[Tempio] "Ho l'impressione che le tue marachelle sono lungi dall'essere finite."

Lucrezia Shirokokoro Ciccolella
00sabato 8 ottobre 2016 18:28
Aelirenn - Draugceleb - Inwe
RIASSUNTO

Mettiamo un po' di calma irreale, una piccola peste nella culla pronta a farsi sentire e una neo- mamma felicissima e contentissima della piccola pulce che le è toccata ed ecco che abbiamo il quadro iniziale di questo spicchio di vita avalonese. L'elfo, non sapendo come relazionarsi ad una piccoletta di quel genere fa l'unica cosa che si sente di fare, dare un augurio alla piccoletta che di contro, rimane incantata dal gioco semplice semplice che l'elfo fa con la mano e da cosa si vede da lassù, mentre la mamma osserva i due, si gode la vicinanza della piccola e fa una proposta all'areldar che poi viene accettata con tutto ciò che comporta.

COMMENTO

Ma povero Draug, sbavocchiato a quel modo, tirato di capelli, no, non è abituato bisogna dirlo. XD A parte tutto, grazie ad entrambe per la bella role, mi sono divertita a vedere Inwe in modalità mamma apprensiva e la piccoletta in modalità piccola peste tra puzzette e vavugghia varia, alias bava per farvi capire. Il bello è che qua a casa se la godevano nel vedere Draug con la manata di bava in faccia, cara mezzina qui ti appoggiano, non riesco a capire perchè, l'elfo è così simpatico, bah. XD A parte tutto, ringrazio tanto la manata e Inwe, stavo leggendo il post e poi Boom! la proposta. L'elfo che si stupisce di qualcosa è grave eh, ma perchè pure io sono rimasta così, spiazzata. Da oggi, più role di allenamento e spenderemo un po' di denari alla forgia, ahahah. Comunque grazie ad entrambe, ad ognuna in modo particolare per i diversi motivi di sopra. Ah, prevedo tanta, tanta bava.

REGISTRAZIONE

AELIRENN [Sala Visite] I Mezz'elfi, sia chiaro, non dormono. Però i piccoli orecchie a punta neonati "pisolano" a modo loro, ossia chiudono gli occhietti e se ne stanno in dormiveglia e in questo stato di trance rivivono le emozioni della giornara. E sono state tante, eh! Cosa abbiamo fatto stanotte? Abbiamo pianto, abbiamo mangiato, poi abbiamo pianto ancora perchè dovevamo fare la cacchina e poi abbiamo dormito un po'. Poi abbiamo fatto una passeggiata (cioè... Mamma Inwe passeggiava, specifichiamo) e poi abbiamo dormito ancora. Nella culletta della Sala Visite, dove sei stata abbandonata, riposi in solitudine. Probabilmente la mamma si sarà presa un qualche momento per lei: le mamme mangiano, lo sapevate?

DRAUGCELEB Se ne sta tranquillo nella stanza l'elfo, a leggere qualcosa, fogli che custodisce e che tengono, forse inutilmente, memoria di quello che è accaduto o accadrà nel tempo che è ad Avalon. E' seduto allo scrittoio messogli a disposizione come per tutte le altre stanze. Per il momento, sembra che i due bambini siano tranquilli e specie, silenziosi. Non è abituato ad avere gli adulti intorno, per così dire, e avere due bambini che piangono lo destabilizza un po' anche perchè, nonostante la pazienza e la presenza di muri spessi, il suo udito percepisce perfettamente ogni singolo suono o vagito. Le segue sempre, ogni momento che può ed infatti, sente che la mezza è da sola nella stanza, ha visto Inwe uscire un attimo, probabilmente era stanca, la piccola richiede molte cure. Posa i diversi fogli sullo scrittoio e con passo silente si muove fino alla soglia della sala visite. La lunga e il pugnale elfico sono fisse in vita per qualsiasi evenienza, mentre il corpo è sapientemente fasciato da una tunica blu, trapuntata d'argento. La osserva da lontano, sonnecchiare, con il viso sereno, pensando a cose che non potrebbero esserci e che comunque sono state tante ere prima. E l'eterno ringrazia Iluvatar che sia così calma, probabilmente è stanca anche lei dopo aver pianto tutta la notte o buona parte.

