ANEDDOTI TRANVIARI (E NON SOLO...)

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Augusto1
00sabato 29 maggio 2004 12:22
binari montati come modellini
A proposito dello scambio che dallo Sferisterio portava verso via Delle Legioni, e quindi al deposito Fuorigrotta, il binario in questione è l'unico dei due rimasto quando in quel tratto di strada (e nel tunnel Laziale) i binari non erano affiancati ai marciapiedi ma correvano centralmente alla strada (questo fino al 1979). Ricordo che allestirono il groviglio degli scambi fra via Fuorigrotta e via delle Legioni in Piazza Italia dove ora c'è l'unico tratto percorribile venendo da via Caio Duilio, e montarono lì le rotaie e le trasportarono con gru come se si trattasse di montare i binari per un plastico ferroviario: a pezzi precostruiti. Nell'occasione spostarono temporaneamente il capolinea del bus 26 che lì stazionava. Pensate al tram che effettuava la fermata dopo lo Sferisterio (nei due sensi) con la gente che saliva e scendeva dal tram avendo le automobili che sfrecciavano quasi sui piedi...La parte dei lavori di montaggio dei binari lateralizzati in via Fuorigrotta che non riguardava gli scambi era assistita dal tram a due assi IV che ogni mattina si posizionava in zona spostandosi alla bisogna avendo doppia cabina di guida.

[Modificato da Augusto1 29/05/2004 12.24]

Augusto1
00sabato 29 maggio 2004 16:28
don Peppino e la moglie Lucia
Don Peppino (pace all'anima sua) abitava nel piano sotto al mio in via Cumana. Aveva la sana abitudine di comprare il pesce a Porta Capuana e di portarlo a casa alla moglie Lucia che poi lo avrebbe cucinato. L'abitudine insana, però, era quella di portarlo a casa durante il servizio che effettuava quasi sempre sulla vecchia 2. Una mattina, alla guida della biverde 956 si fermò, col tram che era ripartito dopo avere atteso la coincidenza in via Cumana, esattamente all'altezza del balcone e, bloccata la vettura con una trentina di persone all'interno che già avevano atteso il tram nell'altro senso, cominciò a strillare "Lucì, Luciaaaa" nell'attesa che la moglie "gli abbassasse il paniere" per infilare il cartoccio di pesce. A un passeggero spazientito che gli disse: "solo a Napoli succedono queste cose" lui rispose: "ma pecchè, vuie 'o pesce nun v'o mangiate?" Era il 1974.
mark815
00sabato 29 maggio 2004 19:20
don Peppino e la moglie Lucia
Queste sono le cose belle ke contraddinsinguono la nosta bella,grande città[SM=x346232]
A me è capitato di stare in un bus a San Sebastiano,verso le 20,quando l autista si ferma in uno spiazzale ed aspetta la moglie ke gli porterà la colazione x il turno di sera [SM=x346232]
Non c'entra nulla cn i tram però volevo segnalarlo
[SM=x346219]
pabbamo
00sabato 29 maggio 2004 19:53
aneddoti tranviari...
Visto che siamo in tema di aneddoti, non mancano anche le barzellette in tema; una, ad esempio, che molti di voi sapranno già: una signora che, dopo aver aspettato l'autobus per un paio d'ore, sotto un sole cocente, sale sul mezzo, ormai quasi disidratata, e dice al conducente, in vernacolo napoletano: "Neh, cunduttò, ma che cazze avite fatto fino a 'mmò, che sò ddoje ore che sto aspettanno!!!"
"Signò, pecchè, tenèvemo appuntamento???"
Non dimentichiamo poi, che esiste un longplaying di Antonio Casagrande, con le sue "ballate sociologiche", fra cui anche la "ballata pulmannatoria": il personaggio che funge, per così dire, da "menestrello", è un certo Libborio Occhialoni, detto pure il "Gran Criticone", ed iniziava sempre così: "Ballata xxxxtoria di don Libborio Occhialoni detto pure il Gran Criticone: ogni riferimento a cose e persone è puramente 'na combinazione...". Fra l'altro, vi è uno stacchetto tutto napoletano:
- Neh, cunduttò, chiste è 'o pulmann e 'll Atànne?
- No, signò, è chille 'e chist'anno...
- Che spiritoso....guardate, guardate, mò mèttono pure 'e mmaghinette c'arròbbano...
- Comme sarebbe??
- E lliegge 'cca: che ce sta scritto??
- "la macchina non dà resto"...
- Biglietto, per favore...
- Nun 'o tengo...
- Signurì, guardate ca pavate 'a cuntravvenzione...
- ...e già...je facevo 'o biglietto pe nun avè manco 'o riesto...di chi è questa mano???
- E' mia, signorina...mi chiedevo appunto dove fosse finita...
- ...nculo a sòreta...
- Neh, ma vulite venì cchiù annanze o no? M'a facite chiudere 'sta porta, o no???
...e così via...
Scusatemi per il linguaggio non proprio elegante, ma era così per farci due risate...
un affettuoso saluto
Francesco E.
00sabato 29 maggio 2004 23:26
Le due assi e l'incrocio via Tasso, via Aniello Falcone
Anche io ho un aneddoto agro-dolce da raccontare!
Mi è stato tramandato da un simpatico, un po attempato, ex giornalista de "Il Mattino" conosciuto in occasione, purtroppo, di un mio ricovero ospedaliero per accertamenti (quando si dice che le cose più strane accadono in momenti insospettabili!).
Premessa...forse pochi ricordano che c'era una linea tramviaria che andava (e tornava) dal Vomero attraverso via Tasso, via A. Falcone, P.zza San Francesco... la tratta, ai tempi d'oro della tramvia napoletana, passava per quelle strade allora poco urbanizzate (considerando anche che quel lato del Vomero era ancora in gran parte agricolo) dove era più facile incontrare botteghe e cantine che, piuttosto, veri e propri negozi! Premesso questo è facile immaginare che se la linea tramviaria presentava qualche problema di ordine progettuale ben difficilmente, poiché considerata secondaria, veniva risolto... orbene, la curva che il binario faceva allorquando questi si immetteva in via Tasso, provenendo da via A. falcone, era proprio uno di questi problemi anche in considerazione della forte pendenza delle due strade! La cosa all'epoca era abbastanza risaputa e, specie quando pioveva, il rischio che qualche vettura a 2 assi deragliasse in quel punto era più che una semplice probabilità! A farne le spese, in concreto, era un chiosco di giornali che, per sua sfortuna, veniva a trovarsi proprio nella traiettoria del tram partito per la tangente... tanto che più volte questa edicola fu danneggiata fin tanto che il giornalaio decise che sarebbe stato più saggio spostarsi all'interno di un palazzo poco distante. Ma il bello (e folcloristico) della faccenda è un altro: poiché, come ripeto, era cosa risaputa (un po come avviene tuttora, in maniera molto più pericolosa, alla "Cesarea")... c'era nei pressi del famigerato incrocio un "verdummaro" che era sempre pronto, in caso di bisogno, a staccare i suoi quadrupedi dalla carretta per attaccarli al tram e rimetterlo "dentro" i binari (poi dicono la "trazione animale")... fra i commenti e l'ilarità generale dei testimoni!

