ಓ Le Cure di Amaranta ಓ

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DEOARIS
00mercoledì 16 dicembre 2009 19:48

RIASSUNTO:

Amaranta è costretta a letto nelle sue stanze del Palazzo Reale del Gran Re delle Terre del Druk Yul; i suoi sintomi, persistenti, sono: febbre altalenante, spossatezza, le sue ali sono disidratate ed una ferita all'ala destra (un taglio dovuto ad un morso di una viverna) è soggetta alle attente e fervide cure del Supremo Custode, sempre sotto la stretta sorveglianza di un Fratello molto preoccupato.
Con tale cura dovrebbe rimettersi in breve tempo.

°°°


GALIAN: [esterno ] il mantello cade sulla schiena del centauro , pendendo leggermente verso il lato destro , il cappuccio copre quasi tutto il volto proteggendolo dalla pioggia. sui fianchi sono disposte due bisacce contenenti gli utensili e le svariate erbe , e intrugli utili per qualsiasi malattia . Galian , l'estremo custode si scostare lo sguardo , parla con i suoi due assistenti personali che camminano al suo fianco un paio di passi indietro , anche loro protetti dal mantello di congrega. " è una situazione abbastanza grave, è per questo che ho deciso di intervenire io" verbia l'estremo ai due guaritori , che annuirono senza proferir parola. La pioggia cadeva incessante , lucidando il ferma mantello con impresso il simbolo della carica . I tre centauri guaritori camminano a passo svelto , il rumore degli zoccoli viene offuscato ,dalla pioggia .dopo alcuni passi , i custodi si trovano innanzi la grande scalinata bianca che conduce al portone del palazzo , con agilità salirono la gradinata saltando 4 gradini alla volta , riuscendo a raggiungere il portone in poco tempo . Galian prima di comunicare il suo arrivo , senza direniente , accennando solo con la mano , diede il comando di mutazione . I 3 centauri iniziano a trasformarsi , il corpo si restringe diventando ben presto di forma umana . (SKILL MUTAZIONE UMANA liv 4) . Ora era tutto pronto , in quella forma potevano agire con più precisione , e potevano muoversi con più comodità . I guaritori adesso attendono solo di essere accolti.

JARETH {Sala del Trono} Un vento tiepido soffia da sud, portando con se il profumo delle rose; gli uccelli migratori non hanno nessuna fretta di lasciare i lunghi raggi di sole distesi come fasci di grano maturo sulle vallate e sulle montagne, cinguettano e pigolano in ogni foresta e i loro colori balenano in volo riempiendo di riflessi gli occhi dei possibili spettatori. Quella natura, tanto idilliaca, è in netto contrasto con l’umore del Gran Re; per lui i mesi passano come per una persona chiusa in carcere. Il sole continua a splendere mentre si avvicina la stagione fredda, quell’anno più mite del solito, ma non oggi che il cielo ha deciso di piangere la tristezza dell’arrivo invernale. Il camino posto sul lato sinistro, dalla parte del trono, è tenuto acceso a riscaldare il sangue di quelle creature, al servizio del Sovrano, che provengono dal sud e per loro l’attuale mitezza di quel particolare clima può già risultare gelo. Il fumo del fuoco sale dalle braci in rapide spirali, mentre la sua mente vien traversata da una rete di pensieri angoscianti che intesse solo veli di preoccupazione sulla salute della Zama di Corte, Amaranta. Seduto sul trono, come di solito permane per ricevere gli ospiti, le sue movenze paiono inquiete o comunque sia trattenute; la gamba destra leggermente più avanti della sinistra, le spalle tese e le braccia hanno abbandonato la rilassatezza restando rigide o muovendosi rapide. Dubbiosa la posa, che incerta muta quando il sovrano sceglie di poggiare la schiena allo schienale, e poco dubito subito vi si discosta. Il rappresentante di una novella razza del sud sta per presiedere alla sua vista: un centauro e più che un rappresentante ne sarebbe un capo. Le guardie, informate dell’arrivo, spalancano il portone principale mentre un soldato della guardia reale corre, con passo marziale, verso il trono e chinando il capo si pronuncia “Vostra Maestà” il tono è lievemente affannato e, come un insetto, la parola s’impiglia nella rete dei suoi pensieri “Perdonatemi, è giunto Colui che stavate aspettando” esordisce premuroso. I severi occhi del Gran Re incontrano quelli del sovrano proferendo “Fallo entrare” il solito ordine di comando mentre di nuovo lo sguardo conduce al portone della sala del trono in attesa di veder comparire la figura interessata.

AMARANTA: [Stanze] Incessante ticchettio quello che il maltempo proietta sui vetri or rigati da un pianto Divino. Espressamente avea dimandato che i tendaggi non coprissero tal panoramica, poichè il suo Elemento sempre avea apprezzato ammirare, buona compagnia che interrompe un Silenzio altrimenti solenne. Visibilmente sulla pelle non vi son più molti segni dell'insonnia precedentemente subita, un candor non più deturpato da incubi frequenti or rari e fiochi. Vesti bianche si confondono con le lenzuola che le coprono le gambe sino al grembo, da cui il dorso si erge ritto e posato sui cuscini voluminosi e dall'aria paffuta. Non vi è traccia di tormenti sulle grinze ordinate dei tessuti del giaciglio, soltanto una curva prolungata degli arti distesi in riposo. Lunghi capelli celesti riflettono il lume propagato da un caminetto in cui alte e vigorose fiamme ardono, le gote dello Zama un poco son arrossate al contatto di quella carezza. Il capo è chino, gl'iridi vergono su di un piccolo biglietto che da giorni è stato lasciato in quella stanza e che or vien rigirato tra le dita affusolate. Una lieve piega, forse un sorriso, è impressa sul volto dell'Estrema, che più non legge i simboli neri ed ordinati sulla pergamena, avendoli già impressi, uno per uno, nella memoria. Si solleva dunque il viso, alla ricerca di quella rosa ormai appassita ma che ancor mantiene un color ceruleo e delicato, poggiata sul comodino al suo fianco. *Helevorn* riemerge il nome nei suoi pensieri, essendo ella erroneamente certa che tutto ciò provenga dal fratello, in ricordo di un gesto simile fatto nel passato.

