Accade in Europa

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Slobodan
00domenica 19 marzo 2006 11:23
BIELORUSSIA: ELECTION DAY, SCONTATA VITTORIA DI LUKASHENKO
MINSK - In Bielorussia si vota oggi per il presidente. E sul vincitore non esiste il minimo dubbio: Aleksandr Lukashenko, dal 1994 padre padrone di questo piccolo Paese slavo di dieci milioni di abitanti, si attribuira' una vittoria plebiscitaria e l'Occidente reagira' incollandogli con maggior forza l'etichetta di ''ultimo dittatore d'Europa''.
Non meno del ''trionfo'' di Lukashenko e' scontato il giudizio estremamente negativo che daranno i circa cinquecento osservatori europei dell'Osce: in quanto a democraticita' la campagna elettorale - con in lizza l'onnipotente Lukashenko, due candidati della sparuta e imbavagliata opposizione (Aleksandr Milinkevic e Aleksandr Kozulin) e un fiancheggiatore del regime, Serghei Gaidukevic - ha lasciato troppo a desiderare.

E' invece imprevedibile - ed e' l'unico motivo di allarmante suspense per questa chiamata alle urne - che cosa succedera' dopo la chiusura dei seggi alle 20 (le 19 in Italia) nel centro di Minsk, la capitale, dove Milinkevic - un fisico di 58 anni molto ben visto a Bruxelles - ha chiesto ai suoi di confluire in massa. Il principale candidato delle opposizioni vorrebbe annunciare in piazza Oktiabrskaia i ''veri'' risultati elettorali (''Lukashenko non e' in grado di prendere piu' del 40% al primo turno'', ha ripetuto ad ogni comizio) e dar vita ad una vibrata protesta pacifica contro i ''brogli del regime''.

I servizi di sicurezza agli ordini di Lukashenko (che si chiamano Kgb, proprio come all'epoca sovietica) hanno pero' avvertito che non tollereranno stasera nessuna kermesse di piazza. Accusano l'opposizione di puntare ad una ''presa violenta del potere'' sulla falsariga della ''rivoluzione arancione'' dell'autunno 2004 in Ucraina e hanno lanciato un avvertimento da brivido: chi protestera' in strada su invito di Milinkevic sara' trattato da ''terroristi'' e rischiera' - oltre le pallottole - addirittura l'ergastolo o la condanna a morte. Benche' presentato ufficialmente come l'Election day, quello di oggi e' in effetti l'ultimo giorno di voto per il primo turno delle presidenziali: dalla mattina del 14 marzo a ieri tutti i 6.585 seggi sono rimasti infatti aperti durante le ore d'ufficio per permettere a tutti gli elettori una capatina anticipata alle urne con il massimo comodo. Ed e' un sistema - usato ufficialmente nei giorni scorsi dal 20% dei 7 milioni di elettori - che si presta benissimo ai brogli, a giudizio di Milinkevic e degli osservatori dell'Osce.

Molto ben visto da larghi strati della popolazione per la stabilita' garantita dopo il traumatico crollo dell'Urss e per una crescita che ha, grazie al sostanzioso sostegno economico della Russia, permesso un briciolo di benessere, Lukashenko si e' aggiudicato le presidenziali del 2001 con oltre il 75% dei suffragi e sembra intenzionato a spuntarla anche stavolta con un risultato altrettanto trionfale.

Puo' contare su un totalizzante controllo delle televisioni e nelle ultime settimane il Kgb e la polizia hanno imbavagliato in tutti i modi le opposizioni arrestando per teppismo almeno trecento attivisti, sequestrando o impedendo la diffusione dei giornali non allineati al regime, sabotando i comizi di Milinkevic e Kozulin.
ISKRA!
00domenica 19 marzo 2006 14:15
bieloRUSSIA

Scritto da: Slobodan 19/03/2006 11.23

Molto ben visto da larghi strati della popolazione per la stabilita' garantita dopo il traumatico crollo dell'Urss e per una crescita che ha, grazie al sostanzioso sostegno economico della Russia, permesso un briciolo di benessere, Lukashenko si e' aggiudicato le presidenziali del 2001 con oltre il 75% dei suffragi e sembra intenzionato a spuntarla anche stavolta con un risultato altrettanto trionfale.

