne è avere torto.»
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