"Alcune si somigliano ma è vero."

Lucrezia Shirokokoro Ciccolella
00giovedì 14 luglio 2016 17:31
Draugceleb - Eivor
RIASSUNTO

Di ritorno in magione per un po', l'elfo incontra Eivor che non sapeva essere tra gli inservienti in magione. Grazie alla presenza di Morgor, gli insegna alcune cose e si parla del più e del meno fino a toccare argomenti che sembrano comuni ma che effettivamente non lo sono affatto semplicemente perchè non sono intesi dall'elfo in modo comune e Eivor se ne accorge. Ma il tempo per approfondire è giunto alla fine e l'elfo va via con più domande che risposte su cose per niente chiare e decisioni ancora da prendere.


COMMENTO

E' sempre bello giocare con Eivor, rilassante ma anche da modo a Draug di confrontarsi con lei e con se stesso per molti particolari che nota. Ci abbiamo messo un po' per finirla ma alla fine ne è valsa la pena, alla prossima. [SM=g27838]


REGISTRAZIONE


DRAUGCELEB [cortile -> stalle] Un'altra notte è passata tranquilla al tempio con tutte le sue ore e i suoi lunghi attimi e la stanchezza si fa sentire da molto tempo però ci sono doveri a cui ottemperare e da portare a termine. E' silente e pochi oramai gli chiedono il perchè della sua assenza preferendo scontrarsi contro un muro piuttosto che con lo sguardo dell'elfo. Cammina con gli abiti sdruciti e il mantello nero della notte attraverso il cortile della magione fino alle stalle dove Morgor aspetta che il suo cavaliere torni a pulirlo dalla polvere delle notti precedenti. Ed infatti quando i passi leggeri coprono i metri della stalla fino a dove il frisone si trova, l'areldar incontra uno sguardo quasi di rimprovero per averlo lasciato lì in quel modo. Per alcuni versi si assomigliano. Si avvicina al cancello e posa la destra sul muso vellutato dal quale fuoriesce un respiro caldo e potente. [Abbiamo molto da fare vero?] Il frisone nitrisce, si, deve ripulirlo anche perchè ha proibito ad alcuno di avvicinarsi perchè se non è presente lui, Morgor non si lascia avvicinare da alcuno. Rimane un po' ad accarezzarlo e a vederli sono singolari. I capelli d'argento contrastano con la tunica nera e gli stivali di cuoio dello stesso colore. Accoglie in un abbraccio quasi, il frisone che cerca di lenire la stanchezza e la figura sempre elegante e regale dell'elfo.

EIVOR [Cortile->Stalle] è da qualche giorno ormai che si occupa delle pulizie della magione sebbene cerchi di farsi vedere il meno possibile lei c'è. Nell'ombra c'è spesso. Avanza ora sul selciato che dal cortile raggiunge le stalle e tra le mani, da una parte e dall'altra dei fianchi, tiene due secchi ricolmi d'acqua. Fa caldo per lei e infatti il viso solitamente pallido è chiazzato di rosso sulle gote e sulla fronte. Indossa abiti semplici: un paio di braghe scure e una casacca di lino grigia, stretta in vita da una cintura di cuio. I capelli mossi e biondissimi sono legati in una scomposta crocchia dietro la nuca e più d'una ciocca le ricade dal viso. Sbuffa dal caldo e s'affretta verso le stalle rovesciando di tanto in tanto anche un po' d'acqua [Arriva l'acqua...Arriva] annuncia agli equini come se potessero comprenderla.