Puo' contare su un totalizzante controllo delle televisioni e nelle ultime settimane il Kgb e la polizia hanno imbavagliato in tutti i modi le opposizioni arrestando per teppismo almeno trecento attivisti, sequestrando o impedendo la diffusione dei giornali non allineati al regime, sabotando i comizi di Milinkevic e Kozulin.



La Bielorussia ha questo problema di essere ritenuta, presso il Cremlino, una via di mezzo tra una Satrapia ed una provincia 'momentaneamente' autonoma...

Democrazia sotto controllo e controllo della Democrazia sono concetti che ben si adattano a questa situazione.
Slobodan
00domenica 19 marzo 2006 14:18
Re: bieloRUSSIA

Scritto da: ISKRA! 19/03/2006 14.15




Democrazia sotto controllo e controllo della Democrazia sono concetti che ben si adattano a questa situazione.


specialmente sostituendo "democrazia" con "gasdotti"...
Slobodan
00lunedì 27 marzo 2006 17:56
Re: Re: bieloRUSSIA

Scritto da: Slobodan 19/03/2006 14.18

specialmente sostituendo "democrazia" con "gasdotti"...



L' Europa ingorda di gas lascia Minsk sola

Occorreva essere campioni di ottimismo, o piuttosto campioni di ingenuità, per credere che le restrizioni di viaggio decise dall' Europa avrebbero spaventato Aleksander Lukashenko. Il presidente bielorusso non muore dalla voglia di vedere il Colosseo o la Tour Eiffel. Gli occhi preferisce tenerli puntati sulla sua poltrona di Minsk. Ed è contro i coraggiosi oppositori decisi a non accettare il risultato delle elezioni-truffa di domenica scorsa, infatti, che Lukashenko ha sfogato le propensioni che gli appartengono: manganelli, lacrimogeni, botte, carcere, maltrattamenti sistematici secondo quanto denunciato dal candidato rivale (o piuttosto virtuale) Aleksander Milinkevich. Nessuna sorpresa, ripetiamo. Ma anche così il promemoria è utile, soprattutto se alla repressione in Bielorussia accostiamo le elezioni che si tengono oggi in Ucraina. A Kiev è forte il clima di disillusione nei confronti della «rivoluzione arancione» del 2004. Il presidente Viktor Yushchenko viene accusato da molti di non aver saputo esercitare il mandato libertario ricevuto, la sua super-telegenica alleata Julia Timoshenko ha scelto di fare da sé, dopo una storia ancora tenebrosa di favori e corruzione, l' economia non va bene e Putin ci ha messo del suo alzando a Capodanno i prezzi del gas destinato al consumo interno dell' Ucraina. Il risultato è che secondo i sondaggi a vincere le elezioni parlamentari dovrebbe essere il filo-russo Viktor Yanukovich, quello stesso rappresentante delle industrializzate province orientali contro la cui elezione fraudolenta a presidente (così si disse) scoppiò la protesta «arancione». E questa volta non sono previsi brogli. A Kiev il gioco delle alleanze potrebbe durare a lungo, e non è sicuro che Yanukovich vada a coabitare con Yushchenko facendogli da primo ministro. Quel che è certo, se il partito di Yanukovich arriverà in testa, è invece che dietro le mura del Cremlino qualche tappo celebrativo salterà. La Bielorussia rimasta fedele, condannata dall' Occidente ma sanzionata non troppo severamente perché dietro Minsk tutti vedono Mosca e i suoi preziosi rifornimenti energetici. L' Ucraina tornata all' ovile addirittura secondo le regole, senza che nessuno stavolta possa accusare Mosca di interferenza (che invece c' è stata, via prezzi del gas): per Vladimir Putin sembrerebbe un sogno realizzato. O piuttosto una bella rivincita. Aspettiamo con serenità il responso delle urne ucraine. Ma nel frattempo dovremmo chiederci se in appoggio ai coraggiosi oppositori di Minsk stiamo facendo tutto quanto possiamo. Dovremmo domandarci se il gas e il petrolio russo non ci stanno soavemente «finlandizzando», come si usava dire in altri tempi, inducendoci a non reclamare da Putin una comunanza di valori e di comportamenti che pure il leader russo dovrebbe difendere in quanto presidente di turno del G-8. Come è accaduto a Bruxelles e sta accadendo anche altrove, quando ci daremo una risposta sarà troppo tardi. Ma almeno le nostre case saranno riscaldate.
Franco Venturini, Corriere della Sera



