6 giornata serie A

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parrino76
00domenica 2 ottobre 2005 20:23
Chievo Treviso 0-0
Udinese Lazio 3-0
Ascoli Parma 3-1
Fiorentina Livorno 3-2
Lecce Cagliari 3-0
Messina Sampdoria 1-4
Milan Reggina 2-1
Palermo Empoli 2-2
Roma Siena 2-3
Juventus Inter 2-0

[Modificato da parrino76 03/10/2005 7.29]

parrino76
00domenica 2 ottobre 2005 20:25
Fiorentina, vittoria con brivido
Viola in vantaggio 3-0 fino a 5' dalla fine, poi il Livorno sfiora la clamorosa rimonta grazie alle reti di Galante (41' s.t.) e Morrone (43' s.t.). Espulso Lucarelli al 16' p.t.
La Fiorentina dopo il gol di Jorgensen. LaPresseFIRENZE, 2 ottobre 2005 - Il Livorno si presenta al derby toscano come miglior difesa della serie A (un solo gol subito, su rigore), la Fiorentina è una delle tre squadre che ancora non è riuscita a chiudere un match senza subire reti. Totale: i viola trafiggono tre volte Amelia, Frey arriva a un passo dal percorso netto. E invece succede l'incredibile, con Galante e Morrone che trovano la via del gol al 41' e al 43' della ripresa e sfiorano la rimonta per i toscani. In un Franchi ridotto a uno stagno a causa della pioggia battente che ha imperversato per tutta la gara, finisce dunque 3-2 per i padroni di casa, grazie alle reti di Toni, Jorgensen e Pazzini. E la Fiorentina vola al secondo posto, in attesa del big match di stasera fra Juventus e Inter.
Davanti a 36.000 spettatori, nella Fiorentina Pazzini è in campo a far da spalla a Toni, con Bojinov ancora in panca, nel Livorno Ruotolo è preferito a Passoni. Ma a far la differenza non saranno tanto i presenti, quanto gli assenti. Il primo tempo ruota infatti intorno al minuto 16, quando Lucarelli viene espulso, si presume per proteste, perché l'attaccante non stava prendendo parte all'azione in corso. Da quel momento è facile per la Fiorentina concretizzare la superiorità tecnica, comunque già emersa nonostante il diluvio universale che colpisce Firenze al fischio d'inizio del match. Prima Toni, al 27', gira di testa su cross di Ujfalusi e realizza la sua sesta rete stagionale, quindi Jorgensen, al 35', raddoppia il vantaggio viola con un destro in corsa su assist di Pazzini. Il Livorno, nonostante la doppia inferiorità - negli uomini e nel risultato - non si dà per vinto, e reagisce con tutta la rabbia e l'orgoglio di cui è capace, andando vicino al gol con Palladino. Nell'occasione è bravo Frey a respingere di piede.
La forbice sembra allargarsi nel secondo tempo: il Livorno cerca continuità di spinta, la Fiorentina ha buon gioco nel tenere sotto controllo la gara, mantenendo basso il ritmo e tenendo lontano il Livorno dalla sua area. In più, i viola non rinunciano all'offensiva, tanto che al 15' è Pazzini a realizzare il tris, su assist di Jorgensen che s'approfitta di una distrazione di Grandoni. Poi la gara sembra defluire verso un finale scontato, quando il Livorno trova le energie e la lucidità per rimettere tutto in discussione. Al 41' Grandoni colpisce il palo, sul rimbalzo in campo del pallone Galante sforbicia di destro e realizza il 3-1, due minuti più tardi è Morrone a siglare il 3-2 su assist di Coco. Tre minuti di recupero obbligano una Fiorentina già negli spogliatoi a tornare di corsa in partita. Alla fine sono tre punti per i viola, ma il brivido finale non è ancora da grande squadra.