FRANCESCO
Augusto1
00domenica 30 maggio 2004 10:51
il manovratore della 1020
Da poco era diventato manovratore, in quanto in precedenza era un fattorino. Abitava, e forse sta ancora lì, a via Cumana, non dico il civico perchè è facilmente individuabile, e una domenica uscì con la biverde 1020, come si faceva dal deposito Fuorigrotta, a retromarcia dal triangolo di via 2 Luglio 1820, col muso in direzione Sferisterio (e non G.B.Marino, per intenderci), tabella 1. Poichè la strada era deserta (tutti a pranzo), il nostro amico, dopo aver girato con la mazza ferrata lo scambio sul corretto tracciato, parte alla massima velocità possibile (all'epoca la 1020 aveva il controller Ansaldo, con tutte e 10 le posizioni che scattavano) e, una volta arrivato a prendere di punta lo scambio che consentiva il rientro nel capannone di via Edoardo Ruffa non si accorse che un incauto precedente tranviere rientrato da G.B.Marino non aveva riportato lo scambio sul lato diritto (come si lasciavano sempre gli scambi in via Cumana) e, quindi, si trovò a tutta velocità a deviare verso il deposito aspettandosi di andare diritto rischiando il deragliamento. Fortuna volle che fu pronto ad azionare tutti e due i freni che aveva tra le mani, quello pneumatico e quello elettrico dal controller, e che in quel pezzo di curva in quel momento non ci fosse nessuno ad attraversare la strada o un auto nei paraggi. Una volta fermo, il nostro amico scese dalla vettura e con il volto bianco come un lenzuolo guardò la moglie affacciata al balcone che rimase atterrita, ma felice per lo scampato pericolo. Era il 1975.
mister656
00lunedì 31 maggio 2004 02:43
aneddoti
i miei aneddoti da raccontare sono pochi,visto che negli anni 70 non c'ero ancora(peccato,non ho potuto vedere i tram in biverde)
quelli piu'particolari sono quelli legati ad una situazione che solo qui a napoli poteva capitare essendo stati gli ultimi a mantenere l'asta e rotella fino al 2003,lo svio dell'asta dal filo di contatto,cosa che succedeva quasi sempre a piazza sannazzaro quando il tram effettuava il giro della piazza provenendo da via giordano bruno(non aveva un numero,ma solo la tabella p.zza sannazaro),quando il tram aveva gia'girato la rotella o proseguiva diritto verso fuorigrotta staccandosi all'improvviso e rimbalzando sui fili violentemente facendoli tremare tutti oppure usciva fuori direttamente andando esattamente al centro dello scambio aereo,la soluzione per non far uscire il trolley(o cercare di limitare i danni)era quella di imboccare lo scambio a velocita'bassissima,analoga situazione (anche se veramente raramente)a piazza vittoria dove i tram (al tempo)giravano moltissime piu'volte che a piazza sannazzaro,la cosa poteva succedere con piu'facilita'se c'erano 2 tram uno in fila all'altro,quello davanti appena passato faceva letterarmente tremare il filo con la conseguenza che la rotella di quello posteriore iniziava a dondolare sul filo e siccome la posizione della rotella in curva e'piuttosto critica era quasi certo che uscisse.
C'erano anche altri punti sulla linea dove era facile che il trolley"deragliasse":sulla rotonda di piazza sannazzaro e sulla curva immediatamente dopo piazza vittoria(dove c'e'la nissan),ma questo solo in tempi piu'recenti,infatti da casa di un mio amico,fino a poco tempo fa vedevo qualche tram che aveva questo problemino.
Invece una volta alla riviera un ramo incatastato tra i fili causo'la fuoriscita del trolley di ben 3 tram.
Problemi che purtroppo non vedro'mai piu'[SM=x346231]
Un altra cosa che capitava qualche volta era un problema sullo scambio di piazza sannazzaro(quello di prima)capitava infatti che quando il tram limitava li'la sua corsa esso non aveva la mazza per muovere gli aghi(increibile,sapevo che ogni tram ne era equipaggiato)e una volta vidi un tranviere che non sapeva come fare,entro'dal tabaccaio e prese un quadretto di ferro che uso'(inutilmente)per muovere gli aghi,ma dovette aspettare l'arrivo di un tram fornito di mazza.
un'altro aneddoto curioso riguarda sempre il solito scambio(stavo spesso li)che fu imboccato nella direzione sbagliata da un tram carico di gente,cioe'verso la piazza,dovette scendere l'amico del tranviere ad avvisare la macchina dietro che il tram doveva fare retromarcia e sentii lui che urlava "jamm gigi'(mi pare)semre a'stessa storia"
XJ6
00lunedì 31 maggio 2004 06:05
Scarrucolamenti