INWE [Sala visite] Le mamme mangiano, sissignore, per poter poi nutrire i propri cuccioli. La mamma di Elirena, poi, ha da sempre un appetito formidabile, che la maternità ha se possibile ulteriormente accentuato: se ne torna verso la Sala Visite dopo avere letteralmente saccheggiato la Cucina, recando con sé un paio di mele da consumare a fine pasto. La camicia da notte è stata sostituita dalle linee pulite della semplice veste sacerdotale, rossa come la stellina che campeggia sulla fronte scoperta della mezzosangue; i piedi, invece, sono sempre scalzi, così come i capelli che ancora le fluiscono sciolti sulle spalle. Sul petto riposa il Medaglione del Drago, ben visibile, mentre a contatto con la nuda pelle della Regina, celato dalla stoffa, sta il ciondolo regalatole infiniti anni prima dalla Cailleach. Giunge dunque canticchiando una melodia vecchia quanto e più di lei, pronta a passare un nuovo pomeriggio in adorazione della creaturina che ha messo al mondo, fin quando non scorge Draugceleb appostato sulla soglia della stanza. Sorride sotto i baffi, continuando a muovere nella sua direzione: sa che le sarebbe impossibile cogliere di sorpresa l'elfo, visti i sensi perfino più fini dei suoi, quindi non si cura di celare la propria presenza. Si fermerebbe immediatamente dietro di lui, allungando il collo per osservare a propria volta la bambina. [Non vi siete ancora presentati, eh?] domanderebbe allegramente, anche se con voce quieta per non disturbare Aelirenn, lasciando trapelare il buonumore travolgente di cui è vittima da quando può stringere la figlia fra le braccia.

AELIRENN [Sala Visite] Ehi! Anche le mie orecchie sono sensibili, sapete? E nella trance riesci chiaramente a percepire i passi dell'elfo e poi la voce della mamma che prima canticchia e poi parla. Eh, insomma! Visto che siete tutti e due qui, non posso mica dormire! Sveglia Elirena! Non cincischiare! Gli occhietti, dalle iridi belle verdi come quelle della mamma, si mostrano in tutto il loro splendore, un attimo di silenzio per accumulare aria e poi un [Ueeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee] portentoso, con tanto di braccia e gambe al cielo. Buoncionno a tutti!

DRAUGCELEB [sala visite] Sente perfettamente Inwe arrivare, canticchiare, essere di buon umore, gli effetti che procurano i bambini. [No. Sembra però stiate meglio di questa notte, eravate abbastanza in forze per muovervi con la bambina. Siate più accorta.] Si, le ha viste dalla propria stanza, uscire e andare verso i simulacri della dea, non gli sfuggono i passi dei mezzi, più pesanti di quelli elfici e quindi certamente udibili. Ma le aveva osservate soltanto, pronto ad intervenire visto che il parto era da poco passato, ed è il tono di un consiglio misto a quello perentorio degli eterni che fa quella richiesta. Poi, Aelirenn ritorna cosciente e comincia a piangere di nuovo. Si fa da parte, lasciando che sia Inwe come giusto, a precipitarsi dalla figlia. [Quel re elandili. (buon giorno mezz'elfa)] La osserva, poggiando il capo di lato, non è abituato ai bambini, non sa cosa fare e per ora rimane in semplice silenzio, accostando i propri occhi a quelli della piccola.

INWE [Sala visite] Agita la mano in un gesto di noncuranza al sentire le raccomandazioni dell'elfo: [Era tempo che Aelirenn conoscesse la Dea e che la Dea conoscesse lei. La mia stanchezza era un dettaglio] spiega, sempre a bassa voce nel tentativo di non riscuotere la piccola. L'urlo che squarcia il silenzio della stanza, costringendo la madre a portare istintivamente la mani sulle orecchie per proteggersi da quel frastuono che le fa corrucciare il viso in un'espressione di fastidio, annuncia che il tentativo è andato in fumo [Malus: Ipersensibilità dei sensi]. [Shhhh, piccola aquila!] alza la voce per farsi sentire, cercando di svicolare oltre la figura di Draugceleb per raggiungere la bambina e sollevarla dalla culla. Ogni giorno che passa lascia un segno ben chiaro sulla principessina - merito dello scorrere tutto particolare del tempo sull'Isola – facendola crescere ad una velocità che altrove sarebbe inaudita: se ne accorgono gli occhi ma anche le braccia di Inwe, che percepiscono quanto rapidamente aumenti il peso della piccola. La terrebbe stretta al petto per qualche momento, palleggiandola leggermente perché smetta di piangere, le labbra posate sui pochi, morbidissimi capelli rossicci che le ornano il capo. Farebbe un cenno verso il Cavaliere, invitandolo ad avvicinarsi a lei ed alla bimba.