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00domenica 2 ottobre 2005 20:26
Ascoli, prima gioia da tre punti
I marchigiani non vincevano in A dal '92: Parma avanti con Pisanu, poi gol annullato a Corradi. I padroni di casa rimontano con Bjelanovic (2) e Foggia. Espulso Morfeo
Pasquale Foggia, 22 anni: grande prova. ApASCOLI, 2 ottobre 2005 - Sorpasso e vittoria in campo, vittoria e sorpasso in classifica: ad Ascoli Ascoli batte Parma 3-1, da 0-1, e i punti diventano sei contro quattro, da tre contro quattro che erano: è doppio il colpo dei bianconeri, che sfruttano come meglio non avrebbero potuto il primo dei due impegni casalinghi consecutivi (domenica 16, dopo la sosta, avranno la Sampdoria).

Eppure non si era messa bene all’inizio per la squadra di Giampaolo, che presenta Domizzi in difesa e come previsto deve rinunciare a Ferrante in avanti: nonostante il predominio territoriale, va sotto per un’invenzione di Morfeo, che fa fuori proprio Domizzi e innesca Pisanu, che d’esterno infila Coppola. E sempre il numero 10 del Parma (senza DelVecchio e Marchionni), il migliore dei suoi, ripete la magia e sempre per vie centrali manda in rete Corradi: annullato per fuorigioco che non c’è.

Ma l’Ascoli fa presto a riprendere il filo del gioco, sorretto da un Foggia da 8 in pagella: è suo il cross che manda Bjelanovic, di testa (a vuoto Couto) al pareggio, ed è suo il tiro da 25 metri, dopo una bella azione personale, che dà il vantaggio ai padroni di casa, grazie anche alla complicità di Lupatelli. Nella ripresa Berretta cambia gli esterni di centrocampo: fuori Bresciano e Pisanu, dentro Dedic e Cigarini. Gli ospiti premono, ma non vanno oltre il palo di Morfeo (su punizione deviata), mentre un gran gol di Cigarini viene giustamente annullato per fuorigioco di rientro.

E’ l’Ascoli, invece, che triplica: cross di Tosto dalla sinistra, ed è ancora vincente la testa di Bjelanovic (alla 100ª partita in A), che sovrasta Contini. Il Parma perde anche la testa: rosso a Morfeo per un brutto fallo su Parola, l'ultima emozione del match. L'Ascoli non vinceva in A dal 15 marzo '92: dopo un digiuno di 13 anni, ha due settimane per assaporare un pasto da tre punti.
parrino76
00domenica 2 ottobre 2005 20:28
E' proprio un altro Lecce
Con Baldini al debutto in panchina, i salentini affondano il Cagliari con tre reti e un gioco spettacolare. In gol Konan, Pinardi su rigore e Ledesma. Esposito fallisce un penalty nel finale
Cedric Axel Konan, 22 anni, 6° anno a Lecce. ApLECCE, 2 ottobre 2005 - Per Silvio Baldini i debutti non sono mai stati semplici: con il Parma (stagione 2004-2005) si era fatto bloccare dal Messina; alla guida dell’Empoli, due anni prima, aveva addirittura perso dall’Inter. Per rifarsi ha aspettato la prima partita a Lecce, una piazza in fermento da settimane, cui il tecnico è riuscito a restituire al primo tentativo un briciolo di serenità.
Bel gioco, applausi, tre punti: tutto in un giorno per i salentini, che si scrollano di dosso ansie e malumori dominando il primo tempo contro un Cagliari senza identità. Veloce negli inserimenti, precisa negli appoggi, la squadra di Baldini sembra davanti ai Primavera in una partitella di metà settimana. Logico dunque, che dopo 14 minuti i sardi siano già all’angolo. Konan apre al 7’ depositando, indisturbato, un servizio al bacio di Cassetti sceso senza incocciare alcun argine lungo la fascia sinistra. Sette minuti dopo Agostini e Konan si scontrano nell’area cagliaritana: per Girardi è rigore, per il Lecce è il 2-0, firmato Pinardi. Nel mezzo un colpo di testa di Esposito neutralizzato da Sicignano, unico tentativo dei sardi nei primi 40’.
