AVIARIA

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malandrine
00venerdì 24 marzo 2006 12:04
Da Gianni 13/02/06


Invio comunicato stampa della LIPU circa influenza aviaria.

Cordiali saluti

Gianni Palumbo
Responsabile Nazionale
Osservatorio Biodiversità
LIPU/BirdLife Italia

Web. www.lipu.it
Email: gianni.palumbo@lipu.it




COMUNICATO STAMPA

INFLUENZA AVIARIA, NO ALLE UCCISIONI INGIUSTIFICATE E SOMMARIE DI UCCELLI SELVATICI, METODO CRUENTO E DEL TUTTO INUTILE AI FINI DELLA LOTTA ALL’INFLUENZA AVIARIA. “DENUNCEREMO ALLA MAGISTRATURA GLI ATTI ILLEGALI”
LIPU invita a evitare ogni forma di psicosi e affrontare la complessità del problema

<>. E’ quanto dichiara la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) dopo i numerosi casi di violenza contro uccelli selvatici che si sono verificati negli ultimi giorni in alcune regioni del Sud Italia e che rischiano di propagarsi in modo irrazionale al resto del territorio nazionale. <>.
In tal senso va ricordato che in nessun caso al mondo si è verificato un passaggio del virus H5N1 da animali selvatici all’uomo; va inoltre ricordato che quello dell’influenza aviaria è al momento un problema soprattutto di carattere veterinario, che va affrontato mettendo in sicurezza gli allevamenti e facendo in modo che questi rispettino tutte le norme di biosicurezza; e va ancora ricordato che puntare l’attenzione tutta sugli uccelli migratori, peraltro vittime a loro volta del problema, significa perdere di vista la grande complessità della questione e quindi la possibilità di trovare ad essa una soluzione adeguata.
<>.
La LIPU invita inoltre tutti i cittadini a collaborare segnalando eventuali informazioni utili alle autorità competenti.

13 febbraio 2006

Ufficio stampa LIPU-BirdLife Italia
malandrine
00venerdì 24 marzo 2006 12:05
Da Gianni
ENPA – LIPU
Comunicato stampa

INFLUENZA AVIARIA: IMPORTANTI PRECISAZIONI DEL MINISTERO DELLA SALUTE CONTRO GLI ABBATTIMENTI INDISCRIMINATI.
ENPA E LIPU: SODDISFATTI PER L’ACCOGLIMENTO DI UNA NOSTRA CHIARA RICHIESTA.
ORA GLI ENTI LOCALI SEGUANO LE INDICAZIONI.


L’abbattimento degli uccelli selvatici appartenenti alle specie sensibili che hanno avuto contatti con i soggetti malati e/o morti, su specifica richiesta dei Servizi Veterinari locali, può essere autorizzato dal Ministero della Salute solo caso per caso e dopo aver sentito il parere dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica e del Centro di Referenza Nazionale per l’Influenza aviaria.
E’ quanto prevede un’importante circolare appena emanata dal Ministero della Salute a precisazione di alcuni punti non chiari contenuti nell’ordinanza ministeriale del 11 febbraio e relativi al delicato tema dell’abbattimento di uccelli selvatici.

Dichiarazione di:
Annamaria Procacci, ENPA
Danilo Selvaggi, Rapporti istituzionali LIPU

“Avevamo chiesto ieri al Ministero della Salute, tra le altre cose, di precisare ufficialmente che nessun abbattimento indiscriminato di uccelli selvatici debba poter avvenire e siamo molto lieti che la richiesta sia stata accolta repentinamente. Ora è importante che gli amministratori locali seguano le indicazioni ed evitino di procedere ad ordinanze sommarie di abbattimenti di uccelli le quali, oltre ad essere riprovevoli eticamente, rischiano di aggravare il problema. Per fare solo un esempio: tentare di abbattere i cigni semplicemente sospettati di aver contratto il virus equivale quasi certamente a disperderli nell’ambiente, spingendoli verso aree che al momento non sono interessate dal problema, con il rischio appunto di diffondere anziché contenere il virus. Dunque, ogni azione da intraprendere va condotta con l’ausilio e il parere degli organi tecnico-scientifici, come espresso chiaramente dalla circolare ministeriale. Apprezzabile inoltre la precisazione che anche per gli animali che abbiano contratto il virus e risultino in stato pre-agonico le procedure da seguire debbano essere improntate al rispetto delle norme sul benessere animale e della dignità degli animali stessi. Restiamo in attesa che il Ministro si pronunci sulle altre richieste di ENPA, LIPU e altre associazioni, a partire dalla questione cruciale di un serio ripensamento dei metodi di allevamento”.