HELEVORN: [Stanza Ospite/Palazzo] La pioggia implacabile scende dal cielo,inumidendo costantemente i vetri dai quali ormai non si può scorgere più nulla. Piccole lacrime trasparenti scivolano sui finestroni alti della stanza,dando modo di scorgere a malapena ciò che si palesa all'esterno..ma la visuale è quasi completamente offuscata..la mente ingarbuglia le scartoffie scomposte dei suoi pensieri che ripercorrono sempre lo stesso,costante,giro..son passati dei giorni ormai,da quando per la prima volta si ritrovò a varcare la soglia di quel luogo vastissimo,ma che ai suoi occhi altro non sembra se non una sorta di carcere triste..forse perchè tanto capace di far affiorare dalla memoria i ricordi più sofferti di un passato che tenta a tutti i costi di dimenticare,con scarse probabilità di riuscita. Risalgono in superficie boccheggiando spasmodicamente come se avessero sempre bisogno di avere per se l'ossigeno che gli manca..sull'orlo di esser distrutti con efficacia..ma sopravviventi,forse proprio a causa dello stesso draconico. Gli occhi si chiudono al mondo,mentre la mandritta sale in direzione della tempia che massaggia con l'aiuto dei polpastrelli..respiri a volte miti e a volte affannosi si rincorrono come in una giostra..il bagliore tenue della luce colpisce i vetri che fronteggia,e così cattura anche le linee tese del suo volto stanco che porta i chiari segni di un insonnia indesiderata..tante le volte in cui di notte,preso dagli incubi,si era affrettato nell'intento di raggiungere la gemella nella sua stanza..desiderava semplicemente esser certo che ella ci fosse,e che non v'era nulla di cui preoccuparsi..con il tempo,certo,la situazione andava migliorando..ma non sarebbe mai stato abbastanza..perchè il suo cuore,forse,non sarà mai in grado di dimenticare..le violacee si riaprono improvvisamente,mentre il passo lo conduce a percorrere verticalmente il perimetro della sua stanza..si dirige alla porta,e nel tragitto,le fiammelle danzanti nella cavità del caminetto lo rischiarano più del solito.. sembra notte,per quanto l'ambiente è cupo e scuro..finalmente si ritrova lungo il corridoio..la camera della gemella fiancheggia la sua..così i metri da percorrere non sono molti..il pugno sbatte con una certa fretta sul legno,in attesa di una risposta..

GALIAN: [ingresso-sala del trono] il grande portone si spalanca lentamente , e ben presto lo spazioso atrio si mostro agli occhi dei guaritori . Con passo sicuro seguito dagli iniziati , l'estremo segue il soldato che gli indica la strada per la sala del regno. Ad un certo punto il soldato lascia con riverenza i 3 centauri all'ingresso della sala del trono. il Gran re siede con magnificenza sul trono , ma il suo animo regale era turbato ,preoccupato e di questo Galian se ne accorse subito. I due iniziati rimangono incapucciati ai lati dell'ingresso della sala , mentre l'estremo avanza con il volto coperto , fino agiungere a pochi metri dal gran re. L'estremo si fermò continuando a fissare il pavimento per alcuni secondi fino a quando portate entrambi le mani ad afferrare il cappuccio , con fare regale ed elegante lo porta al di là del volto , scoprendo i suoi occhi verdi tipici della sua razza . Accennando un inchino verbia " salute a voi Gran re , sono Galian erede di Gandar , Heghèmon centauro , e sono qui in veste di estremo custode dei guaritori. " fece una piccola pausa , i suoi occhi sono fissi su quelli del re " la mia arte , e il mio sapere sono a vostra disposizione " e abbassando lo sguardo , attende una risposta .

JARETH {Sala del Trono} Si è levato un pò di vento, che strapazza la nebbia sulle alte montagne e che fa piegare la testa agli alberi, il cielo mostra un candor grigiastro polveroso e piccoli cristalli incolore lascia che cadano su quella bella terra nordica. La luce spregia la cupa atmosfera, e in parte abbandona il luogo che viene illuminato, a giorno, da torce, camini e lampadari, con centinaia di candele poste sopra. Lo sguardo va a perdersi nelle fiamme e nel fumo del camino, quei refoli di luci e ombre, quei veli turbinosi e agitati, sembrano suggerirgli forme evanescenti e fanno fantasticare di spettri, di esseri fantomatici, buoni o malvagi. Sente di aver lo sguardo perso il sovrano, sorpreso da se stesso mentre fissava quei vapori amorfi e, con insolita rudezza, piega le labbra in una smorfia e scosta le iridi innanzi a se e proprio allora un lampo viene ad illuminare ogni tenebra con la sua presenza ed il tuono segue come il ruggito di un Drago che tutto fa tremare. La luce biancastra illumina per un istante il volto del Gran Re che pare spettrale: l’iride azzurrina è del colore del ghiaccio mentre la pupilla si restringe all’inverosimile mentre l’ambrata non si chiude così brutalmente e non s’intimorisce a così tanta luce essendoci abituata. I centauro avanza per la Sala del Trono, rapido, trovandosi al cospetto della magnificenza architettonica draconica: le colonne della sala sorreggono un soffitto alto quaranta piedi, il vasto spazio tra di esse è illuminato da candelabri appesi a catene lunghe trenta piedi o solidamente fissati su sostegni dorati. Il trono sorge su una piattaforma cui si ascende con cinque larghi gradini. Intorno alle pareti, la storia del mondo si svolge in una serie di scene ricamate su arazzi alti venti piedi, costati anni di paziente lavoro. Sopra di essi, ogni palmo d’intonaco è affrescato con arabeschi contenenti fiori stilizzati, piante, animali e corone di foglie, che non si fermano all’altezza del soffitto ma continuano sino a coprirlo tutto, come un’efflorescenza che fosse proliferata sin lassù. La sala è così vasta che chi entra si sente rimpicciolito alle dimensioni di un topo in un granaio. “Y’Ani Druak Galian, Signore di Gandar” lo fissa apprezzando gli omaggi a lui rivolti “siete il benvenuto, apprezzerò la Vostra Arte qualora essa serva nel far rinascere la mia protetta.” Osserva gli assistenti giunti assieme a lui e detto ciò si leva in piedi e discende con lentezza i gradini del trono portandosi innanzi alla figura del centauro mutato in forma umana, e riprende “ Seguitemi, prego” e così dicendo si avvia verso il fondo della sala del trono laddove una scala conduce al primo piano.

AMARANTA: [Stanze] "Avanti" la tipicità del suo tono autoritario non s'è affievolita, nonostante le molteplici peripezie affrontate e la temporanea indisposizione ai compiti per lei ordinari. Due colpi han rintoccato sul legno della porta chiusa, distogliendola dai pensieri che quelle poche parole le avean suscitato. La mancanza di affetti esterni, da sempre fa modo che ella più d'ogni altro sia legata al gemello, l'unico legame di sangue e di spirito rimastole. Le dita arrestano il loro gioco, la pergamena mostra ora il dorso venato e senza alcun simbolo in decoro. Il guardo violetto è puntato laddove a breve apparirà una figura e nonostante la curiosità, la Maga non vuol ricorrere alle sue capacità per rivelar anzitempo l'identità imminente al suo cospetto. Scoppietta vivace il fuoco nella sua prigione, or non più nemico orgoglioso quanto utile e fedele alleato. Un lampo nel buio della sera che arranca illumina per un attimo l'esterno, rincarando la tonalità pallida e nivea che da sempre lo Zama porta sull'incarnato dai ricami Arcani. Un ruggito ne sussegue, ma ella non vien per nulla scossa da tanta irruenza, la naturalezza di tali eventi e la sapienza di tanto potere e saggezza, son rinchiusi nel suo animo e fan parte di lei, costruendo la sua conoscenza ampia e segreta.