Scritto da: mister656 31/05/2004 2.43
C'erano anche altri punti sulla linea dove era facile che il trolley"deragliasse" (...)

Per indicare il "deragliamento" del trolley, mi pare che i tranvieri utilizzassero il termine "scarrucolare".

Dello scarrucolamento, comunque, non credo che i tranvieri sentiranno molto la mancanza, ma è un altro pezzetto del nostro vissuto che se ne è andato per sempre.
XJ6
00lunedì 31 maggio 2004 08:14
Ultimi pezzi, approfittatene ...
Alla fine dell'anno si seppe che nel gennaio successivo il biglietto del tram sarebbe aumentato da 50 a 100 lire.

Mi pare di ricordare che la città la prese abbastanza bene. Erano anni di super inflazione ed il biglietto era rimasto a 50 lire per un bel po' di tempo, quindi l'aumento era tutto sommato nell'aria.

Ricordo ancora che, nell'atmosfera festosa e affannata della Napoli sotto le feste, un bigliettaio buontempone che sull'1 offriva il biglietto da 50 lire a tutti i viaggiatori commentando immancabilmente, e a voce alta, "ultimi pezzi, approfittatene!"

Che anno era? 75, 76?
XJ6
01lunedì 31 maggio 2004 09:49
La fattorina
Ricordo la prima tranviera che fece la sua comparsa sull'1. In realtà era una bigliettaia, con la sua distinta divisa azzurra, completa di bustina copricapo.

La sua presenza sui mezzi fu accompagnata da grande curiosità, soprattutto maschile, ma anche da vibrate proteste per quella che veniva percepita come una vera e propria "invasione di campo". E' sintomatico che esse provenissero tanto da parte di uomini che - la famosa "solidarietà femminile" - da parte di donne del popolo.

Ricordo animate discussioni nel corso delle quali alcune virago scalmanate, ad alta voce per essere certe di farsi sentire da tutti, commentavano la presenza della bigliettaia nel più puro spirito demagogico-populista che è la croce della nostra città:

"e ggià. Essa sta 'ncopp 'o tramm' e s'arrobba 'a fatica de' 'lluommene."

Con l'aggiunta, talvolta, di scurrili commenti sulla presumibile natura delle raccomandazioni che avevano portato all'assunzione della malcapitata.

La quale non rispondeva, si faceva rossa, e continuava a fare il suo lavoro. Io ascoltavo e avrei tanto voluto intervenire, ma ero ancora ragazzino e non sapevo come fare. Ancora più rabbia, però, mi facevano i tanti adulti - anche donne - che ascoltavano e assentivano, o voltavano la faccia.

Per fortuna spesso la situazione veniva salvata dallo spirito di corpo dell'ATAN. Il conducente fermava il tram e cominciava a urlare "Ma 'a vulimmo' fernì. 'A vulit' lassà sta', o no?" E le chiacchiere si interrompevano, ma non finiva l'imbarazzo.

Poi la bigliettaia sparì. Forse fu trasferita in un ufficio, chissà. E' una pagina non gloriosa, tra le tante, della nostra città. Il primo timido esperimento dell'Azienda Tranviaria verso le pari opportunità, falli così miseramente.