AELIRENN [Sala Visite] Oh! Ecco le braccia della mamma! Finalmente! Subito ti quieti. Viziata la principessina, eh? Bella dritta tra le braccia della mamma, osservi di sottecchi l'Elfo mentre il pollice della manina sinistra (bella paffutella) finisce direttamente in bocca e la manina destra si posa con relativa delicatezza sulla guancia della mamma in una sorta di carezza. Contatto. I cuccioli d'uomo hanno bisogno di contatto. Ma lo sguardo, verde acceso, osserva attentamente il nuovo giunto. Continui a ciucciarti il dito mentre sposti lo guardo sulla mamma e sull'alfo, alternando i due.

DRAUGCELEB [sala visite] Lascia che Inwe si spieghi, non replica, tiene per se i propri pensieri, mentre una smorfia si dipinge sul volto. Averli vicini e sentirli piangere è anche più fastidioso di quando non si trova nella propria stanza ad osservarli e inevitabilmente ad ascoltarli. Sorride leggermente al modo di Inwe di chiamare la figlia, aquila, e forse lo trova proprio giusto per la piccola, che vede subito tranquillizzarsi tra le braccia della madre. Dopo aver visto il cenno di Inwe, si avvicina ad entrambe mentre nota lo sguardo della bambina su di lui. [Dunque volevi tua madre piccolina.] La sinistra si alza mostrando il palmo aperto alla bambina, per poi chiudersi a pugno, un dito dopo l'altro, e poi aprirsi di nuovo andando ad accarezzare quei pochi capelli dietro la nuca. [Ha un carattere forte, o così sembra.] E' cresciuta, lo nota, lo vede, prima era più piccola, adesso invece comincia già a crescere. Osserva per un attimo Inwe e la bambina nella loro complessità, sorridendo. [Non ricorderà forse molto, ma sta creando ricordi più profondi. Ricorderà il vostro odore, e le vostre braccia e quelle che la prenderanno da qui in avanti, almeno fino a quando non sarà grande abbastanza.] Non comprende cosa voglia da lui, non ancora almeno.

INWE [Sala visite] Il profumo della bambina è indescrivibile: sarà fra le cose che la Regina rimpiangerà di più quando Aelirenn sarà cresciuta, assieme alle fossette sui piedi minuscoli, alla manina che le si poggia sulla guancia, alla morbidezza dei pochi, sottili capelli... vivrà nella nostalgia di questi giorni e nell'entusiasmo di quelli a venire. Il secondo paio d'occhi verdi ed allungati si posa sul Cavaliere mentre questi si avvicina, la bocca della Magistra atteggiata in un sorriso amichevole. Annuisce all'osservazione sul carattere di Aelirenn, che già dimostra d'aver probabilmente ereditato, assieme agli occhi, anche la testardaggine materna, evitando di commentare: la piccola principessa dovrà avere una tempra notevole per affrontare ciò che la aspetta fra le mura del Tempio, ma questo sua madre non lo dice. Ci sarà tempo in futuro. [Saranno ricordi che porterà con sé per la vita, così come le mia braccia ed il mio naso non dimenticheranno mai la dolcezza di questo peso o il profumo di questa testolina] commenta a bassa voce, posando un altro bacio sul capo della mezzelfa. Che madre succube che sarai, Inwe. Poi la Regina si rivolge direttamente alla figlioletta, come fa da prima ancora che nascesse: [Questo nobile Cavaliere, piccola mia, è ser Draugceleb, della stirpe degli Elfi. È bene che vi conosciate sin da subito, giacché le vostre strade si incroceranno per molto tempo, con il benestare della Dea]. Parla con serietà, come se la bambina potesse davvero comprenderla.