HELEVORN: [Stanza Amaranta/Palazzo] L'attesa si fa palpitante e crescente,come un fuoco vivido che viene rianimato dalle sue stesse braci. Il verbo ordinariamente freddo con il quale la gemella lo invita ad avanzare non lo stupisce affatto. Ella non sa ancora di chi potrebbe trattarsi. Così,con fare lento e quieto,il volto del draconico fa capolino dalla fessura della porta che apre solo per metà. Lo sguardo si volge all'istante in direzione del letto ove è certo di ritrovare la figura della gemella. Ed in effetti ella occupa il giaciglio morbido che da tempo ormai la accoglie. Un sorriso nasce nel constatare il fatto che il pallore eccessivo dimorante sul volto d'ella nei giorni passati,sembra aver deciso di abbandonarla. Solo qualche residuo di spossatezza. Il resto del corpo varca l'uscio,mentre la mandritta si occupa di richiuder la porta alle sue spalle. Il passo tendenzialmente smisurato dell'artigiano viene inconsapevolmente affrettato. Un lampo argenteo accompagna la sua venuta,rischiarando la stanza proprio sul suo centro,producendo vaste lame di luce irrealistica che ben presto s'appresta a lasciarli. Il sorriso dolce fa sì che le labbra siano varcate anche se solo di poco..*sembri stare molto meglio..è davvero così?* domanda in un sussurro,come se temesse di scalfire quel corpo fragile anche solo con un tono lievemente accentuato..le labbra lo conducono verso la fronte della gemella per rilasciar su questa un bacio..gli occhi scavano dentro quello specchio cercando chissà cosa..sguardo intenso ed indagatore che si preoccupa di spazzar via ogni traccia di dubbio..infine le iridi ricadono su di un pezzo di carta che ella stringe fra le mani..le ciglia s'inarcano,mentre il volto produce muta domanda..

GALIAN: [ingresso-sala del trono] la magnificenza del luogo , colpisce leggermente l'estremo , preferisce la semplicità della natura , inoltre il suo scopo è quello di salvare una vita , e la sua mente è concentrata su quel fine , e nulla potrebbe distrarlo . Il gran re fa segno di seguirlo, discende velocemente i 5 gradini che separano il trono dal centauro , e lo raggiunge . Galian alzò la mano in direzione degli iniziati , che subito come se agissero con una sola mente , scostano il cappuccio , che fino a quel momento copriva il loro volto , e con passo leggero seguono a debita distanza l'estremo e il gran re . I due iniziati erano cari amici di Galian , due giovanotti cresciuti sotto l'amorevole cura dell' Hegèmon. Erano entrambi abbastanza alti , e portavano lunghi capelli corvini , parean quasi gemelli se non fosse dal colore della pelle uno più scuro e l'altro più pallido. Era stato chiaro Galian , lui si sarebbe occupato del ferito , e loro dovevano solo aiutarlo quando ne avrebbe avuto bisogno . I quattro treversarono la grande sala del trono lasciando alle proprie spalle quelle colonne e quella magnificenza che solo un re poteva permettersi .

JARETH {Stanza Amaranta} I giorni scivolano lenti come pioggia lungo una grondaia e di questo ne è consapevole mentre sale, uno ad uno, i gradini della torre che conducono al primo piano, ripidi e vicini. Due guardie reali chiudono il piccolo corteo e in poco tempo si ritrovano in un lungo corridoio del primo piano in cui subito a destra si ritrova una sorta di sala comune in cui è possibile accedervi passando sotto l’arcata d’ingresso che non possiede porte, passando due porte si giunge ad una terza ed è lì che si arresta il passo del Sovrano. “Qui riposa Colei che ha bisogno delle Vostre cure” e mentre spiega le due guardie si antepongono ai due lati della porta, armati d’alabarda. Il Sovrano bussa delicatamente, come sempre, prima di recare ingresso mormorando “E’ permesso?” lentamente aprirebbe la porta mentre il passo viene ad incedere all’interno del luogo. Non è sola la giovane draconica, c’è il fratello con lei e ad egli rivolge parola “Y’Ani Druak Helevorn” accennando appena un sorriso, quasi forzato in quanto non è proprio nella natura di un draconico sorridere. Si volge a colei che riveste il ruolo di Zama con lo sguardo..il Sovrano sa esser dolce come i morbidi venti che accarezzano le valli settentrionali o duro coma la pietra ma, per quanto cupo fosse il suo umore del momento, esso non influisce mai sul suo comportamento nei confronti di Amaranta: con lei è sempre caldo, anche quando agli altri si mostra gelido come le nevi eterne. “Come ti senti oggi?” non le lascia il tempo di rispondere per informarla subito “E’ venuto dalle lontane lande del sud Galian, figlio di Gandar, signore dei Centauri, si dica essere un ottimo guaritore” E a lui si volge con lo sguardo, qualche attimo, come per raccomandarsi di mantenere la sua fama. Le fiamme del camino danno una discreta luce nella stanza dell’Estrema, una luce tremula e del colore dell’oro. Alcune candele sono poste accanto al letto della giovane e la loro luce ha rivelato, negli occhi ancora vacui di lei, pinnacoli di ghiaccio grigio appena schiariti dalla luce di un falso tramonto. Il braccio tende e le dita della mano, lente, sfiorano i capelli, appena dietro all’orecchio di lei e gli occhi indagatori scrutano i lineamenti della Pura osservando qualche cambiamento. Ritrae veloce la mano ed il gesto vien perso nell’oblio di altre preoccupazioni.