Anni dopo, però, la modernità si fece strada anche nel Mezzogiorno e le donne fecero il loro ingresso da protagoniste sui mezzi pubblici pure a Napoli, e senza più tanto clamore. Non tantissime, però, e mai alla guida dei tram. Chissà perché.

Non sono storie di un secolo fa; sono passati soltanto ... Un rapido calcolo ...
30 anni? TRENTANNI?

Tempus fugit irreparabile ...
XJ6
00lunedì 31 maggio 2004 09:58
Vecchi arnesi
Ci mancava pure la sezione degli aneddoti per farci dar sfogo ai peggiori istinti nostalgico-decadentisti.

A furia di ricordare di quanto erano belli i tram a cavalli e di esaminare in dettaglio i meriti comparativi della trazione a vapore, bella figura ci facciamo con i nostri giovani lettori che penseranno di noi quarantenni in crisi di mezz'età tutto quello che a nostra volta pensavamo dei quarantenni quando eravamo teen-ager, nei terribili anni '70 (eskimo, zampe d'elefante, lampade al plasma, capelli afro. Brrr).



Augusto1
00lunedì 31 maggio 2004 12:09
aumento biglietti
L'aumento dei biglietti da 50 a 100 lire avvenne nel 1979. Visto che ci troviamo dicendo, facciamo presente che i tram durante la guerra erano guidati più da donne che da uomini, visto che questi ultimi erano in guerra.
Augusto1
00lunedì 31 maggio 2004 12:26
scarrucolamenti
A via Cumana c'erano originariamente due fili, quello per l'andata e quello per il ritorno (ma un binario solo), ma io, che sono più giovane di Antonio, ricordo solo che quello dal lato opposto al deposito era sì in tensione, ma staccato all'inizio di via Cumana dove si aspettava la precedenza e in piazza Marcantonio Colonna davanti alla stazione della Cumana. Malgrado il filo "buono" fosse facilmente individuabile per la presenza su di esso dei pezzi degli scambi aerei, capitava spesso quanto segue: a volte i tram, che, ricordiamolo, uscivano dal deposito Fuorigrotta a marcia indietro col fattorino che guardava "le spalle", scarrucolavano indietreggiando sui suddetti "pezzi" aerei. Il tranviere che tirava la fune dall'arganetto, evidentemente distratto, spesso riposizionava il trolley sul filo sbagliato con conseguenze a volte catastrofiche. Un giorno la 1023, che intorno al 1978 era adibita a servizio di Scuola Guida, uscì per tornare a San Giovanni, dove era assegnata. Il personale di quel deposito che "scortava" la vettura, e che non conosceva bene la rete aerea della zona, si trovò a fronteggiare lo scarrucolamento. Riposizionata l'asta sul filo sbagliato io, che ero affacciato al balcone dopo essere tornato da scuola, pensai:"ora ci divertiamo!". Iniziata la corsa, alla 1023, poco prima di inforcare lo scambio a molla dove iniziava il raddoppio della linea (poco prima di incrociare via Caio Duilio) e dove il filo maligno terminava diritto verso un palo, "scappa 'o troll" e scappa in maniera così rovinosa da strappare, attorcigliando i fili trasversali (più sottili) attorno a sè. Alla fine gran consulto di tranvieri (uno dei quali salito sul tetto della vettura), circolazione tranviaria sulla 2 bloccata, autotorri e quant'altro. Fu necessario addirittura smontare l'asta dal castelletto e, una volta rimediati i fili, trainare la vettura a deposito con la 1037, allora in pessime condizioni e adibita al traino dei carrelli e di vetture da spostare. Passai così un simpatico pomeriggio al balcone.
Francesco E.
00lunedì 31 maggio 2004 19:04
Re: La fattorina

Scritto da: XJ6 31/05/2004 9.49
Anni dopo, però, la modernità si fece strada anche nel Mezzogiorno e le donne fecero il loro ingresso da protagoniste sui mezzi pubblici pure a Napoli, e senza più tanto clamore. Non tantissime, però, e mai alla guida dei tram. Chissà perché.

...



