Re: Re: Re: Re:
Scritto da: Slobodan 14/01/2006 14.26
purtroppo non sto scherzando, e di fonti ce ne sono eccome.
adesso ho pochi minuti a disposizione,prometto che stasera te ne cito alcune.ciao
mi sono reso conto(vabbè,molti lo sapevano già!) di non essere un buon "topo da internet" e non avendo in casa testi a riguardo dovrai accontentarti per il momento delle mie parole.
Quel che ho detto comunque è terribilmente vero e dimostrabile-le fonti bisogna saperle cercare,ripeto,ma non dovrebbe esser troppo difficile per chiunque non sia Slobo:solo a metà del Settecento il Sant'Uffizio decise di impedire la pratica del battesimo in utero(che avveniva,ti ripeto,anche APRENDO la donna gravida)fino ad allora legittima.
in merito ha scritto(riferendosi nello specifico a queste azioni a danno di donne ebree,ma non furono le sole,perchè la pratica era usuale nei confronti di prostitute o donne che avevano mariti lontani per viaggi-guerre e altro-e di cui si temeva una gravidanza)un libro tale Marina Caffiero:
Battesimi forzati
Storie di ebrei, cristiani e convertiti
nella Roma dei papi
collana La corte dei papi, 14
ottobre 2004, 14x21 cm, 352 p., € 22,00
a presto...
Interessante questo passaggio di un articolo di Miriam Mafai,in cui è citato il battesimo in utero,che rende bene l'idea dell'evoluzione(o involuzione)del pensiero della Chiesa riguardo al feto-persona.
"sul problema in questione, lo status del feto, il dibattito teologico è stato nel corso dei secoli vivace. Se per Tertulliano infatti «il concepito è già uomo, così come il frutto è già nel seme», con Agostino cominciò a prevalere la tesi dell’«animazione ritardata», sostenuta da Tommaso d’Aquino basandosi sulla scansione dei 40 giorni per la formazione del feto maschile e degli 80 per quello femminile. E ancora, a metà del Settecento, il Sant’Uffizio confermava il divieto del battesimo in utero, dato che il «non nato», finché nell’utero materno, non poteva considerarsi parte dell’«umana società». Vale la pena di tenere presente questo lungo e tormentato dibattito non per considerarne valide le conclusioni, ma per ricordare che le attuali posizioni della Chiesa non possono considerarsi verità di fede, ma, appunto, posizioni frutto di un lungo dibattito e quindi sempre passibili di verifica e correzioni."
Modificato da Slobodan 14/01/2006 18.56