AMARANTA: [Stanze] Presenza abbagliante quella che varca la soglia, colei che avea lasciato i suoi locali, la sua dimora, il suo mestiere per stare al suo fianco. Senza che ella debba far cenno, il gemello già s'avanza senza disdegnar sorriso affettuoso in sua direzione, che lo Zama pienamente ricambia come avea imparato a fare, con lui soltanto. Un bacio le riscalda la fronte, per qualche istante, laddove alloggiano i neri simboli che avvolgono e sostengono la goccia incastonata, effigie di Congrega. "Certo che sto meglio, Hel.." afferma mantenendo la piega delle labbra strette e fredde, mentre gl'iridi seguono diligentemente e con insistenza le movenze del draconico, ritte nel guardo, suo specchio, che intende catturare, come se qualcosa Ei le dovesse dire. Eppur la fronte sua si corruga, sguardo indagatore il Sommo volge alla pergamena stretta nell'abbraccio delle gemelle poggiate al grembo. "Non fare quella faccia..lo so che sei stato tu..Non hai perso il tocco floreale che dai ad ogni tuo messaggio.." ironizza mentre con un cenno indica la rosa seccata e poggiata sulla superficie lignea della mobilia sulla sua dritta, seppur gl'iridi permangano ai lineamenti di lui. La mancina or allungherà l'Estrema, le dita compattatesi batteranno sui tessuti candidi per far sì ch'Ei sieda al suo fianco, sul letto. Le ali smisurate che sin d'ora son rimaste immobili, l'Estrema or disincanta, facendo sì che si ritraggano, per quanto possibile, verso la sua figura, cosicchè meno posto occupino sul giaciglio. Una delle due si rivela ancor avvolta da bendaggi che nascondono una ferita quasi rimarginatasi, garze che ogni giorno vengono delicatamente cambiate per disinfettar il morso causatole dalla Viverna, il mostro degl'Inferi. Un ulteriore rintocco risuona però sul legno, ad interrompere ogni cosa sarebbe venuta in seguito, dalle labbra ancor corrucciate e inesplicabili del fratello. Una voce familiare risuona or nella stanza, la sua entrata consapevole del fatto d'esser sempre la benvenuta. Un nuovo sorriso approda sull'espressione della draconica, nel constatar che il Sovrano è tornato a farle visita, evidentemente ripresosi dall'ultimo loro incontro. Pria che ella possa parlare, un avventore vien presentato alla sua persona, indicato come colui che le porterà guarigione. Un centauro. Mai s'era avvicinata ad una simil creatura ed ora un lieve interrogativo si pone sul suo viso nel denotar che le forme non son quelle attese. Un gesto d'immenso affetto proviene dal Re in suo favore, Ei per nulla par turbato di mostrar quel legame che l'Estrema ha registrato come paterno. Si discosta dunque, il Regale, riprendendo la sua posa composta, mentre lo Zama gl'iridi porta a ricercar il Guaritore. "Y'Ani Druak, Sir Galian.." lo accoglie, incitandolo a farsi avanti per abbandonar l'uscio.

HELEVORN: [Stanza Amaranta/Palazzo] La risposta celere e decisa lo rincuora convincendolo sulla verità di quel dire. Le iridi gemelle che lo fronteggiano si rincorrono ricercando costantemente le sue che allo stesso modo si specchiano nell'altre senza mai perderle di vista..le mani d'ella ritirano le lenzuola per offrirgli lo spazio adeguato che il draconico sin da subito occupa,ponendo il corpo a sedersi sul letto..la sorella poi afferma qualcosa su quel pezzo di carta che stringe nei palmi..quell'affermazione fa sì che uno sguardo indeciso ed enigmatico s'espanda corrugando ancor più la fronte del draconico* amaranta,credo ci sia stato un equivoco,io..* il dire d'ei vien ben presto interrotto da un nuovo rintocco di nocche che sbattono sul legno della porta..nel giro di pochi attimi due figure si rendon note allontanandosi dalla penombra che stanzia lungo l'entrata..il Re avanza verso la gemella,scrutandola con guardi pieni d'affetto,seguiti da gesti altrettanto paterni..*Y'Ani Druak Vostra Maestà* proferisce rapidamente in risposta al saluto del sovrano..ma l'attenzione viene spostata sul volto dello sconosciuto del quale il Re ha appena rivelato l'identità..un centauro..di certo giunge in forme umane..un guaritore..è certo che debba trattarsi d'un esperto in materia,altrimenti lo stesso Re non avrebbe mai acconsentito ad elargire sì tanta fiducia..la gemella è nelle mani di un individuo di cui sa solo il nome..per questo il guardo è visibilmente diffidente..niuna parola in segno di cortesia in direzione del guaritore..un semplice inchino da parte del capo..* spero non si tratti d'un semplice appellativo* afferma,mentre gli occhi algidi studiano la creatura..le membra si discostano dal giaciglio,eppur lo sguardo permane fisso sulla figura del centauro,in attesa di una sua prossima movenza.

GALIAN: [stanza ] I guaritori guidati dal Gran Re salgono le scale che portano al primo piano , e dopo aver superato le prime stanze alla quarta porta il gran re si ferma e dopo aver bussato entra lentamente nella stanza. Galian lo segue all'interno insieme ai due assistenti : subito un odore di infezione lo colpisce , il suo olfatto è molto sviluppato ed è in grado di riconoscere ogni tipo di aroma e odore (SENSI SVILUPPATI liv 3 ). il guaritore , non si preoccupa dei presenti , e senza nemmeno salutare , risultando sgarbato e assente , il suo sguardo è fisso sulle bende , che srotola delicatamente , svelando una ferita di 10 cm , quasi rimarginata , ma con presente una grave infezione sottocutanea. La situazione è molto grave, e questo preoccupa il centauro . Gli sguardi dei presenti rivelano il loro stupore nel vedere quel atteggiamento distante e maleducato . Il suo viso si fece serio e concentrato , percepisce solo i suoi pensieri. La sua mente si discosta dal mondo esterno , una marea di pensieri lo colgono , deve agire presto, con precisione , per salvare quell'ala. Vista con occhi poco esperti la ferita poteva sembrare in via di guarigione, ma questo solo in superficie , l'infezione si era espansa per quasi tutta l'ala . Chiamò a se uno dei due guaritori che subito estrasse dalla sua bisaccia un rotolo di cuoio contenente gli utensili da guaritore , che srotolò su un piano vicino al letto . Subito dopo l'altro guaritore estrae da un'altra bisaccia un mortaio delle boccette contenti del liquido e svariate tipologie di erbe . A questo punto Galian alzò lo sguardo dalla ferita e volgendosi verso i presenti verbia " vi prego di restare a distanza , qualunque cosa succede, vi prego di fidarvi, delle mie capacità."

JARETH {Stanza Amaranta} Dopotutto la stanza dell’Estrema risulta accogliente mentre fuori le raffiche di vento colpiscono come mazzate improvvise, la pioggia cade fitta e il fulmine punisce il cielo con falciate azzurrine. Le creste e le profondità delle altrui emozioni sono come quelle delle onde del mare ma in lei le vette sono isole montuose che s’immergono tra le nubi e gli abissi sono fosse oceaniche, forse irraggiungibili per lui che può solamente sentirle fremere come se provasse piacere o disagio ma ella non lo avrebbe mai fatto conquistare l’apice, ne è consapevole. Tanto donna e tanto fanciulla, virtuosa e glaciale, le avrebbe fatto torto se solo osasse a mostrarsi apertamente, lei, forse, non lo avrebbe compreso. A tempo debito la verità verrà svelata. Le stanze dell’appartamento della Zama splendono di gelo e di fuoco. Candidi stucchi azzurrini s’intrecciano sul soffitto, il pavimento è coperto da tappeti candidi sui quali si trovano poltrone e sedie color carminio; v’è pure un caminetto in pallido marmo, ornato di soprammobili in vetro color rubino. Tra le rientranze delle finestre campeggiano alti specchi, perfettamente lucidati; le tendine sono in damasco cremisi ricamato a trifogli. Un alloggio vasto e deliziosamente ammobiliato, solitamente riservato ai visitatori di alto rango ed ora Suo personale della Zama. Or si scosta indietro lasciando che Galian possa avvicinarsi al letto mentre ei torna sui suoi passi spostandosi ai piedi del letto, e alla sua destra il fratello, col quale tenterà di scambiare uno sguardo di complicità: entrambi diffidenti come è da natura draconica, prima di tornare con lo sguardo su Amaranta. Ode ciò che il centauro verbia e le sopracciglia s’inarcano mostrando evidente dubbio e preoccupazione.