Forse, quando entreranno in servizio definitivo i Sirio avremo il piacere di vederne una alla guida di questi nuovi mezzi... ho sentito dire (non ricordo da chi) che una delle autiste sta seguendo un corso per poterlo guidare... vedremo!
aug1031
00lunedì 31 maggio 2004 23:16
L'incidente di Piazza Sannazaro
Il 31 ottobre 1973 avvenne un tragico incidente che ebbe per protagonista il tram. La vettura 997, agganciata alla 1003, veniva trainata da San Giovanni verso il deposito Fuorigrotta per essere sottoposta a riparazione. La 997, a metà circa del tunnel Laziale (che all'epoca aveva ancora i binari al centro della strada), si sganciò e cominciò a scendere "a palla di cannone" verso Piazza Sannazaro. Piombata in piazza schiacciò un taxi, che transitava in piazza, con a bordo il conducente Gianni Vozzo di 29 anni ed il passeggero di 24 anni Luigi Esposito che persero la vita, e poi terminò la corsa coricandosi sui giardini della fontana. Ricordo che passai qualche ora dopo sul posto, avevano già rimosso i corpi e la carcassa del taxi, ma (allora avevo quasi 8 anni) rimasi impressionato nel vedere quel gigante coricato su un fianco e i carrelli che giacevano a distanza l'uno dall'altro nella piazza. Pare che solo la prontezza del vigile urbano che regolava i tempi del semaforo (all'epoca manuale) impedì una strage di dimensioni maggiori poichè, attirato dal fragore della vettura tranviaria che "precipitava" verso valle, ebbe il riflessi di riportare il semaforo subito al rosso dopo pochi secondi che era uscito il verde anche se, purtroppo, il taxi era già passato insieme ad un'altra macchina che, per un caso fortuito, non fu colpito dal bolide. Si racconta anche che un parente del passeggero del taxi avesse chiamato da lontano a gran voce la signora, a piazza Dante, ma il fatto di non avere udito il richiamo fece compiere un destino che altrimenti sarebbe stato diverso. Voci raccontavano anche di un tranviere che presenziasse la 997 e che, una volta sganciatasi la vettura, impaurito, anzichè azionare il freno a mano (la ruota metallica che è alla destra del banco di manovra), saltò fuori finchè era in tempo, facendosi comunque male perchè il binario in salita nel tunnel Laziale, in posizione centrale, era protetto ai due lati da vicini guard-rail. Il conducente della 1003, una volta arrivato al deposito Fuorigrotta, in stato di choc si dette alla fuga, ma il giorno successivo si presentò agli inquirenti. Non ho memoria a chi fu attribuita la responsabilità. Nella foto il tram 997 riportato nel deposito Fuorigrotta: tenuto sotto sequestro dalla A.G. assieme alla 1003 per un lungo periodo, non tornò più in servizio se non dopo la ricostruzione Sofer del 1978.

[Modificato da Francesco E. 02/11/2006 15.55]

XJ6
00martedì 1 giugno 2004 00:24
Re: 50 e 100

Scritto da: Augusto1 31/05/2004 12.09
L'aumento dei biglietti da 50 a 100 lire avvenne nel 1979 (...)

L'episodio che ho citato, quindi, risale agli ultimi giorni del 1978.
XJ6
00martedì 1 giugno 2004 00:34
Donne al controller

Scritto da: Augusto1 31/05/2004 12.09
(...) i tram durante la guerra erano guidati più da donne che da uomini, visto che questi ultimi erano in guerra.

Giusta osservazione. A Napoli, come altrove, furono impiegate le donne in lavori considerati abitualmente da uomo.

Sarei comunque curioso di sapere come presero, le donne, il ritorno alla "normalità" dei lavori più tradizionali, quando la fine dell'emergenza bellica non ne rese più necessario l'impiego in lavori "maschili". Normalità, peraltro, è una parola grossa, e le ferite della guerra rimasero vive a lungo; nei giorni convulsi e drammatici del dopoguerra ci furono probabilmente altre priorità sulle quali concentrarsi.

C'è qualche foto di donna napoletana conduttrice di tram in tempo di guerra?
XJ6
00martedì 1 giugno 2004 00:38
Splendidi quarantenni

Scritto da: Augusto1 31/05/2004 12.26
(...) io, che sono più giovane di Antonio(...)

Ma guarda un po'. Non si direbbe ...[SM=x346239]
filobustiere
00mercoledì 2 giugno 2004 22:05
aneddoti
Non sono giovanissimo e pertanto ho qualcosa da raccontare anch'io magari ereditato da papà (DNA?) che ad 81 anni ricordava a memoria i numeri e le linee dei tram nel tempo. Poi ho verificato ed era tutto giusto. Ma veniamo all'aneddoto. Quando andavamo al cinema La Perla di Napoli di Napoli Agnano attraversavamo a piedi il passaggio a livello della Cumana. Proprio in quel posto era presente un binario che si staccava dalla linea tranviaria per Ippodromo/Terme e sembrava voler entrare nella stazione di Agnano ma si troncava. Era troppo strano per passare inosservato. La sua spiegazione era la seguente. Durante la guerra il tunnel tranviario (Laziale) era occupato da insediamenti di sfollati e famiglie che ivi si ricoveravano per sottrarsi ai bombardamenti. Pertanto i tram non potevano passarvi. Allora alla stazione del Corso della cumana i tram con opportuna deviazione (ove ora c'è un cancello)venivano istradati sulla linea ferroviaria per riuscire ad Agnano. La spiegazione che mi forniva mio padre anzichè tranquillizzarmi, mi suscitava ulteriori quesiti che non trovavano purtroppo risposte. Papà era un praticone non un ingegnere. Tipo i tram erano trainati o il sistema di alimentazione era lo stesso fra tram e cumana? Chi legge può pensare che stia dicendo un sacco di sciocchezze ma mio padre non mi ha mai detto cose inesatte: magari incomplete per carenza di informazioni. Come pure dalla stessa fonte seppi che durante la prima guerra mondiale, alcuni tram furono trasformati in ambulanze che caricavano i feriti dallo scalo merci FS (Ora lato Corso Meridionale) e trasferiti ad un ospedale posto nel convento di San Francesco al Corso (Ora Caserma Carabinieri) con raccordo diretto interno ad ambedue gli estremi. Aspetto commenti.
Filobustiere

