Nel 1985 la maggior parte dell'Italia televisiva spengeva la tv dopo l'ultimo Tg delle 22,30 ma i nottambuli godevano dell'ennesima trovata geniale del mago dei programmi d'intrattenimento: Renzo Arbore.
Partiva su Rai 2 attorno alle ore 23 con una sigla musicale intitolata «Ma la notte no» che introduceva a un salotto arabeggiante dove Renzo Arbore tirava le fila - per quanto possibile - di una surreale compagnia.
Erano quelli di «Quelli della Notte», un programma destinato a lasciare il segno: un'ora originale, diversa da tutte le altre viste fino a quel momento in tv, sottile e caciarona al tempo stesso, che scorreva via in un lampo tra non-sense e momenti di comicità trascinante, spesso frutto di improvvisazione.
A casa non c'era il pubblico delle «grandi occasioni» tv, ma quelli che tenevano la tv accesa si piegavano in due dalle risate: nel salotto di Arbore si era creata una sarabanda di personaggi e maschere televisive che faceva andare a dormire ridendo.