Tatticamente buona parte del primo tempo non ha storia. Le tre mezze punte piazzate da Baldini dietro Vucinic fanno a fette i quattro in linea del Cagliari, che imbarcano acqua da sinistra (Konan), al centro (Valdes) e a destra (Pinardi). Il Cagliari insomma, privo di punti di riferimento, quasi non esiste e alla mezz’ora i gol del Lecce potrebbe essere tre, se non fosse per Carini, puntuale nella respinta sulla parabola disegnata da Pinardi. Con l’ingresso in campo di Cossu, Langella si accentra, ma "Arrogutottu" non è Suazo e non è neppure a metà della sua condizione ideale. Il Lecce ha così il tempo di mancare il colpo del k.o. (Vucinic si fa stoppare la conclusione da Carini a tre minuti dalla fine del primo tempo) e di sventare un attacco di Cossu (salvataggio di Sicignano) che chiude la prima frazione.
Nell’intervallo Ballardini ridisegna il Cagliari inserendo Ferrarese al posto di Capone. Mossa azzeccata? Quasi, visto che le occasioni arrivano in rapida successione: al 53’ lo stesso centrocampista divora una palla gol facile facile dopo un liscio di Diamoutene; poi (60’) Gobbi sfiora l’1-2 con un colpo di testa salvato da Valdes sulla linea. Il Cagliari avanza a testa bassa, come Esposito, che chiede il rigore dopo un contatto con Diamoutene (più cercato che provocato). Ma il Lecce è più squadra, fa correre il pallone e assesta con calma il colpo del k.o. Che arriva al 67’, su uno schema eseguito alla perfezione: Ledesma sfrutta il velo di Abruzzese e scarica sotto l’incrocio un gol da antologia.
Partita chiusa, con tanto di pace siglata tra la squadra e i tifosi giallorossi. Per il Cagliari tanti interrogativi su cui riflettere dopo questa domenica maledetta, resa ancora più amara dal rigore respinto da Sicignano su tentativo di Esposito, steso da Cassetti in area ed evidentemente tradito dalla stanchezza.
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00domenica 2 ottobre 2005 20:29
Siena micidiale, Roma affondata
I toscani vanno due volte in vantaggio con Negro e Chiesa, sono ripresi da Taddei e Panucci ma al 45' Colonnese beffa i giallorossi in contropiede
Negro (a dx) tocca in gol l'1-0 del Siena. G. NeriROMA, 2 ottobre 2005 - Una Roma generosa, ma un po’ pasticciona, ha sbattuto il muso contro un Siena spietato, efficace e vincente. Incredibilmente efficace. I toscani hanno vinto 3-2 all’Olimpico conquistando tre punti pesanti e nel complesso meritati perché sono stati loro ad andare tre volte in vantaggio malgrado l’orgogliosa reazione dei giallorossi con Taddei e Panucci.
La Roma può solo imprecare contro se stessa perché subire un contropiede all’ultimo minuto (e contro avversari rimasti in 10) è soprattutto un grosso demerito. Onore al Siena che pur non avendo giocato una partita offensiva per evidente merito dei padroni di casa è stato però coriaceo in difesa e preciso nelle poche occasioni d’attacco avute a disposizione: non si segnano 3 gol contro la Roma solo per caso.
La Roma è partita subito molto bene aggredendo gli avversari. Guidata da un Totti parso ispirato i giallorossi hanno schiacciato i bianconeri che hanno avuto qualche imbarazzo iniziale. Tra il 9’ e il 13’ le azioni migliori dei romanisti: prima un destro di Totti è alto di poco, poi all’11’ Kharja sfiora il palo con un destro incrociato, infine ancora Totti calcia fuori una punizione da buona posizione. Il Siena si riorganizza e comincia a macinare gioco sulle fasce, la Roma non difende bene. Alberto a destra e Falsini a sinistra arrivano pericolosamente in fondo e da un corner non a caso ma inatteso ci scappa il gol degli ospiti.
