Re: Re: bieloRUSSIA
Scritto da: Slobodan 19/03/2006 14.18
specialmente sostituendo "democrazia" con "gasdotti"...
L' Europa ingorda di gas lascia Minsk sola
Occorreva essere campioni di ottimismo, o piuttosto campioni di ingenuità, per credere che le restrizioni di viaggio decise dall' Europa avrebbero spaventato Aleksander Lukashenko. Il presidente bielorusso non muore dalla voglia di vedere il Colosseo o la Tour Eiffel. Gli occhi preferisce tenerli puntati sulla sua poltrona di Minsk. Ed è contro i coraggiosi oppositori decisi a non accettare il risultato delle elezioni-truffa di domenica scorsa, infatti, che Lukashenko ha sfogato le propensioni che gli appartengono: manganelli, lacrimogeni, botte, carcere, maltrattamenti sistematici secondo quanto denunciato dal candidato rivale (o piuttosto virtuale) Aleksander Milinkevich. Nessuna sorpresa, ripetiamo. Ma anche così il promemoria è utile, soprattutto se alla repressione in Bielorussia accostiamo le elezioni che si tengono oggi in Ucraina. A Kiev è forte il clima di disillusione nei confronti della «rivoluzione arancione» del 2004. Il presidente Viktor Yushchenko viene accusato da molti di non aver saputo esercitare il mandato libertario ricevuto, la sua super-telegenica alleata Julia Timoshenko ha scelto di fare da sé, dopo una storia ancora tenebrosa di favori e corruzione, l' economia non va bene e Putin ci ha messo del suo alzando a Capodanno i prezzi del gas destinato al consumo interno dell' Ucraina. Il risultato è che secondo i sondaggi a vincere le elezioni parlamentari dovrebbe essere il filo-russo Viktor Yanukovich, quello stesso rappresentante delle industrializzate province orientali contro la cui elezione fraudolenta a presidente (così si disse) scoppiò la protesta «arancione». E questa volta non sono previsi brogli. A Kiev il gioco delle alleanze potrebbe durare a lungo, e non è sicuro che Yanukovich vada a coabitare con Yushchenko facendogli da primo ministro. Quel che è certo, se il partito di Yanukovich arriverà in testa, è invece che dietro le mura del Cremlino qualche tappo celebrativo salterà. La Bielorussia rimasta fedele, condannata dall' Occidente ma sanzionata non troppo severamente perché dietro Minsk tutti vedono Mosca e i suoi preziosi rifornimenti energetici. L' Ucraina tornata all' ovile addirittura secondo le regole, senza che nessuno stavolta possa accusare Mosca di interferenza (che invece c' è stata, via prezzi del gas): per Vladimir Putin sembrerebbe un sogno realizzato. O piuttosto una bella rivincita. Aspettiamo con serenità il responso delle urne ucraine. Ma nel frattempo dovremmo chiederci se in appoggio ai coraggiosi oppositori di Minsk stiamo facendo tutto quanto possiamo. Dovremmo domandarci se il gas e il petrolio russo non ci stanno soavemente «finlandizzando», come si usava dire in altri tempi, inducendoci a non reclamare da Putin una comunanza di valori e di comportamenti che pure il leader russo dovrebbe difendere in quanto presidente di turno del G-8. Come è accaduto a Bruxelles e sta accadendo anche altrove, quando ci daremo una risposta sarà troppo tardi. Ma almeno le nostre case saranno riscaldate.
Franco Venturini, Corriere della Sera
La sinistra italiana «tiepida» sulla Bielorussia «L’Est europeo è andato a destra, non ci piace»
Polo (Manifesto): «Opposizione filo-Usa». Bonino: «Siete nostalgici»
ROMA - Le cariche in piazza a Minsk, gli arresti, i leader della rivolta picchiati o costretti alla fuga non commuovono la sinistra. Basta dare un’occhiata ai quotidiani. Unità a parte (articolo di apertura a pagina 10) c’è il Manifesto tiepidissimo («Minsk, scontro col trucco») e Liberazione con un articolo in pagina 2 senza alcun richiamo in prima pagina. Perché? Gabriele Polo, co-direttore de il Manifesto spiega chiaramente ciò che pensa: «C’è scarsa conoscenza di una situazione complessa da valutare. Già nel caso dell’Ucraina abbiamo avuto difficoltà nel capire quanto ci fosse di spontaneo in quel movimento, al di là della richiesta generica di libertà». Ma c’è dell’altro, di segno ideologico. E Polo lo sintetizza in uno slogan: «Tutto l’Est europeo è fuoriuscito a destra dalla mancanza di libertà e dal socialismo reale. E questo, lo dico con chiarezza, non ci piace. Noi siamo nati da una critica da sinistra a quel sistema, il Pci ci espulse per questo. Quando il blocco sovietico è crollato, non abbiamo potuto condividerne il modo». In quanto alle spinte esterne: «L’opposizione subisce un’influenza dagli Usa. Un pesante condizionamento nel giudicare un movimento contro un personaggio comunque autoritario come Lukashenko. Né credo si possa ridurre tutto a una vicenda di brogli. Temo, e sottolineo temo, che Lukashenko abbia vinto regolarmente».
Emma Bonino, attentissima alla politica internazionale, offre questa analisi: «In campagna elettorale non ci si occupa mai, a destra come a sinistra, di quanto avviene al di fuori dell’Italia. La difesa della democrazia in Paesi come la Bielorussia è oggetto al massimo di convegni della domenica. La politica internazionale non è una priorità del governo ma nemmeno dei grandi partiti di opposizione». Non sarà il fastidio per un’opposizione «di destra» sorretta dagli Usa? «Ma no, forse per qualche nostalgico che vive a Cuba...».
Sicuramente non Piero Sansonetti, direttore di Liberazione : «Non credo che si possa accusare il nostro quotidiano di offrire una lettura dell’opposizione bielorussa come di una forza destrorsa». Semmai, dice, la verità è un’altra. Più banale: «Semplicemente c’è scarsa attenzione verso quella zona del mondo. Le cariche contro gli studenti in Francia emozionano più degli arresti a Minsk. Interessante l’analisi proposta da Franco Venturini sul Corriere : si tratta di un errore di informazione che va corretto». Sansonetti aggiunge un’ultima considerazione: «Tutti, destra come sinistra, danno per scontato che in quella zona dell’Europa sia difficile aspettarsi una piena realizzazione della libertà. Un po’ perché sia la sinistra radicale che quella riformista sono state legate in un ormai lontano passato all’ex impero sovietico. Un po’ perché la destra e la cultura liberale non si soffermano su quell’area».
Infine Giulietto Chiesa, ex corrispondente da Mosca, eurodeputato ex Italia dei valori: «Il mio giudizio sulla stampa italiana è negativo, non mi stupisco che le vicende bielorusse siano quasi ignorate. Ma è difficile spaccare la faccenda tra destra e sinistra. La maggioranza che ha eletto Lukashenko è di destra o di sinistra? Se misuriamo le vicende di Minsk col metro dell’acquitrino italiano, poveri bielorussi... La verità è che c’è in atto un grande scontro: una parte d’Europa, soprattutto Polonia e Paesi baltici in accordo con gli Usa, vorrebbero sottrarre Minsk all’influenza russa. La maggioranza dei bielorussi e Mosca non sono d’accordo. Infatti non vedo una vera, grande opposizione a Lukashenko. Ma la partita è delicata: c’è di mezzo il futuro rapporto tra Russia, Europa e Stati Uniti».