Augusto1
00giovedì 3 giugno 2004 14:38
per filobustiere
Un binario che si staccava da via Nuova Bagnoli, attraversava la linea della Cumana, e andava ad Agnano Ippodromo era sicuramente quello della vecchia linea 4. A mia memoria (io ho 38 anni) ricordo da piccolo altre rotaie sul pendio Agnano e altre davanti all'ingresso dell'ippodromo (parliamo dei primissimi anni '70). Una foto del binario di cui parliamo, con tanto di tram, è presente in un quadro appeso nell'Hotel Villa Maria, di fianco al cinema La Perla, che ho visto l'anno scorso quando una coppia di amici ha lì alloggiato. Per quanto riguarda la vicenda dei tram che hanno usufruito della linea Cumana ti dico ciò che so, e che è ugualmente riportato sul 1°volume di Storia dei Trasporti Urbani di Napoli: alla fine della 2^guerra mondiale, con il tunnel Laziale impraticabile per i bombardamenti, si collegò la linea Cumana a Piazza Marcantonio Colonna, dove c'è il deposito della SEPSA con i binari a livello stradale e complanari con quelli della vecchia 2 (allora n°30) e al Corso Vittorio Emanuele, dove anche lì i binari sono a livello stradale e complanari con i binari del tram n°6. Si fecero passare così i tram (trainati, ovviamente) nella galleria che divide Fuorigrotta con il Corso V.E. per renderli disponibili all'esercizio nel centro della città. Se avessero poi fatto altrettanto anche ad Agnano è possibile, di sicuro di lì passava il tram 4.
filobustiere
00giovedì 3 giugno 2004 20:23
aneddoti
Grazie ad Augusto per le spiegazioni. Va tutto bene ma ribadisco che il tram si staccava dalla linea 4 per entrare nella stazione della Cumana. Pertanto, e me lo confermi, era un'ulteriore connessione. E a proposito di aneddoti. La linea tranviaria entrava proprio nel parco delle terme di Agnano con una fermata accanto all'edificio principale. Nelle stagioni classiche termali tipo giugno e settembre, veniva istituita una linea speciale (costava di più) dedicata ai bagnanti. I veicoli impiegati non erano le balille come l'ordinario 4 ma le vetture a carrelli a muso piatto. Nella linea speciale vigeva il divieto di aprire i finestrini a salvaguardia della salute dei passeggeri il che le rendeva ancora più speciali.
Ne voglio dire un'altra. Molti di voi conoscono Vittorio Marsiglia, attore, cabarettista e cantante napoletano ma noto anche altrove. Ebbene nel suo inossidabile repertorio vi è anche una canzoncina antica umoristica dedicata al conducente del tram ove il campanello diventa strumento musicale.
XJ6
00venerdì 11 giugno 2004 15:40
Il Tram di Posillipo

Scritto da: filobustiere 03/06/2004 20.23
(...) Molti di voi conoscono Vittorio Marsiglia, attore, cabarettista e cantante napoletano ma noto anche altrove. Ebbene nel suo inossidabile repertorio vi è anche una canzoncina antica umoristica dedicata al conducente del tram ove il campanello diventa strumento musicale.

Sarei interessato a ricuperare questa canzone. E' possibile saperne il titolo, o almeno una strofa?

Nel frattempo, trascrivo una famosa canzone di Armando Gill, il cui testo può ben figurare tra gli aneddoti tranviari (anche se di fantasia):

E ALLORA?

Nel tram di Posìllipo, al tempo dell'está,
un fatto graziosissimo, mi accadde un anno fa;
Il tram era pienissimo, 'a miezo, 'a dinto e 'a fora,
quando, alla via Partènope, sagliette na signora!


E allora?...

E allora io dissi subito: "Signora, segga qua!"
Rispose lei: "Stia comodo, vedrá che ci si sta...
si stríngano, si stríngano, per me c'è posto ancora..."
E quase 'nzino, 'ndránghete...s'accumudaje 'a signora!


E allora?...

E allora, dietro all'angolo, mi strinsi ancora un po'...
lei rise e poi, guardandomi, le gambe accavalciò...
Io suspiraje vedennole tanta na gamba 'a fora,
comme suspiraje Cesare p''e ccosce d''a signora!


E allora?...

E allor dissi: "E' di Napoli?" "No, mi sun de Milan!"
"Fa i bagni qua, certissimo!" "No, mi parto duman...
Vorrei vedere Frìsio, non visto mai finora..."
"Se vuole, io posso..." "Oh, grazie!..." E s'ammuccaje 'a signora!