AELIRENN [Sala Visite] Lo sguardo si fissa sulla mano dell'elfo e osserva i movimenti delle dita con gli occhietti sbarrati in un misto di meraviglia e stupure. Ohhhhhhhhhhhh. Sei rapita da quella magia di dita che si muovono in modo sincrono e perfetto. Il ciucciamento di pollice viene momentaneamente interrotto, anche se il dito rimane al sicuro in bocca (pieno di bava, ma questo mi sembra anche superfluo ricordarlo). Sposti la mano dal viso della mamma e la porti davanti a te, quindi prendi ad osservarla con estrema concentrazione. Oh! Una puzzetta. Va beh! E' normale, no? Giusto perchè il naso della mamma non si dovrà mai dimenticare nemmeno delle puzzette. Ma ritorniamo alla mano: vuoi farlo anche tu quello che sta facendo l'elfo ma le tue dita non si chiudono una per volta, eh no! Si chiudono tutte insieme. La cosa ti lascia interdetta. Provi e riprovi ma niente! In ogni caso, invece di piangere e disperarti per il fallimento, decidi che la cosa è comunque simpatica e divertente, quindi la boccuccia su apre in un timido sorriso che mette bene in evidenza delle tenere fossette. E ridi. Ecco, sì! Sembra proprio una risata questo strano suono! Oh! Ma è proprio buffo! Poi la mamma parla e su di lei si concentra nuovamente tutta la tua attenzione, come se capissi ciò che sta dicendo.

DRAUGCELEB [sala visite] Annuisce alle parole di Inwe, di certo, l'eterno si accorge che la madre, ha occhi solo per la figlia. Osserva la bambina, il suo interessarsi alla sua mano e cercare di riprodurre con la propria i suoi movimenti. Sorride, contento di vedere quella purezza nei gesti e negli intenti, mentre ascolta. Il sorriso sul volto si stempera, la malinconia per molti istanti prende piede, profondamente, forse anche troppo, mentre ricorda anche troppo bene il proprio passato. Quei giorni, giacchè gli eldar nel corpo rimangono simili a bambini per molto tempo, ma nella mente, già sono capaci di discernere e produrre discorsi articolati. E spera davvero che non accada per loro quello che è accaduto a lui, e a molti altri. Chiude per un attimo gli occhi, nel sentire la puzzetta e inarca le sopracciglia. Poi si avvicina. [Verresti da questo vecchio elfo Aelirenn?] Porta lo sguardo per un attimo su Inwe, chiedendole il permesso per prenderla qualche attimo, non ha intenzione di tenerla in braccio a lungo, anche perchè non saprebbe farlo. E chiede il permesso anche alla piccola, che forse non capirà i gesti che seguiranno, ma è importante, almeno per lui.

INWE [Sala visite] Ogni cosa è nuova e meravigliosa, anche i gesti che per gli adulti possono essere infinitamente semplici. Osserva con orgoglio le prove che compie Aelirenn, consapevole che a breve ci sarà ben poco da insegnarle. La puzzetta, poi, la fa ridacchiare: [Dovremo lavorare sull'etichetta, tesoro mio!] commenta allegramente, arricciando il naso in un'esagerata espressione di disgusto al sentire l'ovvio profumino che segue. Annuisce, sorniona, alla richiesta di Draugceleb: se la piccola non dimostrerà riluttanza all'idea di abbandonare le braccia materne, la Magistra le tenderà verso l'elfo per farla passare fra le sue. [Avete figli, ser Draugceleb?] domanderebbe quindi candidamente, osservando il quadretto costituito dai due, per puro desiderio di conoscere un po' meglio l'elfo che ha così tanta cura di coloro che tanto le stanno a cuore.