AMARANTA: [Stanze] Il cambiamento del fratello ben si denota agli occhi dello Zama, che sa a cosa siano dovuti i dubbi ed il distacco improvvisamente comparsi ad indurir i suoi lineamenti. Irruento e travolgente il far di colui che si presenta come esser umanoide, accompagnato, sol ora ella se ne avvede, da altri due, probabilmente suoi simili. S'avventa sull'ala bendata, il Guaritore, senza palesar verbo che spieghi le sue intenzioni. "Che cosa state facendo?" dimanda con una certa preoccupazione notando l'armeggiar dei due centauri alle spalle del Guaritore. Un guardo d'aperta richiesta d'intervento o di alleanza l'Estrema verge ai due draconici presenti, pronta a sfruttar l'energia rimastale per allontanar velocemente colui che le scioglie le bende con far all'apparenza agitato e poco neutrale. Agli occhi dei presenti vien svelata la cicatrice ancor in atto di rimarginarsi completamente, un segno arcuato e ben visibile sulla membrana bluastra e dalle venature violacee. L'arto le vien disteso, maneggiato, spostato con noncuranza dal centauro che s'affretta a far chissà quali astrusi gesti che dovrebbero riassettare una ferita che ai suoi occhi par il danno meno grave. La pergamena l'Estrema ancor stringe in una mano, quasi però dimentica della sua esistenza e della sua provenienza ancor inconsciamente dedotta in modo errato. Il guardo ora è del tutto dedicato alle movenze del Guaritore che spulcia tra i suoi averi da cui provengono molteplici odori d'erbe non conosciute.

HELEVORN: [Stanza Amaranta/Palazzo] Il vento veemente ulula con prepotenza al di la delle spesse mura del palazzo che attutiscono le raffiche e gli schiaffi decisi dello zefiro agitato..per questo di nulla potranno avvedersi coloro che stanziano all'interno della stanza calda ed ospitale dello zama..se non forse osservando le punte degli alberi che crescono all'interno dei giardini contornanti il palazzo..le cime si piegano al volere delle folate impertinenti dando un segno evidente di quell'irrazionale furia che quest'oggi ha voluto scagliarsi contro il mondo..il centauro,chinandosi verso la figura,da chiaro ordine ai due draconici di mantenere le distanze..ma il dissenso dell'artigiano potrà esser ben tradotto sul suo volto che da subito s'acciglia..uno sguardo complice raggiunge il Re che allo stesso modo ricambia l'occhiata..è certo del muto significato di quello sguardo..i due la pensano molto probabilmente allo stesso modo..il verbo preoccupato della gemella lo distrae..scruta ed indaga le movenze davvero poco garbate di colui che in fretta ed in furia s'avventa sull'ala dello zama spogliandola delle bende che celavano la ferita..il passo determinato del draconico lo conduce ad affiancare ancora una volta il giaciglio,nell'esatto momento in cui coglie gli sguardi speranzosi della gemella che cerca appoggio dai due..al draconico non importa di venir meno alle richieste del guaritore..piuttosto ha intenzione di capire in che modo avrebbe reso migliore la situazione della gemella..* sarà meglio maneggiar l'ala come fosse un vostro arto e non come utensile,guaritore* sottolinea,incapace di tener a freno la lingua..gli occhi si socchiudono in due piccole fessure fissando con rigidità il centauro chino su lei..

GALIAN: [stanza ] La Zama si agita , cerca di allontanarsi dalla presa del guaritore , gli occhi dei draconici sono dubbiosi , e l'estremo se ne accorge , e con sguardo quasi offeso dalla loro poca fiducia nei suoi confronti verbia " chiedo la vostra piena fiducia , non volevo riferirvi la mia diagnosi , per evitare preoccupazioni , la ferita è più grave di quel che sembri , il tessuto si stà cicatrizzando sopra l'infezioni , che ormai si è espansa in gran parte dell'ala , se non si interviene subito si rischia la perdita dell'arto, e ancor peggio la vostra morte " conclude riferendosi direttamente alla draconica " adesso vi prego di rimanere ferma , o sarò costretto ad immobilizzarti " detto questo si volge ai suoi assistenti , impartendo ordini chiari e concisi " sterilizzate immediatamente il bisturi con il succo di Idraste , e preparate in mortaio l'impasto disinfettante e cicatrizzante " i due iniziati si apprestarono subito ad eseguire gli ordini , nel mortaio vennero messe in ordine Verbena , aloe , e sanguinaria : piante che fermano l'infezione ed aumentano la rigenerazione dei tessuti. Per l'impasto ci vogliono alcuni minuti , nel frattempo il guaritore prese una boccetta contente l'estratto di foglie di lamponi , pirola e tifa , e versate alcune gocce su un panno pulito si appresta a farne inalare l'odore alla draconica .

JARETH {Stanza Amaranta} La tempesta continua a peggiorare, ogni tanto un fulmine più violento degli altri mette in rilievo il profilo nero della stanza e, per la durata di un pensiero, illumina l’intero panorama di una luce così abbacinante da lasciare negli occhi degli osservatori immagini spettrali, verdi e rosse sullo sfondo della tenebra che subito dopo sommergeva tutto. Un possente tuono e la finestra vibra agli assalti del guerriero della Folgore. Tra le piombature e i listelli di ferro, i vetri diamantati piangono lacrime salate. Il guardo di Amaranta par terrorizzato dall’insolenza del centauro che nulla proferisce e maneggia l’ala della pura; ella, come il fratello, son mezzi draghi e in loro scorre il sangue delle Venerabili creature fiere, orgogliose, diffidenti..Nello Zama è vivo l’impeto di questa antica razza ed è pronta a “mordere” per difesa qualora le si faccia del male. Osservando attentamente le iridi d’ella, ode ciò che Helevorn gli proferisce e verso egli tende un braccio come per placarlo, e poi vocalizza verso Galian “Posso pregarvi di fare con più delicatezza? Non sono un guaritore, ma credo la stiate spaventando” mormora il sovrano con voce greve forse mettendo in mostra una situazione data per sott’inteso. Una guardia irrompe nella stanza e un gran fragore viene percepito dal corridoio mentre il sovrano prende ad irritarsi per la scarsa educazione del soldato. Si rivolge ai presenti nella sala proferendo “Sono spiacente ma devo assentarmi, Helevorn ti chiedo di stare accanto a tua sorella sino alla fine della medicazione, ne avrà bisogno” osserva poi Galian e i suoi assistenti “vi auguro buon lavoro, nel caso di successo sarete ricompensati personalmente da me con onori e doni; in caso di fallimento..” tace. Ed i passi conduce fuori dalla stanza verso il corridoio sparendo alla vista degli astanti.