Roma, 15 febbraio 2006.
malandrine
00venerdì 24 marzo 2006 12:07
da Caccia il Cacciatore
[COMUNICATO STAMPA]
INFLUENZA AVIARIA E CACCIA
LE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO: COINCIDENZA SOSPETTA!
14 febbario 2006


Con una coincidenza quasi incredibile, ecco che, non appena conclusa la stagione venatoria, appaiono i primi casi di volatili affetti da virus H5N1 e il conseguente stato di allarme generale.

A nulla sono valse le preoccupazioni dell'opinione pubblica durante tutto il periodo di caccia e le richieste da piu' parti di sospendere a fini cautelativi l'attivita' venatoria. Il Ministro si e' guardato bene dall'infastidire la lobby venatoria, eludendo un problema cosi' grave e dando per scontato che i cosiddetti rischi erano sotto controllo.

Storace in sostanza ha preferito curare invece di prevenire. I costi della "cura" corrispondono a 4 milioni di euro in farmaci antivirali in caso di pandemia.
Dichiarano i rappresentanti dell'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Caccia: "Si imponeva la sospensione della caccia perche', come dimostrato, gli uccelli selvatici costituiscono il principale vettore per l'infezione aviaria, ma in questo Paese sembra che tutto si possa toccare fuorche' gli interessi dei cacciatori sottoponendo i cacciatori stessi, le loro famiglie e tutta la popolazione a rischio di un potenziale contagio che oggi tutti ammettono".

L'Associazione Italiana Familiari e Vittime della caccia (www.cacciailcacciatore.org) chiede al Ministro se non sia doveroso effettuare dei campionamenti sulla selvaggina abbattuta che molti cacciatori hanno l'abitudine di conservare nel freezer di casa e di informare l'opinione pubblica degli esiti che scaturiranno.

"Ai cittadini che vogliono unirsi a noi per combattere contro lo strapotere dei cacciatori, un 1% di cittadini che mette in pericolo in vari modi il restante 99%, ricordiamo che e' sufficiente aderire, anche on-line, ai Comitati di Cittadini Caccia il Cacciatore, sul sito www.cacciailcacciatore.org" conclude l'Associazione Vittime.

---------
www.cacciailcacciatore.org - info@cacciailcacciatore.org

malandrine
00venerdì 24 marzo 2006 12:10
Da Carla 19/02/06
....Sì le considerazioni riguardo alla carne dei poveri polli sono giustissime,
è brutto anche
che ci sia una forma di razzismo rispetto agli animali che ci fanno piu' o meno
orrore per
come stanno morendo in questo periodo.....Sì i meravigliosi cigni reali ci fanno
piu' pena
dei poveri polli, e non è giusto in effetti.......ma a dirla tutta allora
parlando di
avvelenamenti e schifezze varie....guardate che la verdura ( che incelofanata
nei suoi sterili
contenitori bianchi sembra finta da quanto perfetta ....a prova di compasso) è
spesso
manipolata....transgenica, orrendamente cresciuta e trattata. Te ne accorgi
mentre la
cucini dov'è la fregatura....non ha gusto e consistenza....si sfalda a contatto
con il calore
(per esempio i peperoni)....voglio dire.....a parte chi ha un suo orto
privato....per il resto si
salvi chi puo'....e quindi è dura anche per i vegetariani.
Carla
malandrine
00venerdì 24 marzo 2006 12:15
Da Rita a Gianni 19/02/06

Caro Gianni,

Ma questo fattaccio dell'aviaria, a te come sembra? Non è che si tratta di una grande bufala? Sto diffondendo dove posso i comunicati che ci mandi.
Come stai? Io sono stata con una bruttissima influenza, ma terra terra, senza ambizioni di volo.
Ti mando un abbraccio
Rita




Cara Rita,

sto bene, sono stato qualche giorno a Bruxelles dove ho accompagnato un gruppo di miei amici in visita al Parlamento Europeo. Così siamo andati più da vicino a vedere quell'Europa che qui, ai margini della stessa, si percepisce appena.
L'aviaria non esiste, il virus dell'H5N1 è il virus dell'influenza, da sempre, si chiamava così anche nel 1918-19 quando ci furono 40 milioni di vittime. Ma erano tempi diversi, si veniva fuori da 4 anni di guerra, le popolazioni erano stremate, vi era una forte carenza proteica e anche di
medicinali. Oggi è diverso, l'influenza aviaria può diventare un
serio problema solo per i paesi del 3° e 4° mondo, dove, purtroppo, si continua a morire anche solo per una dissenteria.
Per i nostri Paesi è davvero una bufala, diventa un problema perché è una informazione mal gestita a livello massmediologico, ho avuto anche modo di dirlo ad una intervista su RAI3 qualche giorno fa, nella quale ho tacciato
di incompetenza buona parte del giornalismo che si occupa della
vicenda. Per i nostri Paesi è un problema per la filiera dei polli (che segna un brusco calo con conseguenze per l'occupazione) e per i poveri animali selvatici che vengono brutalmente additati come i responsabili di un temibile virus. Quando non si dice che normalmente i vettori di
siffatti virus sono animali, che il "salto" di specie è una cosa difficile, che non vi è un problema pandemia nei nostri paesi ma vi è una eterodirezione generata dalla necessità delle case farmaceutiche di dirigere grosse ordinazioni di vaccini per assecondare l'esigenza neoliberista di terrorizzare la gente per ingrassare i bilanci.
E' una vicenda spinosa ma che ha molte differenze se considerato nei confronti dei Sud del mondo piuttosto che dell'opulento nord. E' davvero deprimente rendersi conto di quanta cattiva informazione e ignoranza sta accompagnando la modalità scandalistica con cui il tutto è stato
impostato.
Questo è, brevemente, quello che penso.