DRAUGCELEB [stalle] Fa scattare la serratura del box dove il frisone si trova spostandosi sulla propria sinistra per lasciarlo uscire facilmente e infatti dopo qualche secondo di ritrosia Morgor decide finalmente di uscire e mentre richiude la recinzione gli arriva una spallata da parte del suo compagno mentre non può credere alle proprie orecchie. Aveva sentito che c'era qualcuno che si stava avvicinando alle stalle con dell'acqua, ma non avrebbe mai previsto che quel qualcuno fosse proprio Eivor che aveva lasciato qualche tempo fa nella foresta. Si volta nella direzione dalla quale la ragazza sta arrivando con quei secchi pieni d'acqua e si deve ricredersi, è proprio lei, il suo udito non lo ha tradito. (senso sviluppato) Le va incontro alzando il sopracciglio destro divertito dalla situazione mentre Morgor placidamente lo segue dietro aspettando ancora impaziente di essere ripulito. [Fatti aiutare da qualche armigero se sono troppo pesanti.] Nel frattempo, toglie il mantello nero dalle spalle e poggiatolo su un piolo dove ci sono di solito le briglie, prenderebbe uno dei secchi, quello dove vi è rimasta più acqua. Ci si aspetterebbe che cominci chiedendosi cosa mai ci faccia qui, ed in effetti se l'è chiesto ma questa domanda arriva solo successivamente. [Come mai sei qui e per di più lavori?] La osserva e intanto le parla così che almeno lei possa prendere fiato dalla fatica.

EIVOR [Stalle] raggiunge ben presto le stalle. Un passo rapido dietro l'altro dettati anche dalla necessità di liberarsi finalmente dalle due zavorre che le pendono ai fianchi. Non s'accorge di nessuno fin quando non alza lo sguardo dal selciato e si ritrova a fissare prima il frisone e poi Draugceleb. Diventa più rossa in viso e le scappa un secchio infatti, assai maldestra, e il contenuto si rovescia a terra inumidendo la paglia che ricopre il pavimento delle stalle [Déi] invoca sottovoce strizzando appena le palpebre [Sid, Draugceleb] lo saluta quindi e le labbra sottili s'inarcano in un accennato sorriso. Appoggia il secchio pieno a terra e si china a raccogliere quello ormai vuoto. Sospira di cocente delusione vista la fatica che ha fatto per portarlo lì [Ce la faccio. Ce la faccio] orgogliosa ribatte all'elfo lanciandogli un'occhiata dal basso mentre stringendo le dita sul ferro del legno si ritrova ad ammirare più da vicino Morgor [E' tuo?] chiede all'Areldar, guardandolo per poi abbozzare nuovamente un sorriso. Rispetto all'ultima volta che si sono incontrati la nordica appare più in salute e senz'altro più in sè anche a livello mentale [Seahorn mi ha proposto di venire qui in magione] spiega per sommi capi [E così sono qui] ammette infine.

DRAUGCELEB [stalle] Aveva immaginato ci fosse di mezzo qualche altro cavaliere nella presenza della ragazza in magione ma ne è contento, almeno non era più da sola in foresta con le possibilità che questo comporta. [Ho visto.] Ribatte affilato a quel moto di orgoglio che percepisce ma più che scortese è divertito dall'intera situazione e preso il secchio pieno comincia a distribuire l'acqua negli abbeveratoi mentre un armigero sentito il fracasso si avvicina chiedendo spiegazioni e rimane quasi impietrito nel vedere l'elfo di ritorno, seppur per breve tempo, e la ragazza parlare. [Chiama un inserviente, che si occupi di riempire gli abbeveratoi restanti.] L'altro non se lo fa ripetere due volte e si gira per adempire all'ordine poi ritorna a guardare Eivor, piegando il capo da un lato. [Lui è Morgor, vieni con me.] Il frisone, alza il capo e nitrisce sentendo il proprio nome. L'elfo farà strada ad entrambi verso una zona coperta della stalla adibita alla pulizia dei cavalli. [Ti trovi bene?] I passi si muovono verso dove devono andare e la domanda viene posta perchè gli interessa davvero, è un mondo di uomini quello della magione. Un tempo non è stato così lo sa, lo hanno informato, c'erano anche donne, ma adesso le genti che popolano Avalon sono poche. Dovrebbero essere arrivati adesso in uno spazio quadrato e largo dove vi sono spazzole,secchi e acqua, tutto l'occorrente che serve, gli insegnerà qualcosa. Morgor sarà attento nel frattempo ad affiancare l'elfo sul lato destro osservando la giovane, è la prima volta che la vede, ha passato solo una notte in magione.