AMARANTA: [Stanze] Il gemello non tenta di celar d'aver ben inteso il suo disagio e senza troppo controllo s'avventa ad imporre al centauro i suoi avvertimenti. Lo stesso Re s'avvicina e, con la solita diplomazia, aggiunge il suo volere che ben combacia col pensiero dello Zama. Ben ha udito gli avvertimenti del Guaritore, l'Estrema, volti a spiegarle in maniera cruda e veritiera delle sue prossime intenzioni. Nello stesso momento la stanza ancor s'affolla, una guardia sopraggiunge a richiamar l'attenzione del Sovrano che si congeda. Un poco s'irrigidisce, la draconica, a tal scomparsa, la figura regale del Re è or un sicuro appiglio che viene a mancare. Gl'iridi per qualche momento permangono sulla porta nuovamente chiusa come se colui che si è appena allontanato tornasse indietro per non lasciarla sola. Si volta ritrovando l'iridi intensi del fratello, del tutto determinato a proseguir il compito del Sovrano nell'imporre la sua presenza. Ritrova dunque la scorza originaria e distaccata, quella con cui tutte le prove giunte in ostacolo avea superato. "Non temete di spaventarmi, Messer Galian, ho incontrato chi di certo mi ha inflitto pene maggiori di tutte quelle che voi potete immaginare..Proseguite, ma informatemi di ciò che intendete fare di volta in volta.." asserisce enfatizzando il suo dire come se l'avviso dovesse esser ben recepito prima che ei prosegua. Allenta la muscolatura dell'ala cosicchè il Guaritore possa agir come meglio crede per guarirne i mali, gl'iridi svolazzano a dritta ed a manca per seguir ogni gesto prodotto dalla sicurezza ostentata sul volto di umano apparente. Un panno le vien allungato, dal quale profumi giungono ad inebriar le nari. "Questo a cosa serve?" dimanda già inspirando lentamente la mistura dell'estratto versato sul tessuto.

HELEVORN: [Stanza Amaranta] Il Re con la sua solita prudenza sottile ed a prima vista cortese,tenta d'avvertir il centauro riguardo le sue prossime intenzioni..dissimili,poichè il draconico sin dall'inizio si è dimostrato avventato nel rivelar il suo dissenso e timore,eppure par che entrambi abbiano colto alla perfezione il disagio provato dallo zama..improvvisamente la sala si popola e si anima di un novello farfugliare..il sovrano è costretto a congedarsi pur se a malincuore,poichè è questa l'impressione che da..ma pria di abbandonarli fa richiesta al sommo artigiano di permanere al fianco della sorella fino al termine dell'operazione..cosa che comunque avrebbe fatto,con o senza l'esplicita dimanda del regnante..or che viene a mancare la presenza del Re,spetta al draconico d'avvedersi e di controllare passo passo le movenze del guardiano e dei suoi compagni..non l'avrebbe mai e poi mai lasciata sola in mano a degli sconosciuti..la cieca diffidenza è parte integrante del suo carattere,specie per coloro che si presentano agli occhi degli altri allo stesso modo con cui il centauro si è mostrato innanzi a loro..il guaritore parla di una possibile morte,se solo non intervenisse in tempo per richiudere la ferita ai suoi occhi del tutto banale..gli sembra quasi un assurdità anche solo il pensare di poter pronunciare quel vocabolo,visto che amaranta la morte l'aveva vista in faccia,scampando per fortuna al pericolo..ma nulla proferisce al riguardo..piuttosto le iridi seguono costantemente le gesta del guaritore,attente a cogliere anche gli sguardi che la gemella gli lancia..tenta di sostenerla tacitamente a suo modo,facendole capire che di nulla avrebbe dovto aver timore..anche il draconico par interessato alla mistura che viene esalata dal panno proprio sotto le nari d'ella..così osserva la scena silente,incrociano le braccia al petto e permanendo a pochi cm di distanza dal fianco del giaciglio..

GALIAN: [stanza ] Gli avvertimenti non toccano il Guaritore , che continua non curante nel suo lavoro non si lascia distrarre nemmeno dal soldato che ora è entrato in stanza. Alle parole del gran re , il centauro risponde con un cenno del capo, con sufficienza . Non gli importa della minaccia del sovrano , la sua unica preoccupazione ora , è quella di salvare la vita e l'arto della dama. " Non è sgradevole come odore , serve per rilassare la muscolatura e per alleviare il dolore , fidatevi , " poi aggiunse " dovrò incidere , devo spurgare la ferita , farà male , ma credo che siate in grado di sopportare " un piccolo sorriso comparve per la prima volta sul volto del guaritore , ma tornò ben presto serio . Gli assistenti lavoravano con maestria nella creazione dell'impasto , il bisturi è pronto , l'estremo si alza e si lava per bene le mani in una tinozza al lato del letto ,ed ora si accinge ad incidere la ferita .

AMARANTA: [Stanze] Una voce finalmente spiega lo scopo di tali misture che impregnano il fazzoletto ed un incoraggiante sorriso si mostra sul volto del centauro, ma ciò non vien ricambiato dallo Zama immobile nella sua posa irta. "Fate quel che dovete.. non disturberò il vostro operato.." soggiunge lasciando intendere che la vera entità del dolore è stata conosciuta in un tempo ormai passato e che tutto quel che vien ora non può dirsi alla stessa altezza. Il panno candido vien mantenuto all'altezza del viso, l'odor penetrante s'insinua nel respiro agendo sui suoi arti. Il Guaritore agisce con far sapiente ed ella volge gl'iridi al fratello per assicurarsi che la quiete dimori sul suo viso. Un sentore simile a pizzicorìo indistinto tra il bruciore ed il gelo proviene ora dalla sua ala stesa, mentre del tepore liquido s'affetta a coprir i margini di quella che dev'esser stata l'azione del bisturi che lacera la cute. Straordinariamente impassibile il volto dell'Estrema, per nulla turbata se non lievemente infastidita dalla nuova apertura di quel morso che la membrana le ha lacerato. Il sangue vivo sgorga, scuro e denso, nel rivestir il color zaffiro degli Arti ereditati dalle Venerabili Creature di cui è discendente.