Spero di rivederti presto.

Baci a tutti
Gianni

malandrine
00venerdì 24 marzo 2006 12:18
Da Gianni BIRDLIFE INTERNATIONAL 17/02/06
BBC Online, 17 feb – BIRDLIFE INTERNATIONAL: BASTA CON LE ACCUSE VERSO GLI
UCCELLI SELVATICI - Leon Bennun, Direttore del settore Scienza, Politica e
Informazione di BirdLife International, ha ribadito a BBC News Online che le
accuse verso gli uccelli acquatici di diffondere nel mondo il virus
altamente patogeno dell’Influenza Aviaria sono prive di ogni fondamento. La
causa sarebbe invece da ricercare nelle moderne tecniche agricole e di
allevamento del pollame. Le richieste di abbattimento e di distruzione dei
siti di nidificazione potrebbero portare alcune specie al rischio di
estinzione senza che con questo venga arrestata la diffusione del virus. I
Cigni con ogni probabilità hanno contratto il virus durante le loro soste
vicino a zone con polli malati o per essere entrati in contatto con feci
infettate usate come concimi o mangimi:

news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/4721598.stm
malandrine
00venerdì 24 marzo 2006 12:29
Purtroppo non basta essere vegetariani
Da Rita 3/03/06


La causa della diffusione del virus non si crede solo nel cibo. L'inutile abbattimento di animali selvatici lo conferma. Io sono vegetariana, per scelta d'amore e non per paura, ma il punto qui è un altro: si stanno alimentando falsi allarmismi e si stanno sprecando risorse economiche per vaccini e medicinali adatti a una malattia che non esiste. Le stesse risorse potrebbero servire a curare malattie che falciano i popoli più poveri. Sono la malaria, la lebbra, l'aids, le malattie "trascurate" perché non producono utili per le case farmaceutiche.

Un abbraccio solidale ed equo a uomini e altri animali, vittime della bestia-interesse che vola sempre più in alto di loro...



Rita





Io credo molto nel cambiamento, e sono la prima a voler cambiare. Nasco con una madre vegetariana, figlia di vegetariani, avevo un nonno amante degli animali e rispettoso della natura, una persona davvero speciale per i suoi tempi. Nel 1924 creò una masseria dove vigevano le leggi del rispetto, ha educato così i suoi 9 figli. Ho avuto la fortuna di godermi un nonno così fino a 14 anni. Dall'altro lato, avevo un padre cacciatore, cresciuto in una famiglia contadina possidente, meno numerosa, ma con altri principi. Ne è venuto fuori un conflitto mai placato e forse irrisolvibile.
Credo che l'uomo dovrebbe amare la sua specie, nei limiti del suo potenziale, diciamo almeno tollerarla. Chi non ama la sua stessa specie non può amare le altre, soprattutto se le giudica addirittura inferiori. Per me, far del male a un animale, equivale a far del male a un bambino, mi basta guardare un istante il muso di uno dei miei gatti per ricordarmelo. Però, penso che l'uomo dovrebbe sempre pensare a se stesso come a una parte di un insieme. E cercare l'armonia, tra sé e gli altri, ogni altro essere vivente, e tutte le cose, così diverse tra loro, misteriose e affascinanti che lo circondano, partendo imprescindibilmente da sé. Un gatto pensa come un gatto. Un essere umano ha la sua coscienza da essere umano, il punto è avere una migliore coscienza, non liberarsi da essa.