AELIRENN [Sala Visite] Il movimento dell'elfo ti fa ruotare di nuovo nella sua direzione. Lo osservi e la mamma ti allontana un po' dal suo calore per avvicinarti a lui. Un po' sconcertata risposti su di lei lo sguardo, forse in procinto ti far sentire il tuo disappunto. Però... però... possiamo giocare con le mani!!!! Quindi ecco che tendi entrambe le braccia verso l'elfo. Occhio, Cavaliere, che la manina destra è un tripudio di bava appiccicosa. Tutta roba buona, comunque! Quando sarai tra le braccia dell'elfo, però, sarà molto più interessante osservare il panorama da questa nuova prospettiva. Oh! Il cielo bianco sembra molto più vicino ora e il pavimento assai più lontano. Non che mamma sia bassa, ben inteso, ma l'elfo è davvero davvero molto alto! Gli occhi verdi si mettono a fissare, infine, i capelli dell'elfo. Oh! Che roba! E la manina sinistra si fionda per acciuffarne una ciocca mentre la destra (quella umida) si spiaccica sulla guancia dell'elfo, quella più vicina.

DRAUGCELEB [sala visite] Prende quindi in braccio la bambina, che tende le mani verso di lui. Si lascia prendere la ciocca di capelli e sente la manina umida sul viso. E' strano tenerla in braccio, è leggera, piccola, delicata e con delicatezza la tiene in braccio facendo attenzione a mettere la mano sulla piccola schiena e le dita sulla nuca così che non possa schienarsi e farsi male poi. Si volta a guardare la regina, con volto serio, e lo sguardo velato da profonda malinconia. [Non in questo tempo, non con questa forma. Era forte e capace, ma gli orrori di oscuri eventi e forze ne portarono via lo spirito, lasciando solo un corpo da piangere. Altre ere, dimenticare dagli uomini.] Non pretende che comprenda, conscio che le sue parole potranno sembrare strane, e comunque, almeno, ci tiene a precisare la condizione attuale. [No, non ho figli.] Poi si concentra sulla bambina. spostando la mano dal proprio volto, prendendole il piccolo braccio, ma con delicatezza. Le mostra di nuovo il palmo della mano, e pone il pollice sulla fronte della piccola. Lo passa su di essa, poi sul naso, sugli occhi e sulla bocca, sfiorandoli appena e facendo molta attenzione a non farle male. Intanto, recita delle parole che Inwe potrà comprendere, una piccola nenia perchè possa essere di augurio per la piccola e per il suo destino. [A Elbereth Gilthoniel,silivren penna miriel, o menel aglar elenath!Na-chaered palan-diriel, o galadhremmin ennorath. Fanuilos,le linnathon,nef aear,si nef aearon . (O Elbereth,che accendesti le stelle, lucente e brillante come pietre preziose,discende dal cielo lo splendore di tutti gli astri! Dopo aver guardato lontano verso luoghi remoti, dalle lande della Terra di Mezzo dove gli alberi si intrecciano, semprebianca,a te intonerò un canto, sulle sponde del mare,qui sulle sponde del grande mare.)] Intanto, compirà i gesti che si era prefissato, per poi lasciare la bimba di nuovo a sua madre e spiegare. [Gli eldar non festeggiano di solito il giorno della nascita ma quello del concepimento, giacchè molta della propria energia fisica e mentale scorre per il proprio figlio. A Earendil, la più splendente delle stelle si chiede di guardare i loro passi, possa tu condurli nella giusta direzione piccola mezza.] La lascia, meglio, non saprebbe tenerla ancora in braccio in ogni caso.