E’ il 17’ quando una palla vagante in area raggiunge Negro appostato sul palo di destra: per l’ex laziale il gol dell’1-0 è facile facile. La Roma reagisce con orgoglio ma con poca efficacia offensiva. Cassano tocca debolmente su Mirante, poi prova a servire Totti con un bel passaggio filtrante: la difesa del Siena è però molto attenta. Al 29’ Taddei fa sponda per Cassano che dal limite spara alto. Queste conclusioni sballate sono un po’ il tema della prima frazione che si chiude con un’altra discesa di Cassano con cross deviato da Mirante e con una conclusione fuori misura in acrobazia dello stesso Taddei.
La ripresa inizia subito spumeggiante. Pronti via e la Roma pareggia immediatamente con l’ex Taddei, bravissimo di destro a girare in rete al volo dal limite dell’area. La Roma si lancia alla carica per trovare la vittoria e al 6’ Totti scarica dalla distanza un destro parato a fatica da Mirante. Il capitano giallorosso scende poi a destra e centra per Nonda, palla fuori di poco. Sembra tutto pronto per il gol dei padroni di casa ma al 9’ Chiesa gela l’Olimpico: ben servito da Vergassola, l’attaccante realizza la rete n.132 in A.
La partita però non è finita. Al 13’ Vergassola non chiede la barriera su una punizione di Totti e intercetta la palla. Morganti gli rifila la seconda ammonizione e il Siena resta in 10. Spalletti inserisce Dacourt e Alvarez e la Roma acquista fiato. Il Siena è però organizzatissimo e non lascia varchi. Il pareggio giallorosso arriva al 41’ dopo che una sassata di Totti è ribattuta da Mirante: Panucci tocca facile in rete. L’Olimpico è una bolgia e dopo due minuti è pronto a esplodere: il colpo di testa a botta sicura di Totti è però alzato da Mirante in angolo.
Tutto finito? Macchè. Palla persa a centrocampo dai romanisti, contropiede di Bogdani e Curci in vista. Dacourt chiude male sull’attaccante e la palla resta lì. Bogdani è una furia, si avventa sulla sfera insieme a Curci e serve Colonnese che lo ha seguito ed è al suo fianco pronto a scaricare in rete il gol dell’apoteosi: il difensore non può davvero sbagliare e segna a porta vuota. Per i bianconeri è come essere in Paradiso.
parrino76
00domenica 2 ottobre 2005 20:30
Tavano blocca il Palermo
Una doppietta dell'attaccante dell'Empoli rende vana la grande prova dei siciliani che erano andati in vantaggio con Caracciolo e che poi hanno pareggiato con Makinwa
Caracciolo, 24 anni, esulta dopo il gol. AnsaPALERMO, 2 ottobre 2005 - Finisce in parità la sfida tra Palermo ed Empoli e a rammicarsi può essere soltanto la formazione siciliana che per quasi tutto il match, in particolare nella ripresa, ha controllato la partita salvo subire il contropiede mozzafiato dei toscani. Al 7' padroni di casa in vantaggio con Caracciolo, neanche il tempo di gioire e al 9' Tavano impatta la situazione. E' ancora lo scatenato giocatore campano che al 42' sigla la doppietta che vale il vantaggio ospite a sorpresa. Al 9' della ripresa il pareggio definitivo di Makinwa.
La cronaca. Palermo subito intraprendente e in gol già al 7': Santana crossa teso da sinistra, Makinwa libero in area non controlla, sul rimpallo interviene Caracciolo e mette in rete. Neanche il tempo di gioire e arriva il pareggio: cross da destra di Vannucchi, Grosso sventa, altro cross di Vannucchi e Tavano da centroarea segna di destro con un po' di fortuna. L'attaccante campano è in giornata di grazia, al 27' è protagonista di una strepitosa discesa sulla destra, arriva a pochi metri dalla porta avversaria e sulla conclusione Santoni è bravo a respingere.