E allora?...

E allora, po', addunánnome ca dint''o trammuè,
'a gente ce guardava, dissi: "Signó', scendé'..."
E mme pigliaje nu taxi a vinte lire a ll'ora...
e a Frìsio ce ne jèttemo, io sulo, cu 'a signora!


E allora?...

E allora, senza scrupoli, mm'accummenciaje a lanzá...
ma lei, con fare ingenuo, mi disse: "Oh, ciò non sta...
Andiamo prima a Frìsio, mangiamo e, di buonora...
io sto all'Hotel Vesuvio, lei mi accompagna...e allora..."


E allora?...

E allora io feci subito "necessita virtù"...
Ma a Frìsio ce magnajemo duiciento lire e cchiù...
Turnanno, immaginateve, stevo cu ll'uocchie 'a fore...
Finché all'Hotel Vesuvio, scennette cu 'a signora...


E allora?...

Qui viene il graziosissimo ca, jenno pe' trasí,
a tutti presentávami: "Presento mi' marí'!..."
Mm'avea pigliato proprio pe' nu cafone 'e fora...
E ghièttemo 'int''a cammera e s'assettaje 'a signora!


E allora?...

E allora, mentre proprio 'a stevo p'abbracciá,
vicino 'a porta...Ttùcchete...sentette 'e tuzzuliá...
"Chi sarrá maje 'sta bestia? Si mandi alla malora!..."
Nu cameriere in smoking, cu 'o cunto d''a signora!...


E allora?...

E allora ce guardajemo, curiuse, tutt'e tre...
Lei prese il conto e..."Págalo: duemila e ottantatré..."
Cu na penzata 'e spíreto diss'io: "Mo, nun è ora!"
E il cameriere pratico: "Pardon, signor...signora!..."


E allora?...

E allora lei fa: "Sei stupido!..." "Qua' stupido, madá':
Ciento lirette 'e taxi, duiciento pe' magná...
Duimila e tanta 'e cámmera...e chesto che bonora!...
Ccá ce vó' 'o Banco 'e Napule, carissima signora!


E allora?...

E allora, senza aggiungere manco nu "i" e nu "a",
pigliaje 'o cappiello e, sùbbeto, mme ne scennette 'a llá...
Truvaje ancora 'o taxi: "Scioffer...pensione Flora!..."
E ghiette a truvá a Amelia ca mm'aspettava ancora...


E allora?...

E allora ebbi la prova di una grande veritá:
Ch''a via vecchia, p''a nova, nun s'ha da maje cagná!
Augusto1
00martedì 29 giugno 2004 15:30
scontro a retromarcia
Nel 1974, durante una delle mie affacciate al balcone, assistetti ad un incidente senza conseguenze, neanche per le vetture, ma che costituì comunque una stranezza. Due tram uscivano contemporaneamente a retromarcia, uno, che ricordo a muso piatto, ricostruzione 1951 (con la cassetta dell'interruttore extrarapido sul tetto e le carenature laterali più piccole), che apparteneva al deposito San Giovanni (e forse lì voleva tornare) ma non ne ricordo la matricola (forse era la 999), usciva da via Edoardo Ruffa e l'altra, meridionale, forse la 1029 ancora in biverde, da via 2 Luglio 1820 per andare sulla 2 verso G.B.Marino. Ebbene, la muso piatto non aveva nessuno (!) che guardasse la retromarcia, la meridionale aveva il fattorino che si agitò, ma invano, le due vetture si scontrarono sulle due code, e ricordo benissimo che la muso piatto ebbe un sobbalzo del carrello posteriore. Non successe nulla, salvo che i due manovratori si mandarono reciprocamente a quel paese fra le risate degli astanti.
XJ6
00venerdì 2 luglio 2004 04:05
Blow Up
Questo non è un aneddoto in senso proprio, ma una storia da creare, andando a scavare dentro alle immagini. Si tratta di un discreto tipo di voyeurismo ispiratomi da Roberto, il quale - come nel famoso film di Antonioni - ingrandisce a dismisura foto e cartoline, così da cogliere micro-storie di vita quotidiana, "tranches de vie", immortalate da fotografi in buona parte inconsapevoli.

Si parte da questa bella foto di Piazza Municipio tra la fine degli anni '40 e l'inizio dei '50 (credo):



Guardando con più attenzione, si vede sullo sfondo una delle rarissime articolate napoletane ...



... che passa alle spalle un giovane marinaio.



Tornava a casa in congedo? Era di stanza a Napoli? Aspettava la fidanzata. Chissà.

Più in basso c'è una due assi. Un signore maturo l'attende. A destra, tre donne camminano placide, con la busta della spesa. Chissà che cosa prepareranno da mangiare.



All'ombra se ne sta un torpedone. Chissà per dove sarebbe ripartito. E quanto sarà costato il pieno?



E questi due giovanotti? Uno col cartoccio, l'altro con gli occhiali, camminano senza fretta apparente, in una città non ancora incattivita dal traffico. Dove andranno? Di che staranno parlando? Fidanzate? Calcio? Politica? Mah.