INWE [Sala visite] Li osserva interagire con naturalezza, la piccola curiosa e l'elfo paziente come sempre. Sorride allo spettacolo, per quanto le braccia fremano dal desiderio di riprendersi Aelirenn, di stringerla in eterno al proprio cuore. Abituati, giovane madre, perché tua figlia tenderà sempre di più a lasciarti per fare affidamento su sé stessa o, ancora peggio, su qualcuno che non sarai tu. È parte della storia, e sarà tuo dovere farti da parte quando verrà il momento, pur restando pronta ad offrirti come appoggio qualora ne dovesse avere bisogno. [Perdonatemi, ser Draugceleb. Posso immaginare il dolore legato a questo ricordo] risponde quindi, il volto serio e lo sguardo sinceramente dispiaciuto per aver provocato, seppure involontariamente, la riapertura di una ferita che immagina mai completamente cicatrizzata. Immedesimandosi, il solo pensiero di poter vivere un evento del genere con Elirena le stringe il cuore in una morsa gelida, senza via di fuga. Quindi ascolta la nenia in elfico: non ne comprende il significato, ma intuisce dal tono di Draugceleb come questa sia probabilmente di buon augurio. Riprende prontamente la principessa fra le braccia quando le viene tesa, tornando a stringerla a sé con rinnovata attenzione. [Aelirenn è figlia di Beltane, quindi comprendo il vostro discorso: quella notte non ero in me, così come l'uomo che le è padre non era sé stesso. Vi erano in gioco forze molto più grandi di noi, che di certo sono intervenute nel concepimento. Rimarrà per sempre un giorno da ricordare, sebbene anche quello della sua nascita non sia da meno] spiega per poi poi tacere, carezzando la schiena della bambina ma osservando il Cavaliere. Quindi, senza alcun preavviso, riprende parola: [Ho una proposta per voi, Draugceleb] esordisce, l'espressione seria [Vorrei che consideraste l'idea di entrare a far parte della Guardia Reale. Conosco il vostro valore – me ne avete dato prova – e la vostra fedeltà alla Corona è indubbia: mi piacerebbe potervi conferire questo titolo, anche in virtù di quanto state facendo per noi].

AELIRENN [Sala Visite] Tutto ciò che il Cavaliere compie ti lascia un po' spiazzata. Il suono delle sue parole, però, ti piace e quindi non reclami quando s'impossessa del tuo braccino o quando passa il suo dito calloso sulla tua fronte o sul nasino. Vieni depositata nuovamente tra le braccia della mamma però la ciocca di capelli non la molli mica, probabilmente costringendo l'elfo a qualche strana scomoda posa. Un po' tiri, un po' alzi e abbassi il braccino perchè ti piace vedere quella massa setosa ondeggiare. Oh! Ma anche mamma ha dei bei capelli! Te lo ricordi improvvisamente e cerchi di afferrarli con la mano libera così da avere ben due rigogliose ciocche tra le tue grinfie. Agiti entrambe le braccine e... ridi! Semplicemente ridi perchè sembra tutto assai meraviglioso.

DRAUGCELEB [sala visite] Fa un cenno di diniego con il capo, convivere con quei ricordi, è anche parte della vita degli eterni, a volte sono più dolorosi, altre vengono semplicemente messi a fatica a tacere per del tempo così che siano più sopportabili. Tuttavia la bambina, non lascia i suoi capelli come invece si sarebbe aspettato e lo costringe a piegarsi verso di lei, prendendole la manina tra le sue e delicatamente le offrirebbe invece il dito invece dei capelli, consapevole che i bambini, tendono ad afferrare tutto ciò che di nuovo hanno, e ad avere lo strano impulso di stringere nei loro pugnetti, le dita di chiunque. Sorride alle parole di Inwe, riguardo al giorno della nascita e comprende forse le sue parole, diversa è la concezione che è in gioco di questi eventi al momento. Ecco perchè i figli degli eldar non sono molti, troppo richiede, e gli eldar non alla leggera cedono la propria energia. Ascolta le parole successive di Inwe, rimanendone colpito, e non cela tale stupore. [Per me sarebbe un onore, ma come ho detto anche ad Elysiane, non dovete sentirvi in obbligo nei miei confronti.] Se Inwe vorrà potrà, ma non perchè si sente in dovere di farlo, ecco il significato delle parole.

INWE [Sala visite] Aelirenn si barcamena fra una ciocca bionda ed una castana, ma se l'elfo cerca di liberarsi dalla presa ferrea della bambina – comprensibilmente – la madre la lascia fare, fin quando il fastidio non si rivelerà eccessivo. Sorride al sentire il suono della risata della bimba, spontanea e gorgogliante come solo quella dei più piccoli sa essere. [Non crediate che la mia proposta sia dettata da un senso di obbligata riconoscenza nei vostri confronti. Certamente vi sono estremamente grata per ciò che fate, ma non è unicamente questo sentimento a muovermi. In più occasioni avete dimostrato di avere a cuore la Corona e l'Isola, ed io non desidererei affidare la mia fiducia e la mia salute a niente di meno di un uomo della vostra caratura morale] spiega, lo sguardo fisso sul Cavaliere. [Non crediate che vi stia concedendo una semplice prova di riconoscenza, giacché quello che sto offrendo è al contempo onore ed onere. Avalon farà affidamento su di voi ancora di più di quanto non faccia ora e sarete responsabile in prima persona della mia sicurezza]. La Regina parla in tono fermo ma non imperioso: sta semplicemente mettendo tutte le carte sul tavolo, cercando di offrire all'Areldar una prospettiva completa del compito.