Il Palermo mantiene costantemente l'iniziativa, però si espone alle ripartenza in velocità dei toscani. al 42' lo scatenato Tavano regala un assist ad Almiron il quale perde il tempo, ma con lucidità appoggia all'indietro ancora per Tavano che insacca nell'angolino. L'avvio di ripresa è un vero e proprio forcing siciliano. Berti si supera a ripetizione, ma al 9' al capitola: cross di Grosso su azione di corner, Makinwa stacca di testa vicino alla porta e segna il 2-2. L'assedio rosanero è costante e Berti è insuperabile, con un gran numero su Brienza al 14' e poi con una lunga serie di interventi, specie su Pepe.
Il Palermo non si arrende mai, ma a novantesimo abbondantemente scaduto rischia la beffa. Contropiede e Moro si invola in area siciliana concludendo in maniera pregevole: Santoni è impeccabile e salva il risultato. Se gli uomini di Del Neri possono comunque recriminare qualcosa, l'Empoli coglie i lterzo risultato utile consecutivo e dice grazie a Tavano: " Abbiamo giocato - dice il protagonista di giornata - un ottimo primo tempo e nella ripresa, dopo aver accusato il loro ritorno, siamo stati bravi a mantenere il pareggio fino al termine. Il Palermo è una squadra molto forte, noi abbiamo avuto il merito di sapere sfruttare i contropiede".
parrino76
00domenica 2 ottobre 2005 20:32
Samp cinica: 4-1 a Messina
I blucerchiati vincono con le reti di Flachi, Bonazzoli (doppietta) e Borriello. Sfortunati i siciliani, in gol con D'Agostino. Rigori sbagliati per Flachi e Di Napoli
Flachi e Diana esultano dopo il primo gol. ApMESSINA, 2 ottobre 2005 - La Sampdoria ha ottenuto un'importante vittoria a Messina per 4-1. Per i blucerchiati hanno segnato Flachi al 46' pt, Bonazzoli al 18' st e al 45' st e Borriello al 30' st. Per i siciliani ha accorciato le distanze D'Agostino al 32' st. Da segnalare un rigore sbagliato per parte: da Flachi al 7' della ripresa, da Di Napoli al 27' sempre del secondo tempo. Con questo successo la Sampdoria sale a 12 punti, mentre i siciliani restano a quota 3, a pari merito con Reggina e Cagliari e con il solo Treviso alle spalle.
Era una partita importante per tutte e due le squadre. Alla fine sorride la Sampdoria reduce dalla gara di coppa Uefa con il Vitoria Setubal e con diversi assenti in difesa. Battendo 4-1 il Messina, gli uomini di Novellino fanno un bel passo avanti in classifica e si confermano squadra solida. I siciliani invece sono in piena crisi. Di risultati soprattutto, perchè il gioco c'è stato. Così come la sfortuna, che ha molto penalizzato gli uomini di Mutti.
Al San Filippo il Messina si è presentato nella formazione annunciata con Cristante al posto di Fusco in difesa e Zampagna subito in campo. La Samp invece deve fare i conti con numerose assenze, soprattutto tra i difensori: Novellino è costretto a schierare Palombo al centro della difesa e ha diversi Primavera in panchina. L’avvio è tutto del Messina, grazie soprattutto alle due punte e a un ottimo Sculli. Arrivano anche un paio di azioni pericolose, anche se Antonioli non corre rischi eccessivi. Pian piano, però, la Samp prende le misure ai giallorossi e riesce ad avanzare il baricentro controllando di più la partita.
Tra l’altro Novellino piazza per un po’ Diana a sinistra e Gasbarroni a destra per contrastare le avanzate di Zoro e Giampà. E anche questo aiuta. Dopo il primo quarto d’ora la partita vive così su un equilibrio consolidato, da cui spunta solo una gran opunizione di Zampagna ribattuta di pugno da Antonioli. Le emozioni, improvvise e inattese, arrivano proprio nel finale. Al 45’ Zampagna si procura una bellissima occasione ma il tiro finale è alto. Sul capovolgimento di fronte Gasbarroni di testa libera Flachi che di destro mette sull’angolo opposto e porta in vantaggio la Samp.