EIVOR [Stalle] si volge verso l'uscio delle stalle quando coglie l'arrivo di qualcuno e in presa all'imbarazzo torna a poggiare il secchio vuoto a terra. Lascia che sia Draugceleb a parlare con l'armigero e aspetta fin quando quest'ultimo non sia nuovamente allontanato prima di tornare a parlare [Sono un inserviente anche io, Draugceleb] gli dice tranquilla, il tono pacato come sempre sporcato da quell'accento del nord [Devo imparare] continua mentre cerca d'affiancare l'elfo verso il luogo [Mi piace molto vivere nella foresta..più di qui ma mi trovo bene. Nessuno è scortese con me e l'apprezzo] risponde al cavaliere guardandolo [Sembri stanco. O sono stanchi tutti i cavalieri?] domanda interessandosi dell'altro mentre, giunti a destinazioni, gli occhi verdi si muovono d un capo all'altro della stanza [Posso occuparmene io...] propone avvicinandosi a Morgor senza sapere ovviamente che al frisone non piace avere intorno estranei.

DRAUGCELEB [stalle] Cammina e ascolta le parole, anche se è stanco la schiena non è curva ma ben dritta e i muscoli rilassati perchè è pur sempre uno dei primi. [Vero, sei un inserviente ma devi appunto imparare.] Cosa, lo mostrerà dopo dove sono diretti tuttavia è contento che si trovi bene e un'ombra di malinconia maggiore si dipinge negli occhi chiari dell'areldar quando parla della foresta, un qualcosa che gli manca, che lo tormenta e per cui si era allontanato dalle mura fredde della magione stessa. Morgor si pone al centro della stanza adesso aspettando e quasi scalciando, deve avere prurito probabilmente. [Ci sono impegni che mi occupano tutto il tempo e non riesco a riposare, forse lo farò al ballo della regina.] Lo dice con una punta di autoironia ma è un'idea che sta prendendo in considerazione come possibile. E' stanco ma ancora reattivo e per questo si interpone tra Eivor e Morgor. [Puoi, ma solo con me presente e con il mio aiuto. Se io non ci sono non si lascia avvicinare da nessuno e potresti farti male.] Non vuole spaventarla e per questo gli occhi di ghiaccio incontrano quelli di Eivor e le parole sono posate e calde, prive di fretta. [Gli altri cavalli non ti daranno problemi, ma lui si, è il più grande della sua razza quindi fai attenzione.] Morgor ora alle spalle è senza cavezza e già aveva piegato verso l'interno le orecchie, ma vedendo la situazione si calma. Piega il collo a guardare entrambi andando poi a muoversi per indicare con il muso i secchi vuoti e rimarcando il concetto raspando il terreno con la zampa destra.

EIVOR [Stalle] sgrana appena gli occhi verdi nel cogliere la posizione assunta da Morgor e per questo seguendo il consiglio di Draugceleb si ferma prima di combinare guai [Certo. Imparerò...] commenta quelle parole e intreccia le dita in grembo, tirando su con il naso. Osserva il cavaliere, incrociandone lo sguardo [Ballo?] chiede quasi stranita [Sembra...sembra divertente] commenta dopo aver rimuginato sul concetto che ha di ballo. Le sottili sopracciglia bionde d'inarcano e un lieve sospiro fuoriesce dalle labbra socchiuse [Farò attenzione. Promesso] dice infatti a Draugceleb e poi, notando il fare del cavallo, fa una bassa risata [Qualunque cosa tu debba fare, Draugceleb, è meglio che la fai alla svelta. Sembra impaziente] pronuncia ridendo.