La sinistra italiana «tiepida» sulla Bielorussia «L’Est europeo è andato a destra, non ci piace»
Polo (Manifesto): «Opposizione filo-Usa». Bonino: «Siete nostalgici»

ROMA - Le cariche in piazza a Minsk, gli arresti, i leader della rivolta picchiati o costretti alla fuga non commuovono la sinistra. Basta dare un’occhiata ai quotidiani. Unità a parte (articolo di apertura a pagina 10) c’è il Manifesto tiepidissimo («Minsk, scontro col trucco») e Liberazione con un articolo in pagina 2 senza alcun richiamo in prima pagina. Perché? Gabriele Polo, co-direttore de il Manifesto spiega chiaramente ciò che pensa: «C’è scarsa conoscenza di una situazione complessa da valutare. Già nel caso dell’Ucraina abbiamo avuto difficoltà nel capire quanto ci fosse di spontaneo in quel movimento, al di là della richiesta generica di libertà». Ma c’è dell’altro, di segno ideologico. E Polo lo sintetizza in uno slogan: «Tutto l’Est europeo è fuoriuscito a destra dalla mancanza di libertà e dal socialismo reale. E questo, lo dico con chiarezza, non ci piace. Noi siamo nati da una critica da sinistra a quel sistema, il Pci ci espulse per questo. Quando il blocco sovietico è crollato, non abbiamo potuto condividerne il modo». In quanto alle spinte esterne: «L’opposizione subisce un’influenza dagli Usa. Un pesante condizionamento nel giudicare un movimento contro un personaggio comunque autoritario come Lukashenko. Né credo si possa ridurre tutto a una vicenda di brogli. Temo, e sottolineo temo, che Lukashenko abbia vinto regolarmente».
Emma Bonino, attentissima alla politica internazionale, offre questa analisi: «In campagna elettorale non ci si occupa mai, a destra come a sinistra, di quanto avviene al di fuori dell’Italia. La difesa della democrazia in Paesi come la Bielorussia è oggetto al massimo di convegni della domenica. La politica internazionale non è una priorità del governo ma nemmeno dei grandi partiti di opposizione». Non sarà il fastidio per un’opposizione «di destra» sorretta dagli Usa? «Ma no, forse per qualche nostalgico che vive a Cuba...».
Sicuramente non Piero Sansonetti, direttore di Liberazione : «Non credo che si possa accusare il nostro quotidiano di offrire una lettura dell’opposizione bielorussa come di una forza destrorsa». Semmai, dice, la verità è un’altra. Più banale: «Semplicemente c’è scarsa attenzione verso quella zona del mondo. Le cariche contro gli studenti in Francia emozionano più degli arresti a Minsk. Interessante l’analisi proposta da Franco Venturini sul Corriere : si tratta di un errore di informazione che va corretto». Sansonetti aggiunge un’ultima considerazione: «Tutti, destra come sinistra, danno per scontato che in quella zona dell’Europa sia difficile aspettarsi una piena realizzazione della libertà. Un po’ perché sia la sinistra radicale che quella riformista sono state legate in un ormai lontano passato all’ex impero sovietico. Un po’ perché la destra e la cultura liberale non si soffermano su quell’area».
Infine Giulietto Chiesa, ex corrispondente da Mosca, eurodeputato ex Italia dei valori: «Il mio giudizio sulla stampa italiana è negativo, non mi stupisco che le vicende bielorusse siano quasi ignorate. Ma è difficile spaccare la faccenda tra destra e sinistra. La maggioranza che ha eletto Lukashenko è di destra o di sinistra? Se misuriamo le vicende di Minsk col metro dell’acquitrino italiano, poveri bielorussi... La verità è che c’è in atto un grande scontro: una parte d’Europa, soprattutto Polonia e Paesi baltici in accordo con gli Usa, vorrebbero sottrarre Minsk all’influenza russa. La maggioranza dei bielorussi e Mosca non sono d’accordo. Infatti non vedo una vera, grande opposizione a Lukashenko. Ma la partita è delicata: c’è di mezzo il futuro rapporto tra Russia, Europa e Stati Uniti».



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