La ripresa, che inizia con le stesse formazioni in campo, offre subito scintille. Prima un miracolo di Antonioli che para una violente punizione di Di Napoli e salva sulla ribattuta da un metro di Sculli. Subito dopo, dall’altra parte, Giampà commette fallo su Flachi e De Santis fischia il rigore. Tira lo stesso Flachi di destro ma Storari para in due tempi. Due minuti dopo, su una punizione dal limite, Di Napoli colpisce un palo clamoroso. Mutti intanto manda in campo prima Rafael per Giampà, poi D’Agostino per Donati.
Qui le squadre tirano un po’ il fiato, anche se il ritmo è sempre elevatissimo. E proprio quando i siciliani stanno riprendendo la carica per inseguire il pari, la Samp piazza la seconda staccata. Palla in verticale per Bonazzoli che, due metri prima del limite dell’area, si gira e spara un sinitro improvviso che Storari in tuffo non riesce a toccare. Dopo 18 minuti della ripresa la partita sembra chiusa. Ancora di più al 30’ quando Borriello, entrato da pochi secondi al posto di Flachi, metteva in rete toccando un cross di Bonazzoli da destra.
Il Messina, che aveva inserito Yanagisawa al posto di Sculli, aveva il merito di non mollare. Al 32’ infatti D’Agostino accorciava le distanze con un sinistro in mischia dopo due rimpalli su Zampagna e di Napoli. Ma nonostante la generosità non riesce più a rendersi pericoloso. Anzi, proprio allo scadere arriva anche il 4-1, ancora ad opera di Bonazzoli che salta Cristante e Storari e mette in rete di sinistro.
parrino76
00domenica 2 ottobre 2005 20:33
Milan, è il Maldini day
Ottima prestazione dei rossoneri, trascinati dalla doppietta del capitano, a segno prima di destro e poi di testa. Inutile la rete della Reggina con Cavalli nel finale di gara
Tutta la gioia di Paolo Maldini, 37 anni. ReutersMILANO, 2 ottobre 2005 - San Siro è terra dura. Non di conquista. Se l'impresa ti riesce sei un dio. Walter Mazzarri lo sa bene. Il 2-1 finale per i rossoneri, con rete di Cavalli nel recupero, è ineccepibile, tondo tondo. Da conservare negli archivi. Non per avere battuto la Reggina, bensì per la doppietta di Paolo Maldini, straordinario protagonista della partita. Due gioielli e una regia difensiva da incorniciare.
Mazzarri per il Milan ha scelto un solido 3-5-2. Centrocampo imbottito per fare filtro, pronto ad arretrare per dare una mano alla difesa. Giornata da lupi a Milano, e Carlo Ancelotti, con il turnover in testa, bada di più ai muscoli e monta pneumatici da pioggia. In difesa, con Stam a destra e Serginho a sinistra. In mezzo, con Vogel che occupa il posto di Pirlo tra Gattuso e Seedorf, mentre Rui Costa è il faro per Shevchenko e Vieri. Molta sostanza a discapito della tecnica, anche se il prologo della gara è di alta scuola. Perché dopo cinque minuti, Paolo Maldini giganteggia dalla sinistra e in una proiezione in area, gabba Tedesco con un tunnel e infila nell'angolo opposto. Reggina annichilita. Per di più costretta dopo solo 13 minuti a fare a meno di un uomo di peso come Paredes che lascia a Cavalli per un infortunio.