HELEVORN: [Stanza dello Zama] Il draconico permane silenzioso nella sua posa irta e risoluta,e se non fosse stato per il respiro,forse nessuno si sarebbe accorto ancora della sua presenza..si adagia di fianco contro un muro che solo la spalla sinistra sfiora,mentre gli arti inferiori rimangono distanti dalla parete,l'uno incrociato sull'altro,ad attribuirgli postura disinvolta,pur se nella mente i pensieri sciolti son liberi di correre e di azzannarsi di continuo,come per un cane che si morde sempre la coda...il guaritore sta per compiere un incisione sull'ala ferita della gemella..quella mistura serve a rilassarle gli arti dunque..spera solo non debba soffrire troppo il taglio..studia l'espressione rigida che non scompone affatto quel velo di audacia ed altezzosità che riveste il di lei volto..quanto arguzia ed efficacia nel nascondere le emozioni..un poco si stupisce di quel fatto..ma ripensandoci,comprende quanto questo sia normale..con quella maschera son nati e cresciuti entrambi..non v'è da meravigliarsi di quanto il bronzo possa dar resa fittizia ricomprendo il vero..forse solo uno come lui se ne sarebbe avveduto,convivendo allo stesso modo di lei con quella natura schiva che li aveva da sempre resi diversi..la stessa per la quale molti avevan sempre puntato il dito,cercando inutilmente di combattere un timore vano..le iridi gemelle di tanto in tanto si incontrano..sembra quasi che voglia domandarle quanto in realtà quella ferita faccia male..quella ferita che non è data dalla lama che solca l'ala..ma da ben altro..

GALIAN: [stanza ] Il bisturi incide la ferita , e subito fuoriuscire sangue scuro e materia giallastra , segno che l'infezione era molto avanzata , premendo delicatamente ai lati della ferita , il guaritore cerca di far fuoriuscire il più possibile l'infezione , che viene raccolta da garze . Quando dalla ferita sgorga solo sangue in piccole quantità , Galian prende un 'altra boccetta contenente del succo di bergamotto , un forte disinfettante , che al contatto con la ferita purulenta disinfetta alla perfezione , provocando forte bruciore, che pochi riescono a sopportare . Ma il temperamento della Zama e l'aiuto dell'inalazione anestetica, dovrebbe aiutare a sopportare.

AMARANTA: [Stanze] Non lontano è il gemello che di quando in quando asseconda i suoi guardi, la scruta ma sempre tenendo sott'occhio l'operato del Guaritore e dei suoi compagni. Un solo sgarro ed è certa che Ei non esiterebbe. Ma il centauro non par per nulla intento a provocarle danno anzi nell'osservarlo l'espressione di concentrazione prevale su ogni altra. Manovra i suoi utensili con la stessa abilità e sapienza con cui lei manovra la sua Magia, attraverso la sua mente ed il suo Bastone, quel semplice e irto oggetto or dormiente in un angolo della stanza, sorretto dalla parete come se anch'esso volesse assistere alla sua guarigione. Delle grinze appaiono sulle labbra e tra le sopracciglia sul viso della Maga, nel momento i cui qualcosa tocca la ferita ormai insofferente al tatto dopo le mille pressioni attuate dall'umanoide al suo fianco. Un nuovo bruciore si spande per l'arto, facendole giunger alla mente l'impulso di ritrarsi da tali sevizie. Resiste però alla tentazione, l'Estrema, consapevole che ciò non gioverebbe alla sua salute. Stringe dunque le dita attorno al panno che ancor sorregge, mentre il petto si amplia per far scorrer un respiro più ampio e misurato. La capacità di meditazione appresa si rivela sempre utile, in ogni situazione. Chiude dunque l'iridi calando in un torpore consapevole e misurato, la pelle del viso si distende mentre ogni minima traccia d'agitazione scema in una concentrazione ritrovata che rilassa le membra e smorza eventuali battiti accelerati dal dolore.

HELEVORN: [Stanza dello Zama] Il sangue scuro sgorga copioso e lento,come se una diga che dapprima impediva al fiume di scorrere,fosse stata distrutta..altra sostanza cola lungo l'arto..si tratta dell'infezione che viene liberata dalla ferita..il guaritore pone poi sul taglio un olio giallognolo che provoca una reazione quasi istantanea sul volto della gemella..sembra quasi bruciarle,visto che la fronte ella corruga e che le mani si stringono con intensità sulle pieghe del lenzuolo..le nocche nello stesso istante,quasi in muta risposta a quella visione,ei stringe con vigore..ma poi il volto dello zama si rilassa,le iridi d'ella vengon ricoperte dalle palpebre rosate,e persino le labbra dapprima tese or si rilassano..i respiri si susseguono frettolosamente,senza che l'uno dia il tempo all'altro di concludersi..lo sguardo permane costantemente fisso sulle gesta abili del guaritore..forse il pregiudizio iniziale lo avea tratto in inganno..

GALIAN: [stanza ] La zama dimostra forte resistenza al dolore , e questo all'estremo custode piace, riesce a lavorare senza difficoltà e con estrema velocità e precisione . Ora la ferita è disinfettata , adesso bisogna rimarginarla . L'impasto che con cura l'assistente a preparato è pronto , Galian ne raccoglie parte con due dita e l'avvicina al naso , ne assapora l'odore , controllando così se e dosi sono giuste , e infatti non lo sono , le mani ancora inesperte degli assistenti non sono in grado di creare medicamenti alle perfezione , quindi si fa passare dell'altra verbena e l'aggiunge con esperta precisione . Ora l'impasto è pronto , ne raccoglie un po' con le dita e lo preme nella ferita cercando di spingerlo più in fondo possibile, premendo con forza che l'impasto si compatti nella ferita. Ora la ferita è colma di quell'impasto che all'inizio provoca bruciore ,ma poi dona sollievo . " è un impasto che aiuta la cicatrizzazione della ferita , è una mia scoperta, così non serve cucire , man mano che la pelle si cicatrizza , l'impasta viene gettato all'esterno " espone con estrema chiarezza il suo intervento e conclude " abbiamo quasi finito , sono intervenuto giusto in tempo , se avessi aspettato un paio i giorni in più ..." Galian prese una fuscello di amamelide o spezzo al livello del nodo , e avvicinato il fuscello, cola il liquido gelatinoso sulla ferita e lo spalma per tutta la lunghezza del taglio . Dopo alcuni secondi il liquido si asciuga creando una patina impermeabile che previene ogni forma di ulteriore infezione . Poi prese una benda , e delicatamente fascia la ala , con straordinaria maestria , con un metodo tipico e originale dei guaritori delle terre del sud.

