[Libri - Harry Potter] "All those yesterday" di Ranessa

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Ida59
00lunedì 26 settembre 2005 13:33
Autore:Ranessa
Titolo: "All those yesterday"
Personaggi: Severus Piton
Genere: Drammatico
Capitoli: One-shot
Rating: PG
Avvertimenti: Nessuno
Riassunto: “Sfilano sino ad arrivarti di fronte, il rituale ormai lo conosci... Ti guardano negli occhi, non aprono bocca... le grida arrivano dagli alberi... e poi si gettano nel fuoco, e bruciano.”


Benché riecheggi i versi della canzone “All those yesterday” - Pearl Jam, questa non è una song-fic ma una vera e propria storia. Indubbiamente, però, la canzone è particolarmente adatta a questo Severus Piton, personaggio difficile e tormentato, splendidamente descritto da Ranessa in questa bellissima ed introspettiva storia, profonda, intimamente sentita e dolorosamente vissuta, che prende il lettore per mano e lo porta ad immedesimarsi nel personaggio fino a diventare un tutt’uno con lui.
Una splendida storia che mi ha profondamente commossa.

“E’ così anche stanotte, vero?”
Già dalla prima frase, dolorosa domanda retorica, il lettore si cala nel sogno di Severus. No, nel suo incubo. E quel libro, fermo da giorni sempre allo stesso punto, quasi come se il tempo si fosse fermato in questo terribile Presente, doloroso ostaggio del suo Passato, dove non sembra esserci alcuna speranza di Futuro. Quel libro, tutta la notte tra le sue mani. Quelle stesse mani che un tempo sono state piene di sangue. Quel libro, per cercare di non dormire. Per non sognare. La realtà della stanza intorno a lui che si stempera e scompare, ingoiata dall’incubo dei ricordi che gli torturano l’anima.
“... E’ la tua anima... “
Già, anche Severus Piton, il Professore arcigno ed antipatico, ha un’anima. E Ranessa ci fa comprendere a pieno il suo profondo tormento.

La collina. La collina amica, la carezza del vento e dell’erica, la musica silenziosa della notte. Un luogo incantato che sembra senza tempo, un regno di pace assoluta. Ma c’è un unico Tempo, in questa notte, che conta ed ha significato: il Passato. E non può esserci pace nel suo Passato.
“Il presente si fonde con il futuro e il futuro non ha occhi che per il passato”

La collina. La collina dei ricordi. La collina dell’incubo. Molto bella e pregnante la descrizione di come la realtà del sogno cambia, intorno a lui, di pari passo con l’avanzare dei ricordi: la carezza del vento che diventa schiaffo violento, l’erica che si tramuta in indissolubili catene che lo imprigionano per sempre nei ricordi del suo Passato, in quell’immobile cerchio di pietra nera.
Poi inizia la processione di morte, silenziosa, che mille volte si ripete, dolorosamente uguale, davanti ai suoi occhi. L’ultimo è il primo ed il primo è l’ultimo, in un’orrida inversione dei suoi gesti, che consuma il tempo e riporta il Passato nell’Oggi e nel Domani.
“... lentamente segui la fila... Rivivi le tue colpe”
Al lettore vengono i brividi, mentre con gli occhi della mente segue la lunga processione muoversi, illuminata solo dalle fiamme dei fuochi. Mentre ascolta le urla lontane. Mentre vive il rimorso di Severus.

Poi c’è quella lunga lista delle sue colpe. Così diverse le une dalle altre. E le sottostanti ragioni di quei gesti, che, nel cercare di giustificarli, li rendono ancora più terribili e crudeli. Motivazioni per una “ragione” che non esiste, che non può esistere.
Così alcune parole colpiscono ed impressionano più di altre, e lunghi brividi salgono per la schiena.

Nel pathos che cresce, lentamente si forma un nodo alla gola, stretto e pungente, che non si vuole sciogliere. Doloroso. Tanto più doloroso, quanto più aumenta l’immedesimazione nel personaggio e nella sua cupa disperazione.
Ed ancora scorre la lista, apparentemente uguale eppure così profondamente diversa. E non è certo l’ultimo nome a fare la sostanziale differenza. Non sono più esposte, ora, inaccettabili ragioni che, prima, solo violentavano la mente. Non sono più esposte ora che, invece, esistono. Perché non serve, perché non è necessario difendere e giustificare ciò che è giusto.
Ma a Severus non basta, non può bastare. Non ad un uomo come lui.
“Piangi la notte.
Nessuno può aiutarti.
Piangi ogni notte.
Solo tu puoi farlo.
Ma non l'hai ancora capito, vero?”


Povero Severus, nessuno può aiutarlo. Solo lui può aiutare se stesso: ma solo quando avrà capito che la soluzione è guardare al Futuro con gli occhi del Passato. Ma è così difficile, quando il Passato è così denso di ombre che sembrano tornare vive ogni notte.


Ida

[Modificato da Ida59 03/07/2006 12.12]

Ranessa
00lunedì 26 settembre 2005 14:38
Ida, non credo che ti ringrazierò mai abbastanza per i bellissimi commenti che lasci alle mie storie, per come riesci sempre ad essere tra le pochissime persone che comprendono appieno il significato di quel che scrivo. Per condividere il mio immenso amore per l'uomo meraviglioso che è Severus Piton. Grazie di cuore!^^
Rani
Ida59
00lunedì 26 settembre 2005 17:43
Per Rani: [SM=g27768]
Isilascar
00lunedì 26 settembre 2005 17:50
Quoto in pieno la recensione di Ida e consiglio a tutti di leggere questa one-shot.
Ranessa
00lunedì 26 settembre 2005 20:21
Ovviamente grazie anche a te Isilascar, siete entrambe impagabili^^
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