"Cosa vi sete persi", verrebbe voglia di dire alla curva, che per protesta diserta per un tempo gli spalti. Si perché il "Maldini-day" contempla nuovo spettacolo, dopo una bordata di Sheva e un tentativo di Vieri. Il capitano questa volta segna di testa, come non gli accadeva da tre anni a questa parte. Roba da chiedere la sostituzione per godersi una standing ovation globale. Disorientati e sotto choc, gli amaranto giocano con l'affanno di chi deve recuperare, lasciando praterie ai rossoneri, che sotto un diluvio ascolano, giocano anche di prima. Ci fosse un Rui Costa più incisivo, meno schiavo del suo narcisismo, il quadro sarebbe idilliaco. La macchina è perfetta, se ne accorge anche Ancelotti, che applaude. Con un Milan che straripa c'è poco da fare. Abile anche sulle fasce, dove Mesto e Modesto cercano di sfruttare i più piccoli spazi. Impresa ardua. Troppo attenta la difesa rossonera che si lascia sorprendere solo dal colpo di testa di Cavalli, che però spreca malamente. Proprio come Vieri, che poco prima fallisce di un'inezia il 3-0.
Il leit-motiv della ripresa non offre variazioni. Reggina sì più incisiva, ma senza punti di riferimento per far del male al Milan, abile nel ripartire alla ricerca forsennata di Vieri in debito di un gol e, comunque, attivo, sempre presente e pericoloso, ma senza la scintilla, quel metro in più che gli permetterebbe di battere Pavarini in uscita al 29'. Ancelotti nel primo cambio non rinuncia all'ex interista; a uscire è Sheva per Kakà, quasi volesse esorcizzare l'astinenza da gol di Bobo, che di reti ne sbaglia altre tre, perseguitato anche da un pizzico si sfortuna. Gol che mancano all'appello, mentre quello della Reggina, di Cavalli, è sinceramente regalato. E non molto meritato. Ma il furore di Vieri alla ricerca dell'arca è gia vitamina. Verrà. Ancelotti ne è convinto. Per adesso si accontenta di Maldini.
gieffina
00domenica 2 ottobre 2005 20:40
Re:

Scritto da: parrino76 02/10/2005 20.23

Messina Sampdoria 1-4




|smile34|
parrino76
00domenica 2 ottobre 2005 21:06
Ha vinto anke il Milan:0060:
parrino76
00lunedì 3 ottobre 2005 07:29
Juve, dimostrazione di forza
I bianconeri piegano l'Inter 2-0 capitalizzando un grande primo tempo. A segno Trezeguet e Nedved, è l'ottava vittoria bianconera consecutiva tra campionato e Champions
Pavel Nedved, 33 anni, esulta dopo il 2-0. AfpTORINO, 2 ottobre 2005 - E fanno otto. Una pioggia di successi per la Juventus, come quella che scende incessante sul Delle Alpi e che fa da scenario alla gara di cartello della giornata. Juve contro Inter. Prima contro seconda in classifica, a tre punti di distanza: in palio, quindi, il primato. E va bene che è presto per guardare alla classifica, ma osservare tutti dall'alto è sempre una bella sensazione.
Piove, dunque, a dirotto, come la sera della Supercoppa. Allora l'Inter portò a casa il primo trofeo stagionale, grazie ad una perla di Veron, il grande assente, nei supplementari. Stasera è tutt'altra gara: anche allora la Juve condusse il gioco, ma stavolta trova anche i gol nel corso di un eccellente primo tempo. E la conseguente vittoria, l'ottava in altrettante gare tra campionato e Champions League. Unica battuta vuoto, appunto, in Supercoppa, nel primo impegno ufficiale stagionale. Un ruolino di marcia clamoroso.
Confermate le formazione ipotizzate alla vigilia. Capello sceglie Blasi come terzino destro, Thuram recupera, pur non al meglio, in avanti la coppia Ibrahimovic-Trezeguet. L'Inter deve fare a meno di Veron, febbricitante, spazio a Pizarro, matchwinner in Champions League contro i Rangers Glasgow.