AELIRENN [Sala Visite]Furbo l'elfo! E infatti molli subito entrambe le ciocche di capelli per concentrare tutta la tua attenzione prima sul dito del Cavaliere e poi sulla sua mano intera. Infatti cerchi di premere sulle dita chiude dell'elfo perchè vorresti aprirle. Sei molto concentrata su questo suo difficile compito e le parole pacate dei sue accompagnano i tuoi sforzi che sono un po' vani perchè, per sollevare quelle dita, non dovresti premere da sopra ma fare il movimento opposto. Quindi gli occhioni verdi si spostano sul viso di Draugceleb e le braccine si allungano di nuovo verso di lui come a chiedere "mi prendi in braccio di nuovo?".

DRAUGCELEB [sala visite] Si rimette dritto dopo che Aelirenn gli lascia i capelli, e comincia a spingere sulle sue dita, curioso di sapere cosa voglia fare e ancora non si azzarda a toccare la giovane mente, troppo antica e vecchia la propria per poterlo fare, non adesso che sta scoprendo il mondo intorno a lei. Ascolta le parole di Inwe, annuendo di rimando e pensando senza proferire parola. Lascia che finisca, che termini il suo discorso e che quindi ponga sotto la luce ogni singolo tassello di onere e onore di quell'incarico. La bimba sembra voler venire di nuovo in braccio, e non comprende il perchè, un altro elemento in comune per la coppia di madre e figlia, entrambe lo avevano sorpreso in poco tempo. Torna ad osservare Inwe, chiedendo ancora il permesso e se la regina glielo avesse concesso, prenderebbe di nuovo in braccio la bambina facendo di nuovo attenzione a come tenerla per poi concentrarsi di nuovo sulla sacerdotessa. [Me ne rendo conto. Come sempre le mie parole e la mia lama saranno a protezione della corona e dell'isola, se poi la regina vuole affidarmi questo compito, ciò non sarà che ulteriore precisazione dei miei impegni come cavaliere. Se lo vorrete, sarò la vostra guardia oltre che quella di questo piccolo terremoto.] Comincia a cullarla in parte, per tornare sulla bambina. [Non ti ci abituare piccoletta. Ho l'impressione che le tue marachelle sono lungi dall'essere finite.] Con l'indice della destra l'ammonisce, ma ha davvero l'impressione che non sarà facile starle dietro e le sorride distendendo la cicatrice.

AELIRENN [Sala Visite] Di nuovo quella visuale più alta. Lo sguardo smeraldo si sposta sulla mamma alla quale regali un bel sorriso sdentato. Che bella la tua mamma!! E' la tua mamma, solo tua e di nessun altro. Pensa un po', mammina, quanti pianti ci saranno quando proverai a prendere in braccio Aiden! Forse è meglio non pensarci ora, vero? Forse no! Ma un giorno... le vostre orecchie ne sentiranno davvero delle belle! Poi porti la manina destra davanti al viso dell'elfo e fai apri e chiudi con le dita. Capisci elfo cosa vuole Elirena? Vuole il giochino delle mani che le hai fatto vedere prima! Lei non riesce a farlo, proprio no! La mamma scappa, veloce e tu la segui con lo sguardo. Ehi!