DRAUGCELEB [stalle] Mugugna un si riguardo al ballo e spiega qualcosa, ha il suo vestito e Lothrel è stato molto bravo nel suo lavoro. [Probabilmente lo sarà, e forse sarà un buon emolliente per tutti quanti.] Specie per la situazione della terra ferma soprattutto. Adesso che ha promesso di fare attenzione si è quanto meno tranquillizzato un po’ ma Morgor reclama attenzioni ed è per questo che alla risata e alla precisazione della ragazza, un lieve sorriso gli increspa le labbra. Si sposta nella stanza e prende i secchi, riempiendoli di acqua fino a che non sono pieni al pozzo vicino. Quando torna Morgor sta fissando Eivor e poi si sposta su di lui inclinando il capo e chiedendogli cosa ha intenzione di fare. [Lì alla tua sinistra ci sono delle spazzole, prendi quella con il manico bianco, è ovale e con le setole morbide.] Nel frattempo, preparerà un miscuglio con cui cominciare a ripulire Morgor che gli da una spallata sulla schiena. [Lle tela?] (Hai finito?) Ed in tutta risposta al suo sguardo corrucciato, il frisone gli mostra i denti.

EIVOR [Stalle] posa gli occhi verdi sulla figura dell'elfo e abbozza un sorriso nell'udire quant'egli pronuncia [Non credo d'esser mai stata ad un ballo] considera semplicemente, il tono tranquillo [Probabilmente vengo da luoghi meno...frivoli] mantiene l'aria pacata che la contraddistingue. Quando resta sola, anche se per brevi momenti, in compagnia di Morgor lo sguardo torna per l'appunto sul destriero [Sei proprio un bel cavallo, sì] pronuncia a bassa voce e con l'accento delle terre del Nord ancora più marcato. Quando Draugceleb torna lei raddrizza le spalle, alza il mento, pronta a scattare agli ordini [Certo] risponde infatti celere all'elfo. Arriccia appena il naso nel mentre che con lo sguardo passa in rassegna tutte le spazzole alla ricerca di quella giusta che alla fine va a prendere, mostrandola silenziosamente poi.

DRAUGCELEB [stalle] [Bene, ora, in questo primo secchio a sinistra, c'è l'acqua con cui lavarlo. Passa la spazzola da destra verso sinistra. Tutti i cavalli si spazzolano o lavano seguendo il verso del pelo.] Parla con lentezza ma consapevole di quello che dice, mentre prende il secondo secchio e si porta vicino alla zampa anteriore sinistra del cavallo, cominciando letteralmente a gettare acqua sulla frangia che copre gli zoccoli e che è piena di fango e con movimenti precisi, gratta e districa i crini e ripulisce gli zoccoli, levando polvere e grasso poi anche dalla zampa intera ma soffermandosi specie sulla parte finale. Così poi si muoverebbe anche verso l'altra zampa in silenzio. [Morgor mi conosce, e sono anche un elfo, ma quando dovrai avvicinarti ad altri cavalli e lavarli, ricorda prima di legarli e quando dovrai muoverti verso le zampe, prima accarezza la spalla e solo dopo, lentamente ma decisa, fa scivolare la mano fino a sopra lo zoccolo. Loro sentono la paura, avvicinati tranquillamente, trattali bene e non avrai problemi.] La seconda zampa è finita e si sposta a controllare se Eivor gli stia lavando il manto dal garrese fino ai posteriori.

EIVOR [Stalle] annuisce con un semplice cenno all'indirizzo dell'elfo e s'appresta a chinarsi verso il secchio. Immerge appena la spazzola nel frattempo che ode le istruzioni dettatale con calma. Getta solo un'occhiata al lavoro del cavaliere prima che, senza fretta, prenda a passare la spazzola da destra a sinistra. I movimenti sono armoniosi eppure applicati con una lieve pressione [Starò attenta. Di certo una zampata d'un cavallo potrebbe farmi male] torna a parlare mentre continua a passare la spazzola, che ogni tanto immerge nell'acqua, lungo il manto di Mogor dal lato destro, dal garrese al posteriore [Sono un po' come gli uomini] parla in generale [Più intelligenti senz'altro ma ancora più sensibili. Non è vero?] si rivolge con quella domanda al cavallo quasi questi possa risponderle [Avvicinati di tutta fretta ad uno sconosciuto...è probabile ch'egli scapperà] ipotizza al pari del comportameno equino.