AMARANTA: [Stanze] Silenzi ed attese permangono nei dintorni, soltanto il rumor di attrezzi e misture sorveglia la sua concentrazione permanente. Avverte una nuova pressione sulla ferita che non più molto duole essendo stata già manovrata a lungo dal Guaritore. La sua voce serena, come proveniente da una situazione tutt'altro che sofferente, ei esplica i suoi pensieri, mentre la meditazione dello Zama vien tralasciata da una nuova rivelazione delle ametiste. "Se sol la Morte m'avesse voluta davvero m'avrebbe presa con sè al nostro ultimo incontro.." espone con naturalezza, ironizzando su ciò che la portata a stanziar in quel letto, ferita, turbata, ma viva. Non s'aspetta che i presenti comprendano, all'infuori del fratello, presente allora, quando la sua mente era in balia dell'oblio più nero, forse nemmeno potrebbero giungere a capir che la verità è ciò che dice. Attende che il centauro termini di armeggiar con l'ala per poi a lui rivolgersi con toni e volto a lui diretti. "Vi ringrazio, ma non è solo l'ala ad aver avuto dei problemi. Da giorni non cammino, ogni tentativo mi è stato preventivamente impedito.. Queste lenzuola cominciano a starmi strette.." rinasce l'impazienza nella voce dello Zama, costretta a subir una malattia a dir poco insolente verso lei, lei che avrebbe dovuto esser fuori da quelle stanze già da molto tempo. Il guardo non tralascia le smeraldine del centauro in forma umana, come se la richiesta d'agire potesse esser meglio recepita attraverso quell'impeto vivo negl'iridi. Il panno abbassa e poggia sul letto, mentre finalmente l'altra gemella restituisce alla mobilia la pergamena che si affianca alla rosa appassita. Entrambe le mani si portano dunque ai fianchi, i palmi aperti e pronti a reggerla nel caso in cui vi sia la possibilità di sollevarsi finalmente da quella prigionia candida e tiepida.

HELEVORN: [Stanza dello Zama] Nuovi medicamenti impegnano il centauro il cui volto par immerso in una concentrazione che il draconico ritrova solo quando i palmi maneggiano accuratamente il lavoro che è frutto dei suoi stessi sforzi..che si tratti di levigar un tronco di legno morto,o di lucidare la superficie fredda e dura d'un metallo..comprende alla perfezione il senso di quell'eloquio..la pensa alla stessa sua maniera..la morte non la desidererebbe di certo ora,strappandola da un letto che avea visto e ospitato i suoi affanni e le sue lacrime..se solo l'avesse voluta davvero,l'avrebbe resa sua tempo addietro..eppur le cose,inspiegabilmente,sembrano essere andate nel senso contrario da quello che la Nera avea previsto..ed ei crede poco nel destino e nelle mere coincidenze..lo zama poi esprime una sorta di desiderio,quello di potersi rialzare di nuovo e camminare così sulle sue gambe...la stretta delle braccia che cingevano il petto si perde con lo scorrere degli attimi..or gli arti dondolano lungo i fianchi,quasi stessero aspettando il momento per agire di nuovo..il draconico non dovrà far altro che attendere..attendere il consenso o meno da parte del guaritore di poterla liberare da quella gabbia fatta di candore e di abbracci..

GALIAN: [stanza ] Galian si alza , ritorna a lavarsi le mani , volgendo le spalle alla zama. Mentre si asciuga le mani con un panno pulito si volta verso la dama , un sorriso compare sul volto del centauro , si avvicina le prende la mano e la stringe verbiando " è andato tutto bene ben presto tornerai a camminare come un tempo " in quel momento il guaritore pare un'altra persona , non è più quel burbero e scontroso selvaggio delle terre del sud , ora è amorevole , compassionevole , e questo perchè il pericolo è passato e il suo scopo è stato raggiunto . " adesso dovete riposare , vi lascio un po' di medicine da prendere " detto questo lascia la sua mano e prende la sua bisaccia ed estrae due boccette " ecco questa verde , serve per ripristinare le forze perdute è un ricostituente , dovete prenderne 6 gocce la mattina appena sveglia , invece questa rossa è un coagulante aiuterà la ferita ha cicatrizzare più velocemente , di questa ne prendi 5 gocce prima di andare a dormire " Il guaritore lascia le boccette sul piano di fianco alla zama ,e ordinato ai suoi assistenti di rimettere tutto apposto si avvicina al draconico che fino a quel momento era stato in silenzio per tutta l'operazione " vegliate che prenda le medicine , e fate in modo di cambiare le bende tutti i giorni , si rimetterà presto " poi aggiunse " il mio lavoro è compiuto , si è fatto tardi , e dobbiamo tornare nelle nostre terre , il ruolo di Heghemon mi chiama , fate i miei omaggi al gran re , se ci dovessero essere complicazioni , contattatemi via missiva " Lo sguardo ora si discosta sulla zama , di nuovo un sorriso nient'altro , nessuna parola, abbandona la stanza come è arrivato senza salutare.


PUNTEGGI
Amaranta: 20 pt esp./ - 15pt fisico
Galian: 25 pt esp./ 5 pt mente
Helevorn: 16 pt esp. /- 5 pt mente
Jareth: mi astengo e lascio ad altri il giudizio

Annotazioni:
Amaranta ha sopportato egregiamente le cure tenendo a bada l'apprensione e l'ansia per ogni gesto compiuto dal Supremo Custode, buon italiano e ottima role.
Galian merita la mia lode nella pazienza, bravura di role e ottima proprietà di linguaggio; i miei complimenti..a mio parere il vero protagonista della role.
Helevorn ha mostrato ansia e preoccupazione e tensione per la maggiorn parte della role per questo ho deciso di togliergli 5 punti mente.
Jareth.. come ho detto sopra non valuto il mio stesso pg e lascio ad altri il compito di valutazione. ^^
Attendiamo.



Jareth Targayren
detto ''Jareth nato dalla tempesta'',''Principe dei Draghi''
Conosciuto dai soli Draghi come Laedo, l’Antico.
Unico figlio superstite del Padre dei Draghi della Casa Targayren.
Principe della Roccia del Drago,erede al trono della sua patria.
Caporazza dei Draconici e Signore dei Draghi delle Terre del Sole.
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“Che uomo è un uomo che non rende il mondo migliore”

Kryzhan
00martedì 26 gennaio 2010 18:46
Role approvata

Punteggi:

Amaranta: 20 pt esp / - 15 pt fisico
Galian: 25 pt esp / 5 pt mente
Helevorn: 16 pt esp / - 5 pt mente
Jareth: 15 pt esp

Annotazioni:

- Amaranta può finalmente lasciare il Palazzo sulle sue gambe
- Complimenti a tutti i player. Ho assegnato meno PE esperienza a Jareth perchè ha abbandonato la role con qualche turno di anticipo rispetto agli altri.

- punteggi aggiornati nelle schede di gioco -
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