L'atto di uccidere, con differenti sfumature, dalle più forti alle più lievi, rende elastica la coscienza.
Sì, sono stata fortunata, ho avuto accanto una persona che mi ha mostrato la sua verità, semplicemente.
Mio nonno era un uomo semplice.
Sono cresciuta dividendo la mia zuppa con i suoi cavalli, li chiamava per nome e loro venivano su dalla stalla, erano liberi di restare al chiuso o di andare fuori.
Sono cresciuta anche con loro: il solo pensiero di mangiare la loro carne mi ha sempre fatto stare male. Chi mangerebbe la carne di un compagno di giochi?
Mostrare, coinvolgere, creare con naturalezza, tra me e i suoi animali, legami affettivi, di somiglianza: questo è quello che lui ha fatto per me.
Allo stesso modo mi mostrava la terra: un albero di ulivo, una vigna o, con un sorriso orgoglioso, il grano che cresceva.
Lo ricordo andare per i campi, sempre a cavallo, senza sella (a pelo, perché si sentiva tutt'uno col cavallo).
Quando cavalcava e guardava le sue terre, il suo non era l'occhio del padrone. Guardava anche me con gli stessi occhi.
Rita



malandrine
00venerdì 24 marzo 2006 17:33
NEWS AVIARIA 26 Febbraio 2006
Aviaria: ancora dito puntato contro l'industria del pollame

Comunicato stampa da GRAIN, 26 Febbraio 2006
www.grain.org/briefings/?id=194

Il rapporto di GRAIN punta il dito contro l'industria del pollame come origine della crisi dell'Influenza Aviaria
I piccoli allevamenti e gli uccelli selvatici sono stati FALSAMENTE accusati di aver scatenato l'Influenza Aviaria che ora è diffusa in larga parte del mondo. Il nuovo rapporto di GRAIN mostra invece come l'industria transnazionale dei polli è la radice del problema ed è perciò li che occorre indirizzare gli sforzi per controllare il virus [1]
L'espansione degli allevamenti industrializzati ed i network commerciali hanno creato le condizioni ideali perchè emergessero e venissero trasmessi virus letali come quello H5N1 dell'Influenza Aviaria. Una volta all'interno di allevamenti industriali densamente popolati, i virus possono rapidamente divenire letali e proliferare. L'aria pesantemente infettata si diffonde poi dagli allevamenti intensivi per chilometri, mentre le reti commerciali diffondono il contagio attraverso vari vettori: uccelli vivi, pulcini di un giorno, carne, penne, uova fecondate, uova da consumo, letame di polli e cibo per animali. [2]
Tutti si ostinano a vedere gli uccelli migratori e i piccoli allevamenti come il vero problema" dice Devlin Kuyek di GRAIN. "Ma non è così che si diffonde la variante altamente patogena del virus. Il virus uccide uccelli selvatici e distrigge i piccoli allevamenti, ma è impossibile che sia diffuso da questi".
Ad esempio, in Malaysia, il tasso di mortalità causato dall'H5N1 fra i piccoli allevamenti nei villaggi è solo del 5%, indicativo del fatto che il virus fatica molto a diffondersi nei piccoli assembramenti di polli. Il contagio da parte dell'H5N1 nel Laos, che è circondato da nazioni infette, è avvenuto solo nei pochi allevamenti industriali del paese, riforniti con pulcini provenienti dalla Tailandia. Gli unici casi di contagio in piccoli pollai, che supportano il 90% della produzione di polli del laos, sono avvenuti nei pressi degli allevamenti industriali.
"Le prove che troviamo sempre più, dall'Olanda nel 2003 al Giappone nel 2004 all'Egitto nel 2006, è che il contagio della variante letale dell'Influenza Aviaria si presenti in allevamenti industriali di larga scala e poi si diffonda da lì." Spiega Kuyek.
Il contagio in Nigeria all'inizio del 2006 iniziò in un singolo allevamento industriale, di proprietà di un Ministro, distante dai luoghi dove si concentrano gli uccelli migratori, ma noto per l'importazione clandestina dall'estero di uova fecondate. In India, le autorità locali dicono che il virus H5N1 emerse e si diffuse da un allevamento industriale di proprietà della più grande compagnia di pollame, la Venkateshwara Hatcheries.
Una domanda scottante è perché i governi e le agenzie internazionali, come la FAO o le Organizzazioni Agricole non stanno facendo nulla per investigare su come gli allevamenti industriali ed i loro sottoprodotti, come cibi per animali e letame, stiano diffondendo il virus. Invece, stanno usando la crisi come una opportunità di industrializzazione ulteriore del settore. Si moltiplicano iniziative per mettere al bando i pollai all'aperto, schiacciare piccoli produttori e rifornire le fattorie con polli geneticamente modificati. La rete di complicità con una industria impegnata in una sequela di smentite e di insabbiamenti sembra completa.
"I contadini stanno perdendo i loro mezzi di sostentamento, le varietà locali di pollo vengono sterminate e alcuni esperti dicono che siamo oramai sull'orlo di una pandemia che potrebbe uccidere milioni di persone" conclude Kuyek "Quando i governanti si renderanno conto che proteggere i polli e le persone dall'Influenza Aviaria significa proteggerli dall'industria globale degli allevamenti industriali?


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