La Juve forza subito i tempi, neanche fosse lei a dover rincorrere in campionato. Nedved ci prova su punizione, ma non trova, di poco, la porta. Ibrahimovic è in giornata di grazia, scorrazza a tutto campo, mettendo a dura prova la coppia centrale nerazzurra Materazzi-Samuel, ottima contro Toni e Prso nelle ultime uscite, ma in palese disagio contro lo svedese. Ma la Juve fa la differenza soprattutto con la diga mediana Emerson-Vieira. I due mori mettono in difficoltà Cambiasso e soprattutto Pizarro, regista nerazzurro, che non ha il tempo per impostare la manovra. Tamponano, raddoppiano, propongono azioni offensive e si sganciano, soprattutto il gigante francese, in frequenti inserimenti offensivi. L'Inter dapprima scricchiola, poi cede. Punizione potente di Ibrahimovic, Julio Cesar non trattiene, Trezeguet, sempre lui, di testa mette nell'angolino basso. Uno a zero. La Juve insiste, vuole il k.o. E lo trova con Nedved, a segno con un capolavoro su punizione. L'Inter ora sbanda, Materazzi meriterebbe il rosso per un'entrataccia che azzoppa Ibrahimovic, costretto ad uscire. Entra Del Piero. E finisce il primo tempo. La Juve può rifiatare, l'Inter riordinare le idee.
L'intervallo trasforma la squadra di Mancini. Ed era l'ora. I nerazzurri bussano subito forte alla porta bianconera con Martins, che di testa colleziona la prima vera palla gol per i nerazzurri. Ma la Juve è squadra esperta, solida, costruita a immagine e somiglianza di Capello. I bianconeri perdono per infortunio anche Thuram e Trezeguet, stringono i denti, ma non si disuniscono. L'inter preme a testa bassa, ma non fa male più di tanto. Più generosa che brillante, più disordinata che lucida. Allora il Mancio tenta il tutto per tutto: fa ricorso all'artiglieria pesante: dentro anche Recoba e Cruz a far compagnia a Martins, il più vivace dei suoi, ed Adriano, in cattiva serata. Inter a quattro punte con Recoba e l'Imperatore che partono da esterni di centrocampo. Non basta, la Juve festeggia il meritato successo: l'Inter sprofonda a -6, dietro alla coppia Milan-Fiorentina, seconda a meno cinque dalla vetta. Di certo non una montagna da scalare, ma dopo sei sole giornate un distacco già significativo.
parrino76
00lunedì 3 ottobre 2005 07:30
Pt G V N P GC VC NC PC GF VF NF PF RF RS

Juventus 18 6 6 0 0 3 3 0 0 3 3 0 0 12 2
Milan 13 6 4 1 1 3 3 0 0 3 1 1 1 11 5
Fiorentina 13 6 4 1 1 3 3 0 0 3 1 1 1 14 9
Inter 12 6 4 0 2 3 3 0 0 3 1 0 2 10 5
Sampdoria 12 6 4 0 2 3 2 0 1 3 2 0 1 13 8
Livorno 11 6 3 2 1 3 2 1 0 3 1 1 1 7 4
Palermo 11 6 3 2 1 3 2 1 0 3 1 1 1 11 10
Chievo 10 6 3 1 2 3 1 1 1 3 2 0 1 6 4
Siena 10 6 3 1 2 3 2 0 1 3 1 1 1 12 11
Lazio 10 6 3 1 2 3 3 0 0 3 0 1 2 9 9
Udinese 9 6 3 0 3 3 2 0 1 3 1 0 2 7 7
Roma 8 6 2 2 2 3 1 0 2 3 1 2 0 9 5
Empoli 7 6 2 1 3 3 2 0 1 3 0 1 2 6 9
Ascoli 6 6 1 3 2 3 1 2 0 3 0 1 2 6 7
Lecce 4 6 1 1 4 3 1 1 1 3 0 0 3 5 9
Parma 4 6 1 1 4 3 1 1 1 3 0 0 3 5 11
Reggina 3 6 1 0 5 3 1 0 2 3 0 0 3 6 12
Messina 3 6 0 3 3 3 0 2 1 3 0 1 2 6 12
Cagliari 3 6 0 3 3 3 0 3 0 3 0 0 3 4 10
Treviso 1 6 0 1 5 3 0 0 3 3 0 1 2 1 11

Legenda
Pt Punti
G Giocate
V Vinte
N Nulle
P Perse
GC Giocate in casa
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