DRAUGCELEB [stalle] Osserva il lavoro della ragazza, sta facendo bene e per questo non sprecherà alcuna parola al riguardo. Si sposta a districare dal fango anche le zampe posteriori, con calma mentre ascolta le parole di Eivor, sa effettivamente poco di lei, della sua storia, come di tutti qui ad Avalon. Si può dire che conosca effettivamente alcuno? Scuote il capo a scacciare quella diffidenza tipica della sua gente, ma che rimane latente mentre getta qualche occhiata alla ragazza, giusto per controllarla, ne osserva le mani muoversi e reagire e si concentra un attimo sul suo respiro e sul raspare della spazzola. C'è una strana quiete oggi in magione, una quiete che difficilmente si dimentica, perchè non è propria di quel luogo e non perchè non sia gradita. [Sono molto complessi, ma sono decisamente diversi dagli uomini.] Finite le zampe, in quel commento cercherà il viso dell'altra, mentre adesso anche lui comincia con una spazzola simile a togliere il grasso e il pelo in eccesso dall'altro lato. [Avalon comincia ad essere stretta.] Un commento buttato lì, mentre spazzola il sottopancia e poi via verso i posteriori, ma giusto fatto un po' per volontà, un po' per un'idea, un po' per vedere la sua reazione. La sta osservando da un po', e come lei tutti, con occhi diversi, con occhi di chi è appena arrivato ma mantenendo sempre la cortesia e parte del calore che si perde negli occhi cangianti e nelle parole e nelle movenze eleganti di areldar.

EIVOR [Stalle] continua il quel lavoro che le pare gradito e di certo non manca di prestare attenzione di tanto in tanto anche a Draugceleb [Tu credi?] gli chiede in merito ai cavalli, incuriosita [Effettivamente non ne ho mai avuto uno...] non sembra aver avuto molte cose in effetti ma non pare sia stato, o non è, un problema per la bionda del Nord. Smette di spazzolare Morgor solo quando è certa d'aver eliminato la maggior parte dei peli imbrigliati e qualche traccia di fango. Si china per lasciare a mollo la spazzola e battendo le mani l'una contro l'altra, strofinandole poi sulla casacca ascolta Draugceleb. Una lieve ruga le si forma tra le sopracciglia mentre gli occhi, dalla forma allungata, si posano nuovamente incuriositi quanto straniti sull'altro [Devo tornare alla cittadella?] domanda, travisando probabilmente.

DRAUGCELEB [stalle] Manca la criniera, la parte più problematica e la coda, e poi Morgor potrà smettere di dare problemi, almeno per il momento, perchè ne da sempre da quando lo ha preso. [Ogni creatura è diversa dalle altre, loro non fanno eccezione.] O almeno questo è quello che ha imparato nella sua esistenza da immortale e che ha visto con il primo cavallo, quello che salvò la sua vita e quella di sua madre. Osserva la conclusione del lavoro di Eivor e per questo prende in consegna il suo secchio e quello della ragazza che andrà a sciacquare e a riempire di nuova acqua pulita. Al suo ritorno le passa uno straccio pulito con cui asciugarsi per bene, mentre posa i secchi per terra e comincia a lavare la criniera passando le mani attraverso di essa, sbrogliando i crini e specie, facendo attenzione all'attaccatura dei crini. Passa anche le mani sul ciuffo e su tutto il collo, facendo attenzione a non vanificare il lavoro di sbroglio e solo dopo, dare una risposta effettiva alle parole di Eivor, alle quali risponde inizialmente con uno sguardo affilato e un sorriso indecifrabile. [No.] Si prende una pausa semplicemente per ripulire definitivamente la criniera, versandoci sopra tutta l'acqua del secchio e poi spostarsi verso la coda dove farà qualcosa di simile. [Non era rivolto verso di te...pensieri miei, non farci molto caso.] Trae le sue considerazioni da qui, mentre comincia a districare i crini della coda, partendo a ripulirla dalla base fino alla fine, con le dovute precauzioni, non sia mai voglia calciarlo da qualche parte, se lo aspetta da lui.