Augusto1
00venerdì 2 luglio 2004 12:12
articolata
E' la 1151, unica con le carenature continue. Complimenti per le foto.
filobustiere
00martedì 6 luglio 2004 19:39
il tram di Marsiglia (non la città) X il simpatico XJ6
Intorno al 12 Giugno mi hai chiesto le parole della canzone che parla di un conduttore di un tram cantata da V. Marsiglia. Ti volevo accontentare e le ho provate tutte. Senza esito. Come ultima spes, ho scritto al giornale Il Mattino. Oggi 6 luglio è stata pubblicata la risposta a cura del giornalista Gargano a pag. 12 dove puoi leggere anche come talvolta mi faccio chiamare. Ebbene pur apprezzando la cortesia, non è arrivato ciò che mi aspettavo. Sono state citate due possibili canzoni: la prima è quella notissima che tu hai trascritto su queste righe, la seconda invece per me era inedita e si chiama O' tramm elettrico. Quindi la ricerca continua: spero che qualcuno leggendo il Mattino, mi informi di ciò che cercavo. Una cosa curiosa: sere fa, su un canale semisconosciuto è stata cantata proprio la canzone che stiamo cercando. [SM=x346219] [SM=x346219]
XJ6
00mercoledì 7 luglio 2004 00:44
Il Tram Era Pienissimo

Scritto da: filobustiere 06/07/2004 19.39
Oggi 6 luglio è stata pubblicata la risposta a cura del giornalista Gargano ...

Da Il Mattino di Martedì 6 Luglio 2004

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LETTERE
Il tram era pienissimo

«e allora?»

Gentilissimo dottor Gargano, sono un entusiasta navigatore in un sito web dedicato agli estimatori e agli appassionati di tram. Spero di non sorprenderla. Nell'ambito di questo sito esiste anche un forum dove si discute, spesso con toni molto tecnici, di argomenti attinenti la materia trattata. Volendo dare anch'io un piccolo contributo sia pure frivolo alla discussione, ho citato nell'ambito di questo forum l'esistenza di una canzone macchiettistica dedicata ai conducenti del tram. Essa è interpretata di frequente, durante le sue esibizioni, da Vittorio Marsiglia, di cui sono fan. La mia notizia non è passata inosservata anzi me ne sono state richieste le parole e anche il titolo. Non disponendo di ciò nè sapendo come fare per rintracciare il signor Marsiglia, mi rivolgo alla sua cortesia per avere queste notizie.

Di macchiette in cui appare il tram ne ricordo un paio. La prima è «E allora?» di Armando Gill: «Nel tram di Posillipo, al tempo dell’està, / un fatto graziosissimo mi accadde un anno fa: / il tram era pienissimo, ‘a miezo, ‘a dinto e ‘a fora / quando, alla via Partenope, sagliette na signora...». L’ossessivo «e allora?», nelle altre altre strofe, spinge al racconto delle disavventure sentimentali di un napoletano galante e sfortunato. L’altra è «Primma, siconda e terza» di Pisano-E.A. Mario, lanciata da Pasquariello nel 1932: «’A primmavota ca t’aggio ‘ncuntrata / è stato dint’ ‘o tram d’ ‘a Turretta...»; e qui le disgrazie si concludono sull’altare. E poiché la canzone napoletana registra anche i mutamenti del costume, va ancora citata «’O tramm’elettrico» di Cinquegrana-Vincenzo Valente (1896): «- Ndri.. ndri...» / - Ched’è? / - Nun vide? E’ ‘o tramm’elettrico... / - Uh, quant’è bello!... Iammece... / - E ghiammece, Teré. / - Va nnanze senza ‘a machina! Ma comme va stu fatto? / È tutta forza elettrica... è tutto nu cuntatto. / - Ma comme va, Ciccì? / Teré, mo t’ ‘o spiegh’i’... / Si nuie mo, per esempio / a mana ce astrissegneme / ce sentarrieme subbeto / mpietto na scossa... ttà. / - Mo c’ ‘o vapore è inutile / a ghì a nu sito a n’ato... / A ccà c’appiccia ‘a machina / l’elettrico è arrivato».


XJ6
00mercoledì 7 luglio 2004 00:52
'o tram d’ ‘a Turretta
E visto che lo abbiamo evocato ...

Augusto1
00mercoledì 7 luglio 2004 00:56
'o tram d'a turretta...
...ancora 5-6 mesi...
XJ6
00mercoledì 7 luglio 2004 01:06
Re: Il tram di Marsiglia (Vittorio)

Scritto da: filobustiere 06/07/2004 19.39
(...) le ho provate tutte. Senza esito. Come ultima spes, ho scritto al giornale Il Mattino. (...)

Grazie mille per l'impegno. Potresti forse chiedere direttamente a Vittorio Marsiglia (o al suo impresario). Non dovrebbe essere difficile trovarne i recapiti (puoi chiamare il teatro Bracco dove ha tenuto uno spettacolo a febbraio). Ciao.
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