DRAUGCELEB [sala visite] Si rimette dritto dopo che Aelirenn gli lascia i capelli, e comincia a spingere sulle sue dita, curioso di sapere cosa voglia fare e ancora non si azzarda a toccare la giovane mente, troppo antica e vecchia la propria per poterlo fare, non adesso che sta scoprendo il mondo intorno a lei. Ascolta le parole di Inwe, annuendo di rimando e pensando senza proferire parola. Lascia che finisca, che termini il suo discorso e che quindi ponga sotto la luce ogni singolo tassello di onere e onore di quell'incarico. La bimba sembra voler venire di nuovo in braccio, e non comprende il perchè, un altro elemento in comune per la coppia di madre e figlia, entrambe lo avevano sorpreso in poco tempo. Torna ad osservare Inwe, chiedendo ancora il permesso e se la regina glielo avesse concesso, prenderebbe di nuovo in braccio la bambina facendo di nuovo attenzione a come tenerla per poi concentrarsi di nuovo sulla sacerdotessa. [Me ne rendo conto. Come sempre le mie parole e la mia lama saranno a protezione della corona e dell'isola, se poi la regina vuole affidarmi questo compito, ciò non sarà che ulteriore precisazione dei miei impegni come cavaliere. Se lo vorrete, sarò la vostra guardia oltre che quella di questo piccolo terremoto.] Comincia a cullarla in parte, per tornare sulla bambina. [Non ti ci abituare piccoletta. Ho l'impressione che le tue marachelle sono lungi dall'essere finite.] Con l'indice della destra l'ammonisce, ma ha davvero l'impressione che non sarà facile starle dietro e le sorride distendendo la cicatrice.

INWE [Sala visite] Sembra che la piccola e l'elfo stiano già cominciando a stringere un certo legame: la Regina indugia un momento prima di passare Aelirann nuovamente fra le braccia del Cavaliere. [E sia, dunque. D'ora in avanti siete definitivamente parte delle Guardie Reali, meritevole della mia completa fiducia e responsabile della nostra sicurezza]. Posa un bacio sul capo della piccola, lasciandola finalmente andare con il suo nuovo amico. Intreccia le mani davanti a sé, osservando il quadretto come in precedenza. [Vi farò avere quanto prima le insegne che vi identificheranno come tale. Anzi] si corregge, alzando l'indice [vado immediatamente a scrivere una missiva perché vengano portate al Tempio entro domani. So che vi prenderete cura di lei, in mia assenza] sorride, conciliante, posando una carezza sulla testa della bambina prima di dirigersi verso la porta. Il suo riposo sarà più tranquillo, ora che sa che qualcuno sarà sempre presente per aver cura di Aelirenn e del Regno.

AELIRENN [Sala Visite] Di nuovo quella visuale più alta. Lo sguardo smeraldo si sposta sulla mamma alla quale regali un bel sorriso sdentato. Che bella la tua mamma!! E' la tua mamma, solo tua e di nessun altro. Pensa un po', mammina, quanti pianti ci saranno quando proverai a prendere in braccio Aiden! Forse è meglio non pensarci ora, vero? Forse no! Ma un giorno... le vostre orecchie ne sentiranno davvero delle belle! Poi porti la manina destra davanti al viso dell'elfo e fai apri e chiudi con le dita. Capisci elfo cosa vuole Elirena? Vuole il giochino delle mani che le hai fatto vedere prima! Lei non riesce a farlo, proprio no! La mamma scappa, veloce e tu la segui con lo sguardo. Ehi!

DRAUGCELEB [sala visite] Con un gesto del capo e con lo sguardo, ringrazia Inwe e si, le promette che si prenderà cura della bambina in sua assenza. La osserva andare via,, mentre poi riporta la sua attenzione su quegli occhi verdi che gli chiedono di nuovo quel gioco, così si siede nella stanza, e poi, più comodo di prima, le fa di nuovo vedere il palmo aperto, per chiudere poi le dita ad una ad una e riaprirle di nuovo, e ripete il gesto più volte per giocarla così che non pianga visto che sua madre adesso è lontana. Rimarrà a giocare con lei per qualche altro tempo, poi appena e se si sarà addormentata, allora la lascerà nella sua culla. Ha davvero l'impressione che si divertirà nel vederla crescere e se all'inizio potrà essere una combina guai, grazie alla guida di sua madre riuscirà a compensare il proprio carattere. Un nuovo incarico sulle spalle, intensificherà gli allenamenti e farà un po' di compere, è arrivato il momento giusto.

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