EIVOR [Stalle] è ferma al fianco di Mogor e si limita ad concordare con un cenno del capo le parole pronunciate dall'elfo [Alcune si somigliano ma è vero] pronuncia quindi. Quand'egli poi ritorna con lo straccio lei lo prende ma semplicemente lo tiene inerme tra le mani visto che ha già provveduto, senza alcuna cura o vanità, ad asciugarsi sui propri abiti. Cala più di qualche momento di silenzio tra i due e la bionda s'avvicina di qualche passo verso l'elfo [Me lo diresti se qualcosa ti turbasse, Draug?] è la prima volta che usa quell'abbreviativo ma in effetti, loro due, hanno condiviso più di qualche momento [Puoi dirmelo] gli si rivolge poi, soppesandone le espressioni con lo sguardo.

DRAUGCELEB [stalle] Ascolta i passi avvicinarsi, immagina la figura di Eivor che si avvicina ma no la guarda, c'è un nodo nella coda che proprio non ne vuole saperne di sbrogliarsi e per questo è costretto a concentrare sguardo e mobilità delle mani lì e con molta pazienza, riesce a trovare i fili da muovere per liberare gli altri e passare oltre. Passa, una, due, tre volte le mani nella coda, sicuro infine che tutto sia come deve essere. Sposta lo sguardo su di lei, nei suoi occhi, prendendosi ancora il suo tempo, non è titubanza la sua, ma solo l'abitudine di chi di tempo ne ha più che a sufficienza per concedersi quelle pause. [Potrei...se ci fosse qualcosa.] Distende la cicatrice in un ulteriore sorriso per poi prendere il secchio e portatolo all'altezza dei posteriori di Morgor, cominciare a lavare anche quella. Quando finisce, le fa cenno di seguirlo, prendendo entrambi i secchi e svuotando il primo e risciacquando entrambi per poi portare Morgor ad asciugarsi nel recinto adibito all'addestramento dei cavalli. [Il tempo è lungo la notte...] Lascia a metà la frase, mentre apre il recinto e da una pacca al frisone che dunque entra nel recinto, tranquillo e placido. [Devo tornare di guardia al tempio per ora.] Tuttavia, prima di andare, la osserva ancora, pensando alla vita umana e a tante altre cose che non si spiegano. [Ti sei annoiata?] Un'altra domanda, per chissà quale motivo, per capire qualcosa lui di più, del suo ruolo qui nei cavalieri e tanto altro ancora, come correnti in un fiume in piena. Se lo seguisse, tornerebbe a recuperare nelle stalle il mantello nero per poi posarle una mano sulla spalla e andare via, direzione tempio. [Sid Eivor.] Gli ritorna in mente la prima volta che la vide, la piazza, il pane, il freddo e tanto altro. Forse sarebbe giunta verso un punto morto la sua esistenza o forse è proprio adesso che comincia, non lo sa.


EIVOR [Stalle] osserva il profilo dell'elfo fin quando non è lo stesso a portare lo sguardo verso di lei. Effettivamente non pare avere alcuna fretta d'udire risposta a patto che essa giunga comunque [Dunque non c'è nulla che ti turba] trae quella conclusione ma non le pare molto convinta pure quando riprende a camminare seguendolo a distanza da un passo [Per te forse..] considera nell'udire quella frasè apparentemente senza fine e quindi accenna un sorriso [No, certo che no] risponde sincera. Un lieve cenno del capo quand'egli le posa la mano sulla spalla a mo di saluto [Sid, Draug] lo saluta quindi seguendolo con lo sguardo mentre s'allontana prima di gettare uno sguardo a Morgor e agli altri cavalli.



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